Originariamente Scritto da Lorenzo GOV
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Ora, io non penso che gli anime debbano avere per forza uno scopo comune: ci sono quelli che hanno come fine il divertimento, quelli che incitano alla riflessione filosofica, quelli che puntano a dare forti emozioni a livello sentimentale, ecc. E poi ci sono quelli che hanno un po' di tutto, che solitamente sono quelli che preferisco.
I discorsi sulla commercializzazione secondo me hanno poco senso: tutti gli anime sono messi in commercio, quindi tutti sono potenzialmente commercializzabili. Certo, c'è l'autore che vende la sua opera al diavolo pur di fare soldi (l'esempio lampante è Toriyama, e me ne dispiaccio) e quello che invece si rifiuta di storpiare la storia, ma fondamentalmente tutti puntano al successo. E non avrebbe senso il contrario. Cos'è, uno crea un anime per tenerlo a casa sua?
Insomma, io non divido gli anime in "roba commerciale" e "roba non commerciale". Semmai li divido in "roba originale/autentica/voluta dall'autore" e "roba creata dopo per accontentare i fan".
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