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Torneo di One Shot 2012

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  • Chiedo venia per il ritardo, ho aspettato fino alle 3 ieri notte ma non c'è stato verso.

    SINOSSI
    La storia riguarda Berserk e si pone come prequel ben 1000 anni prima la storia canonica, rinarrando la storia del famoso cavaliere del teschio. Come potrete notare l'ambientazione sarà un po' differente rispetto al nostro Altomedioevo sotto certi aspetti, ma non avendo approfondito non credo ci saranno problemi.
    La storia non viene narrata nel manga, tuttavia è totalmente ricostruibile grazie alle svariati informazioni che l'autore ha sparpagliato nel corso degli anni, perciò rientra nella traccia essendo un contesto ben definito e non inventato.
    Ciò che mi preme più sottolineare è che questa shot pretende una certa conoscenza dell'opera originale per essere compresa: non avendo avuto il tempo di riadattarla per un lettore novizio, vi esorto a chiedermi per dubbi riguardo certi passaggi che potrebbero non esservi chiari.
    Detto questo, buona lettura.

    SHATTERED DREAMS
    Last edited by Dragon Slayer; 02 December 2012, 09:48.
    M'illumino d'immenso.
    Shepard

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    • “Gloria all'imperatore!”
      “Gloria all'imperatore!”
      "Gloria all'imperatore!"

      Un coro all'unisono si levò nella piazza, laddove l'incoronazione del nuovo sovrano aveva luogo. Quel dì una massa abnorme di persone era accorsa alla cerimonia: soldati, mercanti, donne, bambini, eunuchi, mendicanti, puttane, perfino un numero esiguo di schiavi dei Vark, i più ricchi signori del neonato Regno del Teschio, avevano l'onore di presenziare all'evento. Sotto un sole pallido e tiepido, sfarzosi banchetti stuzzicavano l'attenzione dei presenti con ammalianti profumi, offrendo prelibati manicaretti di anatra e verdure speziate ai palati più raffinati, mentre gli appetiti più enfiati si riversavano sulle carcasse cotte a puntino di grassi maiali. A ostruire il fracasso delle mandibole mangerecce, numerosi musicisti dalle più disparate provenienze si cimentavano nelle loro melodie folklore, mentre leggiadre danzatrici intrattenevano la folla con balli esotici e sensuali. Uno spettacolo degno di un re, forse, ma questo non era un re qualunque.

      Quando il sole volse verso ovest, la tanto agognata corona dorata venne posta sopra il capo del nuovo imperatore, decretandone la grandezza sotto la soffusa luce vermiglia del crepuscolo. Ma non era quel copricapo che aveva reso famoso il cavaliere del teschio; era vistoso, indubbiamente pregiato e carico d'autorità, ma nulla in confronto all'arcinoto elmo di Gaesselick il Conquistatore, vessillo di morte e distruzione che rimandava alla forma di un cranio, simbolo che aveva permesso al leggendario guerriero di ottenere quel nomignolo altisonante a cui ormai si era affezionato.
      Nella storia, molte furono le imprese memorabili, che cambiarono l'assetto politico e geografico del continente, tra le quali figuravano la sconfitta dei pirati nel Mar Salomone, l'edificazione della fortezza di Dordrey, fiore all'occhiello del versante est, oppure la sconfitta dei barbari del Sole Nero. Ma nessuno prima di allora era stato in grado di unificare tutte le terre occidentali sotto un'unica bandiera, un'opera al di là dell'umano.


      Nei giorni successivi Gaesselick organizzò delle sedute con coloro che lo avrebbero aiutato a governare, in modo da stabilire i ruoli per ottimizzare al meglio il funzionamento politico, economico e militare del vasto regno. Il cavaliere del teschio era un eccezionale maestro d'armi, in guerra nessuno sano di mente osava sfidare la sua lama, ormai tinta di rosso per tutto il sangue versato. Ma quando la spada venne deposta nel fodero e la pace abbracciò le terre delle Midlands, i limiti del neo imperatore vennero immediatamente a galla. Al di fuori del contesto bellico, egli non aveva la benché minima idea di come si gestisse un regno, non ne conosceva i meccanismi e non sapeva ben destreggiarsi tra le scartoffie, avrebbe riaffrontato volentieri tutti i suoi peggiori rivali assieme piuttosto di dover visionare la dichiarazione dei redditi reale.
      In molti si offrirono per il ruolo di Consigliere Personale, ma solo uno attirò la sua attenzione, un uomo di mezza età chiamato Varg Stoneberg, la cui sapienza era seconda solo alla sua astuzia.

      “Mio signore, perdoni la mia franchezza, ma ritengo che il problema sia lapalissiano. Lei è un uomo di risma troppo elevata perché sia assillato da orpelli come il contar monete, il suo compito non è quello di sedere tutto il dì su un trono ad ascoltare i noiosi problemi dei mentecatti, il popolo l'adora perché lei è il Re Conquistatore, il più audace fra gli eroi. Il suo volere è legge, e se il suo volere è quello di dormire, fare sesso, mangiare, bere e cacciare, legge sarà.
      Mi lasci l'onore di svolgere queste umili ma necessarie mansioni, e le assicurerò che il suo reame fiorirà.“


      Passò una settimana. Quella notte Gaesselick non riusciva a dormire. La gente comune crede che diventare il padrone di un impero sia cosa semplice, una vita fatta di ozio, nel lusso e nel privilegio. Si dice che un re debba amministrare le varie attività, un compito importante ma non così arduo agli occhi del ceto più umile, educato sin dalla nascita nella nobile arte del lavoro fisico. Nelle osterie chiunque avrebbe voluto essere al posto del loro Sire, molti si ritenevano all'altezza di un simile compito, pochi però avevano una vaga idea di cosa significasse governare. Ma non importa! Alla gente piace sognare, piace aprir bocca per vanteria e illusione, lo scopo è dimenticare per un po' quanto futile sia la propria misera esistenza.

      “Dubito che i nobili abbiano i calli alle mani, ormai hanno perfino i servi per firmare i documenti.”
      “Sono tutti profumati e oleati, loro. La mia topaia puzza sempre di sterco, ormai fatico a ricordare di cosa sappia l'aria pulita.”
      “Sempre meglio di respirare zolfo tutto il giorno presso la fornace, prima o poi quella merda mi farà schiattare.”
      “Si fanno lavare il culo dai prigionieri delle terre di Ishmark, almeno io mantengo un po' dignità.”

      E come è lecito aspettarsi, non appena sulla soglia della locanda apparve la figura di sua maestà, il vociare morì in un silenzio secco, come se avessero tagliato la gola ai pettegolezzi.
      Al suo fianco vi era la sua fidata guardia del corpo reale, un tempo suo compagno di avventure alla conquista dell'ignoto. Il proprietario, dopo le consuete cortesie di formalità, fece accomodare i due ospiti nel suo tavolo migliore, scacciando un gruppo di rozzi mercenari, circa una dozzina di guerrieri robusti e vissuti, che saggiamente si allontanarono pur non celando in modo distinto il proprio disappunto. In altre circostanze ne sarebbe nata una rissa letale - parliamo di errabondi che sputano sui titoli nobiliari e sulle leggi - ma quello che loro vedevano non era l'imperatore accompagnato dal suo mastino, bensì Gaesselick il Conquistatore e Kondor il Mietitore, i due più forti e spietati spadaccini che la storia recente avesse conosciuto.

      << La birra d'orzo di Porto della Tigre è sempre la migliore. Scura come una notte senza luna, amara come l'inferno. >> disse Kondor ingurgitando avidamente l'intruglio dal boccale. << Un buon sovrano dovrebbe riposare la notte, non bighellonare per le strade e ubriacarsi, mio signore. >>
      << Chiamami ancora “mio signore” e giuro che riempio quel bicchiere del mio piscio e ti costringo a trangugiarlo tutto d'un sorso, idiota. >>

      Kondor rise sonoramente e ordinò un altro giro. << Mio caro Jarg... ieri eravamo in mezzo ai campi di battaglia, a falciare le teste degli uomini e a stuprare delle loro donne, oggi invece siamo qua, nobili tromboni che già parlano del passato con nostalgia. Ci pensi mai a quei giorni? >>
      << In ogni istante, Kon. >> sospirò Gaesselick. << Ci penso così tanto che non riesco a chiudere occhio. Magari una sbronza porterà consiglio. >>
      << Esistono altri modi per rilassarsi e dire addio alle pressioni, penso che tu lo sappia quanto me. >> Kon lo squadrò con uno sguardo giocoso.
      << Ho già scopato mia moglie due volte. Che donna focosa. Non è questo il dilemma. >>
      << Su, stavo scherzando... prendi tutto troppo seriamente. >>
      << Devo iniziare a lavorare sul cosiddetto decoro reale, suppongo. Dovrò iniziare a dosare il mio linguaggio, a comportarmi come un finocchio e ad ascoltare le lamentele di ogni dannato. >>
      << E perché mai? >> il tono di Kon divenne più serio. << Tu non sei come quei rampolli viziati dalla nascita, nati principi e quindi costruiti come marionette a tale scopo. Tu sei Gaesselick il Conquistatore, tutto il rispetto che hai ottenuto lo devi alle tue vittorie e alla tua forza. Non c'è bisogno che tu divenga una farsa mascherata. Ricordi la battaglia a Forte Tempesta? Quel tale, lord Affleck mi pare si chiamasse... aveva dalla sua un esercito notevole, un feudo enorme e diverse ricchezze nella sua tesoreria. Eppure, quando ce lo siamo ritrovati davanti, si è mostrato per il perdente quale è. >>
      << Quale era. >> lo interruppe Jarg sogghignando.
      << E la sua élite? Erano in sei, e non sono riusciti a impegnarmi nemmeno per cinque minuti. >>
      << Dove vorresti arrivare? >>
      << Non ci serve un fantoccio su quel trono. Nemmeno un damerino che legga pergamene e risolva liti tra contadini. Abbiamo bisogno qualcuno che incuta timore ai barbari dell'Oriente, pronti ad assalire i territori ai confini del regno. >>
      << Ed è là che dovrei essere, a conficcare le loro teste su una picca. >>
      << Abbiamo ottimi soldati, che se ne occupino loro. Tu devi ispirare, sei un'icona, una leggenda. >>
      << Preferisco la cruda realtà alle favole. >>
      << La realtà è che se anche tu andassi là e ammazzassi qualche accampamento Hanibusha, non cambierebbe il fatto che altri nemici potrebbero assaltare il reame dal lato opposto del Continente, magari via mare, o comunque in un posto che non potresti raggiungere in tempo. >>

      Gaesselick si ammutolì. Nonostante l'alcool ne offuscasse i pensieri, il ragionamento del suo compagno era solido e ben argomentato, sicuramente più convincente degli impeti di orgoglio di un veterano di guerra.

      << Abbiamo bisogno di te qua. Non preoccuparti per le tasse o le leggi: abbiamo un concilio che pensa a queste cose, ora che hai quel tipo come consigliere, Stoneberg, potrai levarti dai coglioni tutti i noiosi compiti che ti terrorizzano. >>
      << Forse, ma quindi, dimmi... quale sarebbe il mio scopo? Che esempio dovrei dare non facendo un cazzo dalla mattina alla sera? >>
      << Non ho detto che tu non debba fare niente. Ci sono modi e modi per conquistarsi il rispetto della gente. Anzi, ti dirò, mi è venuta un'idea. >>

      Dopo la spiegazione Jarg accennò un sorriso, segno che Kon era riuscito a tranquillizzarlo. E quando la preoccupazione svanì, apparve inesorabilmente la stanchezza. << Si è fatto tardi, è meglio che vada a dormire. Grazie per la chiacchierata, puoi considerarti congedato per stasera. >>
      << Ci sono sempre per te, o mio magnanimo signore. >>

      Grave errore. Quella notte il prode Kondor vomitò anche l'urina del suo amico.
      M'illumino d'immenso.
      Shepard

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      • Passarono quasi undici anni da allora, eppure l'immagine dell'Imperatore del Teschio rimaneva immacolata, intensa come un raggio di sole dei mezzogiorno, il piano aveva funzionato. In realtà non si era consolidata per via delle sue brillanti doti come politico o da qualche sua efficace riforma economica, ma si reggeva su un principio coerente e d'impatto: un trono di sangue.
        Nell'anniversario dell'incoronazione, il prestigioso torneo del Gladiatore Delle Midlands portava nella capitale tutti i migliori guerrieri del regno e oltre, pronti a sfidarsi in duelli che echeggiavano al di là dell'oceano. Erano centinaia i candidati che si presentavano a corte, ma come ogni anno solo sedici fra loro venivano scelti, una selezione che non teneva conto delle origini o del titolo, ma solo della bravura nel maneggiare un'ascia o una lancia. La contesa era strutturata a eliminazione diretta e divisa in cinque giornate, non era permesso lottare a bordo di mezzi viventi o inanimati che fossero, tuttavia ogni arma era valida. Una competizione dura e serrata, che avrebbe permesso al finalista di sfidare Gaesselick stesso per la corona del Regno delle Midlands.

        Eddard Stark, il lupo bianco del Nord. Guidato da un onore rigido e incorruttibile, si narra che brandisca una spada rimasta incastonata nei ghiacci perenni per secoli, dura come il diamante e tagliente come i venti nordici.
        Kaim Argonar, mercenario viandante. Nessun altro uomo al mondo può vantare di aver visitato così accuratamente il globo, un'enorme esperienza che ha plasmato in Kaim uno stile unico.
        Moon Knight, il cavaliere senza nome che conquistò Waterfell in una notte di luna piena. Al contrario di tutti partiva in missione di notte rischiarandola col suo velluto bianco, e tornava alla sua dimora imbrattato di rosso vivo.
        Jamie Lannister. Ricco nobile dalla chioma dorata e dal fioretto pungente, un santuario di fascino per il gentil sesso e grande condottiero.
        Roronoa Zoro. Un tempo pirata, venne catturato e posto dinnanzi a una scelta: fedeltà o morte. Noto per l'eccentrico uso di ben tre lame, ognuna con una lunga storia da raccontare.
        Ryu Hayabusa, misterioso assassino orientale. Più rapido del vento, più furtivo del silenzio stesso, una macchina di morte.
        Cloud Strife, un giovane prodigio capace di maneggiare un'enorme spada, abbastanza grossa da ammazzare un drago secondo le canzoni, è penalizzato però da un carattere schivo e insicuro.
        Arthur Targaryen, uno dei più fidati comandanti di Gaesselick. La sua spada d'acciaio con venature d'oro è un vero e proprio gioiello bellico, si dice sia stata forgiata dalle fiamme di una viverna e fusa con la corona di un noto re d'Oriente.
        Simon Belmont, oscuro guerriero venuto dalle montagne e munito di una frusta di cuoio incantata, uno dei pochi esseri umani capaci di sopravvivere in terre ostili.
        Kratos Spartacus, una bestia umana che ha mietuto numerose vittime nelle guerre con le sue due lame incatenate alle braccia, una furia cieca che non ha pari nemmeno negli inferi.

        Ne nacquero combattimenti leggendari, destinati a rimanere scolpiti nella memoria di generazioni e generazioni tramite le ballate epicheggianti dei numerosi bardi che vi assistivano.
        Grazie a questo sistema, l'Imperatore del Teschio si legittimò ogni anno come degno sovrano e per il resto del tempo poté trastullarsi tra battute di caccia e feste, che abbondavano a oltranza.
        La ricorrenza più significativa per Jarg però risiedeva in quella che lui amava definire La Fratellanza. Nell'antica arena del minotauro, lontani da occhi indiscreti, lui e Kon amavano scontrare le proprie lame per appurare chi fosse il migliore, e dopo una decade i due erano giunti a un amaro pareggio: cinque vittorie a testa. Nessun premio per il vittorioso, nessuna derisione per il vinto, solo la più sincera forma d'affetto che due individui cresciuti con una spada in mano potessero manifestare.

        Questo governo poteva convincere il popolo, che in realtà si disinteressava completamente dalla politica. Gaesselick teneva lontano i barbari, questo a loro bastava. Il resto delle loro preghiere andava perché il raccolto fosse florido, o perché non ci fossero malattie. Il consiglio però non sembrava molto convinto di questo specchio per le allodole, e furono molte le critiche mosse verso l'imperatore.
        Le casse reali erano ormai vuote, Varg Stoneberg faceva il possibile affinché nel sistema economico regnasse l'equilibrio, ma i banchetti che l'imperatore tanto amava prosciugavano le risorse e inesorabilmente diversi tagli venivano apportati al progetto originale
        Quando questo veniva fatto notare a Gaesselick, “Contare monete mi annoia” era la sua risposta, che delegava tutte le responsabilità al suo fido consigliere. Questa negligenza indispettiva non poco diversi membri del consiglio, creando vere e proprie spaccature interne nelle quali si dibatteva se il cavaliere del teschio fosse idoneo o meno al ruolo. Ma la loro opinione non contava granché, Jarg aveva ottenuto il trono con la forza e solo con essa avrebbero potuto togliercelo, di certo non con battibecchi e malocchi, senza contare che l'accusa di tradimento era punibile con la decapitazione.
        Ma ormai la miccia era accesa: nacque una cospirazione che tramava l'assassinio dell'imperatore.



        << Quei bastardi... se li trovo giuro che li ammazzo con le mie stesse mani. Strapperò loro le unghie, ne reciderò la lingua con una daga e la darò in pasto ai lupi. >> Jarg era furibondo e sbraitava come un cane rabbioso, parlando talmente velocemente da non scandire bene le parole e sputacchiare buffamente. Kondor trovò la scena piuttosto divertente ma riuscì comunque a trattenere un sorriso, complice un quadro generale tutt'altro che roseo.

        << Hai qualche idea su chi possa essere il responsabile? >> disse Kon, cercando di ragionare sui fatti delle ultime settimane.
        << Che diavolo ne so? Tutti hanno un movente! Quando presenzio al consiglio, sento sguardi penetranti puntare su di me, sento che mi fissano, quegli stronzi, mi vogliono morto. >>

        Era il terzo tentativo di avvelenamento ai danni di Gaesselick, sventato per puro caso: un boccale a lui destinato finì invece tra le labbra di uno dei generali dell'armata reale, che sedeva allo stesso tavolo, provocandone il decesso immediato. L'oste venne dichiarato colpevole di tradimento e giustiziato il pomeriggio stesso, ma entrambi sapevano che il problema andava risolto alla radice, anche solo per via del fatto che prima o poi i degustatori sarebbero finiti.

        << Vigliacchi. Il veleno è un'arma da donnicciole. Perché non si fanno avanti e mi affrontano faccia a faccia? Lo sanno benissimo che sono solo dei vermi, oh sì, e io i vermi li faccio calpestare dagli zoccoli del mio destriero. >>
        << Prima o poi proveranno un'imboscata, ma non aspettarti un qualche cavaliere nero che ti sfida a duello, ci attaccheranno alle spalle. Dobbiamo giocare d'anticipo, altrimenti questa potrebbe essere la nostra ultima conversazione. >>
        << Concordo, amico mio. Torniamo al castello, cercheremo di investigare sulla faccenda. >> chiuse la diatriba il re, ora più composto, nonostante il volto paonazzo ne tradisse l'ardore.


        Giunti al maniero, Jarg e Kon vennero accolti da un Varg ancora più austero del solito, che prima di aprir bocca non esitò a guardarsi attorno più e più volte, pur di essere certo che non vi fossero occhi indiscreti.
        << Sua altezza, devo chiederle urgentemente udienza per una questione di rilevanza prioritaria. >>
        << Ti ascolto. >>
        << Negli ultimi tempi, in me medesimo sono cresciuti forti sospetti nei confronti del consiglio. Lei era a conoscenza del fatto che i nostri illustri lord indicano assemblee straordinarie in segreto? >>
        << Continua. >>
        << Alla luce della mia assoluta lealtà dei vostri confronti, è stato facile intuire perché non mi abbiano invitato, pertanto ho assoldato delle spie per origliare le loro discussioni. >>
        << Così sono loro i bastardi che mi vogliono morto, dico bene? >>
        << Ha compreso perfettamente, sire. Parlano di un'imboscata tra quattro giorni, durante la sua battuta di caccia. >>
        << Qual'è la tua opinione in merito? >>
        << Annullare la battuta alimenterebbe sospetti e provocherebbe un cambiamento dei piani, devo sottolineare che ottenere queste informazioni non è stato semplice. >>
        << E allora facciamoli fuori, che stiamo aspettando? >> intervenne Kondor, rimasto in silenzio fino ad allora.
        << Con il dovuto rispetto, mio signore, non approvo. I membri del consiglio sono uomini astuti e potenti, le loro amicizie sono importanti e molti sono gli uccellini che cantano tra queste mura. La condanna a morte dell'intera assemblea destabilizzerebbe il regno e accrescerebbe l'astio nei suoi confronti. >>
        << Maledetti intrighi a corte, sempre odiati, sono un uomo d'azione. >> disse il re. << Sono nelle tue mani, Stoneberg. >>
        Kondor si morse la lingua.
        << Lei mi onora, vostra grazia. >> rispose con tono mellifluo il consigliere. << Io propongo di attendere fino alla vigilia del giorno designato, in modo da gestire al meglio la faccenda. Lei nel frattempo si comporti come sempre. Non tenti di ingraziarsi il consiglio e rimanga naturale, si limiti a presiedere all'assemblea con nonchalance. >>
        << Sarà fatto. Hai la mia gratitudine, Varg. Ti assegno un ultimo incarico: va nei piani superiori e assicurati che mia moglie e i miei figli abbiano delle scorte aggiuntive, guardie scelte a cui affideresti la vita del tuo seme. Andiamo, Kon. >>
        M'illumino d'immenso.
        Shepard

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        • Varg intraprese la scalinata, mentre Gaesselick e il suo fidato braccio destro entrarono nella sala.

          << Chiedo venia per aver tardato, miei lord. Qual'è l'argomento di discussione odierno? >> disse il re, schiarendosi la voce.
          << Parliamo dell'alba di una nuova era, vostra altezza. >> rispose Thuros Maleck, il più giovane e ambizioso del seggio.
          << Questo grande regno ha bisogno di cambiamenti, innovazioni. >>
          << Servono delle riforme! Ci sono troppi illetterati, bisogna spingere all'istruzione. >>
          << Concordo messer, dobbiamo anche ottimizzare i mezzi di comunicazione tra le città chiave. >>
          << Sarebbe idilliaco, miei lord, ma le casse sono vuote, dobbiamo stringere i denti e tassare. >>
          Quel dì il consiglio era ancora più prolisso dal solito, il Teschio abbandonò lo sguardo guardingo che tanto di sforzava di evitare, arrivando addirittura a sbadigliare. Continuarono a cianciare per venti minuti, chiacchiere e progetti, dibattevano fra loro senza trovare reali punti d'incontro, sembrava più che volessero solo avere l'ultima parola.
          << Per cominciare questa rivoluzione è necessario compiere un primo, fondamentale passo. >> disse Minos Grey, mettendo a tacere il tavolo. << Sua maestrà... >>
          Prima che qualcuno potesse aggiungere anche una sola parola, un enorme frastuono metallico assordò l'intero edificio con passi marcianti verso il salone. Gaesselick e Kondor si levarono immediatamente in piedi, sguainando le spade. << È UNA TRAPPOLA! >>
          Circa un centinaio di guardie corazzate avevano invaso la stanza e puntavano spade e alabarde verso il proprio sovrano, che poggiava la propria schiena su quella del compagno tenendo all'altezza del petto l'arma.

          << Patetici. Non solo non avete il coraggio di sfidarmi alla luce del sole, ma addirittura vi nascondete dietro a dei soldati, i miei soldati. >> Jarg sputò a terra indignato.
          << Non tutte le guerre si vincono con l'onore, Gaesselick. >> disse Maleck. << Se c'è qualcosa di patetico, questa è la tua virtù. Ammirevole, ma patetica. >>
          << Ha ragione. >> aggiunse l'anziano Minos. << Sei un grande guerriero, ma un pessimo re. La vittoria ti ha sconfitto, la pace ti ha rammollito. >>
          << Basta chiacchiere. >> la voce di Kondor fu secca e sprezzante. << Vi faccio tutti fuori. >>
          << È meglio piuttosto se deponete le armi e accettate il vostro destino. >> una voce familiare irruppe. Varg Stoneberg varcò la soglia del portone con aria trionfante.
          << Varg... tu... >> il re non riusciva a credere alle sue pupille. << Lurido bastardo. >> digrignò fra i denti.
          << Perdona il mio scherzetto, mio sovrano, ma era necessario. La tua condotta scellerata sta distruggendo il regno, qualcuno doveva pur farlo. >>
          << La mia condotta scellerata? Animale! Chi ha ucciso i barbari dell'Est e resi sicuri i confini delle terre di Greenwood? Chi ha unificato tutti i feudi sotto un unico territorio? Sei stato tu? O magari sono stati quei damerini, che si crogiolano nella loro stupida nobiltà da quattro soldi. Io sputo sulla vostra integrità e piscio sulla vostra sapienza. >>

          Il silenzio piombò in sala. Varg scosse la testa con disappunto, poi sorrise malignamente. << Si suol dire che buon sangue non mente. Ho fatto un favore ai tuoi figli, mozzando loro la gola. >>
          Se ne era completamente dimenticato. Che smacco.

          Chi ha lottato al fianco di Gaesselick testimonia che in battaglia egli perda la lingua, nessuna parola di incoraggiamento per i suoi compagni di ventura, nessun grido battagliero. Egli imprime tutta la sua furia in uno sguardo penetrante, capace di trafiggere qualsiasi armatura e di mettere a nudo anche il più impavido dei contendenti. Dicevano il vero. L'orbita oculare del Cavaliere del Teschio non era oramai castana, ma più accesa e viva, come se delle fiamme danzassero in quella cavità, o sarebbe più corretto dire un implacabile incendio che carbonizza qualsiasi ostacolo.
          Un solo cenno e Kondor scattò in avanti, trafiggendo il nemico più vicino con la lama e scatenando il putiferio. Gaesselick sembrava un tornado, la sua spada mulinava affamata di carne e tagliava qualsiasi cosa che si ponesse sul suo cammino, le armature venivano umiliate senza ritegno come se fossero ingombranti giocattoli. Kondor, dopo aver respinto un paio di fendenti, raccolse l'alabarda e cominciò ad agitarla vorticosamente, imitando la tecnica del suo re che si stava rivelando vincente.
          Gaesselick e Kondor rimasero in posizioni parallele, elaborando una strategia d'attacco a forma triangolare ponendo il muro come vertice, questo permise loro di contrastare l'enorme superiorità numerica nemica; Kondor ringraziò che l'imboscata fosse avvenuta in un ambiente al chiuso, dove la forza bruta e le armi a lungo raggio davano un notevole vantaggio tattico, all'esterno con arcieri e uomini a cavallo non avrebbero potuto resistere a lungo. Gaesselick, notando la graduale ritirata, cominciò ad avanzare tranciando uno dopo l'altro i corpi dei nemici, la sua sciabola era tagliente come il demonio e la sua forza impareggiabile. Kondor non era certo da meno in quanto ad abilità, ma in quel momento non riusciva a trovare quella stessa foga, forse per via del fatto che le vittime non fossero la sua famiglia, un dono che a lui mai era stato concesso. Questo non significava però che non gli importasse nulla dei cari di Jarg, Dahlina lo aveva sempre accolto con gentilezza e mai gli aveva fatto pesare il tempo trascorso fuori casa con il marito. Il passato può essere pericoloso, soprattutto quando collide nel presente. Lance e spade tentavano di raggiungere la pelle di Kondor, ma venivano respinte con facilità, i riflessi del noto guerriero erano agli occhi di quegli uomini straordinari, non umani. Perfino quelli già morti continuavano a pentirsi di aver sfidato il Mietitore.
          E poi c'era Aggro, il primogenito di Jarg. Un ragazzo d'oro, che guardava il padre con ammirazione e tentava di emularne le gesta. Un figlio diletto che chiunque vorrebbe avere. Cosa dire poi della piccola Lysa? Lo scintillio delle lame d'acciaio che ballavano nel salone in quel momento non era nulla paragonato al sorriso della bimba, solare e spiritosa. Gaesselick gli rivelò una sera, mentre bevevano del pessimo liquore di rapa in un accampamento, che mentre lotta l'unico suo pensiero è come uccidere nel modo più efficiente. Para, fendente, schiva, a destra, spazzata, stocco. Ilare che gli tornasse in mente proprio nel momento in cui il Teschio sembrava contraddire la sua stessa filosofia, eppure era ciò che li rendeva diversi. A Kon combattere veniva naturale, il suo corpo sapeva già cosa fare quando impugnava una spada, non necessitava di impartirgli degli ordini. Mentre i suoi muscoli agivano autonomamente, il suo flusso di coscienza si riversava su ben altri pensieri. La morte attorno a lui era un campo di stasi, un harem spirituale dove poter riflettere con serenità su tutti quei dubbi che lo affliggevano. Lui non era di certo speciale, gli enigmi insidi nel suo animo erano universali, onnipresenti sin dai tempi antichi.

          Chi sono?
          Perché esisto?


          Queste domande generalmente rimanevano insolute, ciò che cambiava era la percezione da persona a persona, sulla base di tanti fattori e esperienze. Kon ne era dilaniato, passava notte insonni a passeggiare sotto le stelle in cerca di qualche segno divino, o anche solo a sentire la brezza notturna scompigliarne i capelli mentre rifletteva su concetti mistici. Non era un lupo solitario, amava bere e fare baldoria, ma quando le scintille del falò si spegnevano, si sentiva isolato dal mondo, imprigionato in un corpo non proprio. Non bastava il calore di una puttana o il sapore del vino acre per distogliere la sua attenzione, in quel momento piombava in una depressione abissale e poteva sentire i brividi sulla sua pelle, mentre tutto intorno a sé ghiacciava in un gelido sonno perenne. E mentre i vivi divenivano statue di cristallo, i morti tornavano a fargli visita, procurandoli forti emicranie con le loro agonizzanti cantilene di vendetta e rimpianto. Il risveglio era sempre pesante, quando apriva gli occhi si ritrovava sempre raccolto su di sé, spesso stringendo una spada tra le sue braccia. Ben presto gli incubi cominciarono a invadere anche la veglia, le terre attorno a sé apparivano sempre più fredde ed era sicuro che prima o poi la bufera sarebbe tornata, per condurlo definitivamente alla follia.
          L'unico rimedio contro il congelamento era uccidere e rischiare di essere uccisi, buttarsi in mezzo alla mischia nelle battaglie più disperate, sentire il sangue caldo dei nemici schizzare sulla sua fronte e provare bruciore per le ferite. Gli vennero in mente i tempi in cui era solo un mercenario e bazzicava da un regno all'altro, fornendo servizi a feudi a corto di personale o a banditi. Mentre tutti i suoi esimi colleghi lo facevano per soldi, lui invece cercava solo una via di fuga dai suoi demoni, nell'unico modo che conosceva.
          M'illumino d'immenso.
          Shepard

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          • Poi venne quel giorno. Il loro obiettivo era eliminare un piccolo plotone di soldati diretti a Sunseat, non era un compito difficile visto che avevano molti pi&#249; uomini e potevano contare su l'effetto a sorpresa. Eppure vennero massacrati, tutti tranne lui che resistette stoicamente, una prestazione che suscit&#242; l'attenzione del comandante nemico e lo spinse a sfidarlo. Anche se a quei tempi non lo chiamavano ancora Gaesselick, Jargooken il Teschio rimaneva indubbiamente un cavaliere di prestigio ed era soprattutto famoso per essere uno dei migliori cavalcatori di tutto il continente. Fu un duello intenso e senza esclusione di colpi. La tecnica di Jargooken era sopraffina, mai un movimento fuori posto, sempre precisa e fatale, per&#242; i muscoli e l'istinto di sopravvivenza di Kon non erano da meno. Purtroppo non era uno scontro equo: il Teschio era vestito con una corazza forgiata con leghe di acciaio e argento e impugnava una lama straordinaria, un equipaggiamento che metteva in ridicolo gli stracci e il pezzo di ferro arrugginito del rivale. Ben presto quel rottame usurato che il mercenario impugnava si ruppe, segnando la fine della schermaglia. La spada del Teschio venne alzata dritta sopra il capo di Kon, che chiuse gli occhi in attesa dell'ineluttabile fato. Ma nessun pezzo di cervello si sparpagli&#242; sul suolo, nessun guizzo di sangue.

            << Niente male, straniero. >> disse Jargooken intento a non soffocarsi dalle risate. << Ho bisogno di uomini come te nella mia armata.

            “Un giorno riunir&#242; l'Ovest sotto un'unica bandiera.” Questo era il motto di Jarg, il suo fiero comandante. Un sogno puerile, che uscito dalle labbra di qualcun altro avrebbe provocato sonore risate, eppure quell'uomo era cos&#236; carismatico che tutti erano disposti a credergli e a seguirlo in capo al mondo. Kon era pi&#249; diffidente, eppure non poteva negare il fascino di quel cavaliere, elegante come un principe e spietato come un demonio.
            Una notte, il giovane tremolante si allontan&#242; come di consueto dal gruppo e si sedette su una roccia, cercando di non pensare ai propri drammi. Tutto attorno venne imprigionato in una teca ghiacciata e il freddo pungente cominci&#242; a farsi sentire. Nel gelo assoluto, sent&#236; improvvisamente un forte calore sulla sua spalla, una sensazione di sollievo e protezione.
            Kondor si volse e vide Jargooken, che lo fissava con un sorriso sereno. Le colonne di ghiaccio attorno a lui si sciolsero e il clima torn&#242; mite. I due discussero e scherzarono per ore intere, fino a quando Jarg non tocc&#242; un argomento spinoso.

            << Qual &#232; il sogno che coltivi? >>
            Kon scosse la testa imbarazzato e distolse lo sguardo.
            << Ogni uomo ha un sogno. >> continu&#242; il comandante.
            << Non &#232; vero. Tu hai dei sogni, io ho solo degli incubi. >>
            << Povero idiota. Pensi che io non abbia incubi? Sono la stessa cosa dei sogni. Rappresentano ci&#242; che sei realmente e a cosa aspiri. Se hai paura di scoprire chi sei veramente, essi ti braccheranno per tutta la vita e ti porteranno alla disperazione. Ragazzo, combatti e troverai le risposte che cerchi. >>

            Chi sono io?
            Perch&#233; esisto?


            Il ghiaccio scomparve per sempre, e la luce dell'alba irradi&#242; la figura di Jarg, pi&#249; splendente del sole stesso.

            “Io sono la spada di Jargooken il Teschio.”



            La Torre della Condanna. Un'imponente struttura che dominava la pianura dall'alto, in cima a una tetra collina laddove perfino i corvi non si azzardavano a volare. Un carcere disumano dove gli ospiti diventavano cavie nelle grinfie di perfidi carnefici, la cui pi&#249; grande passione era sperimentare le pi&#249; perfide e sadiche torture che la macabra mente umana possa concepire.
            Ormai non appariva neppure pi&#249; un umano, con quel corpo scarnificato e osseo. Il fu Varg Stoneberg dovette affrontare ogni genere di atrocit&#224;: gli vennero conficcati dei grossi aghi in tutto il corpo, i suoi piedi vennero lentamente ustionati con una torcia e il suo organo genitale maschile venne immerso nell'olio bollente. Il torturatore amava definirsi un uomo pulito, non lasciava mai tracce di sangue e preferiva trattamenti che non sporcassero in giro.
            Varg si ritrov&#242; immerso nel buio, un limbo sul limite tra la ragione e la pazzia, mentre nella sua mente rimaneva impressa una sola immagine, in cui riversava tutto l'odio che poteva provare. Avrebbe dato tutto pur di vendicarsi del Teschio, qualsiasi cosa. Mentre si dimenava per il dolore, unendosi ai lamenti dei poveri sventurati che finivano in quel mattatoio, la sua flebile mano tast&#242; un oggetto. Era un pendente, dalla forma piuttosto strana, sembrava composto da occhi e bocche, ma non riusciva a distinguerle bene per la mancanza di luce. << Boid. >>
            Gli parve di sentire un sussurro. Le ferite erano lancinanti, sapeva che prima o poi avrebbe dato di matto. Sent&#236; ancora quella voce, ora pi&#249; udibile.

            << Boid. >>
            << Boid. >>
            << Boid. >>




            Un rumore di zoccoli batteva incessante il suolo martoriato, mentre l'uomo sulla sella cavalcava senza sosta verso Nord. La velocit&#224; del leggendario puledro purosangue di Gaesselick il Conquistatore non smentiva le ballate dei bardi e sfrecciava come un dardo d'argento.
            Era un giorno qualunque, i bambini giocavano nelle piazze, i fabbri martellavano il metallo rovente, i panettieri sfornavano il lievito. Jargooken e Kondor tentavano di riassestare l'ordine e l'equilibrio dei poteri formando un nuovo consiglio, un compito difficile in quanto le persone fidate erano sempre meno. Gli abitanti delle Midlands improvvisamente uscirono dalle proprie dimore e alzarono lo sguardo verso il cielo: un'eclissi solare fece piombare le tenebre nella capitale.
            Dal nulla nacque un incubo abbietto. Bestie mefistofeliche emersero dalle ombre, il loro aspetto era ripugnante, per nulla umano o animale. Erano demoni, tutti diversi tra loro ma ugualmente infernali, con fauci aguzze, tentacoli, molteplici occhi, lingue biforcute. Un caleidoscopio d'orrore che nemmeno il pi&#249; malato tra i negromanti avrebbe potuto descrivere. I bambini vennero squartati, i panettieri vennero divorati, le ossa dei fabbri furono schiacciate. Un banchetto demoniaco stava avendo luogo in quel luogo, che fino a pochi minuti prima era capitale di prosperit&#224; e benessere.
            Gaesselick prov&#242; a organizzare un'adunata ma fu tutto inutile, nessun uomo era pronto ad affrontare una minaccia simile e nemmeno il Re Conquistatore o il Mietitore poterono nulla contro quegli abomini e si trovarono loro stessi costretti a scappare. Mentre i due se la davano a gambe, le urla di infanti e adulti riecheggiavano tra le macerie di quella che era la capitale delle Midlands, provocando in loro un forte senso di vergogna. Entrati nel castello, constatarono che nemmeno l&#236; la situazione era differente: mostri viscidi inglobavano gli sventurati passanti dentro di loro sciogliendone perfino lo scheletro. Mentre Gaesselick e Kondor osservavano con raccapriccio la disperazione attorno, una figura famigliare varc&#242; le soglie del portone con aria trionfante.
            Jarg questa volta non riusc&#236; nemmeno ad aprir bocca, non potendo concepire come quell'uomo potesse presenziare l&#236;, perfettamente sano e integro, mentre alle sue spalle una piaga brutale si abbatteva sui cittadini.

            << Te l'avevo detto che la tua condotta scellerata avrebbe condotto il tuo popolo alla rovina, Gaesselick. Come Varg Stoneberg non ho potuto impedirtelo, ma il karma mi &#232; venuto incontro: io sono Boid, il quinto angelo della Mano di Dio e alfiere della sapienza. >>

            Le sembianze dell'uomo mutarono. Egli venne coperto da un lungo mantello nero che gli si attorcigli&#242; attorno, mentre la sua testa esplose facendo fuoriuscire un enorme cervello. << Con il sacrificio del tuo regno guider&#242; gli uomini verso la gloria. Questa cerimonia non avr&#224; fine sino a quando gli Apostoli non avranno assaggiato la tua carne. >>
            Last edited by Dragon Slayer; 02 December 2012, 10:04.
            M'illumino d'immenso.
            Shepard

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            • Il cavaliere del Teschio punt&#242; la sua spada verso Boid, ma questo rise per scherno. << Stupido umano. Io sono colui che domina il karma, sono il burattinaio di ogni destino. La tua morte mi spetta con diritto. Consacra la tua anima. >>
              Il demone scomparve, e i mostri che infestavano il centro cominciarono ad avanzare verso l'entrata del maniero, mentre quelli gi&#224; all'interno si apprestavano a circondare i cavalieri.
              I due ricominciarono a correre, in una fuga senza ragione, dove le loro gambe si muovevano da sole, gi&#249; per la scala che portava verso le carceri. Potevano avvertire il respiro di quei mostri alle costole, mentre la loro bava ripugnante cadeva al suolo, sarebbero morti se avessero rallentato il passo anche solo per un secondo. Gaesselick prese una sbarra di ferro e guid&#242; Kondor dentro una cella.

              << Sei pazzo? Siamo in trappola qui! >>
              << Fidati di me >> rispose il Teschio.

              Uno di quegli esseri corse vers&#242; la porta metallica, ma il sovrano blocc&#242; la porta con l'oggetto raccolto e premette una pietra posta nella parete, aprendo un passaggio segreto.
              << Con questo sistema in passato molti re hanno finto di condannare dei nobili con cui erano in combutta per ottenere la grazia del popolo. Ci porter&#224; alla mia stalla personale, pregando che sia ancora integra. >>

              Le preghiere di Jarg furono accolte.
              << Qui c'&#232; il tuo cavallo. >> disse Kondor. << Possiamo fuggire entrambi con un po' di fortuna. >>
              << Io rimango qui. >>

              Kon sgran&#242; gli occhi, incredulo per le parole dell'amico.
              << Sei forse impazzito? Qua ti sbraneranno vivo! Vieni con me, ti prego. >>
              << Il compito di un re &#232; rimanere al fianco del suo popolo, nella buona e nella cattiva sorte. >>
              << E il compito della guardia reale &#232; quello >>
              << Chiudi quella fogna. >> lo interruppe Gaesselick. << Non abbiamo pi&#249; tempo. Monta su quella dannata sella. >>
              << Non senza di te. Morir&#242; qui se necessario, mi sacrificher&#242; io. Sar&#242; sempre la spada che difender&#224; il tuo sogno. >>
              Jarg tir&#242; un ceffone sul volto di Kondor, che venne preso alla sprovvista.
              << &#200; questo che vuoi dalla tua fottuta vita? Morire per me? >>
              << Sei stato tu a dirmi di cercare qualcosa per cui vivere, non puoi negarmelo. >>
              << Kondor... avevo solo vent'anni. Sognavo di costruire il pi&#249; grande regno di sempre. E quando l'ho fatto, il mio stesso sogno mi ha distrutto e mi ha tolto ogni voglia di vivere. Sarei stato molto pi&#249; felice se avessi potuto rincorrerlo per sempre, come un falco che tenta di toccare il sole. Mi faccio schifo per quello che sono diventato, un ubriacone che non sa nemmeno contare monete. >>

              Un eco di versi agghiaccianti si avvicinava velocemente, facendo innervosire l'animale.

              << L'unico motivo per cui ho continuato a lottare era perch&#233; avevo la mia famiglia... e te. Se anche tu morissi non potrei mai perdonarmelo... quindi va. Cavalca verso la foresta stregata, a nord. L&#236; troverai una persona che ti aiuter&#224;. >>
              << Jarg, non posso abbandonarti. >>
              << Invece lo farai. &#200; il tuo re che te lo ordina. >>

              << Addio, Teschio. >>
              << Vivi per entrambi, Mietitore. >>
              Il puledro argenteo si destreggi&#242; fra le insidie di quell'inferno e si diresse verso le porte della citt&#224;, mentre il cavaliere del Teschio corse contro l'orda di demoni brandendo la sua spada.

              Fu la prima volta che Gaesselick il Conquistatore url&#242; a dei nemici. Era il grido di battaglia pi&#249; bello che Kondor avesse mai udito.
              Last edited by Dragon Slayer; 02 December 2012, 10:02.
              M'illumino d'immenso.
              Shepard

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              • Mi sa che stavolta non riesco a terminare...sorry
                http://card.exophase.com/1/812034.png

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                • Scusatemi, vi ho seguito tramite telefono, rimetto mano solo oggi al mio computer di casa. Turno saltato, sono spiacente.

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                  • Chiedo ai giudici se è possibile avere la nuova traccia, giusto per mettersi al lavoro in attesa dei voti.
                    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

                    sigpic

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                    • Scusatemi per l'attesa! E' che in questi periodi ho poco tempo per connettermi, i miei voti saranno postati domani, massimo Martedi.

                      Comunque Ssebi, &#232; il tuo turno! Procedi pure con la traccia.

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                      • Io invece per il vostro piacere sono già pronto a postarvi i miei voti (ammetto che mi dispiace che non tutti sono riuscito a postare i propri lavori ma immagino non si può aver tempo per tutto)

                        Fujiwara Armbar (Rowelence)
                        Complimenti per la fic Rowelence!Mi piace come hai reso i personaggi della Sket Dance e di come hai voluto impostare la storia abbattendo la quarta parete così tante volte che i personaggi di questa shot potrebbero far concorrenza a Deadpool! Riguardo al personaggio della professoressa mi piace come lo hai reso (anche se,a mio parere,forse meritava essere approfondito);comunque sia questa shot resta comunque un ottimo lavoro.
                        Voto:9

                        A Lost Journey (Dargil)
                        Accidenti quanto è lunga questa shot “a capitoli”!XD Comunque sia posso dire felicemente che ne è valsa la pena!XD Infatti nonostante non conoscevo il contesto della fic sei riuscito a rendere la scrittura scorrevole che è un piacere!XD Passando ai personaggi mi piace sia come hai reso il carattere del “protagonista” (ovvero Kaim) sia (o meglio dire soprattutto vista la traccia) il carattere di Griff che,come personaggio,si amalgama completamente nel contesto rendendolo davvero un personaggio interessante dalla sua “entrata in scena” nella shot alla sua morte inaspettata..hai fatto davvero un ottimo lavoro! (sono curioso di vedere come realizzerai questa trilogia!XD)
                        Voto:10

                        Shattered Dreams (Dragon Slayer)
                        Prima di iniziare la recensione posso considerarmi fortunato ad aver letto tutto Berserk (o meglio fino a dove è arrivato) e quindi non ho avuto problemi né a riconoscere i riferimenti del manga né i personaggi (o meglio IL personaggio!XD);passando alla recensione mi è piaciuto come hai reso l'ambientazione di Berserk mille anni prima degli eventi narrati e della vita del cavaliere del teschio con i suoi problemi nel governare un immensa nazione,mi è piaciuto anche come hai reso il personaggio di Kondor che,insieme a Gaesslick, forma una coppia tanto simile per certi aspetti a quella Grifis-Gatsu (che il primo hai pure citato a fine shot) ;passando invece a Varg mi piace come hai reso la sua trasformazione in Boid. L'unica parte di questa fic che forse avresti dovuto approfondire era a mio parere la questione del marchio (che se mi ricordo bene veniva impresso a tutte le vittime sacrificali prima che venissero,ovviamente,sacrificate ai demoni) e anche di come Gaesslick sia riuscito a sopravvivere (voglio dire..tu lo hai mandato al macello ma tutti sanno che sopravvive in qualche modo!XD).Voto:8.5
                        PS:belle le citazioni di Game of Thrones,One Piece e compagnia!XD
                        La mia prima FF!http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=89182

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                        • Spoiler sul finale della shot.

                          Spoiler:
                          Temo che tu non abbia capito bene: Gaesselick muore, Kondor sopravvive. La storia di Berserk viene rinarrata.


                          Il marchio non &#232; che non l'abbia approfondito, non l'ho proprio citato, mi sembrava un dettaglio superfluo e personalmente non capisco come la sua assenza possa danneggiare la storia.
                          Last edited by Dragon Slayer; 08 December 2012, 17:01.
                          M'illumino d'immenso.
                          Shepard

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                          • Mi mancano le shot di Dargil e Dragon Slayer, penso di postare i risultati tra circa una settimana a causa di un esame che sto preparando in questi giorni, quel pugno di minuti passati giornalmente davanti al pc temo non bastino per leggere le shot in questi giorni, dato che in questo turno proprio "shot" non sono

                            Ecco intanto la traccia...

                            Follia

                            Per un qualsiasi motivo che deve essere specificato nel racconto, il personaggio in questione perde la sua stabilit&#224; mentale. Deve quindi essere un personaggio conosciuto caratterialmente (nessuna comparsa, o personaggi poco sviluppati).
                            Per il resto sbizzarritevi come volete nel narrare lo sviluppo di quest'arte della libert&#224; mentale...

                            Per quanto riguarda la lunghezza, nonostante mi piaccia leggere i vostri racconti, direi di porre comunque un limite, per restare coerenti col topic e per evitare lunghe attese nei giudizi. Alla fine massimo 6 post direi che sono sufficienti, ho comunque aumentato la quantit&#224; rispetto alle tracce precedenti per lasciare pi&#249; liberi gli scrittori di concludere con pi&#249; libert&#224; questo fine torneo.
                            Data consegna: 27 Dicembre 2012.

                            Chiedete pure eventuali dubbi, chiarimenti o perplessit&#224;.
                            Last edited by sssebi; 11 December 2012, 00:35.

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                            • La storia dev'essere inventata o posso riprendere qualcosa accaduto nell'opera ma non raccontato?
                              M'illumino d'immenso.
                              Shepard

                              Comment


                              • Puoi anche riprendere qualcosa dell'opera se &#232; rimasta ignota la causa che porta alla follia.

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