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I consigli letterari di Francesco Tenni.

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  • #61
    Archeologia e Storia dell'Arte romana.

    * A chi sia interessato alla Storia dell'Arte romana ed all'archeologia di Roma antica, proponiamo i seguenti testi:

    - Ranuccio Bianchi Bandinelli, Antonio Giuliano, Etruschi e Italici prima del dominio di Roma, BUR (Arte), Milano, 2000 (1976-1973-1972). Originariamente scritto per la Gallimard di Parigi, come i due testi successivi, poi tradotto, per la BUR, qualche anno dopo, questo libro è importantissimo, e traccia le linee dell'Arte italica prima dell'avvento di Roma e dei germi che quest'Arte lascerà in quella della città caput mundi. Gli Autori sono un grande archeologo e storico dell'Arte (Bianchi Bandinelli) ed uno storico dell'Arte esperto di cultura etrusca, greca e romana (Giuliano).

    - Ranuccio Bianchi Bandinelli, Roma. L'arte romana nel centro del potere, BUR (Arte), Milano, 2002 (1976-1969). Testo naturale seguito dell'antecedente, eccezionale opera di un maestro del nostro paese. Tratta dell'Arte romana a Roma, nel "centro del potere".

    - Ranuccio Bianchi Bandinelli, Roma. La fine dell'arte antica, BUR (Arte), 2002 (1976-1970). Naturale seguito dell'antecedente, tratta dell'Arte romana nell'Impero e della decadenza dell'Impero stesso, associata alle manifestazioni artistiche ad essa relative, centrali, "laterali" e periferiche.

    Queste tre opere sono fondamentali ed importantissime.

    Altri testi, complementari, ma di rilievo, sono:

    - Paolo Sommella, L'Italia antica. L'urbanistica romana, Jouvence, Roma, 1988. Testo ponderoso ed utile, inerente l'urbanistica e, in qualche caso, le strutture dell'architettura romana antica.

    - Nicola Bonacasa, Arte romana. Scultura, Jouvence, Roma, 1979. Agile volumetto adatto a tutti.

    - Guido A. Mansuelli, L. Laurenzi, S. Lagona, Arte romana. Pittura - Arti minori, Jouvence, Roma, 1979. Volumetto prezioso ed interessante, tratta un argomento non banale.

    - Mortimer Wheeler, Arte e architettura romana, Rizzoli / Skira, Milano - Ginevra, 2003 (2001-1964). Testo accurato e di semplice lettura. Bellissime le riproduzioni fotografiche. Un libro da leggere e da osservare ammirati.

    Questi testi dovrebbero fornire un inquadramento sulla tematica dell'archeologia e della Storia dell'Arte romana. Chiunque lo voglia, potrà aggiungere libri di sua conoscenza, facendo cosa utile al topic ed agli Utenti.
    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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    • #62
      Esegesi del Vecchio e del Nuovo Testamento.

      * A chi sia interessato all'esegesi del Vecchio e del Nuovo Testamento, proponiamo, velocemente, i seguenti testi. Trattasi di volumentti agili e di semplice lettura, scientifici, nondimeno, e piuttosto accurati, opere di specialisti dell'argomento:

      - Richard J. Coggins, Introduzione all'Antico Testamento, Il Mulino, Bologna, 1998 (1990). L'Autore è Senior Lecturer in Old Testament Studies al King's Collegedi Londra.

      - Oscar Cullmann, Introduzione al Nuovo Testamento, Il Mulino, Bologna, 1999 (1968-1966). L'Autore, scomparso nel 1999, è stato Docente alla Sorbona ed ha partecipato, come Osservatore, al Concilio Vaticano II.

      - Gerd Theissen, Il Nuovo Testamento, edizione italiana a cura di Giovanni Maria Vian, Carocci, Roma, 2003 (2002). L'Autore, teologo e pastore protestante tedesco, insegna all'Università di Heidelberg.




      Suggerisco un testo curioso ed erudito su Dante e la cultura ebraica. E' una lettura sorprendente:

      - Giorgio Battistoni, Dante, Verona e la cultura ebraica, Giuntina, Firenze, 2004.

      L'Autore è un esperto di Dante e si occupa, soprattutto, dell'influenza delle culture ebraica ed islamica sulla Divina Commedia e sulla società scaligera all'epoca di Dante.
      Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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      • #63
        Avviso agli Utenti.

        Come annunciato ieri, può darsi che, a partire dalla giornata di domani, i "consigli letterari" (causa impegni accademici dello scrivente) appaiano più "disomogenei", rispetto al solito (quattro in una giornata, ad esempio, zero in un'altra).

        Questa "variazione" dovrebbe durare non più di una decina di giornate, sempre che venga a realizzarsi e che il tutto non prosegua nella più assoluta regolarità.

        Ringrazio gli Utenti dell'attenzione.

        Auguro a tutti una serena domenica!

        Saluti!

        Francesco Tenni
        Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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        • #64
          Geografia fisica.

          * Se cercate un volume sulla Geografia fisica che si differenzi, per impostazioni e forme, dalla Geografiadi Peter Haggett (volume II), il testo che suggeriamo è il seguente, opera, tra l'altro, di due specialisti del nostro paese.

          - Paolo Roberto Federici, Sandra Piacente, Geografia fisica, Carocci, Roma, 1998 (1993).
          Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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          • #65
            Cartografia antica e moderna. Storia, tecnica e topografia.

            * Uno dei più affidabili testi sulla cartografia antica e su quella moderna, è il seguente, articolato in una sezione storica (storia della cartografia) ed in una tecnica (elementi e cenni di cartografia). Utile a chiunque si interessi dell'argomento.

            - Cosimo Palagiano, Angela Asole, Gabriella Arena, Cartografia e territorio neisecoli, Carocci, Roma, 2004 (1998-1984).
            Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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            • #66
              Conan Doyle

              Francesco ha elencato le varie edizioni delle opere di Doyle, io do solo un elenco cronologico della serie di Sherlock Holmes, in modo che per chi fosse interessato possa leggerle in ordine:

              - Uno studio in rosso (romanzo 1887)

              - Il segno dei quattro (romanzo 1890)

              - Le avventure di Sherlock Holmes (racconti brevi 1892)

              - Le memorie di Sherlock Holmes (racconti brevi 1894)

              - Il mastino dei Baskerville (romanzo 1902)

              - Il ritorno di Sherlock Holmes (racconti brevi 1905)

              - La valle della paura (romanzo 1915)

              - L'ultimo saluto di Sherlock Holmes (racconti brevi 1917)

              - Il taccuino di Sherlock Holmes (racconti brevi 1927)

              per chi non avesse mai letto nulla dell'Autore, Uno studio in rosso è un'ottimo inizio, viene descritto i primo incontro tra Holmes e Watson, e vengono messe in mostra le brillanti deduzioni del detective, consigliato

              Delle altre opere ho trovato qualcosa in rete, ma non avendole mai lette non so darne un giudizio, cercherò di rimediare in futuro
              Last edited by Hyde; 10 October 2007, 11:30. Motivo: polemica risolta

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              • #67
                Grazie, Hyde!

                Grazie, Hyde!

                I tuoi interventi sono utili ed interessanti!

                Riscrivici a breve!

                Saluti!

                Francesco Tenni
                Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                • #68
                  Decimo Magno Ausonio.

                  Decimo Magno Ausonio nacque a Burdìgala, l'attuale Bordeaux, verso il 310 d. C., si formò a Tolosa tra il 320 ed il 328, poi a Bordeaux, dove ebbe l'incarico di professore, prima di grammatica, quindi di retorica. Nel 364 venne nominato maestro dell'erede al trono imperiale Graziano e fu insignito, in seguito, di cariche pubbliche di rilievo. Morto Graziano, si ritirò a vita privata, nel 383. Morì, a sua volta, tra il 393 ed il 394.
                  Tutte le sue opere ci sono state trasmesse (poesie e prose) sotto il titolo onnicomprensivo di Opuscula, antecedute da tre Praefatiunculae in distici elegiaci , posteriori, si pensa, al 383.
                  Ausonio è il più celebrato tra i poeti dotti che scrissero nella seconda metà del IV secolo d. C. L'opera è segnata dalla sua professione di insegnante di alto livello. La cura nella scelta del lessico e la passione per i giochi di parole e per le arditezze metriche rivelano la sua esperienza retorica di uomo avvezzo all'uso ed allo studio della lingua. La sua opera poetica che, oggi, può apparire, a torto, un po' forzata o poco accattivante, aprì al nostro Autore, nella sua epoca, le porte della corte imperiale e la strada all'attività politica. Scrivere poesia sulla retorica (anche ironizzandoci sopra) era strumento importante per attirare l'attenzione del pubblico (non necessariamente di quello colto), attento alle questioni dialettiche ed alle varie dispute sempre ricorrenti all'epoca di Ausonio. Un'opera emblematica, in questo senso, è la Commemoratio Professorum Burdigalensium. I vari personaggi sono ritratti impegnati nelle loro occupazioni quotidiane e, alle volte, sono oggetto di una garbata presa in giro da parte del poeta. Epitaffi, finte iscrizioni tombali, forniscono un ritratto vivo di una società colta di provincia. Qualcuno ha sostenuto (forse non a torto) che la Commemoratio sia un antecedente letterario (insieme, naturalmente, agli epigrammi sepolcrali dell'Anthologia Palatina) dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Due altre opere sul mondo della scuola sono l'Eclogarum liber, sui più tipici argomenti dell'insegnamento retorico ed il Protrepticus ad nepotem, esortazione programmatica per la formazione culturale. Opere strutturate in forma di pochi versi, per commemorare personaggi famosi del passato, sono: i Caesares, il Ludus septem sapientium, l'Ordo urbium nobilium.
                  L'interesse calligrammatico si riverbera in alcune, specifiche, opere. Virtuosismo di versificazione e dominio della lingua caratterizzano l'Oratio, preghiera scritta in versi ropalici (prima parola di una sola sillaba, seconda di due, terza di tre, e così via). Il Griphus ternarii numeri è un lungo indovinello sul numero tre, impregnato di dottrina pitagorica. Il Cento nuptialisusa versi di Virgilio, tagliati ed abbinati modificando del tutto il loro significato originario, per descrivere la celebrazione e la consumazione di un matrimonio. Il Grammaticomastixè una sorta di elenco delle più ardue questioni linguistiche delle quali deve occuparsi il professore di grammatica. Da sottolineare, per l'intento calligrammatico di Ausonio, è, soprattutto, il Technopaegnion, uno "scherzo d'arte" raffinatissimo, nel quale il poeta forgia una serie di composizioni in esametri, di argomenti differenti tra loro, nelle
                  quali ogni verso è chiuso da parola monosillabica. Il testo, inoltre, è arrivato a noi pieno zeppo di interessanti varianti che, può essere, derivano dalla rielaborazione dell'Autore stesso (le "varianti d'Autore" del Pasquali).
                  Ausonio scrisse anche di poesia funeraria. A questo filone appartengono fittizie iscrizioni per le tombe di personaggi celebri della Letteratura (gli eroi omerici, ad esempio). Questi sono gli Epitaphia. I Parentalia sono, invece, carmi dedicati da Ausonio ai defunti della propria famiglia.
                  Le sue opere più riuscite (a parte quelle calligrammatiche, davvero ingegnose) sono la Bìssula, dedicata ad una schiava germanica liberata ed educata alla cultura romana e, naturalmente, la Mosella, epillio dedicato al fiume omonimo, ecfrastico per quanto riguarda i paesaggi. 483 esametri ne fanno, anche per dimensioni, l'opera di più alto impegno di Ausonio, impreziosita da reminiscenze di Virgilio, Orazio, Ovidio e di molti altri poeti.
                  Ausonio scrisse anche 114 epigrammi e 25 epistole metriche a suoi sodali, tra i quali Simmaco, Paolino di Nola ed Assio Paolo, rètore al quale il poeta invia un'epistola bilingue greco-latina, primo esempio di poesia maccheronica, nella quale alle parole latine sono applicate desinenze greche e viceversa.
                  In prosa, accanto a prefazioni in forma di lettera, Ausonio scrisse la Gratiarum actio, tributo doveroso pronunziato, nel 379, in onore di Graziano.
                  Un definitivo anelito "figurativo" è espresso, da Ausonio, nell'Ephemeris, che descrive la giornata-tipo di un alto burocrate imperiale. L'argomento, sempre ironico, ma piuttosto noioso, viene alleggerito dall'aspetto formale e da vari espedienti tecnici, quali l'uso di metri diversi per le differenti parti della giornata.
                  Il poeta si dedica, spesso, alla descrizione delle cose quotidiane della vita. Esempi di questa linea poetica sono i Parentalia, i Professores e l'Ephemeris. Ausonio è, invece, totalmente sordo nei confronti delle difficoltà reali, economiche, politiche, sociali del suo tempo e della sua terra. E' l'esatto opposto del realismo esasperato di Sant'Ambrogio che, rapidamente, lo soppianta come consigliere del giovane Graziano. Ausonio pare considerare uno stato delle cose che non è quello, pieno di timori per il futuro, del IV secolo d. C. Il poeta sembra essersi fermato al I secolo d. C. I barbari, quasi, non esistono, le frontiere (ormai minate dalle invasioni e dagli scontri) sono piacevoli mete di turismo e svago.
                  Formalmente, il poeta recupera la tradizione letteraria classica, in strutture diverse, naturalmente. La polimetria e la sperimentazione letteraria (filtrata attraverso l'esperienza dei poetae novelli), resa poco provocatoria, minimamente rivoluzionaria e, per questo, più adatta alla corte imperiale, l'eleganza e gli equilibri formali dei poeti augustei, resi in forme più minute, per il nuovo gusto letterario, la passione per le battute di spirito, negli epigrammi, i quali ricordano, alle volte, Marziale, fanno di Ausonio un abile e moderato maestro del riuso (per servirci di un'espressione di Vincenzo Di Benedetto) di quanto di meglio la Latinità abbia prodotto nel corso dei secoli.
                  L'enorme erudizione di Ausonio non è dottrina esibita. Il recupero della tradizione si inscrive in un'ottica di raffronto produttivo coi tempi attuali. Da questo deriva un ideale estetizzante di conciliazione culturale. Ausonio vuole che non si perda, nemmeno minimamente, la cultura dell'Urbe. Ed Ausonio, per questo, si colloca nell'area cristiana, ma è lontano da ogni dogmatismo estremistico e vuole difendere tutta la tradizione del paganesimo che, secondo unanime parere, esalta l'Urbe e l'Impero.
                  Per i meriti della sua cultura e per l'abilità della sua politica, Ausonio fu stimato e ammirato da grandi personalità del suo tempo, tra le quali l'Imperatore Teodosio, che, molto rispettosamente, gli richiese una copia delle sue opere, e Simmaco, uno dei capi del gruppo senatorio pagano (celebre per la disputa, persa, riguardo all'Altare della Vittoria, contro Sant'Ambrogio) e suo corrispondente. Il suo successo è diminuito nei secoli. Molta critica recente lo ha svalutato quasi del tutto, a causa dei suoi atteggiamenti ritenuti superficiali e vuotamente ironici, dei suoi virtuosismi metrici. Ingiustamente ad Ausonio sono state imputate colpe che non sono colpe. La sua scherzosità, la sua raffinatissima ed irriverente arte metrica, le sue prove di scrittura di poesia figurata costituiscono l'aspetto più di rilievo della sua poetica, forse il suo principale pregio, e fanno di Ausonio una delle personalità letterarie più di spicco e, sicuramente, di più alto genio dei secoli terminali dell'Impero.

                  Di Ausonio consigliamo i seguenti due testi:

                  - Decimo Magno Ausonio, Mosella, a cura di Maria Elvira Consoli, Congedo, Lecce, 1998;

                  - Decimo Magno Ausonio, Technopaegnion, a cura di Carlo Di Giovine, Pàtron, Bologna, 1996.
                  Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                  • #69
                    Claudio Claudiano.

                    * Claudio Claudiano (370 ca. - 404 d. C. ca.), poeta latino tardo, è Autore, tra l'altro, di una Gigantomàchia, del De nuptiis Honorii et Mariae, del De bello Gildonico, della Laus Stilichonis, delle invettive In Rufinum ed In Eutropium, della Laus Serenaeoltre che, naturalmente, del celebre De raptu Prosèrpinae. Autore delicato e raffinato, non manca di vispoetica e di energia strutturale.

                    Claudiano è una delle definitive grandi voci poetiche della Latinità.

                    Di Claudio Claudiano suggeriamo il seguente testo:

                    - Claudio Claudiano, Il rapimento di Proserpina. La guerra dei Goti, a cura di Franco Serpa, BUR, Milano, 1994.
                    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                    • #70
                      Conan Doyle

                      Io lessi, ma molto moltissimo tempo fa, "Il segno dei quattro"; difatti non ricordo granchè. Probabilmente è l'unico libro di Sherlock Holmes che abbia letto.
                      Da quel poco che ricordo, comunque, il romanzo era avvincente; se non sbaglio, oltre all'acume del detective, "Il segno dei quatrro" è caratterizzato da una tenera storia d'amore del dottor Watson.

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                      • #71
                        Cartografia antica e moderna

                        Originariamente Scritto da Francesco Tenni Visualizza Messaggio
                        * Uno dei più affidabili testi sulla cartografia antica e su quella moderna, è il seguente, articolato in una sezione storica (storia della cartografia) ed in una tecnica (elementi e cenni di cartografia). Utile a chiunque si interessi dell'argomento.

                        - Cosimo Palagiano, Angela Asole, Gabriella Arena, Cartografia e territorio neisecoli, Carocci, Roma, 2004 (1998-1984).

                        Questo potrebbe interessarmi, chissà che non lo legga in futuro!

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                        • #72
                          Arte egea.

                          * Se siete interessati all'Arte egea, sarebbe a dire alle espressioni artistiche straordinarie delle popolazioni cicladiche e, soprattutto, della civiltà minoica cretese e di quella micenea, greca continentale e, poi, a sua volta, anche cretese, sviluppatesi prima del cosiddetto "Medioevo ellenico", il libro che fa per voi è il seguente, scritto da un grande maestro, ricchissimo di informazioni e di immagini, dotato di una leggibilità assolutamente apprezzabile.

                          - Pierre Demargne, Arte egea, BUR Arte, Milano, 2003 (1978-1964).

                          Il testo, scritto, originariamente, per l'Editore Gallimard di Parigi, offre, nel suo titolo originario, un'indicazione inerente il "taglio" di tutto il volume: Naissance de l'Art grec.

                          La traduzione dal Francese è di Giulia Veronesi.
                          Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                          • #73
                            "Il libro della Caccia di Gaston Phébus".

                            * Un libro bellissimo, sui generis, che ci fa ripercorrere lo splendore dei testi illustrati medievali e che ci offre una panoramica della caccia, tematica così importante, letterariamente e culturalmente, nel Medioevo (preciso che sono del tutto contrario alla caccia), è il seguente.

                            Il testo è splendido, nelle riproduzioni delle illustrazioni, ed è adeguatamente curato e commentato, se pur brevemente ed in forma di Prefazione ed Introduzione (oltre a qualche breve "argomentazione").

                            Il testo risale al XIV secolo francese. Il suo propietario era una sorta di grande feudatario, appassionato (o qualcosa di più) di caccia, se così vogliamo definirla, "cavalleresca".

                            E' un libro da osservare, che lascia incantati per lo splendore delle immagini.

                            - Il libro della Caccia di Gaston Phébus, prefazione di Christian de Longevialle, introduzione e commenti di Claude d'Anthenaise, traduzione di Maria Laura Broso Bardinet, Bibliothèque de l'Image / Maison de la Chasse et de la Nature / Musée de la Chasse / Bibliothèque nationale de France, Paris, 2002.

                            E', nell'accezione più adeguata del termine, un "libro d'Arte".
                            Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                            • #74
                              Rabano Mauro. Cenni biografici.

                              Rabano Mauro (Magonza, 780 ca. - Winkel, 856 d. C.), erudito e scrittore latino-tedesco. Studiò a Tours, alla scuola di Alcuino; nell’801 divenne maestro nella Scuola annessa al monastero benedettino di Fulda, il quale divenne il centro di irradiamento della cultura classica e della cristianizzazione, in Germania; Rabano Mauro fu tra i primi ad introdurre, nel paese, lo studio delle Arti liberali, e, per questo, meritò il titolo di Praeceptor Germaniae. Nominato Abate di Fulda, nell’822, Rabano Mauro fu eletto, nell’842, Vescovo di Magonza. Scrisse molte opere: commenti a diversi libri della Bibbia, nei quali ricorre, con insistenza, all’interpretazione allegorica; i tre libri De instituitone clericorum (819), nei quali ritiene essenziale, per l’ottimo chierico, lo studio e la dottrina, oltre alla rettitudine di vita; i 22 libri De universo (842-847), erudita enciclopedia universale, le notizie della quale sono, quasi interamente, tratte dalle Etymologiae di Sant’Isidoro di Siviglia, e dal De rerum naturadi Beda il Venerabile; il De anima (842), trattato di psicologia, basato sulla dottrina di Sant’Agostino. Rabano fu, anche, Autore di versi, religiosi e profani, tra i quali spiccano, per artifici formali, i carmi figurati del Liber de laudibus Sanctae Crucis.
                              Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                              • #75
                                Jack Kerouac. Cenni biografici.

                                Jack Kerouac (Lowell, Massachussets, 1922 - Saint Petersburg, Florida, 1969), scrittore e poeta statunitense. Interrotti gli studi universitari, vagabondò per gli Stati Uniti, cambiando diversi lavori (marinaio, frenatore ferroviario, guardia forestale), sulle tracce degli scrittori che amava: Jack London, Ernest Hemingway, Thomas Clayton Wolfe. Intorno al 1950, conosciuti William S. Burroughs ed Allen Ginsberg, praticò, insieme a loro, a New York ed a San Francisco, quello che divenne il modello di vita della beat generation: il nomadismo, il rifiuto dell’opulenza americana, lo studio di nuove dimensioni visionarie attraverso l’uso della droga. Queste esperienze sono descritte nel celebre romanzo Sulla strada (On the road, 1957), opera straordinaria per tematica e scrittura, la quale divenne, per la generazione di Kerouac, una sorta di manifesto e che resta la sua opera più riuscita, sia per la novità stilistica, (la prova di formare una prosa “spontanea”, sul modello della libera improvvisazione del jazz), sia per i suggestivi legami col ricorrente mito americano del viaggio. I suoi libri successivi, come On the road, hanno un carattere fortemente autobiografico. I sotterranei(1958), allucinata cronaca poetica della vita dei beatdi San Francisco, ed I vagabondi del Dharma (1958), documento dell’interesse di Kerouac per le filosofie orientali, ripeterono il successo di On the road. Nel 1961, stanco di essere una figura pubblica, Kerouac si isolò, seguendo un altro suo modello letterario, il Thoreau del Walden, in una capanna non lontana dalla costa della California, dove scrisse uno di suoi romanzi più intensi, dominato da un forte senso musicale della lingua, Big Sur (1962), bilancio di una sconfitta che si riscatta nella novità della scrittura.
                                La stessa libera gioia del ritmo, la stessa sottigliezza nell’afferrare il suono dell’americano parlato in moduli jazzistici (lo slang), si ritrovano nella sua nutrita opera poetica, in particolare nei Mexico City Blues (1959), mentre nel definitivo, voluminoso, romanzo di memoria, Vanità di Duluoz (1968), queste qualità sembrano cedere il passo ad una sorta di stanchezza.
                                Kerouac scrisse diversi libri di Blues, unendo la sua poesia ai ritmi del jazz dei più grandi maestri neri allora in attività in tutti gli Stati Uniti. Non solo Blues, ma testi poetici di tutti i generi (tra i quali molti haiku ed alcuni esempi di calligramma) animano la sua opera, pietra miliare della Letteratura nordamericana del Novecento e celebrazione antiretorica e, nonostante tutto, radiosa, del cosiddetto “sogno americano“.
                                Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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