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DB - La storia mai raccontata!

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  • Yamcha e Crilin erano stupiti di vederseli arrivare sul posto, così, all'improvviso. L'ansia legata agli eventi degli ultimi minuti di quella giornata era tale che non avevano percepito le aure in movimento dei due amici. A ripensarci, era dal giorno della morte di Goku che non si rivedevano tutti assieme, e solo allora si rendevano conto dello spiazzante effetto che creava quella situazione: erano stati amici tanto intimi ma, da quando l'eroe Saiyan era passato a miglior vita, non si erano più rivisti né cercati vicendevolmente. Poi erano trascorsi un paio d'anni, durante i quali avevano intrapreso percorsi di vita diversi, sicché nelle loro impressioni soggettive sembrava che il tempo in cui non si erano più frequentati si dilatasse a dismisura. Nella vita a volte succede così: un gruppo tanto affiatato di amici, che pure si riunivano con tanto piacere, a causa di un evento traumatico smette di frequentarsi; sicché, quando poi capita di incontrarsi nuovamente, sembra che sia passata una vita ma, soprattutto, sembra che quel legame che appariva saldo nei fatti lo sia diventato molto meno, e la minore familiarità fa sorgere un leggero disagio fra i presenti. Non era la prima volta che si separavano per anni, ma era la prima volta che si rivedevano da quando il collante del gruppo, colui che li aveva cementati, li aveva lasciati per sempre.
    «Ma che succede? Chi c'era con voi poco fa?» domandò Tenshinhan, andando pragmaticamente al sodo. Crilin iniziò a fare il resoconto dei fatti accaduti, a cominciare dall'insolita visita ricevuta alla palestra.
    «Palestra? Vi siete iscritti ad una palestra?» chiese il treocchi, stranito da quell'eventualità.
    «Ma no!» ridacchiò Crilin. «Noi veramente la gestiamo... abbiamo rifondato la Scuola della Tartaruga, nella Città dell'Ovest!»
    «Ma guarda che combinazione...!» esclamò Tenshinhan. «Anche noi abbiamo rifondato la cara vecchia Scuola della Gru, a Vodka Town! Molte cose sono cambiate ed abbiamo anche un certo numero di iscritti...»
    «Beh, anche noi... sai, nella grande Città dell'Ovest...» affermò Yamcha, quasi preso da una sorta di fierezza per quello che lui e Crilin avevano creato. Quel dialogo lo stava riportando all'epoca del ventiduesimo torneo Tenkaichi, quando lui e Tenshinhan si conobbero per la prima volta, ispirandosi a vicenda una pessima impressione. Dialogavano ancora come se stessero facendo di nuovo conoscenza per la prima volta, e nelle battute quasi si coglieva un leggero tono di sfida.
    «Ecco il perché delle divise nuove di zecca che indossate! Interessante...» commentò Tenshinhan con un sorrisetto, accennando con lo sguardo alle nuove tute da combattimento “da maestri” dei due amici.
    «Beh... anche voi avete delle divise nuove! Mi riportano ai tempi andati...» disse Crilin accennando alle divise di Tenshinhan e Jiaozi, analoghe a quelle dell'Eremita della Gru, corredate però da un mantello grigio che usavano per ripararsi dalle basse temperature della zona dove vivevano.
    Dopo questa breve parentesi, Crilin e Yamcha ultimarono il racconto. I quattro amici attesero qualche minuto, contemplando la depressione di Zambookah: una sorta di steppa metà rocciosa e metà terrosa, costellata di cespugli e arbusti rinsecchiti, ed erbacce con brutti fiorellini che tenacemente sbocciavano, alimentati da un clima umido ma non afoso, con qualche lucertola che ogni tanto guizzava da una fenditura all’altra fra le rocce. Presto assistettero al riaprirsi del portellone anteriore della navicella, dal quale poco prima avevano visto scomparire le loro due nuove conoscenze; esse riapparvero, rimanendo ferme sull'uscio. Indossavano le uniformi dell'esercito di Cooler: undersuit blu scura, guanti e stivaletti di tonalità bianco-azzurrata, battle suit blu scuro con una sola spallina – Kodinya sulla spalla destra, Kapirinha su quella sinistra. «Ehi, umani! Il Re sta per fare la sua comparsa.» annunciò Kodinya.
    Allora Crilin chiese a gran voce a Kodinya: «Scusa eh... ma allora proprio non puoi dirci chi è il tuo capo?»
    «Non occorre che ve lo dica io, bel pelatino... il nostro re è abbastanza bravo a presentarsi, e – come puoi notare dal tipo di abiti che indossiamo – noi non siamo le sue cheerleader! Ma... che succede qua...? Abbiamo visite?»
    «Toh, è vero... chi sono questi due?» chiese Kapirinha portandosi le mani ai fianchi, sospettosa.
    «Due amici che ci hanno raggiunto...» accennò Yamcha. «Erano anche loro amici di Goku... la loro presenza crea qualche problema?»
    «Nono, niente affatto, purché non facciano scherzi assurdi.» tagliò corto Kodinya.
    Kapirinha, incuriosita, saltò a dare un'occhiata. Girò attorno al quartetto terrestre con fare circospetto, scrutando in particolare quel curioso pelatone con tre occhi appena comparso dal nulla, per poi guardare quello strano bambolotto dal viso color latte, basso circa quanto lei, con quei due buffi occhioni fissi. I due amici subivano con fastidio quegli occhioni color miele puntati addosso a loro.
    «Ehi, Kodinya» disse, rivolgendosi con stupore alla collega che stava ritta davanti alla porta della nave spaziale. «Ma hai dato un'occhiata a questi due?! Il tipo con tre occhi è già un fenomeno eccezionale... non ne avevo mai visti così... ma quest'altro poi è strampalato proprio...»
    Jiaozi, sfoderando un'insolenza che non si vedevano in lui da anni, replicò: «Ma ti sei vista tu? Nanerottola!» Un sorrisino soffocato si dipinse sui volti di Kodinya e degli amici di Jiaozi: se non altro, la battuta era servita a stemperare il clima. Kapirinha, che era sì più alta di Jiaozi, ma non più di tanto in fondo, saltò in avanti urlandogli in faccia: «Io sarei la nanerottola? Stammi bene a sentire, pupazzo del cacchio! Se io sono una nan...»
    Senza darle il tempo di completare la sfuriata, Jiaozi col suo solito sguardo imbambolato scandì: «Donna nana, tutta tana.» Silenzio. Tutti i presenti alla scena si fermarono a guardarlo per qualche secondo con tanto d'occhi. Mentre Crilin e gli altri spalancarono gli occhi finché non raggiunsero le dimensioni di due piattini da dessert, increduli che il loro piccolo e candido amico fosse stato in grado anche solo di concepire un pensiero del genere, Kodinya esplose definitivamente a ridere letteralmente fino alle lacrime. «Ma io lo amo, quel bambolotto!! Me lo potete regalare??»
    Kapirinha, insultata da quella frase, aveva allungato in avanti il braccio, furibonda, pronta a lanciargli un attacco energetico coi controfiocchi. Kodinya cercò di riportarla all'autocontrollo: «Fermati, rimbambita! Non dobbiamo uccidere nessuno di coloro che conoscono Son Goku... nemmeno quel bambolotto insignificante.» Kapirinha abbassò il braccio e tornò imbronciata accanto all'amica.
    Tenshinhan colse quel momento di attesa per domandare all'amichetto: «Jiaozi, toglimi una curiosità... dove hai sentito dire una cosa del genere...? Quella sulla donna nana, intendo.»
    Jiaozi rispose: «In palestra... l'altra volta Ramen e Sashimi, in un momento di pausa, scherzavano con Ivanovich su una loro compagna di scuola, quando Ivanovich disse appunto: “Donna nana, tutta tana”... anche se non so cosa significa! Però lo trovavo divertente!» Quindi, trovandosi davanti una ragazza bassa, l'amico di Tenshinhan aveva pensato bene di riciclare la battuta sagace dell'allievo.
    «E io che mi raccomando tanto sulla disciplina! Dovrò fare una bella lavata di capo a quei due, quando usciremo da questa faccenda... presto, spero.» I due maestri della Tartaruga reagirono a quello scambio di battute con un sogghigno divertito.
    Nel giro di pochi minuti, finalmente il portellone dell'astronave si aprì ancora una volta, alle spalle delle due combattenti che vi sostavano davanti. «Perdonate l'attesa...» disse suadente la voce del sovrano, la cui silhouette si intravedeva già sulla porta. Le soldatesse si scansarono, rendendo finalmente possibile ai terrestri la visione della figura del Re nella sua totalità.
    Cooler era finalmente davanti a loro: indossava la sua battle suit blu scuro, unico esemplare dell'impero autorizzato ad avere entrambe le spalline; a queste ultime, il mantello rosso, simbolo dell'autorità reale, era fissato con dei bottoni d'oro.
    Tenshinhan, Yamcha e Jiaozi, praticamente all'unisono, credendo di riconoscere quella figura esclamarono fra i balbettii: «F-Freezer??», mentre Crilin, l'unico che aveva potuto conoscere di persona e in modo ravvicinato il fratello minore dell'attuale regnante, li contraddisse con sguardo truce: «N-No... non è lui...»

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    • Cooler prese la parola. «In primis, cari terrestri, mi presento. No, non sono il mio defunto fratello Freezer. Io sono Cooler, o per meglio dire... Re Cooler, da oltre un paio d'anni ormai.» Poi, portando la gamba destra in avanti e il braccio sinistro dietro la schiena, fece un leggero inchino di elegante riverenza. Con un'espressione fissa che riuscì ad essere paradossalmente benevola e inquietante insieme, aggiunse: «Per dominarvi, e non per servirvi... sia chiaro.» A quest'ultima precisazione, le sue labbra scure si incresparono in modo compiaciuto. «E per rendervi chiaro che io sono diverso dal mio defunto fratello minore, vi invito a considerare solo una cosa. Un uccellino mi ha detto che Son Goku sapeva percepire la presenza dei nemici, oltre a saper modificare la propria energia interiore... Immagino che abbia appreso queste tecniche sulla Terra, visto che lui vive qui. Inoltre, dai pochi elementi che ho su di voi, sembra che siate dei combattenti esperti, quindi potreste esserne in grado... o sbaglio?» I quattro si guardarono, sospettosi e ammutoliti. «Se è vero che chi tace acconsente, non sbaglio. Ditemi, sentite un'energia particolarmente potente provenire dal mio corpo?»
      «N-no...» rispose Crilin.
      «Esatto, amico mio. E sai perché? Perché io, da autodidatta, con i miei sforzi e il mio impegno, ho appreso da solo come azzerare o aumentare al massimo la mia energia interiore. Cosa che mio fratello, da presuntuoso qual era, non ha mai voluto fare, limitandosi a giocherellare con le sue trasformazioni. Altro che allenamento, lui! Sappiate che sono orgoglioso di avere un maggior numero di carte da giocare rispetto a lui!»
      «“Giocherellare con le sue trasformazioni?” Cavolo... parla in questi termini del mostro che ci ha creato tutti quei guai...» mormorò Crilin fra sé, ma fu sentito con preoccupazione dai suoi tre amici.
      «Suvvia, state calmi!» li ammonì ironicamente il Re, sadicamente divertito all'idea che il terrore si stesse insinuando minuto dopo minuto nei cuori dei quattro terrestri. «Sono meno peggio di quello che sembro, sapete? Infatti, in secundis, mi complimento con voi. Le mie due soldatesse con le quali avete avuto il piacere di fare conoscenza mi hanno riferito che, in base ai rilevamenti degli scouter e alle loro testimonianze oculari, siete molto forti, e non avreste nulla da invidiare a diversi miei ufficiali. È un record, e di questo mi complimento sinceramente.» Poi, rivolgendosi a Kodinya, domandò: «Perché ce ne sono quattro? Non erano solo due, i terrestri che avete portato?»
      «Signorsì, signore! Quello con tre occhi e quello più basso non sono venuti con noi... sembra che siano compagni degli altri due, e si sono aggregati a loro negli ultimi minuti.»
      «Quindi, non avendo apparecchi di rilevamento, devono essere capaci di percepire l'energia dei compagni in movimento... interessante.» rifletté Cooler con le soldatesse, portandosi la mano destra al mento. «Bisogna metterli alla prova. Prima però voglio sapere cos'hanno da dirmi su Son Goku, ora che l'avermi visto di persona ha fatto la sua impressione.» Poi, rivolgendosi ai quattro giovani, finalmente decise di sfruttare la soggezione che la sua presenza inculcava in loro, chiedendo: «Ditemi... Dov'è Son Goku, il Super Saiyan della leggenda? Se me lo rivelate, io andrò a cercare lui e vi lascerò in pace, dato che voi non mi interessate.»
      «Lo abbiamo già detto alle tue soldatesse. Goku è morto, per cui non lo troverai più né su questo pianeta né da altre parti nello spazio.» rispose Crilin, che dei quattro era forse quello che provava minore disagio a relazionarsi con l'alieno; gli altri tre, infatti, rimasero attorno al pelato facendo scena muta.
      «Innanzitutto, ad un re ci si rivolge dandogli del “voi”... ma per questa volta sorvolerò, plebeo. D'altronde non credo alla vostra storia, come non ci credevano le mie soldatesse. Dunque, devo dedurne che non volete dirmelo....»
      “Dannazione!” imprecarono Yamcha e Crilin. “Sono proprio testardi, questi alieni!”
      «Vorrà dire che dovremo risolvere le cose in modo diverso, visto che le buone sembrano non funzionare. Ci sarà da combattere...» dichiarò a voce imperiosa il sovrano, suscitando una reazione nervosa e stupita nei suoi quattro interlocutori. «Chi è il più debole fra voi? Voglio saggiare le vostre capacità.»
      Di scatto, Crilin, Yamcha e Tenshinhan si voltarono a guardare il piccolo Jiaozi. «E-ehi!» balbettò il piccolo amico. «Perché guardate tutti me??»
      «Come immaginavo, le dimensioni lo tradiscono. Tu!» continuò, rivolendosi a Kapirinha. «Combatti contro quel piccoletto.»
      «Io?? Con immenso piacere, sua Maestà!» esclamò la guerriera, incredula e grata al monarca che le permetteva di regolare i conti in sospeso con il maleducato che poco prima l'aveva offesa. Dopo un inchino sommario, la soldatessa caricò in un'unica fiammata la propria aura; poi si diresse verso il gruppo minacciandone i tre componenti superflui: «Fatevi indietro, altrimenti non avrò pietà per nessuno! Oggi mi girano le scatole!» I tre ubbidirono, ma Tenshinhan si ripromise di intervenire nel caso in cui il suo compagno avesse corso il rischio di essere sopraffatto.
      Così, la piccola combattente e il piccolo amico di Tenshinhan si ritrovarono faccia a faccia, lei con un espressione aggressiva, lui con una parvenza di determinazione e qualche goccia di sudore freddo sul volto solitamente imperturbabile. All'improvviso lei, con una velocità inattesa, schizzò in avanti dandogli un calcio nella pancia, facendolo volare indietro di qualche decina di metri; Jiaozi sbatté violentemente al suolo, rotolando fra la terra, lasciando al suo passaggio dei pennacchi di polvere. «Questo era l'antipasto, tanto per cominciare! Ti è piaciuto, pupazzo?? Te la farò pagare per l'ingiuria di prima!»
      Jiaozi, con uno stridulo rantolo, levitò per rimettersi senza esitazioni in posizione verticale e togliersi di dosso quel mantello che rischiava di intralciargli i movimenti, giusto per rivedere a stento che quella piccola isterica lo stava raggiungendo furiosa con il pugno pronto a colpire. “Ma questa è pazza! Per una semplice battuta che non so nemmeno cosa voglia dire...” pensò Jiaozi, e rapidamente portò davanti a sé le braccia tese coi palmi delle mani aperti, lanciando il suo potere telecinetico. Kapirinha rimase bloccata a mezz'aria, preda della tenaglia psichica del suo avversario. «Questa è la mia abilità speciale! Stai ferma e buona mentre riprendo fiato...» Negli anni e con la meditazione aveva perfezionato quella sua capacità in modo da riuscire ad usarla su nemici la cui forza lo sovrastava abbondantemente; certo su gente come Freezer o probabilmente anche il capitano Ginew non avrebbe potuto nulla, ma Kapirinha era ancora alla sua portata. Dunque, con impegno, Jiaozi si sforzava di tenere a bada quella ragazza così suscettibile.
      Cooler e l'altra sua dipendente analizzavano il combattimento con l'ausilio degli scouter. «Un'abilità speciale... interessante... riesce a tenere testa alla nostra combattente anche se il suo livello combattivo non è all'altezza! Anche se, devo ammetterlo, non è affatto male per un pianeta di scarti del Creato, come questo. Deve aver seguito degli allenamenti speciali... e chissà i suoi compagni!»
      Dopo aver recuperato un po' di respiro, Jiaozi portò la sua aura al massimo e prese a colpire l'avversaria a calci, non potendo utilizzare le mani per colpi fisici. Jiaozi dava le sue pedate in sequenza, girandole attorno con la levitazione per confonderne le percezioni; colpiva la nemica, seppur senza danneggiarla eccessivamente: il dislivello delle forze era evidente per entrambi, ma ciò che frustrava Kapirinha era l'impossibilità di muoversi, che la costringeva a subire gli attacchi dell'avversario. Per quanto cercasse di concentrare energia nei propri calci, il piccolo combattente della Gru era terrorizzato all'idea di quello che avrebbe potuto fargli quella peste dalla pelle rosa pastello se si fosse messa a fare sul serio, specialmente con quello stato d'animo irato. Dopo qualche decina di calci, Jiaozi – e prima di lui, tutti coloro che assistevano all'incontro - si resero conto che così non ne sarebbe mai venuto a capo. La ragazza gli era troppo superiore; con quella costante offensiva lui si sarebbe presto stancato e avrebbe mollato la presa telecinetica, finendo per diventare facile bersaglio della vendetta della guerriera. Una guerriera che diventava sempre più temibile, dal momento che la rabbia le faceva strepitare minacce del tipo: «Guarda che appena mi libero da questo dannato sortilegio, è la tua fine!» Il nostro piccolo eroe era pronto a dare il tutto per tutto, ma stavolta era determinato a non farsi mettere fuori gioco facilmente come l'ultima volta, contro Nappa. “Che cosa farebbe Ten al mio posto, davanti ad un nemico tanto più forte di lui? Mmh...” pensava. “Ho una sola tecnica molto forte, per il mio livello, ma mi occorrerebbe una mano libera... magari, dove i muscoli non arrivano, a volte può arrivare il cervello... già, forse Ten farebbe ricorso all'astuzia... Idea!” Forse la soluzione c'era, ma consisteva in una scommessa basata su un bluff: se la nemica ci cascava, le avrebbe assestato un colpo a suo giudizio considerevole... altrimenti, avrebbe dovuto sorbire un contrattacco micidiale.
      «Ti decidimi a lasciarmi, bastardello??»
      «Certo che no... anzi! Ti dimostrerò la mia bravura nell'uso dei poteri ESP! Sta' a vedere!» urlò Jiaozi, apparentemente serio, ma intenzionato a portare avanti un tranello.
      «Cosa vuoi combinare?? Lasciami!»
      «Per esempio posso chiudere una mano accentuando i miei poteri psichici nell'altra...» disse, accompagnando le parole con i gesti e tramutando il blocco psichico nel suo classico effetto-mal di pancia, pregando che la guerriera nemica non si rendesse conto che ora era libera di muoversi come voleva, se solo fosse riuscita a vincere i morsi del dolore all'addome.

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      • Tenshinhan, che guardava lo svolgersi del combattimento con gli altri due amici, fu colto da tensione ed iniziò a rammaricarsi per le mosse dell'amico: “Che fai, Jiaozi...? Con una sola mano l'effetto della telecinesi si ridurrà...”
        Mentre Kapirinha sbraitava in preda ad un lancinante mal di stomaco, Jiaozi disse: «E adesso che ti tengo bloccata come in una tenaglia...» mentì Jiaozi, sollevando il suo minuscolo indice verso la nemica «DODON...»
        “Ho capito!” ragionò Tenshinhan, badando a non aprir bocca per non farsi sentire dai nemici. “Ha bluffato! Ha voluto farle credere che la teneva in pugno, mentre probabilmente lei non si rendeva conto che lui ha lasciato la presa per poter caricare la Dodonpa!”
        «...PAAAAA!» Un luminoso e ampio raggio di energia gialla si abbatté inesorabile su Kapirinha che, suggestionata a dovere, inconsapevole di potersi scansare vanificando gli sforzi del suo avversario, si sentì costretta a beccarselo in pieno. Colpita a sorpresa dall'attacco, fece un volo di qualche metro all'indietro, per poi ritrovarsi abbattuta al suolo. Era illesa, se si escludeva qualche lieve bruciacchiatura sul viso e qualche capello fuori posto. Si preparava ad attaccare quando udì la voce del suo sovrano, alta e chiara, proclamare: «Adesso basta.»
        «Ma come? Non ho nemmeno sfoderato le mie carte migliori...!» lo implorò Kapirinha, bramosa di rivalsa.
        «Non ha importanza. Ormai credo di aver capito l'antifona... torna qui! Avete giocato... ma per il momento non devi ucciderlo.» Kapirinha, su ordine espresso del Re, fu costretta a fare dietrofront, ma non prima di essersi voltata verso Jiaozi col dito indice puntato: «Sta' attento, stronzetto, perché la prossima volta te le restituisco con gli interessi!». Quindi, dopo che il piccolo inghiottì a vuoto terrorizzato, la ragazza se ne tornò demoralizzata all'ovile, pestando i piedi e mormorando stizzita fra i denti: «Che figuraccia...»
        «Brava, sei stata ubbidiente. Ciò che mi interessava era capire quali forze devo impiegare contro questi terrestri... hanno un certo potenziale e possiedono alcune tecniche strane, sembra. Dovrò fare ricorso ai miei guerrieri d'élite.» dichiarò con convinzione Cooler guardando fisso davanti a sé ma rivolgendosi alle sue due subalterne.
        «Ma signore!» protestò Kodinya, spinta da un'indignazione che cercava di occultare al suo sire. «Voi forse non lo sapete, ma io sono più che capace di eliminarli tutti e quattro in una manciata di minuti.»
        «Intendi forse dire che c'è qualcosa che il tuo Signore ignora, all'interno del suo impero? Ti ricordo che la tua forza mi è nota dai registri ufficiali di tutto il mio esercito, e io non dimentico nulla degli uomini che possiedo.»
        «No, ma...» La combattente avrebbe voluto provare ad obiettare che la sua forza era molto aumentata rispetto a quanto risultava dai dati ufficiali.
        «Niente “ma”!» la tacitò il fratello di Freezer. «Non ricordi come recita il proverbio? Chi dice “ma” a Cooler non arriva vivo a fine giornata.» sentenziò l'alieno sorridente.
        «Sì, signore.» si ricompose la soldatessa, comprendendo che dietro quel sarcastico proverbio si celava una minaccia neanche troppo velata. Non c'è che dire, Cooler aveva un senso dello humour molto sui generis. «Del resto, se la tua paura è quella di non esserti ancora comportata all'altezza delle aspettative, non temere: anche se non hai portato il Super Saiyan, hai condotto qui questi quattro elementi; quindi otterrai un premio, alla fine della missione. Sono magnanimo, dopotutto.» Kodinya colse il messaggio: anche questa volta il desiderio di esibire la propria vera forza si sarebbe infranto davanti ai divieti ferrei del Re, e non poteva nemmeno aprire bocca senza il timore di essere messa a tacere... per sempre, si intende. Del resto, per quanto fosse migliorata, restava sempre un insetto davanti a Cooler. Inoltre, era molto probabile che alla radice del comportamento del monarca ci fosse un'ostinata forma di misoginia che lo spingeva a dare la preferenza ai suoi dipendenti maschi piuttosto che a fidarsi dell'operato di una donna. Cooler premette il tasto sullo scouter e comandò a un soldato che stava dall'altra parte della comunicazione di far chiamare la Squadra Sauzer.
        Nel frattempo, Jiaozi aveva raggiunto il gruppetto degli amici, che si stavano congratulando per la buona prova sostenuta.
        «Complimenti Jiaozi! TI sei difeso bene, nonostante il divario di forze! Però qua noi ci siamo accorti del tuo bluff...» commentò entusiasta Tenshinhan, abbassando il volume della voce sull'ultima osservazione.
        «Beh... mi sono chiesto cosa avresti fatto tu in una circostanza simile, e ho scelto di usare la testa!» replicò con tono dolce il piccolo amico.
        «Come siete carini...» li derise Yamcha.
        «Smettila tu, deficiente!» sbraitò Tenshinhan all'amico con due file di dentacci aguzzi, mentre Crilin se la rideva sotto i baffi. Quel momento di apparente sollievo fu interrotto dal nuovo annuncio del re.
        «Terrestri, ascoltatemi! Siete in quattro e tutti dalla capacità superiore ai soldati scelti che ho portato qua con me sulla mia nave. Poiché non ho intenzione di assistere al massacro dei miei uomini, ho preso la mia decisione: la squadra Sauzer, ossia i miei guerrieri d'élite, sono in procinto di arrivare. Per tutto questo tempo, sono stati appostati su un pianeta qua vicino, che credo voi conosciate come Marte. Dal momento che viaggiano su navette indipendenti dalla nostra, aspettavano solo un mio ordine per mettersi in viaggio e raggiungerci. Saranno qui fra un'oretta o poco meno, pronti a combattere.»
        Constatato che la notizia aveva prodotto sui suoi ascoltatori lo sgomento che tanto amava leggere sui volti delle persone, Cooler proseguì: «Vi propongo di indire un piccolo torneo. Se vincono i miei uomini, voi mi rivelerete tutto ciò che sapete su Son Goku e sulla sua attuale sorte; viceversa, se vincerete voi, vi lascerò in pace. Sono una persona di parola, io... a differenza di mio fratello Freezer. C'è di più: siccome voglio essere generoso, io non combatterò... altrimenti, è lapalissiano che non ci sarebbe alcuna competizione.»
        Infine premette un pulsante dello scouter e bisbigliò qualcosa, e la tensione era tale che questo gesto bastò ad allarmare i quattro giovani. Poco dopo si aprì la porta, e ne uscirono tre soldati di basso rango. Uno recava in mano un vassoio con coppa e una bottiglia di liquore, gli altri due avevano portato una sorta di trono levitante, dal design nero ovoidale con imbottiture e rifiniture arancioni, simile alla mininavetta monoposto che Freezer usava su Namecc. «Beh? Avete qualcosa in contrario al fatto che mi metta un po' comodo, nell'attesa?» Senza attendere alcuna risposta, Cooler si accomodò sul suo trono e si fece mescere una coppa di liquore, che sorseggiò con desiderio. Il suo sguardo fu attratto da un puntino nel cielo, spuntato all'orizzonte. Poté distinguere una figura minuta che, avvicinandosi in volo, diveniva sempre più nitida. Il nuovo arrivato, che si rivelò essere un ragazzino, giunto nei loro pressi, si andò a posizionare presso i quattro terrestri: «Ciao, amici! Da un po' non ci si vede!»
        Gohan era arrivato: un nuovo, fortissimo amico si era aggiunto al gruppo.

        ****************
        L'ANGOLO DELL'AUTORE.
        Come forse qualcuno potrebbe aver intuito, il nome della depressione centrale di Zambookah deriva dalla “sambuca”, liquore alcolico del quale lo scrittore è ghiotto. :-D
        Precisazione più importante riguarda i livelli di combattimento. Generalmente non amo parlare di numeri in Dragon Ball perché mi sembra che si diventi dei fanatici delle cifre, cosicché il calcolo dei livelli diventa come la dichiarazione dei redditi. Toriyama non è mai stato un gran commercialista, infatti tante volte le forze combattive aumentano a dismisura a seconda di come gli torna utile ai fini della trama, senza un vero calcolo aritmetico alle spalle: per questo suggerisco di non attaccarsi troppo ai numeri e ragionare “a spanne”, secondo il meccanismo del “più o meno”. Tuttavia mi rendo conto che gli indicatori numerici possono risultare strumenti utili per calcolare le grandezze che entrano in gioco; e del resto con Cooler e i suoi uomini ci muoviamo ancora nella logica della saga di Freezer, quindi qualche riferimento ve lo posso dare. Per quanto riguarda questo capitolo, abbiamo:
        Kapirinha: max circa 25.000 (non è cambiata per nulla rispetto al capitolo 7, in cui l'abbiamo vista combattere contro Kodinya); da bloccata, il suo livello cala sui 20.000 in modo “forzato”.
        Jiaozi: 12.000. Dodonpa = 15.000. Jiaozi, insieme a Tenshinhan, si è allenato sul pianeta di re Kaioh per due turni di ricarica delle Sfere namecciane, ossia per circa 8-9 mesi, ossia più del doppio del tempo che Goku ha trascorso su quel pianeta. Inoltre re Kaioh aveva spiegato a Goku che allenarsi con la gravità forza 10 era come allenarsi sulla Terra per migliaia di anni; quindi secondo me si può giustificare così il grosso salto in avanti fatto da Jiaozi rispetto allo scontro con Nappa. (Considerate che io non tengo conto delle puntate dell'anime in cui la squadra Ginew va sul pianeta di re Kaioh) Ciò che è stato provvidenziale per Jiaozi è stata la sua potenziata telecinesi che, come precisato nel capitolo, può intrappolare nemici a lui molto superiori (entro certi limiti, è logico), e la cui efficacia non ha strettamente a che vedere con la sua capacità combattiva. Rimane il fatto che, quando ci si muove su queste grandezze, una differenza di alcune migliaia di punti comporta che il più debole non ha speranze contro il più forte – vedi Vegeta contro Kyui prima, e Dodoria poi.

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        • Buon capitolo, considerazioni sparse:

          - mi piace molto Cooler, di gran lunga più composto e regale dei familiari, compiaciuto quanto basta di sè stesso e dei suoi termini forbiti; proprio per questo è decisamente più inquietante/disturbante degli altri, inoltre mette più soggezione per lo stile con cui si presenta (e per il nome che porta) piuttosto che per le tendenze omicide o gli scatti di rabbia con power up dell'aura

          - Jaozi finalmente non umiliato, sdoganato uno dei clichè classici di DB! (ma voglio vedere che farai con Yamcha e Crilin )
          Ho apprezzato la scelta di lasciare la sua forza contenuta.

          - Interessante l'idea del torneo, hype per l'arrivo di Piccolo e Vegeta
          sigpic

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          • Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
            Buon capitolo, considerazioni sparse:

            - mi piace molto Cooler, di gran lunga più composto e regale dei familiari, compiaciuto quanto basta di sè stesso e dei suoi termini forbiti; proprio per questo è decisamente più inquietante/disturbante degli altri, inoltre mette più soggezione per lo stile con cui si presenta (e per il nome che porta) piuttosto che per le tendenze omicide o gli scatti di rabbia con power up dell'aura
            In effetti uno dei miei intenti era quello di creare un Cooler diverso da quello del film, dove mi sembrava che fosse una pallida copia del suo ben più glorioso fratello.


            Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
            - Jaozi finalmente non umiliato, sdoganato uno dei clichè classici di DB! (ma voglio vedere che farai con Yamcha e Crilin )
            Ho apprezzato la scelta di lasciare la sua forza contenuta.
            Beh la forza di Jiaozi è frutto di una scelta abbastanza ragionata... non c'era motivo per passare a livelli "over 100 thousand" dopo che uno come Jiaozi si è allenato presso Re Kaioh per quel determinato lasso di tempo.
            Comunque un altro degli intenti era quello (già mostrato nei capitoli precedenti) di dare spazio un po' a tutto il gruppo. Del resto, ora che Goku non c'è più, lo spazio disponibile automaticamente si allarga. Quindi, anticipo solo che un po' tutti avranno il loro ruolo.

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            • Finalmente Gohan! Vediamo come evolveranno le cose nel prossimo capitolo...

              Cap. 26: Onora il padre.

              I quattro terrestri assistettero con gioia all'atterraggio del bambino. Rispetto a quasi due anni prima, ultima occasione in cui si erano ritrovati tutti insieme, il figlio di Goku aveva guadagnato alcuni centimetri di altezza: dunque stava seguendo i ritmi di crescita di un piccolo umano, malgrado il sangue Saiyan che aveva rallentato lo sviluppo di suo padre. Piccolo non mancava mai di regalargli abiti adatti alle sue esigenze, come la tuta color prugna che indossava in quel momento, completata da una cinta di tessuto bordeaux all'altezza della vita e da una sciarpa in leggero panno bianco avvolta attorno al collo, e le solite scarpe marroni. Non aveva mai smesso di allenarsi, su suggerimento del defunto genitore: i suoi sforzi erano un omaggio al povero papà, mentre quegli indumenti onoravano il suo maestro namecciano. Aveva cambiato taglio di capelli, scegliendo una capigliatura meno ingombrante che non gli desse fastidio quando trascorreva lunghe ore sui libri: via i capelli lunghi dalla nuca, aveva scelto di tenere alcuni ciuffi lunghi che si innalzavano folti sulla fronte. Data l'eccezionalità della situazione, nessuno dei presenti fece attenzione ad un curioso particolare: al piccolo Saiyan era ricresciuta la coda, che adesso ondeggiava vivacemente all'altezza del fondoschiena. «Gohan! Quanto tempo! Come sei cresciuto!» esclamò Jiaozi.
              «Beh, effetti è da un bel po' che non ci vediamo... specialmente con voi due!» disse, riferendosi a Tenshinhan e Jiaozi, con un lieve tono di rimprovero, accompagnato da un tenero sorriso fanciullesco. «È da “quel” giorno che non vi fate vedere, e non so nemmeno dove venirvi a cercare... Potreste farvi vivi, ogni tanto!»
              «Ma cosa ci fai qua?» domandò Crilin.
              «Quello che ci fate tutti voi, immagino! Io ho seguito delle percezioni che ho avvertito mentre studiavo... e quindi ho tagliato la corda senza farmi scoprire dalla mamma!» Da quando suo padre non c'era più, Gohan era diventato leggermente più scavezzacollo, dibattuto tra il perenne sogno di diventare un importante studioso e l'esigenza fisiologica di non lasciarsi fagocitare dalle attenzioni della madre. Non era stato Piccolo ad inculcargli quel desiderio d'autonomia: paradossalmente, se Goku fosse vissuto, suo figlio probabilmente non avrebbe sentito il bisogno istintivo di rilassarsi in libertà anche fuori da casa sua.
              «Sei sempre il solito!» lo punzecchiò Crilin. «Ti resta solo da sperare che tua madre se ne accorga il più tardi possibile, o magari non se ne accorga per niente... anche se la vedo dura.»
              «Specialmente perché mi pare che più passa il tempo e più questa vicenda si complichi.» aggiunse Tenshinhan, in tono serioso.
              «Dai, allegria!» esclamò Yamcha cercando di risollevare gli animi. «Adesso che c'è anche Gohan, le nostre probabilità di successo sono aumentate. L'ideale sarebbe che sbucasse anche Piccolo...»
              «Ma perché? Mi spiegate che cosa sta succedendo?» domandò Gohan. Ancora una volta, Crilin riepilogò le vicende avvenute a partire dalla mattinata, compresi gli ultimi sviluppi: il duello di Jiaozi e l'imminente intervento dei combattenti d'élite di Cooler.
              Mentre discutevano così, Cooler, seduto sul suo trono levitante e attorniato dalle due guerriere che fungevano da guardie del corpo del sovrano in attesa dell'arrivo della squadra speciale, osservava il bambino appena sopraggiunto. Nella sua mente riflessiva si facevano strada delle congetture: era il più meditativo della sua famiglia, e forse proprio questa sua natura aveva contribuito a far sì che Re Cold propendesse più spesso per Freezer, più impulsivo. “Quel ragazzino sa volare, e il rilevatore segnalava un livello combattivo insolitamente alto... come mai?” Squadrandolo da capo a piedi, si soffermò su un dettaglio decisivo: “Ha la coda... gli esseri umani hanno una coda? I quattro adulti non ce l'hanno...” Chiese alle due donne al suo servizio se avessero notato che gli abitanti della città da loro visitata avevano quel tipo di coda, e ne ricevette risposta negativa. “Dov'è che ho visto quel tipo di coda... non nei miei territori, me lo ricorderei. Freezer... già! Ricordo: è una coda da Saiyan! Che sia un cucciolo di Saiyan?” Preso dal desiderio di saperne di più, il Re emise un colpetto forzato di tosse, per attrarre l'attenzione dell'ormai quintetto su di sé. «Io sarei sempre qui.» fece notare con il suo tipico atteggiamento altezzoso. «E sappiate che non ho interrotto i vostri convenevoli solo perché adoro cerimonie e formalità. Ora però bando alle ciance: dimmi, come ti chiami, ragazzino? Presentati come si conviene.»
              «Io?» disse Gohan, muovendo qualche passo avanti e indicando sé stesso con il pollice verso il proprio petto. «Mi chiamo Son Gohan, e sono il figlio di quel Son Goku che stai cercando tanto.»
              «Allora i miei sospetti erano fondati! Immaginavo ci fosse un legame di sangue tra te e il Super Saiyan!» esclamò trionfante Cooler, riscosso dal suo tipico atteggiamento snob con cui squadrava la plebaglia dall'alto verso il basso. «E ora dimmi... dov'è il tuo paparino?»
              «Possibile che tu non ci creda? Papà è morto e non c'è modo di farlo tornare in vita... mettiti il cuore in pace.» disse Gohan con rassegnazione, abbassando lo sguardo per l'amarezza che il ricordo del genitore scomparso troppo presto gli suscitava.
              «Abbassa i toni, piccolo Saiyan.» ribatté nervoso l'alieno. «Tu non sai con chi hai a che fare...»
              «Purtroppo lo so... sei il fratello di Freezer.»
              «Non pensavo che su questo pianeta mio fratello fosse una celebrità... o forse, più probabilmente, per qualche strana coincidenza le persone qui riunite hanno avuto a che fare con mio fratello. Ad ogni modo il vostro passato non mi interessa...» Si innalzò un momento di silenzio, durante il quale, mano sul mento, Cooler rifletté sul da farsi: non riusciva a credere che Goku fosse morto, in quanto gli sembrava più plausibile che quella torma di amici e il figlioletto volessero proteggere il nascondiglio dove stava il suo vero bersaglio, il quale a sua volta sarebbe saltato fuori solo in caso di emergenza. Pensava che, per motivi ignoti, gli stessero mentendo più che spudoratamente. Ma lui non aveva intenzione di cadere nel tranello, di commettere ulteriori leggerezze lasciando in vita altri Saiyan: suo fratello aveva agito da sprovveduto e si era scavato la tomba con le sue stesse mani, come il povero imbecille che era. Bisognava motivare diversamente quegli imbroglioni.
              «Ho preso la mia nuova decisione.» annunciò ancora una volta a voce alta e chiara. «Da adesso stabilisco che, per voi quattro terrestri, la posta in gioco del nostro amichevole torneo sarà la salvezza e la libertà del vostro pianeta, poiché non mi interessa più sapere da voi dove si trova Son Goku. Poiché è una mia decisione, totalmente autonoma, non mi occorre il vostro consenso. Per quanto riguarda te, Son Gohan... ce l'ho io l'abbinamento giusto. Ho trovato per te un avversario perfetto...»
              Le parole pronunciate dall'alieno risvegliarono qualcosa di indomito in Crilin, che da Namecc in poi aveva subito più di tutti i presenti le malefatte di quella dinastia di tiranni: ogni loro gesto e ogni loro parola era un coltello che rigirava nella piaga di paure ed orrori subiti. Possibile che dovessero ancora piegare il capo davanti a quell'ultimo esponente di quella malvagia genia? Chi era Cooler, con che diritto imponeva loro i suoi capricciosi decreti? Con un moto spontaneo di coraggio, Crilin azzardò: «E-e se noi ci rifiutassimo di fare come hai detto?»
              «Un vostro rifiuto significherebbe direttamente la distruzione del vostro pianeta.» In altri termini: se avessero ubbidito, avrebbero avuto la speranza di gustare un uovo domani... altrimenti, quel giorno stesso non ci sarebbero stati più né la gallina, né l'oggi, disintegrati dalla truce volontà dell'invasore.
              La fantasia di Crilin, al solo pensiero, generò una visione in cui Cooler passava in rassegna i suoi soldati, decine di centinaia di mostri orribili con zanne, spine e corna che uscivano da tutti i lati della truppa: «Noi non siamo venuti qui... per lottare! Noi non siamo venuti qui... per conquistare! Ma siamo venuti qui... per devastare! Tre parole d'ordine: la distruzione, la desertificazione, la desolazione più totale!» E a un suo cenno, i mostri delle truppe di Cooler sarebbero stati pronti a scatenare l'inferno su quel pianeta, polverizzandone la vegetazione rigogliosa e rivoltando le rocce e la crosta terrestre letteralmente a mani nude, per non parlare di come avrebbero ridotto ogni forma di vita animale ed umana in semplice poltiglia sanguinolenta ed inanimata... «Dovremo lottare, e lotteremo finché le forze ce lo consentiranno.» concluse Crilin in uno scatto d'orgoglio guerriero. Yamcha che, non avendo partecipato alla lotta per la sopravvivenza su Namecc era più pavido rispetto all'amico e collega, si limitò a dire: «Non mi pare che avessimo molta scelta, comunque...»
              Detto ciò, con un cenno invitò Kodinya ad avvicinare l'orecchio per rivolgerle un comando a bassa voce; l'alta guerriera, alla fine dell'ordine, esclamò: «Ma è un’idea brillante, Maestà! Complimenti!» ed entrò nell'astronave, pronta ed ubbidiente.
              «La mia soldatessa è andata a chiamare il tuo avversario... ti senti fremere, vero, cucciolo di Saiyan?»
              «Non posso sentirmi fremere, se non so che tipo è colui con cui ho a che fare...» osservò con candore Gohan, prendendo in contropiede il Re che si aspettava una reazione più eccitata da un Saiyan in procinto di lottare.
              «Effettivamente hai ragione. Sappi che appena lo vedrai, le ossa ti tremeranno senza controllo.» lo informò, pregustando con un compiaciuto sorriso sarcastico la paura che Gohan avrebbe dovuto provare davanti al terribile nemico che lo avrebbe sistemato definitivamente: “... specialmente perché lo preparerò a dovere ad infliggerti una tortura più terribile della morte stessa, mio piccolo ultimo Saiyan.”

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              • Mentre anche noi aspettiamo che la terribile squadra Sauzer approdi sul pianeta Terra e che il futuro avversario di Gohan si faccia finalmente vedere, torniamo un po' indietro, nella Città dell'Ovest, laddove le vicende di quella mattinata avevano preso le mosse. Poco dopo la visita in palestra di Kodinya e della sua compagna, Soya, nello svolgimento di alcune commissioni mattutine in giro per il centro, aveva pensato di andare a fare un salutino a Cril... ehm, ai suoi due maestri di arti marziali. Con suo grande disappunto, la giovane donna dovette constatare che le sue due scriteriate sorelle avevano marinato la scuola; la rincuorava il fatto che, se non altro, avevano scelto di dedicare la mattinata a qualche attività più edificante dello stare a “cazzeggiare come le due perdigiorno che siete”, come usava rimproverarle. La sorella maggiore, tuttavia, rimase a bocca aperta per l'assenza dei due maestri, poi restò a dir poco sgomenta per il racconto avente come protagoniste le due sconosciute della mattinata, della cui terrificante forza Kaya aveva avuto solo un piccolo assaggino.
                «Sono un po' preoccupata...» disse Soya.
                «Solo un po'?? Questo perché non le hai viste... io so solo che ho un livido tutto nero sulla gamba, e me lo sono fatto cercando di colpire quella piccola peste con la pelle rosa!» spiegò Kaya stizzita.
                Fu allora che, mettendo a frutto gli insegnamenti di Crilin, si concentrò e focalizzò l'aura del suo maestro, anzi le aure di entrambi i maestri, insolitamente intense, ma a grande distanza dalla Città... poi si ridussero. Era il momento in cui i due erano atterrati a Zambookah. «Li ho sentiti! Ma ora non li sento più!» esclamò la giovane.
                «Mannaggia la miseria! Che staranno combinando??» domandò Kaya.
                «Ouh, ma tu non sapresti trovarli?» chiese Ganja.
                «Certo... ma come li raggiungo? A casa non ho trovato la custodia con la capsula mini-jet, stamattina... potrei usare la tecnica di galleggiamento, ma ci metterei una vita ad arrivare...»
                «Per forza non la trovavi la capsula, ce l'abbiamo noi!» esclamò Ganja, estraendola trionfante con un largo sorriso stampato sul viso.
                Soya si irritò e sbottò: «Mortaacci vostri!», intercalare che normalmente era solita usare solo nei rimproveri rivolti alle sorelle, nei casi non infrequenti in cui le facevano perdere la pazienza. «No, dai, ditemi voi se vi sembra normale andarvene in giro con un mini-jet in tasca! Io non so!»
                «Non fare così.» cercò di sdrammatizzare Kaya. «Tanto te non la usi mai! E poi scusa, mica ce la siamo presa per niente, la patente!»
                «Voi dovreste essere a scuola, vi ricordo...»
                «Invece siamo qua e, se permetti, vorremmo andare a vedere se i nostri maestri di arti marziali stanno bene! Puoi farci da navigatrice o puoi lasciarci andare allo sbaraglio, scegli te!» Soya accettò di fare da navigatrice, da un lato per tenere sotto controllo le due scalmanate con il mini-jet, dall'altro per preoccupazione nei confronti della sorte di Cril... ehm, dei due maestri, uffa! Non senza un ultimo rimprovero, però: «Se foste meno impulsive e più riflessive, anche voi due imparereste a percepire le presenze dei vostri maestri...»
                «Uff...» sbuffò Kaya. «... sempre ramanzine...» Le tre sorelle estrassero dalla capsula il piccolo velivolo dalla carrozzeria gialla e si misero in viaggio, seguendo le indicazioni della sorella maggiore.
                Parallelamente, una scena analoga si svolse nella Nuova Scuola della Gru. Ramen, incaricato di supervisionare la disciplina di quella piccola truppa in tuta verde scuro da allenamento, si atteggiava a piccolo e rigoroso sergente istruttore. Con le braccia dietro la schiena e le mani intrecciate sul fondoschiena, gironzolava per la palestra tra gli allievi e li esaminava mentre si allenavano, con contegno da vero esperto e una punta di pignoleria. Ivanovich, per il puro gusto di stuzzicarlo, gli disse: «Ma guardalo come si pavoneggia!»
                «Tutta invidia: parli così perché sai che il maestro Tenshinhan di me si fida...» rispose con fare sostenuto e con l'insinuazione tacita che, invece, di Ivanovich il maestro non si fidava.
                «Se ti credi tanto forte, perché ti hanno lasciato qua invece di portarti con loro?»
                «Perché qualcuno in grado di tenere a bada un cretino come te doveva pur restare!» Fra i due compagni/rivali, questi scambi di carinerie erano all’ordine del giorno. Fu a quel punto che percepirono l'aura di Jiaozi e la sua Dodonpa.
                «Ma questo non è il signor Jiaozi??» domandò stupito Ivanovich.
                «Sì... ha un'aura grandissima! Non l'avevo mai sentito spingersi così in là! Ma allora sta combattendo seriamente!»
                «Potrebbero aver bisogno di noi?? Che ne dici?» chiese con preoccupazione il biondo.
                «No... non credo che le nostre forze possano essere d'aiuto...» rispose prudente Ramen, più realistico del compagno.
                «O forse dici questo perché sei un cagasotto!» disse con l'intento di ripagare l'insinuazione di poco prima e fargli perdere la faccia davanti ai compagni della palestra.
                «No... lo dico prima di tutto perché sia io che te siamo molto più deboli, e questo è un dato di fatto. E poi il mio compito è di stare qua e mantenere l'ordine!»
                «E tu ubbidisci sempre a testa bassa come un bravo somaro, vero? Pure se i tuoi maestri dovessero essere in pericolo! Senti, fai come vuoi... io ci vado... più o meno ho capito in che direzione devo muovermi: non è troppo lontano da qui, in linea d'aria!» disse, e schizzò fuori dalla palestra a tutta velocità per poi tuffarsi nell'azzurro.
                «Ma... fermo!» obiettò il rosso, senza che quello, nella sua frettolosa fuga, potesse sentirlo. «Non posso lasciarlo andare così... devo rispondere pure di lui!» cercava di giustificare così quell'insopprimibile bisogno d'avventura che lo spingeva a lanciarsi al seguito del rivale. Si voltò verso i condiscepoli e li avvisò con fare serissimo: «Devo andare a recuperare quell'idiota, quindi cercate di stare buoni e calmi e di non fare casini! Se voi combinate qualche guaio, sarò io a pagarne le spese... e se i maestri me ne faranno pagare le spese, io mi rifarò su di voi, uno per uno! Voi sapete che ne sono capace!» E partì all'avventura, all'inseguimento dell'amico/nemico.
                Che stranezze: due scuole di arti marziali per lungo tempo rivali, accomunate da un intenso legame affettivo tra maestri ed allievi e dall'incoscienza dei secondi nel dare man forte ai primi. Incoscienza, sì: non avevano la benché minima idea del guaio a cui andavano incontro.

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                • Nell'Aldilà, Re Kaioh terminò di fare il resoconto di quanto stava accadendo sulla Terra: Goku premeva per essere informato. All'udire gli ultimi sviluppi, Goku si sentì in colpa: la Terra rischiava la distruzione, e stavolta la colpa era tutta e solo sua. I sensi di colpa fecero sorgere in lui il proposito di spontaneo di dare un contributo, almeno uno, per quanto risibile, alla salvezza della Terra. «Mi faccia parlare con Cooler! Per favore!»
                  «Ma Goku... che hai in mente? Che vuoi dirgli?»
                  «Lo persuaderò ad andarsene! Mi metta in comunicazione con lui, la prego!» scalpitava il Saiyan, tanto che il dio non poté far altro che acconsentire a fare da intermediario tra i due mondi.
                  «Cooler! Mi sentì? Sono Goku, il Super Saiyan che desideri così tanto incontrare!»
                  Cooler si guardò attorno stranito: «Ma che diav...?? Dove sei, Son Goku?»
                  «Ti sto parlando nella mente dall'Aldilà... ormai sono un defunto, come i miei amici hanno cercato di farti capire. Spero che adesso te ne renda conto!»
                  Re Kaioh fece in modo che tutti i presenti in quel luogo potessero ascoltare: infatti la reazione degli amici fu parecchio allegra, e Gohan era quasi commosso di risentire quella voce. Cooler, vedendo quelle espressioni inequivocabili, si rese conto della realtà dei fatti: «Ma allora è vero... del resto se quel Saiyan potesse avere la possibilità di confrontarsi con un nemico degno di questo nome, non esiterebbe più di tanto, ma soprattutto non metterebbe in piedi questa sceneggiata.»
                  «Il tuo obiettivo e il tuo avversario sono io, e in questo momento non c'è nessuno sulla Terra che possa anche solo pensare di eguagliarti. Sei tu il più forte dell'universo... contento?» Goku non mentiva: non sapeva ancora che Vegeta era diventato un Super Saiyan. «Per questo ti chiedo solo di lasciare in pace il mio pianeta e i miei amici, e di tornartene a casa. Se farai così, quando sarai nell'Aldilà creerò le condizioni perché avvenga il nostro incontro; in caso contrario, quando morirai ti reincarnerai subito e non ti sarà mai possibile incontrarmi. A te la scelta...»
                  «A me non interessa quanto tu sia forte... mi interessa solo sterminare la radice del male, ossia voi Saiyan. A quanto pare, tu sei morto... ma tuo figlio è ancora vivo. Conquistare la Terra è una missione facile, ma vedi... sarebbe un capriccio di ordine puramente materiale. Io, però, vivo anche di bisogni morali e spirituali... il bisogno di vedere che nella galassia non esiste nessuno forte quanto me, e non esisterà mai. Per queste ragioni, urge eliminare ogni singolo esemplare dei Saiyan, l'unica razza che può ragionevolmente mettere in crisi il mio primato. Vediamo se tuo figlio sarà in grado di... onorare il padre» asserì, accentuando la vena di sarcasmo in queste sue ultime parole «...o se soccomberà.»
                  «Ma... non avrà speranze con te!»
                  «Sembra tu sia in grado di immaginare il mio livello, anche se non ci siamo mai visti; tuttavia non temere, non se la vedrà con me. Stai a vedere, visto che a quanto pare anche da morto non la smetti di impicciarti di vicende che non ti riguardano più...»
                  «Sei proprio un testardo e un vigliacco!» lo insultò Goku, il cui senso di giustizia ribolliva dal desiderio di ridurre in polvere quel mostro.
                  «Non mi sembra che tu sia nella migliore delle posizioni per permetterti di insultarmi... continua così e il tuo bel pianeta verrà punito in tua vece per la tua insolenza. Quindi prima che la situazione degeneri... passo e chiudo, Super Saiyan.» ribatté calmo Cooler, senza scomporsi affatto.
                  Re Kaioh chiuse le comunicazioni onde evitare che Goku continuasse a ribattere e ad indispettire il Re, il che sarebbe stato superfluo, quando non dannoso. Il Saiyan, preso dalla furia, avrebbe spaccato il pianeta di re Kaioh con un solo pugno, se quel gesto non fosse stato del tutto inutile... quindi si rassegnò ad aspettare e sperare in un miracolo.
                  I quattro terrestri, insieme al mezzo Saiyan, stavano riuniti in silenzio presso una roccia su cui Yamcha aveva poggiato il fondoschiena. Crilin espresse il suo giudizio carico di tensione su quell'assurda situazione: «Non so cosa pensare. Sembra tutto troppo strano... tutto troppo semplice. Possiamo salvare la Terra con un torneo? Da come si comporta, non sembrerebbe nemmeno il fratello di Freezer... avreste dovuto vedere su Namecc come si divertiva quel pazzo sadico ad ordinare la strage degli innocenti in giro per i villaggi... questo sembra qui solo per parlamentare e metterci alla prova...»
                  «Forse è perché il suo vero interesse era confrontarsi con Goku...» ipotizzò Yamcha.
                  «Aspettate a giudicarlo... Siamo solo agli inizi, non sappiamo nemmeno che tipi siano questi suoi cosiddetti combattenti d'élite.» ammonì saggiamente Tenshinhan, cui stava accanto un Jiaozi preoccupato. I quattro amici discorrevano in questi termini quando finalmente Kodinya uscì nuovamente dall'astronave, e al suo seguito fece la sua apparizione la nuova figura, che si andò a collocare accanto al trono levitante di Cooler. Era un bambino alieno: altri non era se non il membro più giovane della famiglia reale. Nonostante la bassa statura, aveva una corporatura solida, molto particolare, che si intuiva sotto la battle suit blu notte con due spalline dorate, indice della sua appartenenza alla dinastia regnante. L'abbigliamento era completato semplicemente da un paio di slip neri che coprivano la regione inguinale. La sua testa, fanciullescamente sproporzionata rispetto al resto del corpo, era sormontata da un casco osseo con una vistosa placca fulvo-rossiccia. I lati del suo viso erano percorsi da due striature rosee scure, lo stesso colore di braccia e cosce e della sua coda da rettile. Stinchi e avambracci erano ricoperti da uno strato d'avorio, mentre le manine e i piedini nudi dalle tre dita erano bianche. Al centro del suo viso furbetto dagli occhietti rossi si notava un nasino talmente schiacciato che di esso era possibile distinguere solo le due narici; dal cranio non sporgevano ancora le tipiche corna che lateralmente corredavano la testa dei maschi adulti della sua razza, in quanto queste sarebbero cresciute solo con la pubertà. Aveva una caratteristica, una sua particolarità individuale, che lo differenziava dagli altri maschi della sua famiglia: sulla sommità del capo la placca marrone-rossiccia si sollevava a formare una piccola punta, che faceva somigliare la sua testa ad una castagna. «Signori miei» lo introdusse Cooler. «Vi presento mio nipote Kreezer, il primo ed unico figlio del defunto Freezer.»

                  ********************
                  L'ANGOLO DELL'AUTORE
                  Colpo di scena! Ammettetelo: non vi aspettavate che avrei inserito pure Kreezer in questa storia... per chi non lo conoscesse, è un personaggio originale creato da Toriyama non per Dragon Ball ma per un altro manga intitolato NekoMajin Z: una miniserie a contenuto comico-demenziale nella quale compaiono vari riferimenti all'opera principale del maestro. Già il suo nome è a sfondo comico: è un gioco di parole tra Freezer e “kuri” ( = “castagna” in giapponese). Io l'ho preso da quel manga e l'ho inserito in un contesto più tradizionale.
                  Per quanto riguarda il dettaglio della coda, che è servito ad indentificare Gohan come un Saiyan, mi sono basato sul fatto che nel manga la si vede ricrescere solo quando Goku è ancora un bambino, poi più nulla. Su Gohan da Namecc in poi non viene detto niente (a un certo punto Toriyama ha deciso che non gli serviva più la trasformazione in scimmione e se n'è fregato della coda), ma non è scritto da nessuna parte che nei “tempi morti” non gli sia mai ricresciuta.
                  Alcune precisazione su altri nomi di allievi della Gru, alcuni dei quali compaiono anche in questo capitolo: Ramen e Sashimi sono pietanze della cucina orientale; Ivanovich in russo è un patronimico (ossia il nome che indica la discendenza paterna), infatti vuol dire “figlio di Ivan”... mi sembrava che suonasse bene per un ragazzo biondo di una cittadina del nord-est del mondo.

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                  • Scusate l'assenza, ma sono stato molto impegnato per ora (non solo doveri, anche, fortunatamente, piaceri! ).
                    Ho appena finito di leggere il capitolo 25, ti dico solo che non vedo l'ora che arrivi Vegeta! Per gli altri capitoli mi aggiornerò in seguito.

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                    • Quindi Gohan al momento si allena solo per onorare il padre, interessante, da fanboy di future Gohan non vedo l'ora che, più avanti, siano motivazioni ben più forti a muoverlo

                      Cooler sempre convincente, molto bene che non si scomponga e che anzi nella sua lucida follia sembri un essere super partes, quasi un dio al cospetto dei nostri eroi (tanto per rimanere in tema con la recente uscita di BoG )

                      Attendo con ansia Piccolo e Vegeta

                      Per quanto riguarda Kreezer, non lo conoscevo proprio! Averlo sentito nominare quì mi ha portato a leggermi tutto nekomajin, che è molto divertente, quindi grazie
                      Non ho idea di quanto sia forte, la mia impressione è che Gohan non sia all'altezza almeno in quanto a puro ki, poi le sorprese possono sempre essere in agguato.

                      Ah, non importa quanto tu possa descrivere Ivanovich, nella mia mente ha già assunto l'aspetto dell'omonimo giocatore del Chelsea xD
                      Last edited by Ssj 3; 18 September 2013, 23:15.
                      sigpic

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                      • Ahah non conoscevo questo Ivanovic calcistico, dato che non seguo il calcio.
                        In realtà l'idea di chiamarlo così mi è venuta perchè all'epoca leggevo il romanzo (o ero reduce da esso) "Le anime morte" di Gogol, il cui protagonista si chiama Pavel Ivanovic Cicikov... (ovviamente, di nazionalità russa). Siccome mi sembrava che calzasse per un ragazzino proveniente dalle zone del nord del mondo di Dragon Ball...

                        Mi fa piacere che tu abbia scoperto il mitico Nekomajin. Un fumetto talmente demenziale che mi trovavo a ridere da solo come uno scemo.

                        Siete entrambi in attesa di Vegeta! Vedremo quando arriverà. Presto il prossimo capitolo!

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                        • Eccoci qua con un nuovo capitolo, il n. 27!

                          Cap. 27: Le colpe dei genitori ricadono sui figli.

                          È superfluo descrivere lo stupore dei difensori della Terra all'idea che esistesse ancora un altro esponente di quella famigerata dinastia. Indifferente a questo sentimento collettivo, Cooler si alzò in piedi ed introdusse loro il nipotino che, standogli accanto, si lasciava accarezzare la testa. «Kreezer, saluta i terrestri.»
                          «Buongiorno, plebei!» li salutò il piccolo alieno con un sorriso presuntuoso ed una leggera riverenza. «Che succede, zio? Ti avevo promesso che avrei spento il videogioco e sarei sceso a vedere questo pianeta, quando concludevo il livello... avevo quasi finito!» Kreezer si mostrava docile e ubbidiente davanti allo zio, suo unico parente di rilievo, l'unico essere dal quale aveva molto da temere.
                          «Perché ci hai messo tanto a farti vedere?»
                          «Perché ero ancora in pigiama! Quando ho saputo che dovevo presentarmi in pubblico, mi sono dovuto lavare i denti, perché non si dica che sono un maleducato! Poi mi sono fatto una doccia veloce perché tanto il bagno lo avevo già fatto ieri sera... Poi, siccome c'era una macchia sulla battle suit, ho dovuto lucidarla in fretta e furia...» raccontò la piccola creatura enumerando sulle dita le attività svolte in quel lasso di tempo. «E comunque stavo giocando al mio videogioco... hai presente quello di cui ti parlavo l'altro giorno? Quello in cui...»
                          «Non mi interessa il videogioco!» esclamò Cooler, per poi proseguire il discorso con gli umani. «Dal momento che attualmente non ho discendenti diretti, il primo in linea di successione è proprio Kreezer. Da quando mio fratello è passato a miglior vita, mi occupo personalmente della sua maturazione fisico-psichica e morale. Inoltre, sappiate che odia a morte il Saiyan che lo ha reso orfano. »
                          «Orfano? E sua madre?» chiese spontaneamente Gohan, il quale era candidamente costernato all'idea che un bambino innocente fosse rimasto orfano a causa di una guerra che non lo riguardava: Gohan stesso era orfano di padre, ma fortunatamente aveva ancora una madre!
                          «Madre? Nella nostra razza evoluta non esistono due sessi... la nostra famiglia non può estinguersi per una causa sciocca come l'assenza di partner del sesso opposto per l'accoppiamento! Come vedete, madre natura ha creato la nostra razza come il vertice dell'universo sotto tutti i punti di vista, attribuendoci l'unico sesso che merita di dominare: quello maschile.» spiegò borioso il monarca: quando c'era da mostrarsi superbi e pieni di sé, era sempre prodigo di discorsi e spiegazioni. Da quando era diventato re, poi, sembrava ancora più orgoglioso che mai. Kodinya, alle spalle del re, cercava di occultare quanto “quei cazzo di discorsi” sul sesso debole e il sesso forte la mandassero in bestia. Gohan, forte della sua preparazione scientifica e appassionato delle meraviglie della natura, pensò invece: “Da un punto di vista zoologico forse sarebbe più corretto considerarli asessuati o ermafroditi, ma se ci tiene tanto ad essere considerato come un maschio... meglio evitare scaramucce inutili...” Del resto, il loro aspetto era complessivamente mascolino.
                          Con Kreezer che gli ciondolava accanto muovendo il sedere e la codina, Cooler continuò: «Naturalmente, essendo solo un bambino non è ancora ai miei livelli di potenza, ma – altrettanto naturalmente - promette bene... non per nulla fa parte della mia famiglia. È chiaro che, in qualità di mio attualmente unico erede, sta ricevendo la formazione degna di un principe reale, ed è per questo che voglio che viaggi al mio seguito.»
                          «Però, zio, devi anche spiegare a questi plebei che finora non ho mai combattuto seriamente con nessuno perché, a parte te che sei sempre impegnato, non esiste nessuno nello spazio in grado di crearmi problemi, nemmeno il signor Sauzer.»
                          «Oh, povero pargolo!» lo compatì con aria ironicamente paternalistica dandogli una pacca sulla placca fulva della testa. «Infatti sai perché ti ho chiamato? Perché oggi è il giorno in cui ti potrai scatenare. Vedi quel piccoletto con il vestito scuro? Non noti niente di strano?» chiese, additando Gohan.
                          «È un bambino ed ha un brutto muso... ma questo non lo differenzia molto dagli altri, che hanno anche loro dei brutti musi.» Senza bisogno di telepatia e poteri speciali, il quintetto pensò in sincronia “Senti chi parla”.
                          «Vai a dargli un'occhiata, pargolo... ma non fare del male a nessuno di loro: ne abbiamo bisogno interi.» si raccomandò lo zio.
                          Kreezer si avvicinò ai cinque difensori della Terra, incuriosito dal contatto con una nuova razza di abitanti dello spazio. Li studiò superficialmente, ma non constatò nulla di particolarmente speciale rispetto ad altre razze umanoidi della galassia: «Mica tanto speciali, 'sti terrestri...» Al massimo solo Jiaozi lo incuriosì, al punto che gli riuscì spontaneo bussargli sulla testa producendo un sonoro toc toc. Crilin sospirò, con lo sguardo rivoltò verso l'alto, insofferente verso quello sguardo scrutatore: «Mi chiedo se ci sbarazzeremo mai di questa famiglia...»
                          «In realtà, per colpa del Super Saiyan, io e mio zio siamo gli ultimi esponenti della famiglia: quindi se moriremo noi, i vostri problemi saranno risolti! Ma questo non succederà... perché noi vi spaccheremo il culo! Ahahah!»
                          «“Spaccheremo il culo”?» ripeté Yamcha. «Sei proprio un marmocchio, dopotutto»
                          «E tu sei proprio uno scemo! Bleah!» replicò Kreezer, concludendo l'insulto con una linguaccia.
                          Cooler troncò la diatriba col suo solito savoir faire: «Via, nipote: sii educato e lascia che siano solo questi plebei a ricorrere al turpiloquio.»
                          Poi, soffermatosi su Gohan, come gli era stato richiesto dallo zio, il ragazzino alieno sobbalzò dalla meraviglia quando vide quella coda scimmiesca che ondeggiava sul posteriore del meticcio. «Ma questa coda da scimmia... non sarai mica un Saiyan?? La sporca razza di cui mi parlava sempre il mio papà, quella che gli è costata la vita!»
                          «Sono un Saiyan...» ammise Gohan, risentito per i pregiudizi di cui era divenuto oggetto per la sua semplice appartenenza biologica. «... anzi sono Saiyan solo per metà, perché mia mamma è una donna umana.»
                          «Quindi sei un mezzosangue, un bastardo! Non so se sia meglio o peggio! Ad ogni modo non importa... è la parte Saiyan del tuo sangue che è lercia e lurida!» gli gridò in faccia il piccolo alieno, fino a poco prima docile e calmo (benché presuntuoso), digrignando i denti e incurvando la schiena. È stupefacente l'influenza sui bambini di un'educazione genitoriale ottusa e razzista, specialmente unita ad un'indole ereditariamente aggressiva. Bisogna specificare che Freezer non aveva mai rivelato al figlio che odiava i Saiyan perché li temeva: era bene che questa sua debolezza non venisse mai alla luce.
                          «Kreezer, torna qui e non scatenarti, per adesso.» Il nipote tornò a malincuore a fianco dello zio. «Vedete, è naturale che il bambino odi i Saiyan, dopo i problemi che hanno creato a suo padre...» Ovviamente tutti i presenti avrebbero potuto prendere le difese dei Saiyan contro Freezer, sostenendo che il tiranno li aveva sempre sfruttati per poi sterminarli spietatamente a tradimento; che, tutto sommato, i Saiyan avevano il diritto a prendersi una rivincita... ma, fra i presenti, tutti odiavano “quel” modo di essere Saiyan, ossia il metodo di Radish e di Vegeta, anche perché la vendetta della razza era stata compiuta dall'unico Saiyan buono della storia, educato, guarda caso, secondo un'etica terrestre. Alla fin della fiera, tutti coloro che avevano perpetrato il male avevano pagato il conto. Ad ogni modo non fu necessario assumere un avvocato del diavolo, anzi dello scimmione, perché Cooler continuò: «Ma torniamo a noi. Nipote, oggi ti affiderò una missione. Vedi il mezzo Saiyan? É il figlio del Super Saiyan Son Goku: non a caso si chiama Son Gohan... colui che ha ucciso il tuo papà...» Kreezer, che fino ad allora aveva trattenuto la rabbia, cominciò a rabbuiarsi ed alterarsi.
                          «A proposito, zio» sibilò il bambino nervoso. «Dov'è quel maledetto farabutto dell'assassino di mio padre? Avevo promesso di sputargli in faccia, prima che tu lo finissi.»
                          «Purtroppo pare che sia deceduto per una malattia cardiaca.» lo informò lo zio; vedendo la delusione che affiorava sul volto del piccolo, aggiunse: «Cionondimeno ritengo che questo Son Gohan abbia messo direttamente i bastoni fra le ruote al tuo papà, su Namecc... perché poco fa mi ha dimostrato di conoscerlo personalmente. Sai cosa renderebbe orgoglioso Freezer?»

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                          • «Sì che lo so! Sarebbe orgoglioso di me se lo vendicassi! Fidati di me, prima lo pesterò in mille modi e maniere, poi lo distruggerò con le mie manine!» annunciò Kreezer, mostrando chiaramente quella vena di sadismo congenita nella sua famiglia. Era straordinario come quell'alieno, nonostante l'età infantile, parlasse con disinvoltura di concetti quali “morte”, “uccidere”, “assassino”.
                            «Bravo... sei intelligente, nipotino mio... potrei ucciderlo io stesso, però credo che proveresti maggiore felicità ad eseguire quest'incombenza da solo.» Nei confronti della psiche del piccolo, Cooler si stava comportando da manipolatore, desideroso di vederlo accanirsi contro il mezzo Saiyan: anche quel combattimento tra ragazzini per lui aveva una valenza altamente simbolica, dunque bramava di vedere il proprio nipote primeggiare anche in quell'occasione. Per tale ragione si rivolse agli altri quattro membri del gruppo con il solito tono di voce chiaro da delibera regia: «Guerrieri terrestri, questa è una questione personale tra noi e i Saiyan. Lasciate che io estirpi definitivamente la malerba Saiyan: personalmente non ho nulla contro la vostra razza, a differenza dei Saiyan e del mio stesso padre, peraltro. Nella probabile eventualità che siate sconfitti dai miei uomini, se vi comportate bene e non vi ribellate, ma soprattutto se voi quattro riuscirete a sopravvivere, potrete fare carriera nel mio esercito, visto il vostro elevato livello combattivo. Non dovrete temere nemmeno per l'incolumità del vostro popolo: se gli esseri umani diventeranno degli abili e ubbidienti schiavi, avranno salva la loro vita, parola d'onore!» Così parlò il potente sovrano alieno con tono imperiosamente benevolo, senza un filo di ironia, accompagnando il discorso con un sorriso paternale e concludendo con una frustata della coda sul suolo.
                            Yamcha si avvicinò ai tre amici chiedendo loro a bassa voce, quasi in confidenza: «Ma secondo voi ci prende in giro o è serio?»
                            Tenshinhan mormorò: «C-credo che sia serio... deve essere questa la linea politica del suo impero... la sua famiglia comanda, e tutte le popolazioni sottomesse devono vivere in stato di schiavitù...»

                            Tra i lunghi momenti di attesa silenziosa e i vari dialoghi che si erano svolti, il momento era finalmente giunto: le tre navicelle sferiche monoposto contrassegnate dal simbolo del Capitano Sauzer e dei suoi uomini, guidate dalle indicazioni fornite dai soldati della nave imperiale, attraversarono l'atmosfera sovrastante Zambookah e andarono ad atterrare ad alcuni chilometri dal punto in cui si trovavano riuniti il re e il resto della comitiva. Lo scouter del Re visualizzò sulla sua lente rosa i livelli combattivi dei suoi tre guerrieri, segnalandone l'avvicinamento con dei trilli. «Perfetto. Il capitano Sauzer è qua! Tempismo perfetto.» “Tre coglioni perfetti!” pensò tra sé Kodinya che, com'è noto, li detestava. “E dire che di solito i coglioni girano in coppia...”
                            Entro uno o due minuti, i tre soldati d'élite furono sul posto e, individuato il Re, andarono ad inchinarsi al suo cospetto in segno di sempiterna sottomissione. Cooler riepilogò loro la situazione e identificò i presenti come i loro avversari designati. Solo dopo, in osservanza dell'etichetta, il capitano Sauzer provvide a salutare i presenti: il galateo spaziale insegnava che è buona norma presentarsi alle proprie future vittime. «Bonjour a tout le monde.» salutò Sauzer con un altezzoso sorriso aristocratico. «Il mio nome è Sauzer, e sono il leader della celebre Squadra dei combattenti d'élite del capitano Sauzer...». Era un extraterrestre dalla carnagione azzurra, dagli occhi color ghiaccio e dall'elaborata acconciatura biondo platino con un ciuffo che gli ricadeva sulla fronte; era di media altezza e il suo fisico era molto muscoloso ed atletico. Nel suo mondo, doveva essere un personaggio molto affascinante, dal look ricercato. Sopra un'undersuit violetto, indossava la battle suit di un insolito verde chiaro con una sola spallina sul lato sinistro ed il logo della Squadra speciale stampigliato in corrispondenza degli addominali. Portava uno scouter dalle lente verde. Poi fece un cenno ai suoi subalterni: in perfetto sincronismo, i tre puntarono i piedi uniti in avanti, con la schiena dritta come un righello e il braccio alzato in avanti a formare un angolo ottuso con l'articolazione della spalla; poi urlarono a pieni polmoni: «A maggior gloria di Re Cooler!» Dopo aver espletato la doverosa formalità dello slogan, anche gli altri due componenti della Squadra si presentarono.
                            «Io mi chiamo Dore.» disse un possente energumeno dalla mascella quadrata e dalla pelle di un verde intenso che, a braccia conserte, si era collocato alla sinistra del suo capitano. Più alto di Sauzer, indossava uno scouter dalla lente gialla, la battle suit verde chiara della Squadra e un paio di slip viola. Indossava sulla testa un casco bianco con placche dello stesso colore bronzeo della spallina sinistra, sotto il quale fluiva ispida una folta criniera nera che si allungava fino alla curva della schiena all'altezza dell'osso sacro.
                            Il terzo componente della Squadra, postosi a destra di Sauzer, si presentò con un vocione gutturale: «Mio nome Neiz. Guh guh guh...» si presentò, con una risata sinistra e gutturale. In circostanze e in un contesto diversi, sarebbe potuto sembrare un personaggio ridicolo e goffo: ma in quel caso particolare, era bene diffidare delle buffe sembianze. Indossava lo scouter con lente azzurra, e la divisa era simile a quella dei due colleghi: battle suit verde e undersuit violetto a metà coscia. Aveva tuttavia una corporatura notevolmente diversa da quella dei due colleghi. Era una figura bassa e tozza, dalla pelle rosso mattone, panciuta, con due occhioni languidi a palla e due ampie orecchie a punta, e senza naso; braccia e gambe erano corti ma solidi; dal suo sedere sbucava una coda da salamandra.
                            A parte il sincronismo con cui avevano eseguito lo slogan, Crilin e Gohan notarono che i tre non avevano nulla da spartire con la squadra Ginew di Freezer: erano più seri, composti e, in ciò, alquanto agghiaccianti. In effetti le due formazioni riuscivano ad essere entrambe agghiaccianti, ciascuna a modo suo: gli uomini di Ginew non prendevano nulla sul serio, e del resto sapevano di poterselo permettere perché nulla nello spazio avrebbe potuto impensierirli. Nessun nemico era per loro un problema serio: era più serio per loro eseguire al meglio le coreografie e stabilire la posta in gioco per le loro scommesse; le loro missioni erano dei giochi, e questo spirito giocoso nell'affrontare la guerra li rendeva grotteschi, nel complesso. Quelli mettevano paura perché non prendevano nulla sul serio, questi mettevano paura perché, al contrario, avevano la parvenza di voler prendere tutto sul serio, come una questione d'onore, e il loro interesse centrale era mostrarsi come l'invincibile braccio armato del Re.
                            È da notare come nessuno degli extraterrestri avesse interrogato gli umani sulle loro identità, invitandoli a presentarsi: non importava a nessuno di loro, visto che davano per scontato che l'unico ruolo dei terrestri era quello di carne da macello buona solo per compiere una debole e vana resistenza e poi soccombere. Ultimata la presentazione, dunque, il Re decretò: «Ordunque, poiché le formalità sono state espletate a dovere, stabiliamo delle regolette affinché la nostra sia una competizione leale... avrete capito tutti che mi piacciono le cose fatte bene.» Ovviamente il verbo “stabiliamo” andava interpretato come “Io stabilisco e voi vi adeguate”. Il potente alieno invitò con un cenno terrestri ed alieni a disporsi in riga e a prestare attenzione a quanto stava per annunciare; alle sue spalle stavano, ritte sull'attenti, Kapirinha, esclusa dalla sfida perché giudicata debole rispetto al livello dei partecipanti, e Kodinya, ingiustificatamente tenuta fuori, con sua somma delusione. I quattro terrestri lanciarono un'occhiata ai loro avversari, ma soprattutto cercarono di studiarne la forza. Il capitano Sauzer, così come sua Maestà, non emetteva un'aura potente: indubbiamente anche lui, data la posizione di prestigio, doveva essere un combattente abile, quindi non era strano che potesse manipolare la propria aura (come del resto il capitano Ginew, ricordò Crilin); di conseguenza, la sua vera potenza era avvolta nel mistero. Gli altri due emettevano un'energia alta, specialmente Dore, l'energumeno verde. Neiz aveva un'aura potente ma non eccessivamente... a prima vista ai terrestri venne spontaneo pensare che almeno su di lui avrebbero facilmente potuto avere la meglio. Kreezer appariva pericolosamente forte... non ai livelli del defunto padre, perché era ancora piccolo, ma fuori dalla loro portata. Chissà se Gohan avrebbe avuto problemi... Infine c'erano le due ragazze: nessuna delle due emetteva un'energia incredibile, dunque sapevano sopprimere la propria aura; eppure Cooler non le considerava delle guerriere d'élite... come mai? Eppure la piccola aveva mostrato di avere una potenza insolitamente elevata, mentre della spilungona non si sapeva niente: si poteva solo immaginare che fosse molto più forte della sua amica.

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                            • L'atmosfera era tesa, si poteva quasi sentire un continuo rullo di tamburi militari che accompagnavano in sottofondo la solennità del momento. Con voce imperiosa, Cooler iniziò a elencare le regole, passeggiando su e giù davanti alla sua piccola platea con le braccia dietro la schiena. «Oggi diamo il via a quello che di fatto è un survival game, in quanto il principio generale è quello di cui alla regola numero uno: si può essere sconfitti solo per resa o per morte. Infatti non verrà delimitato un ring e non è prevista la sconfitta per fuori campo. Numero due: i combattimenti saranno individuali; uno contro uno, niente battle royal. Numero tre: eccezione alla regola numero due; ossia, trascorsi i primi dieci minuti dall'inizio dell'incontro, avete facoltà di chiamare in aiuto un solo compagno. Numero quattro: chiunque sconfigga l'avversario ha facoltà di decidere della di lui vita o morte. Credo non ci sia altro e spero sia tutto chiaro... »
                              Erano regole pensate e dettate con il proposito di arrecare maggior sofferenza ai terrestri, in coerenza al sadismo congenito del re. Cooler, con un sottile ragionamento sulla psicologia dei terrestri, indovinò che si trattava di quel genere di uomini che, se ne avessero avuto la possibilità, non avrebbero disdegnato di aiutarsi a vicenda. Ne aveva incontrati a centinaia, nella sua carriera di tiranno, di eroi che combattevano fino all'ultimo fiato e con sprezzo del pericolo. Del resto conosceva il livello combattivo dei suoi uomini e aveva calcolato mentalmente quello approssimativo dei terrestri (non poteva sospettare infatti quali potenziamenti sovrannaturali avessero ricevuto in passato). Dunque la solidarietà avrebbe spinto i terrestri a darsi un aiuto reciproco e quindi a trasformare ogni duello in un movimentato scontro multiplo. “Vana speranza! Lo sanno tutti che se un guerriero ha una forza di 10.000, due nemici da 5.000 non lo scalfirebbero minimamente! Anzi... nella loro strenua resistenza, i due topolini non farebbero che prolungare la fatica; lo stress diventerebbe rassegnazione, la stanchezza diventerebbe dolore...” ragionò fra sé, pregustando la sofferenza altrui. A rendere ancora più interessanti gli incontri ci sarebbe stato un altro elemento: la squadra Sauzer non avrebbe avuto remore nel distruggere fisicamente quei quattro umani, mentre proprio gli esseri umani, spinti dalla loro compassione, si sarebbero fatti degli scrupoli morali prima di eliminare fisicamente i nemici.
                              «La battaglia si svolgerà su due fronti: da un lato avremo mio nipote Kreezer contro Son Gohan, il figlio del Super Saiyan; dall'altra, la Squadra Sauzer contro i terrestri. Anche se ho definito questa mia iniziativa come un piccolo torneo, non dovrebbe esserci nulla di male se i due scontri avvengono contestualmente anziché in ordine sequenziale, in due punti diversi di quest'area. Fortunatamente, pare che abbiamo scelto un'area particolarmente adatta per l'atterraggio, no? Dunque, vi chiedo di non interferire reciprocamente con i rispettivi combattimenti. Ci sono domande?» concluse Cooler.
                              «Io ne ho una, zio...» intervenne Kreezer, alzando la mano come un alunno a scuola. «Che cosa vuol dire contestu-quella cosa che hai detto?»
                              Gli rispose Gohan, con accento volutamente saputello: «“Contestualmente” vuol dire nello stesso momento, in contemporanea!»
                              «Grazie, molto gentile!» replicò Kreezer sorridente, ma accortosi della provenienza di quella risposta, gli sbraitò: «Ti diverti a farmi sembrare ignorante?? Tanto ora te le suono!»
                              «Bene. Visto che mi sembrate tutti carichi, direi che potete dividervi in due zone opposte e dare il meglio di voi per cercare di restare vivi... che dire? Divertitevi, e fatemi divertire!» augurò il sovrano. Subito dopo, intimò alle sue due subordinate di seguirlo: mentre Sauzer e i suoi uomini erano capaci di badare a loro stessi, a lui interessava tenere d'occhio il piccolo Saiyan e il nipotino. «Forza, pargoli! Si va a giocare!» Prima ancora di seguirli, rivolse un'ultima raccomandazione al suo braccio destro: «Capitano Sauzer... le affido tutto, poiché preferisco seguire la battaglia di mio nipote. Mi raccomando a lei...» Per Cooler, Sauzer era più che il braccio destro, era l'uomo degno della più massima fiducia, l'unico a cui si rivolgeva dandogli del lei... la sua anima nera.
                              «Non vi preoccupate, Monsieur.» lo rassicurò il capitano, per poi vedere il suo sire allontanarsi verso il campo di battaglia sul suo trono levitante.
                              I due bambini si erano andati a posizionare nel punto che avevano scelto come arena di combattimento, e adesso si fronteggiavano uno davanti all'altro, come due miniature dei rispettivi padri: il meticcio Saiyan dallo sguardo determinato contro l'extraterrestre dall'espressione beffarda. Quest'ultimo stimolò l'altro all'attacco: «Forza, piccolo Saiyan. Io so di essere un campione, mentre tu sei solo uno sfidante illuso... a te la prima mossa.»

                              ***************
                              L'ANGOLO DELL'AUTORE
                              Una serie di precisazioni utili per la comprensione della mia storia.
                              Prima di tutto, da una serie di elementi che emergono capitolo dopo capitolo, vi sarete già resi conto del fatto che ho voluto cambiare alcuni aspetti rispetto al Cooler visto nel movie. Intanto volevo caratterizzarlo in modo diverso rispetto a Freezer, per cui a prima vista è già più solenne e cerimonioso, più “verboso”... è superbo sì, ma in modo diverso. Tutto questo perché volevo raccontare una storia diversa con idee e “valori” diversi rispetto al classico schema in cui “arriva all'improvviso un cattivo-serie di combattimenti tra Goku&co e gli scagnozzi vari-battaglia finale”, il tutto compresso in un'ora di film (tenete presente che io mi muovo più sullo stile del manga che sull'anime). Nel caso di Cooler, poi, mi sembrava che nel film questo personaggio riflettesse troppo il fascino e il carisma di suo fratello.
                              Altra precisazione: Neiz, uno dei tre della Squadra Sauzer, ha un aspetto molto diverso rispetto a come lo abbiamo conosciuto nel film... a suo tempo scopriremo il perché.
                              Infine, avrete notato il “tocco di classe” per cui Sauzer usa ogni tanto qualche vocabolo francese. Era solo per dare una caratterizzazione più “fine” al suo personaggio: non dovete pensare di sentirlo parlare con lo stereotipato accento francese da film, con tutte le erre mosce e via dicendo. L'accento francese lo usa solo per i termini francesi, non per il resto del discorso.

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                              • Kreezer bimbominkia

                                Però allo zio frega qualcosa di lui, almeno finchè non avrà una sua progenie (come ha subdolamente lasciato intendere tra le righe), in fondo la famiglia è la famiglia.
                                Come pensavo, neanche Sauzer è al suo livello, dunque prevedo che Gohan subirà un pestaggio iniziale con provocazioni annesse grazie a cui capovolgerà la situazione con esplosioni di rabbia e maggiore esperienza.
                                Il figlio di Goku ha sempre combattuto per la sua vita, quello di Freezer mai.
                                Il classico underdog vs figlio di papà


                                In sintesi episodio che apparecchia la tavola per la battaglia decisiva contro i demoni del freddo, Cooler non ha la minima idea di cosa gli sta per succedere (per me verrà tradito da Kodinya, che magari accoppa Sauzer)
                                Non riesco ancora a vedere un ruolo per Piccolo, sono incuriosito
                                Last edited by Ssj 3; 20 September 2013, 19:44.
                                sigpic

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