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DB - La storia mai raccontata!

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  • Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
    Kreezer bimbominkia
    In effetti un po' lo è.

    Sul resto del tuo commento non replico... ci sono vari spunti che potrebbero dare adito a spoiler! Le previsioni di Ssj 3 saranno azzeccate o no? Aspettate i prossimi capitoli!

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    • Ci si risente! Scusate, ma la scuola e GTA 5 mi hanno preso e ho poco tempo per il resto xD

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      • Ora mi leggo il capitolo 26 e il 27 xD

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        • Per festeggiare il grande ritorno di uno dei miei due lettori (mannaggia a GTA ) pubblico un nuovo capitolo corretto, che è anche ora.

          Cap. 28: Start. Caricamento in corso…

          A cavallo tra la tarda mattinata e i primissimi minuti del pomeriggio, i componenti delle due fazioni in lotta, quella terrestre e quella extraterrestre, si accordarono per dare inizio ai primi combattimenti.
          Crilin, in un momento di preoccupazione, si lasciò scappare a mezza voce: «Che ansia…. questi non hanno nulla da invidiare a Ginew e i suoi uomini… anzi, credo siano peggio!»
          Per Sauzer fu l’occasione per pavoneggiarsi ancora: «Certo! Non abbiamo nulla a che vedere con loro! Innanzitutto detestavamo le loro pagliacciate e coreografie... e poi, come forse voi provincialotti non sapete, il livello medio dell'esercito di Cooler ha sempre travalicato quello delle milizie di Freezer! E lo stesso vale per la sua forza d'élite.» Poi, con tono da generale, Sauzer tese il braccio destro verso l'alto col palmo teso e proclamò: «Ascoltate bene, esseri di infimo livello: noi siamo la squadra Sauzer, a maggior gloria di Re Cooler!» E i suoi commilitoni, ripetendo lo stesso gesto con il palmo destro portato in alto con straordinario sincronismo, esultarono: «A maggior gloria di Re Cooler!» Poi Sauzer, in qualità di leader, decise che il primo di loro a scendere in campo sarebbe stato Neiz, che si infervorò quando la scelta ricadde su di lui: «Contento? Anche se sei il meno forte di noi tre, non dovrai nemmeno impegnarti al massimo per vincere contro queste mezze calzette.» Poi, rivolgendosi al terrestri, li sbeffeggiò: «Il nostro collega Neiz non sarà il massimo sul piano della cultura e della finesse, ma sul campo di battaglia possiede uno stile letale. Vi consiglierei di non sottovalutarlo...»
          «Acc.... e chi lo sottovaluta...» borbottò Yamcha.
          «Io crudele! Crudele è bello. Guh guh guh...» ridacchiò Neiz.
          «Bravo, mon ami! Nella vita bisogna avere poche e chiare idee.» concluse Sauzer, con un tono che non si capiva se fosse di beffa o di cameratesca ironia; probabilmente entrambe.
          Per quanto riguardava i terrestri, Jiaozi venne escluso a priori: se Kapirinha non apparteneva alle forze speciali di Cooler, e Jiaozi si era già trovato in difficoltà contro di lei, permettergli di combattere contro quei tre si sarebbe rivelata un’inutile carneficina. Tenshinhan espresse il suo proposito: «Stabiliamo i turni. Se siete d’accordo, preferirei stare a guardare il primo incontro e lasciare che siate voi a lottare contro quello più debole... Grazie al periodo prolungato di allenamenti presso re Kaioh, penso di potermi rendere utile se gli scontri dovessero diventare più impegnativi.»
          Yamcha replicò: «Io ci sto! Anzi… mi offro volontario per essere il primo a combattere, Crilin…»
          «Aspetta!» ribatté il pelato. «Questa scena l'ho già vista, in passato! L'ultima volta, ti sei sacrificato al mio posto prima ancora che iniziassimo a combattere contro Nappa, perché temevi che ci andassi di mezzo io, che ero già morto una volta! Ma adesso siamo pari perché anche tu sei già morto, quindi non ti lascerò rischiare per primo...»
          «Ma ragiona, zuccone! Lo sappiamo tutti che sei più forte di me... preferisco fungere da cavia e permetterti di studiare l’avversario per poi lasciarti campo libero se dovessi rendermi conto di non farcela da solo... se c'è un asso vincente, tra noi quattro, quello non sono certo io!» dovette ammettere Yamcha con molta umiltà ed onestà. Non mentiva, ma in cuor suo era deciso a non farsi mettere da parte troppo presto, prima di aver dato il meglio di sé.
          «Va bene... però non strafare! Promettimelo! Tutt'al più, se sarà necessario, combatteremo insieme.»
          «Promesso!» rispose Yamcha alzando il pollice in su, sorridendo sarcastico. «Guarda che non ci tengo a finire necessariamente all’altro mondo… di nuovo, fra l’altro…»
          «Se posso darti un suggerimento, non farti ingannare dall'aspetto di quel mostriciattolo... combatti subito alla massima potenza!» si raccomandò ulteriormente il pelato.
          «Va bene, paparino…» disse con tono fintamente scocciato, iniziando a svestirsi dei pesi che indossava, ossia la maglia, i polsini e gli stivali, per rimanere in tuta rossa e calzini. I tre amici, che si accingevano a seguire il combattimento, gli augurarono buona fortuna.
          Finalmente, il giovane con le cicatrici si trovò in posizione di lotta contro l’orribile mostriciattolo, che continuava ad emettere disgustosi suoni di gola mantenendo un largo sorriso di sfida. Yamcha concentrò la massima energia, pronto ad ogni evenienza; poi, al culmine della tensione, i due avversari si slanciarono l’uno contro l’altro, scatenando un’offensiva bilaterale. Entrambi riuscirono a mettere un segno più di un paio di colpi tra pugni e calci portati al petto e alle gambe, ma tra i due Neiz sembrava averli incassati senza particolare sofferenza. Questo scambio di attacchi permise loro di scoprire il reciproco livello, e di sgranchire i muscoli: per Yamcha era il primo incontro serio dopo un bel po’ di tempo e, date le circostanze, era intenzionato a fare sul serio. Al termine di questa fase di riscaldamento, Yamcha si trovò a dover studiare una tattica: “Credo sia un po’ più forte di me… devo giocarmela bene… prima di tutto devo indebolirlo, ma con criterio… ha un corpo molto elastico, quindi assorbe bene i colpi. Se mi stanco troppo, non sarò più in grado di reggere il passo…”
          La bestiaccia partì di nuovo all’attacco: «O vieni tu, o vengo io… guh guh…» Così colpì il viso di Yamcha con un pugno alla guancia; il giovane fu scaraventato indietro di diversi metri, ma approfittò di quel volo per darsi lo slancio sul terreno ed effettuare una capriola in aria che gli permise di sopravanzare il nemico che a rapida velocità si stava avvicinando, portandosi alle sue spalle e cogliendolo di sorpresa. Poi, a super velocità, si scagliò contro il nemico, invocando il suo marchio di fabbrica: «Nuovo Colpo del vento... e delle zanne del lupo!» Mitragliò Neiz con una feroce combinazione di pugni e colpi simili a zampate che, senza dar respiro all’avversario, lo colpivano ripetutamente con intensità folle, tanto che la vittima subiva la sensazione di essere straziato da una belva selvaggia. Yamcha, infatti, aveva a proprio favore la sua agilità, che gli assicurava un vantaggio contro quell’alieno panciuto dai movimenti un po’ goffi. Al termine dell’attacco, Neiz ricevette una martellata a mani congiunte dalle due forti braccia del terrestre; cadde così al suolo, a faccia in giù. Rimase a terra, ma sollevò il viso e gorgogliò: «Furbacchione… Fatto male…»
          «Wow! Forse dovremmo cominciare ad essere ottimisti sulle nostre possibilità!» esclamò Crilin entusiasta.
          «Già.» sorrise Jiaozi, mentre Tenshinhan osservò: «Non se l’è cavata niente male…»
          Dall’altra parte della zona dove si stava svolgendo l’incontro, Dore – che non aveva attivato lo scouter - osservò: «Ma che succede a Neiz?! Il suo sfidante dovrebbe essere solo un miserabile…»
          «Accendi lo scouter, sciocco, e non perdere di vista l’indice dei livelli combattivi. Non tollero simili leggerezze da parte vostra… Anche se, devo ammettere, è insolito che un abitante di questo pianeta sia così forte…» asserì Sauzer.
          «Forse quest’umano è il più forte dei quattro?» ipotizzò Dore.
          «Non so… comunque, il nostro collega è ben lontano dalla sconfitta, lo sai…»
          Neiz si rimise in piedi; decise quindi di sollevarsi verso l’alto e bombardare di colpi energetici l’avversario. Yamcha si sollevò verso l’alto a sua volta: sarebbe stato più facile evitare qualsiasi attacco spostandosi a mezz’aria piuttosto che rimanendo sul terreno. Come schizzi di lava, diverse decine di lingue di energia gialla schizzarono dalle corte braccia dell’alieno distese in avanti; Yamcha, impegnandosi con un discreto sforzo a spostarsi a super velocità, riuscì fortunosamente a schivarli quasi tutti: solo due o tre lo colpirono di striscio all’altezza del braccio destro e del ginocchio sinistro, bucando il tessuto rosso dei pantaloni e lasciandogli il segno nero di una bruciatura sulla pelle.
          Neiz parve contrariato per i pochi danni prodotti, e l’abilità dell’avversario nel destreggiarsi apparve più che evidente anche ai suoi occhi e alla sua mente: era sì un po’ sempliciotto e ritardato, ma non nella lotta, campo nel quale sfoggiava attitudini peculiari. Anche Yamcha, sudaticcio e affannato, per quanto l’avesse scampata bella, non si adagiava: nei suoi pensieri corsero fulminee alcune riflessioni sulla strategia da adottare: “Non va bene… c’è del divario tra me e lui, ma non molto… tuttavia lui è più forte di me, nonostante abbia bruciato un po’ di energie. Se non sto attento, rischio anche io di sprecare energie preziose e di aumentare il suo vantaggio a mio discapito…”
          Chiamare qualcuno in aiuto? Ormai i dieci minuti fissati da Cooler per chiamare aiuto erano sicuramente decorsi: poteva sembrare un tempo esiguo, ma il Re aveva fissato quel termine pensando che sarebbe stato più che sufficiente ai suoi tre subalterni per mettere con le spalle al muro il quartetto terrestre… come li aveva sottovalutati! “Finché posso ancora cavarmela, preferirei evitare di chiamare Crilin e Tenshinhan, in modo da lasciare che arrivino riposati ai prossimi incontri… Se questo è il più debole, chissà gli altri due! Quanto a questa maledetta palla di gomma… devo riuscire a logorarlo poco per volta, ma senza lasciarmi distruggere… sarà difficile, ma in caso contrario tutti miei sforzi saranno stati inutili…”

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          • Ragionando in questi termini, il giovane maestro della Tartaruga si rese conto che uno dei punti di forza del nemico era un elevato potere difensivo derivante dalla consistenza elastica della sua pelle, amplificato dalla tipica armatura resistente che anche Vegeta e Nappa usavano; i suoi punti deboli: i suoi attacchi non erano micidiali come temeva, né impossibili da evitare; per questo non riusciva a venirne a capo, anche se era rimasto indenne, finora. «Per prima cosa, gli farò un bel buco in quella dannata armatura!»

            A diverse centinaia di metri di distanza, al di là di una collinetta che lo separava da Crilin e dagli altri amici e nemici, Gohan era pronto a lanciarsi all’attacco contro Kreezer. La scena si svolgeva sotto gli occhi di Cooler, particolarmente convinto della superiorità del suo rampollo, e delle sue due soldatesse. «Sarà interessante vedere all'opera i figli di due esseri così potenti, impegnati a battersi per prevalere l'uno sull'altro... »
            «Prima di cominciare, vorrei farti una domanda…» annunciò Gohan, già in posa di attacco.
            «Certo, spara... così allungherai la tua vita di ben un minuto ...»
            «È vero che nelle mie vene scorre sangue Saiyan, ma io personalmente non ti ho fatto niente... e se in passato ho lottato contro tuo padre, era perché – forse non lo sai - ma lui era mosso da sentimenti sbagliati... »
            «Mi sembrava di essere stato chiaro, poco fa. Tu sei il figlio di quella dannata scimmia che ha umiliato e ucciso il mio papà» affermò Kreezer, che non era al corrente di come Goku, su Namecc, avesse più volte cercato di avviare il tiranno spaziale sulla via della redenzione, arrivando a risparmiargli la vita. Del resto, l'unico che avrebbe potuto rivelare simili particolari al piccolo alieno sarebbe stato il suo illustre padre che, naturalmente, aveva riferito in famiglia solo la versione più gli faceva comodo e gli tornava utile nel rafforzare la sua immagine, occultando “certi” dettagli... ovvero quelli più umilianti. C’è modo e modo di raccontare la stessa storia… «La pagherai cara, con tanto di interessi, per il dolore che la tua famiglia ha causato a papà!»
            «Ma cosa ne vuoi sapere, tu?? Non c'eri nemmeno su Namecc, non hai vissuto sulla tua pelle la crudeltà di tuo padre e dei suoi uomini! E non hai nemmeno assistito alla battaglia qua sulla Terra!» protestò Gohan.
            «Lo so e basta» tagliò corto davanti alla pur logica obiezione del bambino. «Se tu non fossi solo una scimmia poco evoluta, capiresti che le ferite più profonde non erano quelle già gravi che mio padre si portava sul suo corpo... le vere offese se le portava qui dentro!» asserì Kreezer, battendosi la battle suit all'altezza del petto.
            «Stai zitto, idiota! Cosa ne sai tu delle scimmie? Non sono certo fiero di appartenere alla razza dei Saiyan, anche se solo per metà! E comunque tu sei solo un ragazzino, come me... non sai niente del passato, non eravamo neanche nati! Parli dei Saiyan solo in base a quello che ti ha raccontato quel mostro di tuo padre!»
            «Sì... e allora? Mio papà era il più in gamba dello spazio, non mi resta che condividere con lui il suo odio per quella razza, visto come è stato trattato! Se aveva qualcosa contro i Saiyan, avrà avuto ottimi motivi... tanto tu non sei un vero Saiyan, sei solo un bastardo dal sangue misto... figlio di due rifiuti dell'universo!»
            «Non ti permetto di dirlo... mio padre era un combattente fortissimo... il migliore dell'universo...!» mormorò Gohan a voce bassa ma intellegibile. Poi, alzando il tono della voce, continuò: «Invece sai chi era davvero tuo padre? Tuo padre era un verme, un assassino senza limiti... una persona cattiva fino al midollo...! Mi dispiace solo non essere stato in grado di contribuire alla sua sconfitta definitiva... ma ora non ti permetto di infangare la memoria di Son Goku, l'eroe della galassia!»
            «Tanto quello scimmione è morto... ben gli sta! È la punizione che merita! Vuol dire che esiste la giustizia, nell’universo!» esultò Kreezer, mostrando con insolenza il dito medio.
            «Ma stai zitto, imbecille! A me la prima mossa, allora?? Non mi faccio pregare!»
            Quello scontro verbale tra due bambini, degni eredi del modo di pensare dei rispettivi genitori, era il preludio al terribile confronto fisico che avrebbe avuto luogo di lì a poco. A ben vedere, nessuno dei due era completamente nel torto: Kreezer era nella compassionevole situazione di un fanciullo che perde il genitore in tenerissima età, così come Gohan aveva ottime, condivisibili ragioni per giudicare Freezer un essere malefico, la personificazione di una perfidia irredimibile, e la sua sparizione dalla faccia dell’universo poteva ritenersi un’ottima notizia. Gohan si lanciò all'attacco, ma decise di dargli un semplice assaggio, senza ricorrere ancora alla massima potenza: voleva testare la sua capacità, in modo da prendergli le misure. Scattò in avanti con il braccio destro pronto a partire verso l’avversario, e al momento giusto il piccolo pugno del mezzo Saiyan andò ad impattare contro il naso schiacciato di Kreezer il quale, per la violenza del colpo, finì per ruzzolare indietro di diversi metri, per poi ritrovarsi inaspettatamente lungo disteso a terra. Si rialzò in posizione seduta, ringhiando arrabbiato e massaggiandosi il viso indolenzito.
            «Kreezer! Cos’è questo spettacolo increscioso?!» tuonò lo zio Cooler contro il nipote.
            Kreezer accusò il suo avversario: «È stato sleale... mi ha colpito velocemente, prendendomi alla sprovvista!»
            «E allora non mostrare il fianco, sciocco! Vuoi forse apparire più debole di un Saiyan??»
            «Giammai...» sibilò Kreezer, mentre il suo viso si ottenebrava ulteriormente. Se l’intento di Cooler era quello di aizzare il nipote, ci stava riuscendo alla perfezione.
            Kreezer si rimise di nuovo in piedi. A gambe divaricate e ginocchia piegate, piegò la schiena e, con un urlo strozzato e prolungato, cominciò a caricare la propria massima potenza. Adesso, attorno al piccolo alieno aleggiava un alone caldo ed ondulato, indice di un forte accumulo di energia nel suo corpo.
            Gohan gli chiese con sguardo neutro: «Questo è il tuo massimo, Kreezer?»
            «Sì... ora puoi cominciare a fartela sotto, scimmietta...»
            «Sarà un incontro facilissimo... per me... Tocca a te attaccare…»
            Kreezer iniziò a colpire a ripetizione l’avversario con una rapidità e un impegno che egli stesso riteneva accecante, impossibile da seguire; nello svolgersi di alcuni minuti, i pugni si susseguivano al ritmo incessante di una sfrenata sassaiola, cosicché Kreezer era convinto di aver disorientato il meticcio. Peccato che Gohan, per quanto ripetutamente colpito, non mostrava segni esteriori di dolore o sofferenza fisica, nemmeno un livido, niente graffi. Proprio quando l’alieno aveva iniziato a rendersi conto che i suoi attacchi non sortivano effetto, il piccolo Saiyan iniziò a pararli uno dopo l’altro con un abilissimo e velocissimo gioco di braccia, per il quale ad ogni pugno in arrivo corrispondeva una parata con il palmo della mano o con l'avambraccio. Il volto di Gohan era serio, ma privo di tensione e di qualsiasi segno di fatica, mentre Kreezer stava riversando in quei pugni tutte le sue energie… ma a quanto sembrava, non era abbastanza. Urgeva compiere un diversivo, nella speranza di cogliere di sorpresa il piccolo Saiyan. Kreezer interruppe quella sequenza con un calcio verso l'alto, che intercettò il figlio di Goku all’altezza della gola e del mento. Poi Kreezer balzò di scatto per colpire subito Gohan con una violentissima gomitata in pieno naso. Il meticcio, preso alla sprovvista, mostrava un leggero rossore al naso… ma la sua faccia appariva immacolata. Nemmeno il sangue dal naso gli aveva fatto uscire, il povero Kreezer! «Però il tuo calcio era migliore di tutti quei pugni...» riconobbe Gohan.
            «Lo so... e non sai come batto bene di coda... ma cerca di non fare il simpaticone con me...» disse Kreezer tra una fiatata affannosa e l’altra. Era chiaro che il figlio di Freezer non voleva accettare l'idea di poter essere un debole; anzi, ad essere veritieri, data la sua indole ingenuamente arrogante e presuntuosa, un pensiero del genere non lo aveva sfiorato neanche lontanamente. «Non vorrei dover ricorrere già ora alla mia tecnica migliore, ma voglio farlo cagare sotto... eheheh...» sghignazzò il ragazzino, nell’elaborare una strategia che riteneva vincente.
            «Guardami, Gohan!» lo chiamò Kreezer, portandosi verso l’alto, con il sorriso della più folle cattiveria paterna dipinto sul viso. «Io sono l’erede del grandissimo Freezer, per cui adesso ti stenderò usando la sua eredità! Mi ha sempre raccontato che ha distrutto il pianeta dei Saiyan con questo colpo spettacolare, la Death Ball! Vediamo cosa succederà se te la lancio addosso...»
            Cooler osservava con la bocca distorta in una smorfia di disprezzo: “Spero che quel piccolo stolto non deturpi in modo irrimediabile questo pianeta”.

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            • Gli intenti di Yamcha avevano subito un’improvvisa battuta d’arresto. Il giovane, infatti, sollevatosi a mezz’aria, in un primo momento aveva iniziato a caricare la propria aura per preparare uno dei suoi attacchi migliori. Ma aveva fatto i suoi conti senza l’oste: Neiz, accortosi di quel tentativo mediante lo scouter, era deciso ad impedirglielo. Gli si era avventato addosso per iniziare a schiaffeggiarlo rabbiosamente al viso con la sua coda da salamandra, per poi abbatterlo al suolo con un calcio all’altezza del diaframma. Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di rantolare per il dolore che decise di darsi lo slancio al contatto col suolo per riportarsi in aria. Approfittò di quella risalita per recuperare l’energia spirituale accumulata e concentrarla nell’avambraccio destro, che egli si teneva con la mano sinistra. L’alieno lo aveva quasi nuovamente raggiunto, quando il terrestre urlò: «Ultra Sokidan!» Era la mossa inventata dallo stesso Yamcha anni addietro, in una versione perfezionata negli anni in cui si era dedicato alle arti marziali come maestro: un proiettile di energia spirituale dalla tonalità intensamente dorata ad altissima concentrazione, di dimensioni ridotte ma ancora più violento. Lanciò il colpo dal palmo della mano, mirando verso il viso del nemico, il quale si fermò di soprassalto per poi scansarlo, spostandosi verso il basso; ancora più sorprendente fu vedere che Yamcha aveva teleguidato l’attacco con un cenno delle dita indice e medio verso l’alto, per poi direzionarlo con rapidi scatti delle braccia in varie direzioni, nel tentativo di confondere l’avversario. «G-guh… Dov’è..??»
              «Una tecnica raffinata! E chi se l’aspettava… Riesce a telecomandare l’attacco.» commentò pacatamente Sauzer.
              «Mi ricorda qualcosa…» sogghignò Dore, con un vago compiacimento.
              “A noi due, patatone…” pensò Yamcha. «Yaaaah!» gridò poi, prendendo di mira l’alieno, avvicinando e allontanando a tradimento la minuscola sfera d’energia con improvvisi movimenti da giocoliere. Neiz, con i sensi allertati, ringhiava, stando a mezz’aria coi pugni serrati: sembrava aver capito il meccanismo di movimento di quell’attacco, che riusciva a schivare con una certa dimestichezza. «Accidenti a lui… ha già preso confidenza con il funzionamento di questo attacco…! È molto meno idiota di quello che sembra a prima vista!» Quindi, con un ultimo cenno delle mani verso il basso, fece scomparire la sfera sotto la superficie del terreno.
              «Finito… guh…? » chiese Neiz voltandosi più volte attorno in cerca del proiettile.
              «Forza, combattiamo in modo normale!» lo incitò Yamcha; improvvisamente sparì e ricomparve, a super velocità, sopra la testa dell’alieno che, quasi stordito, non si rese conto di nulla. Yamcha colse l’occasione per colpirlo dall’alto con un attacco a piedi uniti, centrando il nemico alla nuca. «Perfetto!!» gongolò; mentre l’alieno precipitava a tutta velocità verso il suolo, il terrestre, con un ultimo movimento delle braccia, fece riemergere dal sottosuolo l’Ultra Sokidan che, sollevando con fragore un cumulo di terriccio e polverone, andò ad impattare contro Neiz, centrandolo in pieno torso e frantumandogli la zona pettorale e addominale dell’armatura extra robusta. «Perfetto! Senza quel coso addosso, la sua capacità difensiva sarà inferiore!»
              Dore, che osservava il combattimento a braccia conserte, commentò: «Sìsì, come no... povero illuso...»
              Neiz si sfilò di dosso gli ultimi residui della battle suit, che ancora gli coprivano il dorso. «Non piaciuto, questo…» gorgogliò con tono minaccioso. «Io serio, tu stronzo. Guh guh…»
              Yamcha si posizionò nella più classica delle pose, portando le braccia sul lato destro e caricando l’energia nei palmi delle mani racchiuse all’indietro: «Su...». Assistette tuttavia ad uno spettacolo inatteso che sconvolse i suoi piani: l’alieno assunse una posa ad X ed emise un’abbacinante luce arancione che circondò come una corona solare il suo corpo. Infine l’alieno spalancò la bocca e, a voce gracchiante, sillabò cantilenando: «Me-ta-mor-pho-sis.» La sua aura cominciò a gonfiarsi vertiginosamente. Il torso rotondo si rimodellò assumendo una forma fisica invidiabilmente scolpita; i suoi corti e tozzi arti si allungarono assumendo un tono muscolare sodo e allenato. Sotto la sua testa si allungò un collo taurino, dapprima praticamente assente; la coda, invece, si accorciò progressivamente fino a sparire del tutto. L’espressione si era fatta meno idiota e più baldanzosa, dato che le pupille acquose si erano ristrette al centro dei suoi occhi sporgenti. Senza troppi complimenti, Neiz si era trasformato sotto gli occhi di uno Yamcha terrorizzato che perdeva sempre più le speranze di vincere quel combattimento, malgrado fino ad allora non se la fosse cavata troppo male.
              «Faccio troppo sul serio.» dichiarò l’alieno, nella sua nuova forma di un maciste alto circa due metri, rosso mattone e dal viso da rospo.
              «Break! Scelgo di chiamare un compagno.» annunciò Yamcha, con la paura negli occhi.

              *********************
              Così avete capito perché ho descritto Neiz diverso da come lo conoscete normalmente: mi sono inventato l’esistenza di uno stadio base; a seguito della Metamorphosis, raggiunge l’aspetto con cui siamo abituati a vederlo. Per il momento non inserisco i livelli di combattimento, visto che lo scontro tra Yamcha e Neiz non si è ancora concluso.

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              • Yamcha come giusto che sia chiama in aiuto uno degli altri, dopo essersi comunque fatto valere.
                Mi chiedo se Ten abbia le potenzialità per vedersela alla pari almeno col più debole dei 3 guerrieri di Cooler, indipendentemente dal fatto che scenda in campo subito o meno.


                Torno a ripetermi: Kreezer è un bambino, anzi un bamboccio, Gohan no. Molto dragonballiano come confronto.
                Mi stupisco di quanto sia forte il mezzo saiyan, non credevo fosse, senza il power up dato dalla rabbia, su livelli molto oltre quelli di un Sauzer, dev'essersi allenato parecchio.

                Bene, vediamo come prosegue
                sigpic

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                • Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
                  Yamcha come giusto che sia chiama in aiuto uno degli altri, dopo essersi comunque fatto valere.
                  Mi chiedo se Ten abbia le potenzialità per vedersela alla pari almeno col più debole dei 3 guerrieri di Cooler, indipendentemente dal fatto che scenda in campo subito o meno.
                  Volevo precisare (ma questa è una cosa che emergerà meglio dal prosieguo della storia) che, per i personaggi di Dragon Ball "non manga" presenti in questa storia, non essendo pienamente "canonici" mi sono preso la libertà di stabilire dei livelli di combattimento e delle tecniche diversi dal film, personali. Insomma, senza anticiparvi nulla, tenete presente che... non dovete tenere presente il film. O almeno, non troppo. Ho voluto rendere la storia conforme a ciò che sappiamo dal manga.

                  Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
                  Torno a ripetermi: Kreezer è un bambino, anzi un bamboccio, Gohan no. Molto dragonballiano come confronto.
                  Mi stupisco di quanto sia forte il mezzo saiyan, non credevo fosse, senza il power up dato dalla rabbia, su livelli molto oltre quelli di un Sauzer, dev'essersi allenato parecchio.
                  Ricordati sempre che questo è il Gohan post-Namecc: ossia un Gohan che, a forza di allenamenti e di ferite mortali, in un impeto di collera era già arrivato a mettere in difficoltà Freezer al terzo stadio (ossia quello col capoccione allungato). In più, oltre a studiare, si è ritagliato del tempo libero per rinforzarsi con Piccolo. Insomma, il confronto tra Gohan e Sauzer non regge più: sarebbe come confrontare l'attuale Gohan con la vecchia squadra Ginew.

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                  • Letto il 26 (nell'intervallo di juve-galatasaray e anche cinque minuti dopo l'inizio del secondo tempo xD)
                    Bel capitolo, fin ora uno dei miei preferiti... Ci stava l'intervento di Goku, Cooler molto diverso dai suoi parenti e mooooolto più caratterizzato rispetto al movie/oav (ora non ricordo xD), in cui aveva il carisma di una scopa

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                    • Letto anche il 27... Kreezer razzista.
                      Conoscevo già Kreezer, avevo un po' letto NekoMajin Z.
                      Voglio proprio capire a che livelli è Gohan (potrebbe trasformarsi in ssj?).
                      P.S. Ma vero mannaggia a GTA! Per ora dopo i compiti di scuola non faccio altro (o quasi, ora sono qui ).
                      Last edited by calogero99; 02 October 2013, 23:29.

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                      • Letto il capitolo 28! Mi interessa molto lo scontro tra Kreezer e Gohan, più dell'altro scontro! Yamcha molto riflessivo.

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                        • Sbaglio o una volta avevi postato dei livelli di combattimento sulla tua fanfiction? Ricordo di si...

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                          • Originariamente Scritto da calogero99 Visualizza Messaggio
                            Letto il capitolo 28! Mi interessa molto lo scontro tra Kreezer e Gohan, più dell'altro scontro! Yamcha molto riflessivo.
                            In effetti Saiyan e Freezer family attirano sempre l'interesse rispetto ai combattimenti dei terrestri, ma io ho cerco di metterci degli elementi di interesse per non farli sembrare troppo banali... anche se col tempo nella storia originale hanno perso importanza, qui non ci sarà nessun Goku pronto a salvarli, quindi dovranno mettersi in gioco personalmente, tutti.

                            Una lista completa dei livelli di combattimento non c'è, finora ho solo pubblicato alcuni livelli dei personaggi che hanno combattuto, e precisamente:
                            Kodinya: 20.000 (capitoli iniziali, mentre ora lei sostiene di essere migliore della Squadra Sauzer)
                            Kapirinha: 25.000, che scende a 20.000 bloccata da Jiaozi.
                            Jiaozi: 12-15.000. (cap. 25)

                            Degli altri combattimenti non ho scritto livelli, mi pare; c'era il Peyote Team, ma ci basta sapere che erano molto al di sotto di Vegeta; e poi Tung e Uska contro Tenshinhan: due uomini molto forti per la media dei terrestri, ma ovviamente nulla in confronto al treocchi.
                            Altri scontri, mi pare non ce ne siano: i prossimi livelli di combattimento verranno svelati man mano che la storia procederà.

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                            • Andiamo avanti. Il prossimo capitolo si intitola:

                              Cap. 29: Due scontri in crescendo.

                              Il terzetto dei terrestri rimasto fino ad allora fuori dallo scontro assistette scioccato alla metamorfosi di Neiz.
                              «Che diavolo significa?? Si è trasformato??» chiese Tenshinhan stupefatto.
                              «È come un girino che si evolve in un grosso rospo…» osservò Jiaozi, senza eccessiva fantasia. «Sentite come è cresciuta la sua aura?»
                              «Una volta Vegeta su Namecc mi spiegò che talvolta fra gli abitanti della galassia ne nasce qualcuno in grado di trasformarsi... è una carta in più da giocare nella battaglia quotidiana per la sopravvivenza! Anche i Saiyan si trasformavano in giganteschi scimmioni... e persino Freezer.» ricordò Crilin.
                              «Cosa? Ma allora vuol dire che anche Cooler si trasforma! » rabbrividì Tenshinhan.
                              Crilin però negò: «No... almeno non credo. Freezer aveva vari livelli di mutazione, e l'aspetto di Cooler è simile all'ultimo livello di Freezer… quindi dovrebbe essere già al massimo livello!»
                              Yamcha si avvicinò al gruppetto. «Ti prego, Crilin, sbrigati…» lo scongiurò, accennando col capo all’alieno, che emetteva fiammate d’aura arancioni e scariche elettriche rosate. «…Prima che quel mostro perda la pazienza e decida di ricominciare senza aspettarti… non vedi com’è imprevedibile?»
                              «Certo! È giunto il mio turno... combatteremo insieme.» annunciò Crilin, determinato a dare il meglio di sé, nonostante le circostanze non promettessero gran bene. Proprio mentre il pelato si preparava a scendere in campo, ecco arrivare un mini-jet dalla carrozzeria gialla, accompagnato dal sottofondo di musica rock proveniente dall’autoradio. Dal veicolo uscirono due ragazze dai capelli verdi che, con un salto e una capriola, si offrirono alla vista di Tenshinhan, Jiaozi e Crilin, i quali rimasero con un palmo di naso. «Gyeeeaahhh!!» urlò Ganja lanciando il suo grido di battaglia, alzando i pugni al cielo.
                              «Ciao, zio! Siamo qua!» annunciò Kaya, ravviandosi i lunghi capelli e dandosi una sistemata alla tuta da allenamento che ancora indossava.
                              «Zio?!» Tenshinhan le guardò. «Quell’ideogramma… ma le conosci?» chiese, riferendosi al simbolo Kame cucito sulla tuta rossa delle due.
                              «Purtroppo sì…» ringhiò Crilin con espressione contrariata, per poi scandire gelido: «Che-cavolo-ci-fate-qui? Avreste dovuto starvene buone in palestra!»
                              «Eravamo preoccupate per te e per Yamcha, e abbiamo pensato di venire a cercarvi!» rispose Kaya, con la sua solita beata incoscienza.
                              «Ottimo, davvero un’idea infelice! Complimentoni!» ribatté Crilin sarcastico. «Ora, come siete venute, ve ne potete anche andare! Qua è pericoloso per voi!»
                              «Ma dai… guarda chi ti abbiamo portato!» Kaya indicò il piccolo velivolo dal quale Soya era scesa, per rag-giungere il gruppetto. «Crilin… quelle due minacciavano di partire allo sbaraglio! Avrei dovuto impedire loro di venire… Scusa!» esclamò la povera sorella maggiore con sincero rammarico, arrossendo imbarazzata con soavità.
                              «La verità è che anche lei si preoccupava per voi!» aggiunse maliziosa Kaya. Al che Soya, per rompere gli indugi, domandò: «Beh… ma che succede qua…?»
                              «Lasciamo perdere… a dopo le spiegazioni» rispose Crilin, quasi ammansito dalla visione della donna amata. «Devo andare a dare man forte a Yamcha… voi cercate di andarvene subito via da qui, senza farvelo ripetere due volte, ma soprattutto non vi avvicinate per nessun motivo al mondo!» si raccomandò ancora il pelato, prima di lasciare il gruppo e di presentarsi sul campo di battaglia. Così Crilin si allontanò; tuttavia alle sue discepole non passò nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea di mettere in pratica quel consiglio. Sarebbero rimaste a curiosare.
                              «Embè?» disse Ganja ai due maestri della Gru. «Voi due che avete da guardare?»
                              «Voi tre sareste allieve dei nostri amici?» domandò Tenshinhan.
                              «Sì… hai qualcosa in contrario, megafusto?» chiese Kaya, col suo ridicolo atteggiamento minaccioso.
                              «Quando la smetterete di attaccare briga con chiunque?» fece Soya, che riconobbe in quel treocchi il cam-pione di una delle ultime edizioni del Tenkaichi. «Scusi, le perdoni, sono sceme.»
                              Tenshinhan scosse il capo; poi, a braccia conserte, si preparò ad assistere alla ripresa dell’incontro. Per un attimo il pensiero volò ai suoi allievi, e alla palestra che aveva lasciato aperta al pubblico ed incustodita; era convinto che i suoi discepoli non sarebbero mai stati così disubbidienti da muoversi dalla palestra per get-tarsi in quella situazione pericolosissima.
                              Crilin, ormai spogliatosi a sua volta dei pesi, si era elevato in aria, posizionandosi accanto all’amico; Neiz aspettava che i due fossero finalmente pronti… pronti al massacro, secondo il suo punto di vista. «Crilin, scusa se ti ho costretto a intervenire in questo scontro… La mia tattica era quella di indebolirlo per assestargli un colpo decisivo, ma non ne ho avuto praticamente il tempo…»
                              Crilin fu comprensivo: «Non occorre che ti giustifichi… ho seguito lo scontro, non ti si può accusare di aver combattuto male… solo che avresti potuto chiamarmi prima, e in due contro uno ce l’avremmo fatta immediatamente, prima che si trasformasse…»
                              «Chi se lo immaginava che uno scemo simile disponesse di un’arma efficace come una trasformazione! E dire che ti eri tanto raccomandato di non badare alle apparenze…»
                              «Ormai siamo in ballo… faremo di tutto per vincere, no? » asserì in fine Crilin, ostentando sicurezza col pollice in su, infondendo coraggio anche all’amico.
                              Contemporaneamente, Jiaozi, impensierito, fissava un’altura che lateralmente delimitava l’area dove aveva avuto inizio la battaglia contro la squadra Sauzer. «Che succede, Jiaozi?» gli chiese l’amico.
                              «Mi chiedevo… come se la starà cavando Gohan? Non si riesce a vedere niente da qui…»
                              «Già, a momenti non ci pensavo più: la mia attenzione era assorbita dalla situazione di qua…! Comunque, anche se ho percepito del trambusto prima, mi pare che si stia comportando bene: la sua aura è vitale e per nulla turbata…» Poi però un cattivo presagio gli oscurò il volto: «…ma sembra che Kreezer stia caricando un colpo dalla potenza eccezionale…!»

                              Esattamente… Kreezer stava preparando il suo colpo più potente, e per farlo si era innalzato in aria per alcune decine di metri. Puntando il dito verso l’alto, aveva concentrato la propria energia nella creazione di una gigantesca sfera luminosa arancione. «Se la eviti, il tuo mondo sarà pesantemente danneggiato, forse anche in modo irrimediabile… paura, eh?? Se la prendi in pieno, invece, morirai allo stesso modo della tua squallida gente! Contento?» Poi, con un urlo stridulo, puntò il braccino verso il nemico con la plasticità di una frusta, e la Death Ball venne lanciata.
                              Gohan scrutava la sfera che incombeva su di lui; era serio, senza un’ombra di apprensione. “Quella sfera... non è di potenza tale da farmi paura... posso farcela.” Puntò le braccia e le mani in avanti, e si preparò a caricare in esse la propria forza. Il colpo quasi lo raggiunse, mentre polvere e sassi cominciavano a turbinargli attorno. «Kiaaai!» Con un’improvvisa esplosione di energia interiore, Gohan respinse la Death Ball.
                              Grande fu lo stupore di Kreezer quando vide il proprio attacco rispedito al mittente. “Forse non l'ho lanciato con vigore sufficiente, accipicchia! Magari se la respingo con la massima forza delle gambe, andrà meglio...!” Dunque si mise in posizione per rilanciare l’attacco, che si dirigeva verso di lui... con un tempismo da cronometro, al momento opportuno il piccolo alieno si esibì in un'eccezionale sforbiciata, gridando: “Death Football!” La “Pallonata della Morte” era lo stratagemma che Kreezer, consapevole di avere una maggiore forza nelle gambe, aveva elaborato per imprimere maggior forza alla Death Ball lanciata con un’acrobatica rovesciata a tutta potenza.
                              Di nuovo Gohan stava per trovarsi faccia a faccia con quell’attacco: “Vuoi giocare?? Giocherò anch’io… resto sempre più forte di te…” Al momento opportuno, Gohan calciò con un’altra spettacolare sforbiciata la sfera energetica, spedendola a tutta velocità verso lo spazio. Il colpo, così accelerato, uscì dall’orbita terrestre perdendo via via energia, fino a collassare contro imprecisati asteroidi nel cosmo.
                              Cooler e le due subalterne osservavano lo scontro: davanti a quella sorprendente escalation di energia spirituale, i loro rilevatori trillarono. “Cosa??” si domandò Cooler. “Non aveva mostrato tutta quella forza, finora! Ma da dove prende l'energia quella stupida scimmietta? Sembra un pozzo inesauribile... non c’è un solo segno di stanchezza fisica o di dolore sul suo corpo…”

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                              • I due ex allievi di Muten si consultarono rapidamente a bassa voce, nel tentativo di elaborare una nuova strategia. Yamcha osservò: «Se non altro, mi sono riposato un po’. Comunque sembra che questo alieno non percepisca le nostre forze… per questo continua a indossare quell’apparecchietto…»
                                «Già… anche i dipendenti di Freezer non ne erano capaci…» replicò Crilin.
                                Yamcha chiese: «Hai capito la tattica che seguivo, vero? Proviamo a usarla in combinazione? »
                                «Ok… La vedo dura, ma al momento credo sia la cosa migliore… dobbiamo disorientarlo, però…»
                                Crilin era convinto, infatti, che una tattica combinata si sarebbe rivelata più efficace, in quel caso, del con-sueto espediente “uno lo distrae e l’altro carica il suo colpo più potente”, a cui avevano fatto ricorso in altre occasioni. Durante l’anno e più nel quale si erano trovati ad insegnare e praticare le arti marziali gomito a gomito con cadenza quotidiana, i due amici avevano perfezionato alcune tecniche tradizionali della loro scuola; ora si trattava di mettere a frutto il risultato di quell’addestramento.
                                I due compagni cominciarono a sfrecciare attraverso l’aria, talmente veloci che degli occhi non allenati a seguire quelle velocità – come quelli delle loro allieve – non sarebbero riusciti a stargli dietro. Accelerarono ulteriormente, rendendosi praticamente invisibili: lo stesso Neiz, pur percependone la presenza attorno a lui, non riusciva ad individuarli con precisione. Lo scouter non riusciva a indicare le po-sizioni corrette a causa della rapidità dei movimenti, benché ne segnalasse la presenza con alcuni secondi di ritardo. Il mostro, incapace di percepire le aure nemiche, si affidava agli spostamenti d’aria che avvertiva sulla sua pelle d’anfibio, sensibile a spifferi, correnti e sbalzi di temperatura. All’improvviso, seguendo un soffio d’aria, girò la testa di 180 gradi, tenendo fermo il torso: ennesimo vantaggio della sua elasticità fisica. Vide che da un unico Crilin cominciavano a moltiplicarsi svariate copie, come quando un prestigiatore, con abilità manuale, apra a ventaglio un mazzo per passare in rassegna le carte. I vari terrestri pelati lo circondarono a cerchio; al contempo un altro cerchio più ampio, concentrico a quello dei Crilin, veniva formato dalle molteplici copie di Yamcha: era la Tecnica dell’Immagine Residua Multipla. Illusioni ottiche: tutte le immagini moltiplicate ruotavano intorno a Neiz, eseguendo movimenti preparatori di qualche tecnica energetica; ma nessuna di esse era dotata di consistenza materiale: lo spostamento d’aria era minimo. Neiz, che a dispetto delle apparenze non era un totale ingenuo, capì che quello era un metodo per sviare le sue sensazioni: decise quindi che almeno uno dei due avversari non avrebbe compiuto il proprio attacco. Si concentrò per comprendere il movimento nemico: a un certo punto spiccò un rapidissimo movimento all’indietro. «Trovato!!» Con una gomitata colpì il fianco di uno di quei Crilin, che si rivelò essere non una delle illusioni ottiche, ma quello vero. Approfittò allora di quel brevissimo frangente in cui i movimenti del pelato erano scoordinati per cercare di sferrargli un pugno alla testa, ma la rotazione dei loro rispettivi corpi sospesi fece sì che riuscisse a scansare il capo e farsi colpire alla spalla. Precipitò verso il basso, ma almeno evitò un sicuro trauma cranico. Yamcha non si fece scappare l’occasione di portare a segno l’attacco che prima gli era saltato: «Super… KA-ME-HA-ME-HAAAAA!» scandì, e dalle sue mani ecco scaturire una possente onda d’energia azzurra, la più grande da lui mai generata, pronta a centrare Neiz in pieno petto. Era la stessa tecnica che aveva visto usare da Goku al ventitreesimo Tenkaichi contro Piccolo: i due giovani maestri della Tartaruga avevano imparato a propria volta come riprodurla, ampliando così il proprio arsenale. Nel frattempo, poco prima di impattare al suolo, Crilin con una capriola era riuscito a ridarsi lo slancio versò l’alto, portandosi alle spalle del nemico, e ripetere la mossa dell’amico: «Super… Kamehameha!» Neiz, che resisteva all’attacco di Yamcha con la possanza del proprio fisico nerboruto, divenne facile bersaglio di quell’inaspettata onda energetica che lo colpì in piena schiena. L’alieno, colpito dai due fuochi, lanciò un urlo bestiale e sovrumano: «GUAAAAAAAAAAAAHHHH!», che indusse Yamcha ad ampliare ulteriormente la potenza della sua onda. A scopo difensivo, l’extraterrestre gonfiò al massimo la sua aura. Una manciata di secondi dopo, l’offensiva di Yamcha si affievolì per poi esaurirsi, seguito a ruota da Crilin. Rimase una leggera coltre di fumo, che si dissolse in pochi secondi, lasciando comparire un Neiz sostanzialmente indenne, salve le due chiazze nere di bruciatura che presentava sul petto e sulla schiena, fra i deltoidi; l’unica differenza visibile era che, adesso, dell’undersuit viola rimaneva solo un brandello squarciato e aderente che gli copriva l’inguine e il ventre, come un perizoma primitivo.
                                Yamcha ansimava pesantemente: combatteva ormai da un bel po’ e aveva riversato tutte le sue migliori ed ultime energie in quell’ultimo attacco. Adesso appariva molto più che provato, col viso scavato dalla stanchezza, a differenza di Crilin che era molto più in forma. «Crilin… io…» disse affannato, con un sorriso sconfortato «…ho esaurito tutti i colpi migliori del mio repertorio… prima non ho avuto occasione per assestargli quest’onda, quando avrei potuto colpirlo con maggiore efficacia…» Yamcha parlava col respiro profondamente asmatico; tremava come chi sa di avere il destino segnato davanti a un pericolo troppo al di sopra delle sue possibilità. Gli restava quel poco di forza che gli consentiva di restare a mezz’aria.
                                Da dietro le spalle di Neiz, Crilin – per quanto sentisse che le energie dell’amico fossero prossime allo zero - gli intimò: «Calmati, Yamcha… o andrai nel panico!»
                                Neiz ridacchiò: «Stanco?? Ti faccio riposare…» Una luce di follia gli attraversò gli occhi; saettò verso il capi-tano Sauzer mimando una goffa corsa. «Ma… d-dove va…?» si chiese Crilin. Neiz enunciò a bassa voce al suo leader il proposito che gli era balenato per la mente.
                                «Ho capito... chiedo al nostro Re...» annuì Sauzer, per poi contattare il sovrano tramite lo scouter e sotto-porgli la sua richiesta. Qualche secondo dopo disse: «Sei molto fortunato: il Re mi ha detto che, in base ai primi rilievi effettuati dall’ingegnere, qua sotto c’è una falda acquifera abbastanza estesa. Se scavi per circa 150 metri, affiorerà l’acqua per lo stagno che ti serve. Divertiti, mon frére, e non causare troppi danni al pianeta!»
                                Neiz parve felice di questa rivelazione. «Guhguhguh… Si va a caccia!» Esultò, correndo verso il terreno, sfilandosi i guanti e buttandoli via.

                                Il volto di Kreezer era stravolto dalla frustrazione. «Che cavolo significa questo?? Com'è possibile che tu sia più forte di me? Papà mi ha sempre detto che nell'universo non c'è nessuno forte come i nostri parenti! E persino io che sono ancora un ragazzino dovrei sovrastarti con facilità... E poi tu sei un Saiyan: da quanto ne so, non dovresti essere a questi livelli!»
                                «Fin da quando ero piccolissimo sono stato costretto a combattere per sopravvivere, e a dare il 100% per migliorare. Mi sono trovato a fronteggiare i guerrieri più forti della galassia, e il tuo stesso padre... Non serve a nulla cullarsi sul fatto di essere nato potente, come fai tu, se non ci si perfeziona. Ti dirò una cosa, così per una volta impari qualcosa di costruttivo: l'insegnamento che bisogna esercitarsi ed impegnarsi fino in fondo per essere i migliori... è l'eredità che mi ha lasciato mio papà. Credo che questo insegnamento abbia dato i suoi frutti, contro Freezer.» concluse con tono provocatorio.
                                «Tutte scemenze!» esclamò Kreezer, a dir poco furibondo: le sue tecniche migliori non stavano dando alcun risultato contro quella che gli sembrava solo la parodia di un guerriero Saiyan. Guardava quegli occhi neri e quel sorriso sicuro di sé e per la prima volta in vita sua si sentiva davvero solo un ragazzino, lui che da due anni si era abituato all’idea di essere secondo nell’universo solo a suo zio. La verità, che lui non accettava, l’aveva descritta Gohan: prima che Cooler decidesse di prenderlo personalmente sotto la sua ala protettrice e di portarlo con sé per seguirne e curarne la crescita, Kreezer non si era mai allontanato dalla sua residenza nel palazzo reale sul pianeta Frost. Aveva vissuto una vita nella bambagia e nelle comodità, nei suoi vizietti da bambino fortissimo; della propria grande, spaventosa forza non aveva alcun merito. Non aveva mai fatto nulla per potenziarsi. L’esatto opposto di Gohan, in sostanza: che, nato con un enorme potenziale, aveva faticato e sofferto non poco per maturarlo, anche se la sua indole lo avrebbe spinto a seguire tutt’altre aspirazioni.
                                Fremente, coi muscoli rigidi e tesi, si voltò a guardare lo zio Cooler; digrignava i denti per essere stato messo con le spalle a muro. «Zio…»
                                «Non mostrarti debole, Kreezer! Gioca la carta segreta della nostra razza!»

                                *************************
                                L’ANGOLO DELL’AUTORE
                                Anche stavolta niente livelli di combattimento: non vorrei che il fatto di stare dietro ai numeri distogliesse i lettori dalle mosse e dai comportamenti dei personaggi per stare dietro ai calcoli aritmetici. :-)
                                Un’unica precisazione che mi viene in mente. In questi ultimi due capitoli, Yamcha e Crilin usano varie tecniche (Ultra Sokidan, Super Kamehameha, Immagini residue multiple…) che nella storia originale non usano mai, né dicono di saperle usare, a quanto ricordo: come avevo accennato nel capitolo, sono perfezionamenti che hanno raggiunto insieme durante il periodo di gestione della palestra. Del resto ormai sono dei maestri (in questa dimensione temporale), quindi mi sembrava logico che sfoggiassero un insieme abbastanza ampio di strumenti e di esperienza.

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