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DbNa

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  • #61
    Il sole, il fiocco di neve, la nuvola con il fulmine. Vegeta pensò sarcastico: “Che è l’uomo del meteo?”. Ovviamente era una battuta, ma Goku non lo capì. “Ma guarda che io l’ho fatto l’uomo del meteo e di certo non mi vestivo così”. Tutto questo nella mente di Gogeta. L’avversario, a discapito del suo strano abbigliamento, si dimostrò abbastanza pericoloso. Riusciva a controllare gli agenti atmosferici. O meglio colpiva con saette; raggi congelanti; nebbia; forte vento e cose del genere. Gogeta ssj2 si scansò all’ultimo momento riuscendo a evitare il raggio, mentre la parete alle sue spalle ghiacciava. Camminare era impossibile, perché il pavimento era ricoperto da un alto strato di ghiaccio. L’avversario aveva azzerato la visibilità con una forte nebbia, che la luce del ssj aumentava. Questo dava grossi problemi a Gogeta, perché non poteva avvertire l’aura del suo avversario. Più volte, il saiyan, dovette lanciare delle onde per fermare dei pericolosi fulmini killer inseguitori. Gogeta puntò il palmo con l’indice piegato verso il nemico e lanciò un potente Bing Beng Attack, seguito da una serie di piccoli Ki blast. Il nemico riuscì a fermarli, ma non si accorse che era una finta per distrarlo. Gogeta gli apparve di fronte e lo colpì con un pugno in faccia, seguito da un calcio in pancia. L’avversario arretrò, ma non sembrò subire alcun danno. Sembrava insensibile al dolore e non emanava aura, ecco perché prima Gogeta non lo aveva scorto appena entrato nella stanza. L’avversario doveva essere un cyborg. Quest’ultimo congiunse le mani a coppa scatenando un forte vento nella direzione del saiyan. Gogeta cercava di contrastarlo volando con forza. Poi, per distrarre il robot, lanciò una serie di onde di media potenza. Il cyborg dovette per forza fermare l’attacco. Per evitare che le onde lo colpissero in pieno, lanciò particolari pezzi di ghiaccio romboidali come fossero pugnali. Le onde, al contatto con quegli oggetti volanti non identificati, esplosero. Il fumo si diradò pian piano, lo stesso per la nebbia. Mostrando il cyborg al massimo della forma. Gogeta partì all’attacco in un corpo a corpo, doveva evitare che l’altro usasse nuovamente i suoi trucchetti metereologici. Lo colpì con un pugno al volto, uno al petto e un calcio in pancia. Poi il guerriero si allontanò. Si era fatto male lui agli arti con cui aveva colpito, mentre il cyborg era impassibile. Doveva concentrare tutta la sua energia in un punto. Convogliò tutta la sua forza nel pugno destro e si lanciò a l’attacco. Trapassò il robot nell’addome con un pugno di incredibile potenza. Poi si allontanò a sufficienza per evitare di rimanere ferito nell’esplosione che seguì. Del cyborg rimase qualche cip. Gogeta si affrettò a distruggerli, esperienza “docet”. Pochi minuti dopo la fusione si sciolse. Mancava mezz’ora alle cinque e i morsi della fame non erano più trascurabili. Iniziarono una partita a carte. Era dai tempi di Majin-bu, visto che Crilii aveva questa abitudine, che portavano sempre con loro un mazzo di carte. Vegeta vinceva ogni partita e Goku sbuffava, anche se da vero sportivo si divertiva comunque. “Possibile che a carte, agli scacchi, con sasso-carta-forbice e altri giochi del genere vinci sempre tu? Hai videogiochi creati da Bulma mi hai stracciato!”. “Non lamentarti Kakaroth e gioca. E’ il tuo turno”. Goku non aveva più voglia di giocare e continuò a chiacchierare. Stufo di aspettare i comodi del saiyan più giovane, Vegeta mise via le carte. Goku aveva iniziato a chiacchierare. Parlando, parlando disse: “Non è la prima volta che combatto con dei cyborg legati alle azioni naturali. Mi è successo anche quando ero più giovane e Gohan era piccolo”. Un campanello d’allarme scattò nella testa di Vegeta. Con noncuranza chiese: “In questa avventura c’era anche Bulma?”. Goku non si accorse degli effetti che poteva creare una risposta sincera. “Si. Lei e il genio delle tartarughe erano stati rapiti dal creatore di quei mostri. Un certo dottor Willow. Pensa che strano, di lui era rimasto solo un cervello vivo grazie a una macchina. Poi c’era Junior sotto controllo mentale, ma l’urlo di Gohan lo ha liberato. Mi stavo dimenticando di Crilii…”. Vegeta non lo ascoltava già più. Se era veramente Bulma la colpevole di tutto, quella ne era un ulteriore prova. Tranne gli avversari iniziali gli altri erano tutti nemici che lei conosceva. Goku era partito nella spiegazione della Genkidama, Energia sferica, con cui aveva sconfitto il folle scienziato. Si interruppe quando vide l’amico. Sembrava che su di lui fosse caduto un velo nero di oscurità. Non lo vedeva così abbattuto da quando, appena liberato da Freezer, era arrivato sulla terra. Allora era stato un nemico. Era stata proprio Bulma a cambiarlo guardando oltre quello sguardo di ghiaccio, leggendo in quegli occhi tristi che nascondevano un intero universo. Anche Goku aveva capito subito che il principe dei saiyan non era veramente malvagio. Era per questo che aveva detto a Crilii di risparmiarlo al loro primo combattimento. Decise di tirarlo su di morale. Ma come? Un lampo di genio. Come aveva fatto a non pensarci prima? “Vegeta da quando è che non mangi?” L’altro saiyan rispose con un borbottio incomprensibile che significava:”da parecchio”. “Devi sapere che io porto sempre con me qualcosa da sgranocchiare. Quando stamattina sei venuto stavo facendo colazione. Ho portato con me dei biscotti. Facciamo metà per uno”. Il volto di Vegeta avrebbe fatto spaventare chiunque per quanto era famelico. I biscotti sparirono in un boccone e anche quelli di Goku fecero una brutta fine. Goku, anche se era un gran golosone, era stato generoso e aveva ceduto i suoi all’amico. Erano stati solo dei biscotti, ma avevano tappato il buco dello stomaco. La cosa importante era stato il gesto, così ingenuo, ma importante. Vegeta era decisamente più rilassato e pronto a vedere le cose da un altro punto di vista. Lui era il principe dei saiyan e amava troppo sua moglie per perderla. Inoltre meglio non fasciarsi la testa prima di rompersela, avrebbe scoperto tutto alla fine di quelle stanze. Il saiyan era abbastanza sollevato addirittura per lasciarsi andare ai ricordi. “Sai Kakaroth, anche io da piccolo mi portavo qualcosa da sgranocchiare. Ero un fanatico delle patatine fritte lunghe”. Vegeta mostrò una fotografia in cui c’era lui in bianco e nero, con una tuta da combattimento, uno sguardetto omicida, intorno a lui una moltitudine di mercenari picchiati e un sacchetto di patatine fritte in mano. Goku non poté trattenersi e scoppiò a ridere. Anche Vegeta si lasciò andare a un sorriso più rilassato, uno dei rari sorrisi. Le cinque scoccarono e il portale si aprì. Chissà chi sarebbe stato il prossimo nemico.
    Fine 4 Puntata
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    • #62
      L'idea dello specchio mi è piaciuta tantissimo.....complimenti per l'idea che hai avuto...che fortuna avere tanta fantasia....io nn ne sarei capace....appassionante anche questo capitolo come sempre ^^ continua cosi ^^

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      • #63
        Bella l'idea degli specchi copie!XD
        La mia prima FF!http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=89182

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        • #64
          Uh, Goku ha ragione, mai un cattivo che accetti la sua proposta!
          Ma come, combattono come bestie e gli restano integri in tasca foto, carte e biscotti?! ma di che sono fatti? XD
          Dai Veggy, non è colpa di Bulma, stanne certo
          Davvero carino, belli i combattimenti e anche la parte dei siringhe e serpenti! Chiunque ci stia dietro ( e io non se so niente ) è un vero genio...

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          • #65
            Sheila, sono felice ti sia piaciuta l'idea dello specchio. ^^ hehh, tanta fantasia, ma poco ordine, hehh.
            E sono felicissima che l'idea degli specchi copie piacciano anche a te XD forever. Mi era mancato il tuo commento.
            Kz-3 hehh il vero genio, che non sappiamo chi sia, è già megalomane di suo, evitiamo di esaltarlo. ihih



            Specchi e Ricordi

            Cap. 5 Ultime stanze

            Accarezzava il nero legno del suo trono finemente intarsiato doro. L’oscurità era ovunque e gli fece scappare una risata cristallina, ma così fredda e vuota da far tremare il cuore. Scavò in quei ricordi che erano allo stesso tempo suoi ed estranei. Vide il volto di una donna bionda, che in quel momento doveva essere a casa ad annaffiare come sempre le piante o a cercare di far mangiare dolcetti al primo venuto. Allora era più giovane, non sembrava molto diversa, ma le rughe agli angoli degli occhi non c’erano. Ricordava una notte d’inverno davanti al camino. Una giovane bambina, che amava farsi raccontare la favole a lieto fine su sdolcinati principe e principesse capaci solo di farsi rapire. La bimba, con i capelli legati lunghi azzurri in una treccia, rimase stupita da quella favola tanto diversa. “Mamma, mamma”aveva detto tirando la gonna della signora Brief.. “Si piccola?”aveva detto la donna con il suo solito cordiale, forse un po’ più accentuato del solito. “Avveo la Regina ea tatnto cativa”aveva detto sbagliando 34 delle parole. “Si, la regina delle nevi era cattivissima. Viveva nel suo palazzo di ghiaccio, freddo come i suoi occhi. Non conosceva l’amore. Sapeva solo odiare e aveva uno specchio magico con se. Quando questo specchio di pura malvagità si ruppe, una scheggia finì nell’occhio di un bambino. Questo lo rese la vittima predefinita della regina che lo rapì e lo porto con se nel suo palazzo di ghiaccio. Qui, con quello sguardo terribile e quelle mani tanto gelide, che rispecchiavano il suo essere, imprigiono Kaiyl, il povero bimbo portandolo per sempre via dalla sua amata Gherda, che si mise disperatamente a cercarlo”disse la bionda incrociando le dita, mentre lasciava cadere le braccia posate in grembo. La piccola Bulma aveva sgranato gli occhi terrorizzati. “Perché il bimbo non tornava dalla sua amica?”mormorò allora pian piano. “Non poteva. Un incantesimo gli aveva ghiacciato il cuore”disse allora la donna vedendo la bimba sussultare. La donna dai capelli azzurri che rivedeva quei ricordi e stava adesso seduta su un trono di nero terrore sorrise. In fondo anche lei era una “Regina delle nevi” che attendeva pazientemente che la sua vittima cadesse in trappola.


            “Bingo! Un altro specchio”sbottò Vegeta guardando l’ennesimo specchio. Goku, scocciato quanto l’altro saiyan stava per tirargli un pugno, ma Vegeta lo fermò. “Se le onde ci entrano e i mostri ne escono deve essere come un portale dimensionale. Dovrebbe portare verso un altro mondo degli specchi. Rischi di finirci dentro”. Goku non si diede per vinto. Andò dall’altro lato, quello opposto al vetro, e lo spinse facendolo cadere a terra. A sorpresa si rialzò da solo guidato da chissà quale magia. “Belli i tempi in cui i nemici non usavano questi trucchetti di magia. Unica eccezione Babidy”sospirò Goku. Nuovamente il vetro si increspò mostrando, come i suoi predecessori, combattimenti passati. Un mostro bianco enorme e ciccione con un sorriso ebete sul volto batteva le mani urlando”Janenba, Janenba”. Vegeta, ricordando quello che era successo, si disse che il destino doveva avercela con lui in modo accanito. Poi una capatina fuggente di Cooler e Metal-Cooler. Si soffermò sul combattimento contro Li-Sherron. Il combattimento del drago malvagio contro Gogeta ssj4. I due saiyan, ricordavano i guai fatti dalla FUSION, ma rimasero a bocca aperta a riguardarli da fuori. Quello non era un combattente, ma un irresponsabile. Quando finalmente si era deciso ad utilizzare la sua incredibile potenza in un “Bing Beng Kamehameha”, la Fusion si era sciolta con 20 minuti di anticipo. Poi c’era il momento in cui Goku lo aveva sconfitto con una Genkidama epica. Goku la guardò con fare critico e disse:”Era meglio la tecnica che avevo sfoderato contro il mostro nemico di Tapion”. Le sue elucubrazioni furono interrotte dall’apparsa del nemico. Li Sherron era uscito dallo specchio. I due saiyan usarono un metodo “Scientifico” per stabilire chi dovesse combattere:”sasso, carta, forbice”. Vegeta vide a faccia speranzosa di Goku, e ricordando quanto l’amico ci tenesse a vincere e i “biscotti”, decise di lasciarlo vincere. “Stavolta ho vinto io!”urlò Goku in preda a una grande agitazione. “Fai in fretta Kakaroth” disse Vegeta andando a sedersi in un angolo. Il combattimento fu tutto, tranne una cosa. Fu spettacolare, incredibile, magnifico, con colpi stupefacenti. Fu tutto, tranne che rapido. I due nemici non si risparmiavano. Più il combattimento andava avanti, più Goku si caricava e potenziava. Finché non divenne SSJ5. “E’ giunta la tua ora”urlò Goku mentre lo colpiva con il miglior pugno del drago che avesse mai fatto. Il drago malvagio esplose. Il drago dorato nato dal colpo però ci avrebbe messo una decina di minuti per dissolversi. Essendo la stanzetta abbastanza piccola i due saiyan rimasero bloccati tra le enormi spirali dragonesche. Vegeta si ripromise di non far mai più vincere Goku a niente. “Che facciamo adesso, genio?”disse sarcasticamente al saiyan più giovane. “Io propongo di cantare”. Si lanciò in una cantata a squarciagola della sigla di DBZ (come la sa? N.D.A.). Vegeta pensò che almeno non era Crilii, che sicuramente era il peggior cantante dell’universo. Goku non era stonato, ma tutta quella euforia faceva venire un bel mal di testa. La sparizione del drago, combaciante con lo scoccare dell’ora, fu una salvezza.
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            • #66
              Nella stanza successiva, la settima, guarda caso, un altro specchio. Il mostro a uscirne fu i re dei ritorni: Freezer. Non era il vero Freezer e non aveva né il suo cervello. Né il suo acume. In compenso aveva la sua antipatia nei confronti di Vegeta. Non si rese conto che il principe era reduce da una delle giornata più terribili della sua vita, destinata ad essere ancora molto lunga. “Ci si rivede saiyan. Ti vedo un po’ giù Vegeta. Non sarà per tua moglie? Io la comprendo. Meglio un miserabile terrestre, che il re degli scimmioni”: Vegeta era arrivato al punto di non ritorno. Fu avvolto da una fortissima aura dorata. Per la seconda volta nella sua vita, al contrario di Goku che lo faceva quasi sempre durante gli allenamenti, Vegeta si trasformò in SSJ5. Colpì Freezer con un gigantesco “Finale Flash”. Poi, incurante di tutto, colpì il passaggio. L’intero palazzo tremò e ci fu un crollo. I due saiyan iniziarono a precipitare.

              Goku e Vegeta atterrarono malamente. Dovettero rialzarsi in fretta per evitare le macerie franate a causa del crollo. A pericolo passato, Goku si mise davanti a Vegeta per dirgliene quattro. “Potevi farci ammazzare!”. Vegeta rispose con noncuranza. “Ho calcolato in modo che non franasse l’intera struttura. Inoltre stiamo bene e abbiamo guadagnato un ora”. Goku sbuffò pensando che era un gran cocciuto, ma aveva ragione. Non dovettero neppure voltarsi per sapere che li attendeva un altro specchio. I riflessi erano già usciti e si trattava di colui che si era creduto perfetto e family. Ossia Cell, una creatura a lui gemella di colore viola( Quello chi è?Ndtutti) (Lui?E’ mio fratello. Una mia vecchia versione non riuscita al dottor.Gero che l’ha distrutta dopo la creazioneNdCell) e Cell jr. cresciuti conosciuti come C1 e il fratello grasso C2. I due saiyan lanciarono due onde contro i Cell jr. e partirono all’attacco contro gli altri due. Le gambe, al di sotto del ginocchio, di Cell e di Goku si scontrarono in un calcio fallito. Poi il braccio destro e quello sinistro, sempre di loro due, provocarono una piccolo onda d’urto nell’incontro di una gomitata mancata. Vegeta intanto era in vantaggio. Aveva colpito il fratello di Cell con un calcio all’addome, poi era apparso sopra di lui colpendolo con un pugno dato con le mani a coppa. Poi si erano ripresi i Cell azzurri ed erano andati in aiuto dello zio. Il saiyan si era così trovato in svantaggio di tre contro uno. Mentre i Cell jr. lo tenevano fermo, il Cell viola lo colpiva. Goku cercò di andare in aiuto dell’altro, ma Cell non glielo permise. Vegeta intanto aveva trovato da solo la soluzione. Aveva colpito il fratello di Cell con una testata, allontanandolo. Poi, facendo leva con le braccia, aveva sbattuto tra loro i due Cell jr.. Nel frattempo Cell aveva colpito Goku con una un pugno così forte da farlo precipitare a terra. Poi aveva volato a tutta velocità verso il saiyan. Goku aveva appoggiato le mani a terra, dandosi poi una spinta e colpendo la “cavaletta gigante” con un calcio a piedi uniti in piena faccia. Cell volò via e sbatté proprio contro il fratello. Il viola e Cell iniziarono a litigare, distraendosi. Goku e Vegeta ne approfittarono. Il saiyan più giovane iniziò a tempestare Cell di colpi. Mentre Vegeta colpiva il gemello viola con un pugno nello stomaco, seguito con uno al mento. Il fratello di Cell atterrò malamente e si rimise in piedi a fatica. Decise allora di colpire Vegeta con una kamehameha. Il saiyan rispose con un Bing Beng Attack, le due sembravano pari finché quella di Vegeta non superò l’altra rispedendo la Kamehameha al mittente. La copia mal riuscita di Cell rimase distrutta rompendosi in miseri frammenti, che come negli specchi precedenti, esplosero. Anche Goku aveva deciso di finire l’avversario con un onda. Formò una sfera azzurra in una mano, un’altra sfera nell’altra mano e con tutte e due le mani fece un onda energetica. Sembrava un onda energetica x10 di quelle che faceva da quarto livello, ma questa la chiamava onda energetica doppia. Anche Cell fu distrutto. I figli di Cell si ripresero più furenti che mai. Anche stavolta i due saiyan si divisero i nemici. Goku contro C1, mentre Vegeta contro C2. Goku colpì C1 con due onde, una dietro l’altra. Poi riavvicinò e gli sferrò due pugni in pancia che furono seguiti da un calcio al viso che lo fece volar via. L’atterraggio fu doloroso. Il figlio di Cell attaccò inferocito. Goku parava, ma più di un colpo trapelò la sua difesa. Goku allora utilizzò una presa del drago, indebolendo l’altro. Mentre C1 cercava di rimettersi in piedi, il saiyan sferrò un onda energetica a breve distanza. Lo finì con una nuova onda. Ossia tante piccole onde concentrate nelle mani a coppa che si abbatterono sull’avversario come un terribile pugno. Anche C1 divenne una manciata di vetri che evaporarono. Vegeta nel frattempo si confrontava con Cades. Entrambi si scambiavano una serie di calci e pugni. I calci di Vegeta erano nettamente superiori a quelli del Cell. Jr. e uno di questi fece sbattere il Cell azzurro contro una parete. Poi Cell jr. cercò di contrattaccare. Vegeta reagì con una serie di tecniche. Due pugni consecutivi che spedirono C2 verso l’alto, qui lo raggiunse con un pugno a coppa, ma prima che toccasse il pavimento, Vegeta finì con un calcio all’addome. Il gran finale fu un “Cannone Gallick”, una sfera d’energia rossa. C2 venne sconfitto come suo fratello C1. Ora i due saiyan potevano passare alla nona stanza.


              Stanza che vai, specchio che trovi. Goku aveva una gran voglia di prendere a testate il bianco muro della stanza, ma Vegeta invece rifletteva. Il fatto che ci fossero solo specchi doveva avere un significato recondito, ma proprio non ci arrivava. Se lo sentiva, ma gli sfuggiva proprio quando sembrava arrivarci. Certo che con Goku che piagnucolava e brontolava, concentrarsi era pressoché impossibile. Non ci fu molto tempo per pensare, perché il nuovo avversario non tardò ad arrivare. Anche questo era un vecchio nemico, ma in un certo senso recente. Era un cyborg costruito dal dottor Miu, ma non era Lilde, e costruito da Gero, ma non c18 o c16. Era il terribile SuperC17. Sconfiggerlo per Goku era stato quasi impossibile. Almeno stavolta in lui non c’era il povero c17, che in quel momento doveva essere tra i monti a fare il suo lavoro di cacciatore. Goku divenne ssj e iniziò ad attaccare. Una serie di onde, calci e pugni. Superc17 nemmeno arretrò. Colpì Goku con un semplice pugno, e il saiyan andò a sbattere contro la parete di fronte. Almeno essendo uno specchio non poteva assorbire l’energia dell’avversario. Goku ripartì all’attacco volando. Colpì l’avversario con una serie di calci, ma il cyborg riuscì a colpirlo con una ginocchiata in pancia. Poi usò una tecnica chiamate “colpo di rottura”. Lo afferrò al piede, e lo scaraventò contro il pavimento a tutta velocità. Goku non riuscì a trattenere un gemito di dolore. Vegeta corse in aiuto dell’amico. Divenne anche lui ssj2 e attaccò. Lanciò una serie di onde che allontanarono Superc17 da Goku. Poi sferrò a tutta velocità una serie di pugni finendo con un'altra onda. Era una nuova tecnica: “Lampo Gallick”. Il cyborg stavolta risentì del colpo, ma stava usando solo il 50% delle sue energie. Fu il suo turno di tempestare Vegeta di colpi. Lo colpì infine con un doppio calcio volante a piedi uniti. Vegeta si rialzò, il labbro spaccato sanguinava e il saiyan si pulì con la manica. Ripartì all’attacco insieme a Goku, che intanto si era rialzato. I due saiyan, uno a destra e l’altro a sinistra attaccarono il cyborg. Entrambi tempestandolo di pugni e poi colpendolo con un calcio al collo, uno per ogni lato. Superc17 si sollevò da terra ricadendo con due gomitate sui due saiyan, che parando incassarono bene il colpo. Sferrando in contemporanea un pugno alla mascella e poi uno all’addome che scaraventò lontano il cyborg. Finendo l’avversario con due onde lanciate da entrambi e una serie di piccoli onde di Vegeta.
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              • #67
                Passò un'altra ora e un'altra stanza li aspettava. Questa era caratterizzata rispetto alla precedente da un piccolo dettaglio. Lo specchio aveva una forma diversa. Sembrava formato da due specchi ovali e uguali tra loro uniti da un lato in comune. Mentre nella metà di sinistra apparvero dei ricordi dei due saiyan, nel lato di destra apparvero nemici affrontati anche del resto del gruppo z. Per un momento in entrambi i lati apparve Trunks. Però mentre quello di sinistra era Mirai Trunks, quello che da ragazzo era tornato indietro, l’altro era il Trunks di quella dimensione, ma quando era ancora bambino. Stessa persona, caratteri similari, diversa storia, diverso modo di combattere e di vedere la vita. In fondo il sogno di Mirai Trunks si era realizzato. Il Trunks di quel tempo si era goduto l’affetto di un padre che era cambiato dentro. Dai diversi specchi uscirono due mostri diversi, ma la particolare conformazione dello specchio magico li fece fondere in un unico essere. “Urca, ma che schifo è?”chiese Goku dubbioso. Il fatto è che uno dei due mostri che lo componeva era Bio-Broly semi squagliato (quello che avevano affrontato Goten e Trunks da bambini), mentre l’altro era il terribile superc13. L’essere che era venuto fuori non aveva un bel aspetto, ma era forte molto più degli originali. I colpi dei due supersaiyan venivano assorbiti senza alcun problema, quasi avesse intorno a se una forte corazza. Quando veniva colpito da un attacco energetico si riformava. Il suo quoziente intellettivo era pressoché minimo, ma riusciva almeno a dire il suo nome. “BIOSUPERBROLY 13”. Anagrammando le parole erano riusciti a capire che fosse la fusione tra i due vecchi nemici. Una domanda sorse spontanea nei pensieri di entrambi. Come li avevano sconfitti la volta precedente? “Trunks mi ha detto che ha battuto questa scopiazzatura di Broly facendolo inglobare da uno strano liquido di coltura biogenetico viola. Di certo qui però non ne abbiamo”disse Vegeta tra il serio e il sarcastico. “Kakaroth, ti ricordi come hai sconfitto Superc13?”. (Vegeta non aveva visto quel momento preciso perché era svenuto NDA). “Ho assorbito dentro di me una Genkidama e ho scatenato un potere simile al ssj2, ma più potente. Ma anche questo qui è inutilizzabile”disse Goku sconsolato. “Invece no. E’ vero che un semplice ssj2 non potrebbe aiutare, ma ormai tu arrivi a livelli ben più alti. Mentre tu prepari l’energia sferica, io lo distraggo”. Goku non era sicuro che sarebbe riuscito nuovamente ad assorbire una Genkidama, ma provare non nuoce. Decise di chiedere l’energia solo alla natura, non avevano Mr Satan, o il nuovo campione ossia Ub, con loro. Vegeta ormai era abituato a farsi maccagnare per prendere tempo, ma ogni volta non era una bella esperienza. Se solo avesse saputo quello che aveva fatto suo figlio Trunks da piccolo per attirare l’attenzione del bio-broly. Ormai bastava semplicemente nominare Broly perché Trunks corresse in bagno. Il piano riuscì a pennello e, mentre Vegeta si riprendeva, Goku diventava ssj 5, ma molto più forte di quello solito. Con un onda ben assestata colpì il punto critico del mostro che si distrusse.


                Decima stanza e finalmente nessun specchio all’orizzonte. Ma l’avversario? Goku avrebbe tanto sperato che si fossero dimenticati o scocciati. Anche per un guerriero come lui, era stancante. Un rumore impercettibile, ma non per i due saiyan, li mise in allarme. Un silenzioso cenno del capo e come un sol uomo partirono all’attacco. Vegeta afferrò l’avversario invisibile, ma non incorporeo, mentre Goku lo colpiva. L’avversario perse la concentrazione e tornò visibile. Si liberò incrementando la sua aura, e mise una distanza di sicurezza tra se e i due saiyan. “Avete scoperto il mio trucco, peccato”. Quando i due saiyan videro chi era l’avversario, rimasero scioccati per alcuni secondi. Da quando in qua sapeva diventare invisibile? Il principe dei saiyan stava per avventarsi sull’avversario, ma Goku lo fermò. “Lasciami Kakaroth.”. “Vegeta sei troppo coinvolto. Rischi di fare qualche sciocchezza”: “Che dovrei fare? Lasciarlo lì a ridere finché non passa l’ora?”. “Me ne occupò io, ma prima fammi provare con le parole”. Vegeta rispose con un basso ringhio, ma era pur sempre una risposta affermativa. Goku si rivolse all’avversario. Era un ragazzo con profonde cicatrice e i capelli tagliati da tipico bell’imbusto, i muscoli più per il basboll ormai, che per gli allenamenti. “Si può sapere che cavolo ti è preso Yamcha? Sei sempre stato un amico, un alleato”disse Goku cercando di capire che stava succedendo. Conosceva Yamcha da quando lui era un bambino e il terrestre un ragazzino che viveva nel deserto facendo il predone. Yamcha rispose con un sorriso perfido che non gli si addiceva affatto e che un tempo non avrebbe mai nemmeno pensato di fare. “Sono stufo di essere sempre inferiore. Voi saiyan vi sentite tanto forti. Dovete smetterla. Vi dimostrerò che anche noi terrestri possiamo valere più di qualcuno che cambia colore di capelli”. Appena finito di parlare attaccò immediatamente Goku, prendendolo alla sprovvista. Utilizzò le sue mosse migliori. “Zanna di lupo”, forse la sua migliore in assoluto, e “Mossa della tigre”. Goku aveva preso in pieno entrambe le mosse, ma si rialzò senza problemi. “Mi dispiace amico mio, ma l’hai voluto tu. Ti accontento, cambio colore di capelli” e divenne ssj2. Il terrestre fu colpito da una serie velocissima di pugni e calci. Riuscì a resistere, anche se non lo lasciarono indenne. In fondo era meglio Goku, che non stava nemmeno usando tutta la sua potenza, che l’attacco di un Vegeta ssj2 inferocito. Yamcha però diede a vedere di essere stato gravemente colpito. “E’ giunto il momento” pensò il terrestre. Fingendosi terrorizzato aprì in anticipo il portale che dava all’altra stanza, usando uno strano telecomando. Saltò nell’altra stanza, essendo la decima, qui il portale era di lato e non sotto i piedi. Goku lo inseguì attraversando anche lui l’oscuro portale verso l’ignoto. Infatti non potevano sapere se l’altra stanza era uguale o più pericolosa. “Aspettami Kakaroth”urlò Vegeta seguendo a ruota il saiyan più giovane.
                Fine 5 Puntata
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                • #68
                  Ci sarà anche poco ordine ....ma come sempre i capitoli che scrivi mi piacciono tantissimo

                  Comment


                  • #69
                    Ops, qualcuno s'era scordato di commentare
                    Una sola cosa su tutte: YAMCHA CREPA!!!! VERME SCHIFOSO!
                    Ok, chiaro semplice e diretto XD
                    Oh, bentornata (in anticipo) tesò^^

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                    • #70
                      Ti ringrazio tantissimo Sheila. Kz-3, sai benissimo quanto io sopporti Yamcha, ma qui non posso sbilanciarmi XD ^^ grazie per il bentornata, spero di sentirti prestissimo.

                      Cap. 6 The mirror


                      Era tutto nella più completa oscurità. Vegeta, arrivato in quel momento con un balzo felino, sbatté con Goku. “Perché mai ti sei fermato?!!!”disse “leggermente” alterato. “Non si vede niente”disse Goku che cercava di orientarsi. Fecero un paio di passi in avanti. Stavolta fu Vegeta a fermarsi. Una strana sensazione saliva come un groppo in gola. Sentiva uno strano calore interno, come uno strano mal di pancia. Era il suo sesto senso che diceva di non fidarsi. Ormai sapeva che doveva fidarsi del suo istinto, ma la situazione non gli era del tutto chiara. Ogni cosa puzzava di trappola. Sapeva che qualunque cosa avrebbe fatto sarebbe potuta sembrare folle e poteva anche prendere una gigantesca cantonata. La sensazione invece di diminuire aumentava, come un campanello d’allarme che risuonava nella testa. Era il suo corpo e il suo subconscio a urlare che era in pericolo. Quando sentì un rumore dietro di se. Anche se era tutto buio, riuscì a vedere il passaggio da cui erano venuti, richiudersi. Fu una cosa istantanea. Nemmeno ci rifletté. Sapeva che era la cosa giusta da fare, ma non perché. Afferrò l’altro sayan per un braccio. Poi scaravento l’amico-rivale oltre il portale, proprio prima che si richiudesse. Il terrestre vedendo il suo piano fallire, senza che lui avesse fatto niente per scoprirsi, urlò. Fece partire la macchina. Il macchinario lanciò un raggio di un verde inquietante che imprigionò Vegeta. Lo strano raggio non gli permetteva di muoversi e mandava dolorose scariche elettriche sul saiyan. A sorpresa però, Vegeta riuscì a resistere. Con grande fatica cercò di liberarsi e ci riuscì anche. Il terrestre, in preda al terrore, si appiattì contro la parete. Il principe dei saiyan non poteva vederlo e Yamcha aveva anche azzerato l’aura. Vegeta però stava per lanciare un colpo energetico che lo avrebbe comunque colpito in pieno. Proprio in quel momento sentì una fitta alle spalle. Le forze scemavano rapidamente mentre un sordo dolore si impossessava del suo corpo. Lo avrebbe riconosciuto in ogni caso, purtroppo. L’avversario stringeva con forza la coda di Vegeta e stava cercando quasi di strappargliela. Il saiyan chiuse gli occhi. Il volto terreo, le forze che venivano meno, la mente annebbiata. Non crollò a terra solo perché fu proprio il misterioso avversario a sostenerlo, ma solo per evitare che potesse in qualche modo scappare. “Hai fallito”disse con voce tagliente riferendosi a Yamcha. Il terrestre cercò di giustificarsi. “Ma…”. L’altro non volle sentire ragioni. Con voce perfida e allo stesso tempo seccata, rispose “Non mi servono a niente i deboli”. Mentre stava ancora finendo di formulare quella parole di condanna, colpì il terrestre con un onda mortale.

                      Goku aveva sentito delle urla di dolore provenire dall’altra parte ed era quasi del tutto sicuro fossero di Vegeta. Poi non aveva sentito più nulla per qualche attimo e adesso due voci stavano confabulando. Erano troppo basse per capire cosa stessero dicendo. Poi un altro urlo, ma stavolta di Yamcha. Era un urlo terribile e Goku sperò che l’altro saiyan non avesse commesso sciocchezze. Continuò a martellare di colpi quello schifosissimo portale sperando si aprisse. Ci provò con tutte le sue forze. Lo prese addirittura a testate, a insulti, ma niente. Perché mai Vegeta lo aveva scaraventato fuori dalla stanza? Va bene che in quella situazione Vegeta si stava rivelando imprevedibile, ma non aveva mai fatto niente senza un motivo. Soltanto, quale? Non gli restava che aspettare un'altra ora. Proprio l’ora più “simpatica”. Mezzanotte.
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                      • #71
                        Finalmente era passata un ora. Mentre il portale si apriva, Goku già si fiondava dall’altra parte. Mentre quando l’aveva vista la prima volta era al buio, ora la stanza era illuminata. Sembrava uguale alle precedenti, ma non lo era. Giaceva a terra uno strano macchinario rotto. Aveva smesso di funzionare di recente perché il motore fumava ancora. Il resto di un pezzo di stoffa da mantello fece capire a Goku, che sentì la forte voglia di vomitare, che del terrestre non era rimasto nulla. Al centro della stanza, ma sospeso a un metro da terra, uno specchio. La cornice era in un materiale molto simile all’oro, finemente cesellata. Le incisioni pero erano inquietanti. Raffiguravano volti in preda al terrore o a risate malvagie. Goku era notoriamente coraggioso, ma non poté sopprimere un brivido di repulsione. Dell’amico nessuna traccia. Di fronte, incastonato nella parete, un altro passaggio. Il saiyan si chiese se per caso funzionasse come i precedenti. Però nella stanza non c’era nessun orologio o meccanismo che scattasse allo scoccare dell’ora. Inoltre c’era una piccola pulsantiera vicino al passaggio. Aveva sei numeri ed era ovvio che bisognava digitare una combinazione per aprire la porta. Goku non era molto pratico di queste cose. Per di più le combinazioni possibili erano troppe e ci avrebbe messo un secolo a trovare quella giusta. Non aveva pezzi di carta o penne per segnarsi i numeri già provati e la sua memoria non era proprio il massimo. Cercò di immedesimarsi nei pensieri di Bulma, sempre che fosse lei l’artefice di tutto. La donna aveva sempre usato la propria data di nascita. Chissà se anche quella volta…c’era solo un problema. Qual’era la sua data di nascita? Goku si sedette e si mise a riflettere per ricordarla. Dopo un po’, fu sicuro che il suo cervello stesse fumando. Perché non poteva avere una bella memoria di ferro come Chichi? In quel momento si ricordò che aveva con se il cellulare, sempre che con tutti quei combattimenti o con il supersaiyan, non si fosse rotto. Lo tirò fuori dalla tasca e lo accese. “Sembra ancora funzionante”pensò speranzoso. Rubrica, numero, premi invio. Quanto ci aveva messo ad imparare. “Pronto Chichi. Scusa se ti disturbo. Non ho svegliato te e May, vero?”. “Goku, grazie al cielo stai bene. Si può sapere che è successo. Sei uscito stamattina e adesso è notte fonda. Mi vuoi far morire d’infarto?”. “Scusa tesoro, ma è una situazione difficile. Sta succedendo qualcosa di strano e anch’io ci capisco meno di niente. Mi dispiace di averti fatto preoccupare, ma mi ero dimenticato di avere il cellulare. Altrimenti di chiamavo”disse Goku sperando che la moglie non ricominciasse a urlare. Poteva vedere con gli occhi della mente la sua Chichi, come se fosse davanti a lui. Si sarebbe passata una mano sul volto, stanca delle volte in cui il marito spariva. Ma alla fine lo avrebbe perdonato, perché ormai sapeva che lui l’amava e tornava sempre. “D’accordo. Ma penso che tu mi stia chiamando per qualcosa, non certo per evitarmi un crepacuore”. Goku si sentì punto nel vivo e impacciato rispose “Se devo essere sincero….Mi serve un favore. Non fare domande perché non ti posso spiegare nulla. Ci sono affari personali di altri in mezzo e qualche mostro di troppo. Dimmi solo qual è la data di nascita di Bulma”. Chichi dall’altro capo del telefono rimase turbata, ma si fidava del suo saiyan. Gli disse la data e poi chiuse, prima che May appena addormentata, si rimettesse a piangere. Goku ripose nuovamente il prezioso strumento e digitò il numero che la moglie gli aveva detto. La porta si aprì. Ma quello che il saiyan si trovò di fronte lo sconvolse completamente.


                        “Che mal di testa…Ma dove sono?”pensò ancora confuso. Pian piano gli si riaffacciarono alla mente un paio di ricordi. Poi, come un fiume in piena, tornarono tutti. Esplosero nella mente di Vegeta tutti gli avvenimenti che si erano scatenati da quando i suoi figli erano partiti coi 34 del gruppo z. I suoi occhi ci misero un po’ ad abituarsi al buio che regnava da padrone in quel luogo. Era sicuramente in una segreta, tipo quella medievali, ma più spaziosa. Non riusciva a muoversi. Aveva i polsi e le caviglie attaccati al grande muro di pietra con dei ganci di ferro. Normalmente sarebbe stato uno scherzo liberarsi, eppure non ci riusciva. Sembrava che i suoi poteri fossero andati a farsi un giro. La risposta arrivò per caso. Notò che alla sua coda, già abbastanza stressata per quel giorno, era stato agganciato uno strano marchingegno. Sentì un leggero scalpiccio inconfondibile. La pesante porta di legno e ferro della cella si aprì cigolando. Era buio e non si riusciva a vedere chi stesse entrando. Ma non aveva bisogno di vedere per sapere. “Ci siamo svegliati”disse una voce ridente. Lui rispose sibilando un: “Stammi lontana”. “Perché mai? Non sono la tua dolce mogliettina?”disse la voce in modo zuccheroso. “E’ inutile che continui con questa falsa. All’inizio ammetto di esserci caduto come un fesso. Adesso però sono stufo di essere preso in giro”. “Che intendi dire?”disse la voce diventando seria e stridula. “Intendo dire che tu non sei Bulma. Sei un semplice riflesso, così com’era quello Yamcha”. La donna scoppiò a ridere di gusto, ma in un modo plateale e sguaiato. “Complimenti scimmione. Come lo hai capito?”. “Hai lasciato troppi indizi. Hai utilizzato troppi specchi e per tua sfortuna sono riuscito a sentire quando eliminavi Yamcha proprio prima di svenire”. La verità era che era stato il suo cuore a dirglielo e lo sguardo di ghiaccio di quella donna. “Mi chiedo soltanto da dove salti fuori”. “Bhè, Lourth mi ha creato. In cambio io gli ho promesso di fargli sapere i punti deboli dei suoi nemici”. “Allora perché mai sono qui?”. Fu una di quelle domande che non avrebbe mai dovuto fare. La donna partì con un monologo interiore da folle completa. Il succo era che lo odiava e voleva ammazzarlo dolorosamente. Vegeta pensò che doveva mettersi in fila. “Ti starai chiedendo come pensò di scoprire i punti deboli dei tuoi amici. Me lo dirai tu”disse infine. “Questa è di sicuro la più grossa sciocchezza che hai detto fin d’ora”. “Ne sei sicuro?”disse lei un modo che preoccupò seriamente il principe dei saiyan. Il riflesso si avvicinava sempre di più e lui provò l’irrefrenabile voglia di scappare. La cosa si stava mettendo male. “Sbaglio o tu e tua moglie siete “legati””. “E adesso questo che c’entra” pensò preoccupato. “Anche se io sono un semplice riflesso dai tuoi poteri vengo riconosciuta come la vera Bulma perché ho lo stesso aspetto, possiedo i suoi ricordi e ho la medesima aura. Visto che il legame è una pratica che è potuta avvenire soltanto grazie ai tuoi poteri…” “…Sono fregato…”pensò Vegeta concludendo la frase. Non ci poteva credere. L’unica cosa del suo passato, l’unica cosa del suo essere saiyan che invece di spingerlo a combattere lo avvicinava alla sua famiglia, a dei sentimenti che non fossero odio o rivincita, ora veniva utilizzato da un nemico. Aveva scelto lui di legarsi a Bulma, forse perché per colpa dell’orgoglio, era stato l’unico modo per dirle che l’amava. Sarebbe stato nuovamente utilizzato senza poter fare niente. Cercò di ribellarsi. “Che c’è hai paura, principe dei miei stivali? Ti divincoli come un forsennato, ma così ti rendi solo ridicolo”disse lei con un sorriso deliziato da ragno che sta per ingoiare una mosca. “Le stesse parole di quel serpente di Freezer. Ma stavolta la storia andrà diversamente. I miei poteri non sono al massimo, ma abbastanza da gestire la mia mente”disse cessando il tentativo di liberarsi. Lei continuò ad avvicinarsi e appoggiò la sua fronte contro quella spaziosa del saiyan. La fronte di lei era gelata, come il vetro freddo d’inverno e quello condizionò il primo ricordo che lei riuscì a rubargli.
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                        • #72
                          "Aveva appoggiato la fronte al freddo vetro. Era il primo inverno su quello schifosissimo sasso. Almeno non doveva più sottostare agli ordini di quella lucertola troppo cresciuta. Quanti anni aveva dovuto servirla senza mai poter ribellarsi? Ancora scottante la sconfitta che aveva ricevuto su Namecc. Si era fatto ammazzare per la troppa paura, ecco la verità. E come se non bastasse aveva chiesto a quella terza classe di vendicare lui e il loro popolo. Per di più il supersayan, quello che aveva sempre cercato di raggiungere senza mai successo, era stata l’arma vincente di Kakaroth. “Ma vedrai che ti batterò”disse a bassa voce tra se e se. “Pensì ancora a sconfiggere Goku?”disse una voce femminile conosciuta alle sue spalle. Assorto com’era, non l’aveva sentita arrivare. “E tu a impicciarti degli affari altrui”rispose lui duro. Non perché fosse arrabbiato con lei per qualcosa, semplicemente amava la sua reazione. Si voltò apposta per vederla. La ragazza divenne rossa in viso. “Mi dispiace sua altezza. Ma le ricordo che Goku è il più forte e non riuscirà mai a sconfiggerlo”disse lei rispondendo a tono, come al solito alle sue provocazioni. “Sarà anche vero. Ma sempre meglio che il citrullo con cui esci”disse lui sfoderando un sorriso sarcastico. Lei, che ormai non conteneva più la sua indignazione, si mise a tirargli addosso tutto ciò che le capitava a tiro. Tutti gli oggetti che gli lanciava non gli facevano nemmeno il solletico, ma si divertiva a schivarli, come una specie di allenamento. Tutte le volte che si incontravano la stessa storia, ma lui si divertiva sempre tantissimo. Soprattutto perché anche lei si divertiva".

                          “No. Non è il ricordo che mi interessa. Voglio sapere come si sconfiggono i suoi compagni. Però in fondo mi incuriosisce frugare nei suoi pensieri”pensò il riflesso e si fermò a guardarne un altro.
                          Doveva stare attento a evitare quei Namecciani. Tanto, appena Kakaroth fosse tornato con le sfere Namecciane, avrebbe abbandonato quella casa. Soprattutto non avrebbe più visto quella petulante donna bionda, la madre della terrestre che lo aveva invitato. Era cinguettante e insopportabile. Anche lei da evitare come quei verdognoli. Non perché fossero pericolosi. Mai avrebbero avuto il coraggio di sfidare lui, il principe dei saiyan. Anche se l’unico saiyan rimasto era quell’insopportabile Kakaroth e il suo moccioso. I Namecciani non avevano gradito, forse a ragione, che lui ne avesse eliminati tre per le sfere. Quando il drago terrestre aveva fatto tornare in vita tutti quelli uccisi da Freezer entro l’anno, avevano realizzato che non essendo lui Freezer (meno male NDA e di Vegeta) quelli uccisi da lui non erano tornati. Ma in fondo con un solo desiderio del loro drago ciccione Namecciano avrebbero ricostruito il loro pianeta e fatto tornare tutti quelli uccisi nell’ultimo periodo. Li aveva sentiti confabulare con il namecciano moccioso che aveva il potere di guarire e di parlare con Polunga. Quei Namecciani avevano cominciato a vendicarsi con il saiyan con alcuni “scherzetti”. Essendo un popolo pacifico e poco avvezzo a queste cose, non ci sapevano fare ed erano prevedibili. Avevano cominciato però a essere fastidiosi da un po’ di tempo. Non poteva dimostrarlo, ma di sicuro aveva iniziato ad aiutarli Junior. Era il Namecciano terrestre “amico”di Kakaroth. Perché mai il rivale avesse tanti amici, Vegeta non lo sapeva spiegare. Si stava dirigendo nella serra quando, avviandosi in quella direzione, vide i Namecciani sghignazzare. I soliti prevedibili. Non ci volle molto a capire che scherzo avevano ideato. Avevano messo un secchio pieno di mattoni in bilico sulla porta semichiusa. Appena avesse aperto gli sarebbero arrivati in testa. Anche per una testa dura come la sua, tutti quei mattoni sarebbero stati un problema. Avrebbe aggirato l’ostacolo entrando da un'altra porta. Fece il giro lungo, ma ebbe un’amara sorpresa ad aspettarlo. L’altra entrata era chiusa. Gli toccava entrate da quella coi mattoni. Li avrebbe distrutti con un ki blast. I Namecciani stanchi che la loro trappola scattasse, erano andati dall’altra parte della sera a giocare come al solito a golf. Che gioco noioso. Fu in quel momento che vide l’imminente catastrofe. La terrestre che lo aveva invitato stava per aprire la porta. La ragazza, gli sembrava si chiamasse Bulma, non sarebbe sopravvissuta se quei mattoni gli fossero caduti in testa. Non seppe nemmeno perché lo fece. La riconoscenza non sapeva dove stava di casa, le buone azioni erano bandite dalla sua vita e in fondo aveva sempre intenzioni di distruggere i terrestri. Perché allora lo fece? Quella ragazza l’aveva vista si è no un paio di volte. La spinse via e, come prevedibile, i mattoni caddero in testa a lui. Dopo quella botta perse i sensi per alcuni minuti. Si risvegliò che ci vedeva annebbiato e aveva la mente confusa. Una di quelle botte che per un attimo ti scordi chi e dove sei o come ti chiami. Vide soltanto una ragazza stupenda. Con dei meravigliosi capelli azzurri e due grandi occhi di mare e fece una domanda di cui si sarebbe vergognato tutta la vita. “Sei un angelo?”. Poi aveva perso i sensi nuovamente. Quando aveva ripreso i sensi, facendo finta di non ricordare il vergognoso accaduto, l’aveva scostata da se senza ringraziarla perché lo aveva soccorso. A ricordargli l’increscioso evento per almeno un paio di giorni, il pulsante bernoccolo nascosto nella capigliatura corvina".

                          “Ecco perché in questi altri ricordi nei suoi pensieri la chiama “angelo mio”. Che stupido sentimentale.”disse il riflesso ridendo come un oca. “Adesso basta giocare. Veniamo alle cose serie”disse tornando al suo solito tono duro e malvagio. Si rese conto che discernere tra i ricordi era davvero difficile. Vegeta inoltre, le nascondeva esattamente quello di cui aveva bisogno. Stava diventando davvero difficile e stancante. Possibile che dovesse avere un tale potere mentale da metterla in difficoltà anche se era in quelle condizioni?. “Ok. Fai pure il duro, tanto abbiamo tutto il tempo del mondo. Guardo quest’ultimo ricordo, che sembra interessante, e poi interrompo la connessione. Un po’ mi dispiace. Guardare questi ricordi è più bello che fare shopping o andare al cinema”.

                          "Colmo dei colmi, a letto con la febbre alta. Orgoglioso fino al midollo, non accettava di essere bloccato a letto da un insulsa malattia terrestre. Scientificamente però sapeva che era abbastanza normale che su di lui avesse effetti devastanti, essendo alieno non aveva gli anticorpi adatti. Era stufo anche perché era dovuto rimanere da solo a casa. Bulma era alla compagnia, Bra all’asilo e Trunks a scuola. Si passò una mano sugli occhi ancora cisposi di sonno. Tutta colpa di Kakaroth. Solo lui poteva ammalarsi pur essendo un sayan puro. Anche se la motivazione la poteva capire. Aveva fatto arrabbiare la moglie Chichi e, pur di evitare una ramanzina, era rimasto una giornata sotto la pioggia. Il fatto increscioso era che Kakaroth gliela aveva contagiata. Ora il principe dei sayan si trovava bloccato tra le coperte. Gli occhi arrossati gli permettevano approssimativamente di vedere la sua stanza da letto completamente buia. Sembrava che le pareti si stringessero intorno a lui. La verità era che soffriva di una leggere claustrofobia. Tutto era cominciato a causa della solita lucertola di Freezer. Quando era bambino e faceva delle piccole cose che infastidivano il Tiranno, forse tanto piccole non erano, veniva rinchiuso in una minuscola gabbia. A seconda del disastro combinato, ci veniva lasciato da un giorno a una settimana, qualche volta anche più di una settimana. Era un luogo umido, freddo, buio, stretto e alle volte non gli veniva dato né cibo né acqua. Crescendo Freezer era passato a punizioni diverse e alle volte peggiori(anche perché nella gabbia non c’entrava più NDA), ma il ricordo di quella asettica gabbia rimaneva in un angolo del cervello. Uno starnuto (più un tornado NDA)lo riportò alla sua influenza. Sopraffatto da una terribile emicrania aveva deciso di rimettersi a dormire".

                          Il riflesso interruppe il ricordo. Aveva visto abbastanza. “Così soffri di claustrofobia. Buono a sapersi, per me ovviamente. Ahahahahah”. Staccò finalmente la sua fronte da quella di Vegeta. Il collegamento fu interrotto, ma il saiyan non ne era uscito indenne. Si sentiva frugato e vuotato allo stesso tempo. Quella cosa indegna di riflesso aveva violato i suoi ricordi e la sua mente, ma non era riuscita a carpirgli i punti deboli degli altri guerrieri z. “Per oggi basta, continuiamo domani. Non credere di poter scappare o di essere salvato. Siamo in una dimensione dentro uno specchio e ogni ora nel mondo reale, vale a un giorno qui. Bye Bye”. Detto questo si allontanò soddisfatta, convinta che prima o poi avrebbe capitolato. Vegeta incassò l’ennesima brutta notizia. Quanto sarebbe restato lì prima che Kakaroth potesse dargli manforte? Fuggire era impossibile nelle condizioni in cui si trovava. Restava la peggiore delle scelte. Aspettare e stringere i denti. Si prospettavano tempi duri.
                          Last edited by veggy fan; 27 October 2009, 19:11.
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                          • #73
                            Goku ripose nuovamente il prezioso strumento e digitò il numero che la moglie gli aveva detto. La porta si aprì. Ma quello che il saiyan si trovò di fronte lo sconvolse completamente. A terra addormentati e legati Bulma e Yamcha. Il saiyan liberò i due amici. Si mise a chiamarli. A Bulma diede qualche colpetto delicato sul volto, a Yamcha dei sonori ceffoni. La prima a svegliarsi fu la donna. “Che è successo? Dove è il cristallo e il centro commerciale?”. Goku la guardò basito, non capendo niente del suo discorso. A quel punto lei lo vide e lo abbracciò. Il saiyan ci capiva sempre meno. “Goku amico mio. Sei venuto a salvarmi”. Goku fece segno di non capire, mente con un dito si grattava una guancia. Bulma capì che era meglio spiegargli tutto. “Sono andata a fare la spesa. All’improvviso è tremato tutto come se ci fosse stata una scossa di terremoto. Sono uscita all’aperto, prima che i ripiani o il tetto del centro commerciale mi schiacciassero. E’ apparso di fronte a me un grosso cristallo. Mi sono avvicinata. Poi c’è stata una grande luce e successivamente buio. Mi sono risvegliata qui, completamente legata. Insieme a me c’era Yamcha svenuto e anche lui legato. Di fronte a me una donna che mi assomigliava come una goccia d’acqua. Ha detto che era un riflesso e voleva fare del male a Vegeta. Io le ho urlato che se soltanto ci provava le cambiavo i connotati. Poi si è messa a ridere e non ricordo più nulla”. “Qualcosa di simile anche a me. Soltanto che il mio riflesso sembrava meno pazzo esaltato del suo”aggiunse Yamcha, ancora un po’ stordito. Goku non ci mise molto a collegare le cose. Poi ripensò che l’edificio era a forma di L (Lourth qual buon vento NdA) e capì chi era dietro a tutta quella manovra. Non voleva nemmeno sapere cosa avessero in mente. Doveva trovare l’amico e poi filarsela finché erano in tempo. Non che la fuga lo entusiasmasse, ma prima di attaccare dovevano aver chiara la situazione. “Aspettate un attimo. Torno subito”disse il saiyan tornando alla stanza precedente. Di Vegeta ovviamente nemmeno una traccia. Fu per puro caso che alzò gli occhi verso lo strano specchio che aleggiava sinistro sopra di lui. Vi notò qualcosa incastrato. Si avvicinò e lo riconobbe subito. Era un pezzo di stoffa blu, di sicuro appartenente alla tuta di Vegeta. La fortuna stava girando dalla loro parte. Il principe dei saiyan aveva ragione. Quegli specchi erano portali e come i mostri ne uscivano, loro ci potevano entrare. Restava in dubbio come uscire una volta entrati. I due ex-prigionieri non capivano cosa mai stese combinando Goku e, stufi di stare a far niente, si avvicinarono al saiyan. “Si può sapere che stai combinando, amico mio?”disse Yamcha preoccupato per la salute mentale dell’amico. “Ok, vi faccio il riassunto. Sono quasi del tutto sicuro che Vegeta e i due riflessi malvagi siano in una dimensione alternativa e questo specchio è il portale. Ho intenzione di entrarci, salvare Vegeta, tornare indietro in chissà quale modo e dopo aver elaborato una strategia annientare i due riflessi e tutti i loro scagnozzi Perciò voi restate qui e aspettatemi. Anche se qualcosa mi dice Yamcha che il tuo riflesso ha già fatto una brutta fine”. Yamcha, se non avesse già avuto prova dell’esistenza di cose impossibili come macchine del tempo e sfere che esaudiscono desideri, non ci avrebbe creduto (Alla storia del mondo degli specchi, della morte del suo riflesso non gliene frega niente NdA). “Io ho intenzione di venire con te amico. Ho proprio voglio di sgranchirmi un po’ i muscoli e far vedere a quelli quanto valgo”disse il terrestre con il suo solito tono tra lo spavaldo e il simpatico. “Va bene”disse Goku contento di riavere il vecchio Yamcha. Si accorsero solo dopo che, mentre loro parlavano, Bulma cercava di entrare nello specchio. I suoi salti però non erano abbastanza alti e continuando in quel modo si sarebbe fatta male. “Bulma, forse è meglio se tu ci aspetti qui”disse Goku imbarazzato grattandosi il capo. “Si, ascolta Goku”disse Yamcha con un sorrisone a 32 denti. La donna prese il terrestre per la collottola abbassandolo alla sua altezza, occhi negli occhi. Poi mise i pugni sui fianchi nella sua posa combattiva. “Non lascerò mio marito nelle mani di una pazza con le mie sembianze, quando lui crede che sia io”disse la donna sibilando. Entrambi gli uomini si guardarono pensando: “Gelosa”. Poi la donna afferrò per un orecchio il povero Yamcha, che si lamentava vistosamente. “Ora tu voli e mi porti oltre lo specchio. Goku muoviti anche tu. Non abbiamo tempo per dei stupidi pensieri maschilisti”. Il saiyan e il terrestre scattarono sull’attenti. Bulma era sempre stata terribile, ma doveva aver preso qualche lezione da Chichi negli ultimi tempi. Attraversare lo specchio fu facile, sembrava di attraversare un velo d’acqua fredda. Dall’altra parte trovarono un intero modo. Alle loro spalle l’altra faccia dello specchio. Era un enorme distesa di scura terra brulla che si perdeva a vista d’occhio, con ogni tanto qualche masso. Il cielo era notturno, ma senza stelle o luna. In quel mondo infatti era sempre notte. Non era buio, perché sembrava ci fosse una luce soffusa sul viola che aleggiava tutt’intorno. Lo sguardo di tutti e te fu catturato dall’unica costruzione. Era un imponente castello che sorgeva a un bel po’ di cammino da loro. Tutti e tre capirono che era di sicuro quello. “Ci arriviamo volando?”chiese Bulma sperando di non dover scarpinare fino a lì, ma di essere invece trasportata da altri. “Se lo facessimo avvertirebbero la nostra presenza”disse Goku, distruggendo le sue speranze. “Che già ti stai pentendo di essere venuta?”disse Yamcha scorgendo l’espressione della donna. “Che dici. Forza muoviamoci”disse lei riprendendosi d’animo.

                            Fine 6 puntata
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                            • #74
                              Povero Veggy, tutte a lui! Quel riflesso è davvero meschino, non vedo l'ora che lo concino per le feste come merita!
                              Oh, vedo che Yamcha alla fine è innocente... scusami, insulso vermiciattolo (Ehi! NdYamcha).
                              Su Goku, sbrigati!

                              Un consiglio però: secondo me sarebbe meglio se accorciassi i capitoli

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                              • #75
                                dai povero Vegeta !!!!! concordo con KZ-3 .....forse è meglio se rendi i capitoli più brevi .......però questo non vuol dire che nn mi sia piaciuto ^^

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