EPISODIO 133: UN PIANO PERFETTO
“Che intendi dire? Che significa il fatto che io non sia l’unico capace di bluffare?” chiese Borjack. “Intendo che sei troppo sicuro della tua forza per pensare che qualcuno possa sconfiggerti pur essendo più debole di te! In questo momento tu ti senti imbattibile, non è vero? Ebbene, quando ti renderai conto di quanto tu ti stia sbagliando, sarà già troppo tardi per te!” affermò Piccolo. “Osi forse minacciarmi? Nessuno può sconfiggermi, ora che ho raggiunto il mio massimo potere! Ho superato il tuo livello di energia! E gli altri tuoi compagni non erano in grado di battermi nemmeno quando li affrontavo usando solo una parte dei miei poteri! Dunque la situazione non cambierebbe nemmeno se loro intervenissero ad aiutarti! Anzi! Mi sorprendo del fatto che non lo abbiano ancora fatto! Non li credevo codardi sino a questo punto! Al posto tuo sarei disgustato!” disse sarcasticamente lo zardiano. Piccolo sorrise beffardo “Bel discorso! Me ne ricorderò quando sarai morto per farmi due risate…” sibilò il namekiano, per poi portare due dita in prossimità della fronte, convogliando in esse un grande quantitativo di energia, per poi scagliare un Makankosappo a piena potenza contro Borjack. “E’ da vedersi chi di noi due sarà a ridere…” pensò lo zardiano, per poi scagliarsi contro il namekiano, facendosi incontro al Makankosappo sferrato da questi, senza alcun timore. Il potentissimo fratello di Zardock, riuscì a deviare l’attacco semplicemente con un colpo di mano, per poi colpire in pieno Piccolo con un violento pugno che lo avrebbe probabilmente scagliato all’indietro di parecchi metri, se lo stesso Borjack non avesse afferrato il namekiano con l’altro braccio, fermandone la traiettoria, quindi si spinse in avanti colpendo di nuovo il guerriero vestito di viola con una testata in piena fronte, infine si portò sopra di lui con la super velocità, e con un calcio in acrobazia lo schiantò violentemente al suolo, sollevando una colonna di polvere di dimensioni colossali.
“Dobbiamo aiutarlo!” esclamò Goten, nel vedere l’amico in difficoltà. “Esatto! Non riusciremo a combinare granché, ma non possiamo nemmeno stare qui a guardare mentre il vostro amico viene massacrato!” annuì Zangya. “Qui nessuno va da nessuna parte!” affermò perentorio Arier. “Ma… Arier!” provò a replicare Goten. “Se provi a spostarti anche di un solo metro in direzione di Borjack e Piccolo, giuro che non esiterò ad attaccarti!” disse lo zefiriano, con voce ferma. “Tsk! Non ti facevo tanto codardo! In ogni caso, se hai paura di batterti non vedo perché tu debba coinvolgere anche noi, impedendoci di…” disse Zangya con tono colmo di disprezzo, ma prima che potesse terminare il proprio discorso, fu Goten stesso a interromperla. “Smettila! Arier non è un codardo! Sono certo che se non vuole che attacchiamo Borjack c’è un motivo più che valido!” disse il figlio di Goku, che ben conosceva il coraggio del proprio alleato. “Ti chiedo scusa…” tagliò corto Zangya. Arier annuì “Lo so che è difficile comprendere, e anche a me piacerebbe andare in soccorso di Piccolo, ma è lui il primo a non volere che lo facciamo!” affermò lo zefiriano.
“Ci sono!” pensò tra se e se Elore, aprendo gli occhi. Era riuscita a entrare in sintonia con il pianeta Terra. La compagna di Arier alzò quindi entrambe le braccia al cielo “Terra! Aria! Mare! E voi, creature del pianeta Terra! Vi prego di accogliere la mia richiesta! Donatemi una parte della vostra energia in modo che io possa sconfiggere il mostro che minaccia l’esistenza del vostro pianeta e degli altri pianeti della galassia!” disse Elore con tono di supplica, affinché le fosse data l’energia per creare la tecnica che le avrebbe, nelle intenzioni, permesso di sconfiggere una volta per tutte Borjack: la Sfera Genkidama!
Arier, con la coda dell’occhio, vide come nelle mani della compagna già si stesse formando una sfera di energia azzurra che man mano diventava sempre più grande. “Contiamo su di te, cucciola!” pensò lo zefiriano.
Anche Piccolo si accorse di ciò… dunque decise di impegnarsi ancora di più per riuscire a distrarre Borjack in modo che si accorgesse il più tardi possibile della minaccia incombente. “Finora procede tutto secondo i piani! Se nulla andrà storto tra non molto Borjack sarà soltanto un brutto ricordo!” pensò Piccolo, per poi scagliarsi contro il malvagio zardiano, il quale si preparò a difendersi. L’attacco del namekiano, tuttavia, non era stato altro che una finta, infatti Piccolo, con la super velocità, si portò diversi metri in alto. La velocità del guerriero GT non era però tale da impedire a Borjack di seguirne gli spostamenti con lo sguardo, ma in realtà Piccolo non faceva affatto affidamento su ciò, infatti non appena l’avversario ebbe rivolto lo sguardo in direzione del maestro di Gohan, questi utilizzò un Tayoken per abbagliarlo “Questa tecnica è davvero utile… è la seconda volta che me ne servo! Però stavolta, contrariamente a quanto accaduto contro Freezer, stavolta mi servirà solo per guadagnare tempo! Tenshinhan non sarà il massimo della potenza, ma nell’inventare le tecniche ha poco da invidiare a chiunque!” pensò Piccolo. Quindi, approfittando della momentanea cecità di Borjack, lo attaccò dall’alto, colpendolo con un pugno a due mani e sbattendolo al suolo. Quindi si preparò a caricare una Gekiretsukodan, per colpire un Borjack che pareva vulnerabile. Non appena però il namekiano ebbe scagliato il colpo, lo zardiano scattò in piedi, e protese le braccia in avanti, pronto a parare il colpo, ma all’ultimo istante, Piccolo deviò la traiettoria della propria sfera di energia facendola impattare con il terreno innanzi a Borjack sollevando una cortina di polvere tale da interdire nuovamente la vista allo zardiano. Il suo scopo non era certo quello di danneggiare l’avversario, impresa piuttosto improba, bensì quello di guadagnare tempo, e in questo Piccolo si stava rivelando un vero e proprio maestro, riuscendo con la propria astuzia a mettere in seria difficoltà un nemico che pure lo sovrastava sul piano della potenza e della velocità. “Maledetto! A che gioco stai giocando?” imprecò Borjack, alzandosi in volo per uscire da quella coltre di polvere, in cui egli non poteva vedere ad un palmo di naso. In quel momento però sentì le mani del namekiano afferrargli le caviglia, cercando di trascinarlo di nuovo verso il basso, incontrando però la decisa resistenza da parte del malvagio zardiano. “Stavolta sei mio!” pensò Borjack con un ghigno sardonico scagliando una potente onda di energia verde verso il basso, dove certamente si trovava il namekiano. Il colpo fu eseguito magistralmente in fatto di velocità e potenza, e venendone colpito, Piccolo sarebbe stato probabilmente impossibilitato a continuare a combattere. Proprio però quando Borjack si fu convinto di aver colpito il bersaglio, venne colpito da un violento calcio alla schiena che lo mandò a schiantarsi fragorosamente contro una montagna, essendo stato del tutto colto di sorpresa. Borjack stavolta si rialzò faticosamente, vedendo Piccolo incredibilmente illeso e in piedi innanzi a lui. Nessun altro era intervenuto! Era stato lo stesso namekiano a sferrargli il calcio. “Impossibile! Ma come diavolo hai fatto? Come puoi essere così veloce?” chiese incredulo Borjack. “Ho i miei giochetti…” rispose ironicamente Piccolo. La strategia del namekiano era stata perfetta. Le braccia allungate con cui aveva afferrato le caviglie di Borjack erano state fatte passare sottoterra, con il namekiano che in realtà era posizionato da tutta altra parte, cosa che ovviamente lo zardiano non poteva sapere, ed era stato portato a credere che Piccolo si trovasse sotto di lui. In questo modo Borjack si era distratto per sferrare un attacco inutile, e aveva dato al namekiano il tempo e il modo di attaccarlo di sorpresa. In quel modo Piccolo aveva sfruttato alla perfezione la propria capacità di percepire le aure, dote che lo avvantaggiava nei confronti dell’avversario.
“Piccolo è un maledetto genio!” esclamò Goten, entusiasta. “Straordinario! Sta riuscendo a mettere in difficoltà Borjack pur essendo molto più debole di lui! Che guerriero!” pensò Zangya colma di ammirazione. “Borjack non è certo uno stupido, ma come astuzia Piccolo gli sta una spanna sopra! Formidabile!” constatò Arier.
“Che intendi dire? Che significa il fatto che io non sia l’unico capace di bluffare?” chiese Borjack. “Intendo che sei troppo sicuro della tua forza per pensare che qualcuno possa sconfiggerti pur essendo più debole di te! In questo momento tu ti senti imbattibile, non è vero? Ebbene, quando ti renderai conto di quanto tu ti stia sbagliando, sarà già troppo tardi per te!” affermò Piccolo. “Osi forse minacciarmi? Nessuno può sconfiggermi, ora che ho raggiunto il mio massimo potere! Ho superato il tuo livello di energia! E gli altri tuoi compagni non erano in grado di battermi nemmeno quando li affrontavo usando solo una parte dei miei poteri! Dunque la situazione non cambierebbe nemmeno se loro intervenissero ad aiutarti! Anzi! Mi sorprendo del fatto che non lo abbiano ancora fatto! Non li credevo codardi sino a questo punto! Al posto tuo sarei disgustato!” disse sarcasticamente lo zardiano. Piccolo sorrise beffardo “Bel discorso! Me ne ricorderò quando sarai morto per farmi due risate…” sibilò il namekiano, per poi portare due dita in prossimità della fronte, convogliando in esse un grande quantitativo di energia, per poi scagliare un Makankosappo a piena potenza contro Borjack. “E’ da vedersi chi di noi due sarà a ridere…” pensò lo zardiano, per poi scagliarsi contro il namekiano, facendosi incontro al Makankosappo sferrato da questi, senza alcun timore. Il potentissimo fratello di Zardock, riuscì a deviare l’attacco semplicemente con un colpo di mano, per poi colpire in pieno Piccolo con un violento pugno che lo avrebbe probabilmente scagliato all’indietro di parecchi metri, se lo stesso Borjack non avesse afferrato il namekiano con l’altro braccio, fermandone la traiettoria, quindi si spinse in avanti colpendo di nuovo il guerriero vestito di viola con una testata in piena fronte, infine si portò sopra di lui con la super velocità, e con un calcio in acrobazia lo schiantò violentemente al suolo, sollevando una colonna di polvere di dimensioni colossali.
“Dobbiamo aiutarlo!” esclamò Goten, nel vedere l’amico in difficoltà. “Esatto! Non riusciremo a combinare granché, ma non possiamo nemmeno stare qui a guardare mentre il vostro amico viene massacrato!” annuì Zangya. “Qui nessuno va da nessuna parte!” affermò perentorio Arier. “Ma… Arier!” provò a replicare Goten. “Se provi a spostarti anche di un solo metro in direzione di Borjack e Piccolo, giuro che non esiterò ad attaccarti!” disse lo zefiriano, con voce ferma. “Tsk! Non ti facevo tanto codardo! In ogni caso, se hai paura di batterti non vedo perché tu debba coinvolgere anche noi, impedendoci di…” disse Zangya con tono colmo di disprezzo, ma prima che potesse terminare il proprio discorso, fu Goten stesso a interromperla. “Smettila! Arier non è un codardo! Sono certo che se non vuole che attacchiamo Borjack c’è un motivo più che valido!” disse il figlio di Goku, che ben conosceva il coraggio del proprio alleato. “Ti chiedo scusa…” tagliò corto Zangya. Arier annuì “Lo so che è difficile comprendere, e anche a me piacerebbe andare in soccorso di Piccolo, ma è lui il primo a non volere che lo facciamo!” affermò lo zefiriano.
“Ci sono!” pensò tra se e se Elore, aprendo gli occhi. Era riuscita a entrare in sintonia con il pianeta Terra. La compagna di Arier alzò quindi entrambe le braccia al cielo “Terra! Aria! Mare! E voi, creature del pianeta Terra! Vi prego di accogliere la mia richiesta! Donatemi una parte della vostra energia in modo che io possa sconfiggere il mostro che minaccia l’esistenza del vostro pianeta e degli altri pianeti della galassia!” disse Elore con tono di supplica, affinché le fosse data l’energia per creare la tecnica che le avrebbe, nelle intenzioni, permesso di sconfiggere una volta per tutte Borjack: la Sfera Genkidama!
Arier, con la coda dell’occhio, vide come nelle mani della compagna già si stesse formando una sfera di energia azzurra che man mano diventava sempre più grande. “Contiamo su di te, cucciola!” pensò lo zefiriano.
Anche Piccolo si accorse di ciò… dunque decise di impegnarsi ancora di più per riuscire a distrarre Borjack in modo che si accorgesse il più tardi possibile della minaccia incombente. “Finora procede tutto secondo i piani! Se nulla andrà storto tra non molto Borjack sarà soltanto un brutto ricordo!” pensò Piccolo, per poi scagliarsi contro il malvagio zardiano, il quale si preparò a difendersi. L’attacco del namekiano, tuttavia, non era stato altro che una finta, infatti Piccolo, con la super velocità, si portò diversi metri in alto. La velocità del guerriero GT non era però tale da impedire a Borjack di seguirne gli spostamenti con lo sguardo, ma in realtà Piccolo non faceva affatto affidamento su ciò, infatti non appena l’avversario ebbe rivolto lo sguardo in direzione del maestro di Gohan, questi utilizzò un Tayoken per abbagliarlo “Questa tecnica è davvero utile… è la seconda volta che me ne servo! Però stavolta, contrariamente a quanto accaduto contro Freezer, stavolta mi servirà solo per guadagnare tempo! Tenshinhan non sarà il massimo della potenza, ma nell’inventare le tecniche ha poco da invidiare a chiunque!” pensò Piccolo. Quindi, approfittando della momentanea cecità di Borjack, lo attaccò dall’alto, colpendolo con un pugno a due mani e sbattendolo al suolo. Quindi si preparò a caricare una Gekiretsukodan, per colpire un Borjack che pareva vulnerabile. Non appena però il namekiano ebbe scagliato il colpo, lo zardiano scattò in piedi, e protese le braccia in avanti, pronto a parare il colpo, ma all’ultimo istante, Piccolo deviò la traiettoria della propria sfera di energia facendola impattare con il terreno innanzi a Borjack sollevando una cortina di polvere tale da interdire nuovamente la vista allo zardiano. Il suo scopo non era certo quello di danneggiare l’avversario, impresa piuttosto improba, bensì quello di guadagnare tempo, e in questo Piccolo si stava rivelando un vero e proprio maestro, riuscendo con la propria astuzia a mettere in seria difficoltà un nemico che pure lo sovrastava sul piano della potenza e della velocità. “Maledetto! A che gioco stai giocando?” imprecò Borjack, alzandosi in volo per uscire da quella coltre di polvere, in cui egli non poteva vedere ad un palmo di naso. In quel momento però sentì le mani del namekiano afferrargli le caviglia, cercando di trascinarlo di nuovo verso il basso, incontrando però la decisa resistenza da parte del malvagio zardiano. “Stavolta sei mio!” pensò Borjack con un ghigno sardonico scagliando una potente onda di energia verde verso il basso, dove certamente si trovava il namekiano. Il colpo fu eseguito magistralmente in fatto di velocità e potenza, e venendone colpito, Piccolo sarebbe stato probabilmente impossibilitato a continuare a combattere. Proprio però quando Borjack si fu convinto di aver colpito il bersaglio, venne colpito da un violento calcio alla schiena che lo mandò a schiantarsi fragorosamente contro una montagna, essendo stato del tutto colto di sorpresa. Borjack stavolta si rialzò faticosamente, vedendo Piccolo incredibilmente illeso e in piedi innanzi a lui. Nessun altro era intervenuto! Era stato lo stesso namekiano a sferrargli il calcio. “Impossibile! Ma come diavolo hai fatto? Come puoi essere così veloce?” chiese incredulo Borjack. “Ho i miei giochetti…” rispose ironicamente Piccolo. La strategia del namekiano era stata perfetta. Le braccia allungate con cui aveva afferrato le caviglie di Borjack erano state fatte passare sottoterra, con il namekiano che in realtà era posizionato da tutta altra parte, cosa che ovviamente lo zardiano non poteva sapere, ed era stato portato a credere che Piccolo si trovasse sotto di lui. In questo modo Borjack si era distratto per sferrare un attacco inutile, e aveva dato al namekiano il tempo e il modo di attaccarlo di sorpresa. In quel modo Piccolo aveva sfruttato alla perfezione la propria capacità di percepire le aure, dote che lo avvantaggiava nei confronti dell’avversario.
“Piccolo è un maledetto genio!” esclamò Goten, entusiasta. “Straordinario! Sta riuscendo a mettere in difficoltà Borjack pur essendo molto più debole di lui! Che guerriero!” pensò Zangya colma di ammirazione. “Borjack non è certo uno stupido, ma come astuzia Piccolo gli sta una spanna sopra! Formidabile!” constatò Arier.
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