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  • cap.2 Il significato dei sogni


    La sua risata malvagia riempì l’aria. Atterrato con la sua navicella ora si guardava in giro. Un colpo solo, come quello che utilizzava sempre Nappa, e l’intera città sarebbe saltata per aria. Però se avesse ucciso subito quegli insulsi insetti si sarebbe perso il divertimento. Perciò cominciò a lanciare onde in giro. Godendo delle facce spaventate e delle urla di terrore. Aveva dimenticato il sapore del sangue e il brivido nel sentirsi il più potente. Certo era divertente vedere quei codardi che si calpestavano, abbandonando i più deboli, solo per salvarsi la vita. Soltanto gli sarebbe piaciuto qualche combattimento vero. Poco male, più tardi sarebbe andato a eliminare quegli insulsi guerrieri che difendevano quello stupido pianeta. Era atterrato nel centro della città, ma la sua meta era di fronte a lui. I suoi stivaletti bianchi scricchiolavano sull’erba. Con la mano destra caricò un onda. La porta andò in pezzi. Entrò nella casa. Troppo pulita e ordinata. Ci voleva un po’ del suo “tocco”. Aumentò l’aura facendo volare via tutto. Sorrise nel vedere gli oggetti a terra distrutti. Calpestò un portafotografie che conteneva un immagine della famigliola felice. Dei passi frettolosi. Ecco era lei. Sapeva che sarebbe arrivata. Con la sua fine si sarebbe chiusa quella breve parentesi. La donna, con il viso sconvolto da terrore, gli si aggrappò al braccio. “Ti prego torna in te! Ti scongiuro!”urlò lei tra le lacrime. Con un movimento del braccio la fece volare via. La donna cadendo si graffiò il volto. Dalla ferita uscirono gocce di sangue color rubino. L’uomo nel suo delirio di onnipotenza non si accorse che in quell’attimo di panico era comunque bellissima. I capelli turchini in disordine le incorniciavano il viso. I grandi occhi azzurri sembravano imploranti. Alzò la mano pronto a lanciare un onda. “E’ la tua fine sibilò l’uomo”sorridendo sadico.

    “NOOOOOO!!!!!!!”urlò svegliandosi. Sudato, si accorse con sollievo che era stato solo un incubo. Attorcigliato completamente nelle coperte, non riusciva quasi a muoversi. Ci mise qualche attimo per ricordarsi dov’era. La sua camera da letto non gli era mai sembrata un luogo così protetto, ma qualunque luogo lo sarebbe stato rispetto al suo incubo. Si voltò e si ritrovò faccia a faccia con un bel viso, anche se non più giovanissimo, ma sempre stupendo. Lo stesso viso del suo incubo. Solo che stavolta non era spaventato, semmai preoccupato. Lo scrutava cercando di capire perché mai si fosse messo a urlare in quel modo alle 5 del mattino. “Un altro incubo?”chiese centrando il problema. Vegeta non rispose. Sembrava che la sua capacità di parlare fosse momentaneamente bloccata da un nodo in gola. Bulma cercò di avvicinarsi, ma il sayan la scostò. “Come posso solo toccarti quando il mio animo guerriero potrebbe mettere in atto quello che i miei sogni mi mostrano?”pensò lui mentre compiva quel gesto. La donna, incurante dell’atteggiamento del marito, tentò nuovamente di avvicinarsi. “Come faccio ad aiutarti se ti isoli?”chiese lei comprensiva. Aveva ormai da tanti anni capito che per arrivare a quello che l’uomo era davvero, bisognava prima superare i muri che lui stesso ergeva. “Ti prego fatti aiutare”. Quelle parole: “Ti prego” le stesse del suo sogno fecero crollare tutte le sue intenzioni. Non voleva farla soffrire. Già aveva dovuto passare tanti brutti momenti a causa sua. “Era solo un brutto sogno”le disse baciandola. Bulma sapeva che era qualcosa di più. E quel bacio, dato con la stessa foga che ha un assetato che trova dell’acqua da bere nel deserto, ne fu una conferma. “Raccontamelo”disse con dolcezza, ma con nella voce un intonazione decisa di un ordine. Vegeta si voltò verso la finestra. La luce della luminosa luna illuminava la stanza. La luna, a dir la verità il plenilunio, la meravigliosa luna piena era il simbolo della potenza dei sayan. Poteva ancora sentire il grido dell’Oozaru inferocito in cui più volte si era trasformato distruggendo intere città. In fondo un sogno era solo un sogno e lui invece aveva fatto cose terribili nel mondo reale. Perché vergognarsi di qualche cosa che non aveva commesso? “Sicura?”. “Certo, altrimenti perché chiedertelo. In fondo perché muoio nei tuoi incubi non vuol dire che devo necessariamente morire davvero”disse lei seria. Vegeta, per l’ennesima volta nella sua vita, si chiese se sapesse leggere nei suoi pensieri. In fondo non voleva raccontarglielo proprio per quello. Così sotto lo sguardo vigile dell’astro lucente fuori dalla finestra cominciò a narrare le sue paure.
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    • Con la canna da pesca in mano si chiedeva perché mai si era fatto fregare in quel modo. Bulma si era convinta che avesse bisogno di distrarsi. Lo aveva perciò obbligato a passare una giornata con il suo “amico” Kakaroth. Avrebbe tanto, ma tanto volentieri eliminato quella calamità di disastri che sulla terra chiamavano Goku. Poi si ricordò che si era fatto convincere da una gigantesca torta al cioccolato che lo aspettava al suo ritorno.
      Goku pescava in silenzio demoralizzato. Aveva organizzato tutto per passare al meglio quella giornata con quello che considerava un fratello maggiore. L’idea iniziale era di fare un bel combattimento a squadre. Lui e Vegeta contro Crilii e Junior. Solo che il neo-sayan, migliore amico di Goku, era andato con Marron e C18 a conoscere la famiglia di Uub. Mentre Junior aveva promesso a Elly che sarebbero andati a fare shopping insieme e in quel momento il poveraccio doveva essere bloccato in qualche centro commerciale sommerso da pacchi e pacchetti. Vegeta sarebbe stato ben felice di combattere contro Goku per chiudere quel “vecchio conto”. Goku però aveva avuto un idea che per lui era geniale. Aveva recuperato la vecchia barca di legno di suo nonno Gohan e aveva convinto il principe dei sayan ad andare a pescare con lui, in modo “tradizionale”. Il piano aveva fatto acqua da tutte le parti, nel vero senso della parola. La barca aveva una falla e aveva cominciato a imbarcare acqua. Bagnati fradici erano arrivati a riva e si erano asciugati con le loro auree. Goku era però riuscito a placare le ire del sayan più grande. Avevano deciso di continuare a pescare seduti sulla riva del fiume. Solo che Goku aveva tirato fuori delle esche vive, che avevano fatto una brutta fine a opera di una serie di ki-blast. Si era dimenticato dei problemini che Vegeta aveva con i vermi. Il povero Goku era arrivato sull’orlo delle lacrime (Requiem alle esche ex-vive Nd Autrice) e il principe dei sayan, per evitare che un componente della gloriosa razza guerriera si mettesse a frignare come un poppante, si era seduto ricominciando a pescare come se niente fosse successo.

      Vegeta si voltò nuovamente a guardare di sottecchi Kakaroth. Ora che la rabbia era passata, stava cominciando a sentirsi in colpa. In fondo l’altro non combinava tutti quei disastri apposta. Per di più nelle battaglie si dimostrava molto più intelligente, meno goffo e imbranato che nella quotidianità. Poi, aveva sperato che tornasse tanto mentre era via con il drago, e ora lo trattava così. Non era giusto. Pensò intensamente a un argomento di cui parlare per distrarlo. Il buon umore del sayan più giovane sarebbe tornato da se. Soltanto che Vegeta non aveva poi tanta voglia di parlare. L’incubo di quella notte ancora gli frullava in mente. Bulma era riuscita a sdrammatizzare. Prima lo aveva confortato e poi aveva fatto delle battute per tirarlo su di morale. Cose del genere: “Io che imploro uno scimmione come te? Manco fossi l’ultimo dell’universo. Semmai mi preoccupo per la mia vita. Quante donne intelligenti e attraenti come me esistono nel mondo?”oppure “Tu distruggere la casa? Se hai combattuto contro quel brutto muso di Hildegard perché ce l’aveva distrutta”. Immerso tra questi pensieri la domanda uscì da sola. “Kakaroth tu hai mai fatto degli incubi da essere così realistici da sembrare veri?”. Subito dopo se ne pentì. Che razza di domanda era?

      Goku sorrise. Se gli rivolgeva la parola voleva dire che non era poi così arrabbiato. La domanda era particolare, ma una volta tanto che poteva intavolare un discorso non se lo sarebbe lasciato sfuggire. Mise in moto tutti i suoi neuroni. Sul suo viso apparve una smorfia pensierosa. Si morse la lingua e cominciò a grattarsi la testa. “Ora che mi ci fai pensare…Sì. Due volte, che mi ricordi. L’ultima volta è stata prima di Cell. Ti ricordi quando ero a letto per colpa della malattia cardiaca?”. Un grugnito di Vegeta fu una risposta positiva. Goku sorrise sotto i baffi. In fondo aveva ragione. Non era stato esattamente un momento felice. “La prima?”chiese ancora il più grande. “Sul serpentone, mentre andavo da Re Kaio. Una pazza scatenata (Sissi the princess NdA) mi aveva incantato per potermi mangiare o intrappolare, non l’ho capito. Soltanto che il suo sogno magico è stato interrotto da questo incubo terribile. Mi sono svegliato di colpo”. “Non mi hai detto cosa hai sognato”fece notare Vegeta. “Se mi lasci finire te lo dico”disse Goku che aveva notato in Vegeta una certa attenzione. “In entrambi i casi ho sognato degli avversari che non aveva mai visto, ma che ho incontrato successivamente. Nel sogno più recente c’erano c18 e c17 che attaccavano casa mia. Provavo a difendere senza successo Gohan, Chichi e anche tuo figlio Mirai Trunks. Ogni volta che provavo a colpire i 2 cyborg li trapassavo. Non mi ricordo bene, ma mi sembra che ci fosse anche Crilii, non so. Il sogno finiva nel momento in cui li vedevo eliminare un altro me stesso, quello reale, addormentato nel letto in preda alla malattia. Nel primo sogno vedevo sempre Gohan e Chichi attaccati, solo che essendo precedente Gohan e Chichi sono diversi, e io non c’ero”. Goku poi cominciò a dilungarsi sulla sua fuga dalla principessa Sissi. Vegeta capì che l’altro stava appositamente cercando di saltare una parte. “Non mi hai detto chi era il nemico del primo sogno”gli fece notare. Goku sorrise ebete, facendo finta di non capire. “Allora?”incalzò Vegeta. “Bhe ecco. Tu e Nappa”disse Goku mostrando un sorriso a 32 denti. Vegeta sorrise sarcastico. “Di che ti preoccupi? In fondo io sono venuto realmente per scopi tutt’altro che filantropi”. “Che vuol dire fali…fili…flintropi”. Vegeta si passò una mano sul volto. “Filantropi. Vuol dire altruisti, generosi, buoni”spiegò. “Ooooohhhhhh”disse Goku visibilmente stupito.
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      • Complimenti Veggy tralascio la parentesi natalizia (io avrei aspettato il Natale 2010 per proporla).
        Il cap.2 "Il significato dei sogni" mi è piaciuto parecchio: Vegeta è tormentato più che mai, Bulma sta invecchiando anche nel carattere e Goku non è mai cambiato...
        Per un personaggio complicato come Vegeta, gli incubi dovrebbero essere all'ordine del giorno, soprattutto per il Vegeta ravveduto, quello dal dopo Cell in poi, tanto per intenderci...mi chiedo però se non ci sia lo zampino di Lourth anche in questa "agitazione del sonno notturno"...mah...
        Questa evoluzione di Piccolo mi pare un pò forzata. Non riesco a ricordare la storia di Elly.
        Ancora, complimenti.
        sigpic

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        • Ancora complimenti Veggy ...e si ti ho seguita fin qui e non smetterò di farlo .....bello bello complimenti ^^

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          • Ti ringrazio come sempre Nappa. Ammetto di essere un pò fuori tempo per, emh, Natale XD.
            Sì, normalmente Lourth porta problemi 'notturni', ma in questo caso era il subconscio dello stesso Vegeta che lo metteva in guardia.
            La storia di Elly è solo tratteggiata, essendosi svolta mentre Goku era con il drago. Hai ragione nel dire che forse Piccolo appare un pò forzato; ma purtroppo il Gt da cui parto aveva violentato apertamente questo meraviglioso personaggio. Mi riprometto, grazie per avermelo fatto notare, in futuro di riscoprirlo totalmente. Al momento temo di conoscerlo troppo poco per tratteggiarlo come vorrei, in questa storia vorrei lasciare lo spazio ad altri personaggi e situazioni.
            In ogni caso sono davvero felice di vederti, le tue recensioni sono sempre tra le più gradite.

            Sheila, davvero, sei una presenza costante. Ti ringrazio.
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            • Cap.3 Addio

              La mattinata volò. Alla fine però non avevano preso nemmeno un pesce. “Io non ti capisco Vegeta. Perché ogni volta che abbiamo pescato un pesce tu lo hai ributtato in acqua?”. “Ma era un obrorio, non hai proprio occhio”. “Dillo a Chichi. Quello era il nostro pranzo. Ora verro eliminato “io” da mia moglie inferocita”si lamentò Goku. Vegeta stava per ribattere quando sentì nuovamente quel dolore lancinante come di una scossa elettrica. Si guardò le mani e si accorse di avere intorno a se un aura potente come quelle di un supersayan. Poi il dolore si fece insopportabile. Perse la cognizione di quello che accadeva intorno a se e iniziò ad urlare dal dolore che cresceva sempre di più.
              Goku si voltò verso l’amico non sapendo né cosa stesse succedendo, né come aiutarlo. L’aura dell’altro sayan si espanse sempre di più. Sulla sua fronte apparve uno strano simbolo dorato. Era convinto di aver già visto qualcosa del genere manifestarsi, anche se non sapeva dire precisamente quando. Forse quello strano fenomeno spiegava come un vecchio avversario, Fooler, fosse stato sconfitto senza che nessuno sapesse da chi, e ogni volta avevano trovato nei dintorni Vegeta svenuto, che non si ricordava cosa era successo. Solo che stavolta qualunque cosa fosse aveva perso il controllo. Goku provo ad avvicinarsi all’amico, che sembrava soffrire parecchio. Ma una scarica elettrica lo allontanò. Il cielo stava diventando nero e scariche elettriche si abbattevano al suolo. La chioma di Vegeta si tingeva d’oro e poi tornava nera. A Goku ricordo un po’ la propria prima trasformazione in ssj, ma di sicuro ricordava incredibilmente la scena che aveva preceduto il Majin. La cosa qui però era molto più pericolosa. L’aura del principe dei sayan si faceva sempre più potente. Goku doveva in qualche modo arginarla o avrebbe distrutto tutto nell’arco di chilometri continuando a crescere a quel ritmo. Iniziò a creare una barriera-campo di forza, come quelle che Vegeta utilizzò contro la fiammata di Hildergard, solo molto più potente. Goku stava faticando parecchio. Era anche più faticoso che provare a tenere a mani nude un Oozaru dorato. L’urlo di Vegeta crebbe di intensità e ci fu un immane esplosione di luce. Fortunatamente, grazie alla barriera di Goku, non provocò danni. A pochi metri da lì c’era la casa dello stesso Goku e la foresta brulicava di creature viventi.

              Vegeta crollò in ginocchio sfiancato. Si sentiva peggio di quando KidBu l’aveva utilizzato come Ponge boll. Si guardò intorno. Tutto era esattamente come lo aveva lasciato. Con una voce rauca dal troppo urlare e parecchio affaticata chiese:”Kakaroth hai visto che è successo?”. Nessuno rispose. “Non è da lui”pensò Vegeta aggiungendo alla preoccupazione per quello che era successo, un'altra paura. Si guardò intorno. Dov’era Kakaroth? Cercò con la vista, poi cercò l’aura. Non sentendola cominciò a spaventarsi parecchio. L’immagine della propria aura crescere e l’incubo della notte precedente si fusero in inquietanti ragionamenti. Dimenticò che non riusciva nemmeno a tenersi in piedi e iniziò a cercarlo. “Kakaroth!!! Kakaroth dove sei??!!!! Kakaroth, brutto idiota, esci fuori!!!!!”. Lo trovò qualche metro più in là. L’onda d’urto dell’esplosione precedente lo aveva sbalzato via. Il povero sayan era svenuto. Vegeta vide sfrecciare pensieri poco rassicuranti e alcuni veramente allucinanti del tipo:”Ho accoppato il mio migliore amico”. Fortunatamente Goku era ancora vivo. Si riprese con un: “Urca Vegeta. Non pensavo che potessi scatenare tutta questa potenza”. Vegeta si sentì sollevato, abbastanza da trovare una battuta adatta: “Dillo a Majinbu quello che ho combinato quando ho dato vita a quell’immenso BUM!!!”. Poi si avvicinò. Ormai il sayan più grande si sentiva nuovamente bene, quasi quella strana manifestazione non ci fosse mai stata. “Ti do una mano a rialzarti”disse aiutando Goku a rimettersi in piedi. Il sayan più giovane lo guardò stralunato. Era più strano quello che era successo o il comportamento gentile di Vegeta? “Come ti sentì? Anzi prima dimmi cos’è successo. Non ho capito niente”chiese Vegeta sempre con quello strano comportamento gentile. Dov’era finito il solito scontroso, irascibile e irritabile principe dei sayan? Goku mise da parte i suoi interrogativi e spiegò quello che era successo dal suo punto di vista. Vegeta integrò con quello che sapeva lui e lo strano fenomeno avvenuto la notte dei Natale. “Io direi di andare a casa tua. Bulma è una scienziata. Capirà sicuramente cos’è successo”propose Goku. “Non mi va di far preoccupare Bulma. Direi che è meglio se io torno a casa e stasera, appena c’è tutta la mia famiglia spiego tutto con calma. Tu Kakaroth dovresti invece andare da Dende, il namecciano saprà sicuramente di più di noi”stabilì Vegeta. Rimasero d’accordo così.

              Aveva volato più velocemente del solito, ed era arrivato velocemente a casa. Si sentiva come inseguito da una strana inquietudine e la sua mente gli mostrava ricordi e immagini che era meglio seppellire negli ambiti più reconditi della coscienza. Era stato un assassino e una parte di lui temeva sempre di tornarlo. Avrebbe fatto di tutto pur di cacciare la paura che hai suoi cari potesse succedere qualcosa, e soprattutto che potesse essere lui a fargli del male. Entrando trovò Bulma e una gigantesca torta al cioccolato ad aspettarlo. Il sayan dimenticò per un attimo la giornataccia. Quello che era successo però torno presto a tormentarlo. Provò più volte a raccontare a Bulma la strana situazione. Riuscì a trovare il coraggio solo nel primo pomeriggio.
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              • Vegeta le si avvicinò, mentre sentiva dentro di se crescere una grande inquietudine. Il sangue era sempre corso a fiumi nella sua vita e sembrava scorrergli davanti in quel momento, come a oscurargli la visuale. Di nuovo si ripete quello che era successo sui Monti Paoz. Stavolta però, anche se il suo corpo era scosso da violente scosse elettriche, non provò alcun dolore. Era come scivolare nell’incoscienza. Mentre la sua aura si espandeva, anche se solo come luce, il suo corpo si staccò da terra. In una posizione obliqua, come se fosse un addormentato attaccato ad una fune. Bulma si mise una mano sul volto spaventata. Non riusciva a capire cosa stava succedendo. Non sembrava nemmeno lui. Il volto, fin troppo pallido, sembrava marmoreo. Vederlo volare non era poi una cosa così insolita, ma in quella posizione aveva qualcosa di profondamente sbagliato e fuori posto. Non riusciva ad avvicinarsi a Vegeta. Perciò, incapace di aiutarlo, stava spaventata a fissare il marito che immobile sembrava sotto l’influsso di qualche incantesimo. Provò nuovamente ad andargli incontro, ma sembrava che intorno a lui ci fosse una sorta di barriera. Bulma sapeva che un aura potente poteva addirittura scagliare via un essere umano normale, come era successo al Cell Game. Il mostro verde aveva scaraventato solo con l’aura Mr. Satan, o uno dei suoi seguaci. La donna stava riflettendo, quando seppe con certezza di essere in pericolo. Come lo seppe quando aveva scoperto che quel rospo su Nameck sapeva parlare. Come lo seppe nel momento in cui, al posto di Shenron, dalle sfere del drago uscì un altro drago. Come mille volte nella sua vita lo aveva saputo. Si nascose dietro il mobile più resistente del salotto in tutta fretta. In attesa di qualcosa che nemmeno lei sapeva cosa fosse. Poi avvenne. Un bagliore improvviso, seguito da un esplosione.

                3 Domande. “Chi era? Dov’era? Soprattutto perché era sdraiato per terra?” 3 Risposte. Era il principe dei sayan, ma in fondo semplicemente un uomo con dei seri guai in quel momento. L’ultimo ricordo era della sua bella casa, sperava sinceramente di trovarla come prima, ma raramente i suoi desideri corrispondevano a realtà. Era sdraiato per terra dopo aver vissuto un’esperienza allucinante che probabilmente si sarebbe ripetuta. Si costrinse ad aprire gli occhi ed ad alzarsi. Quando lo fece un conato di vomito gli salì alla gola, ma riuscì a trattenersi. Quello non era il momento di mettersi a vomitare. Si guardò intorno e fu come ricadere in un incubo. La casa era a soqquadro. Pezzi di muro erano caduti a terra. Le finestre erano in frantumi e si era anche tagliato con un pezzo di vetro. Le poltrone rovesciate. La credenza, un mobile antico che aveva resistito praticamente a tutto, era a terra. Però fu la scena successiva che lo pietrificò. Bulma, la sua Bulma, erano riversa a terra. Camminando, o meglio ondeggiando, corse da lei. O meglio ci provò e a pochi passi da lei cadde in ginocchio. Non si diede per vinto, non lo aveva mai fatto. Si avvicinò un altro po’ e inizio a chiamarla. Per due volte in poco tempo fu convinto di aver ucciso una persona a lui cara. Alla fine il suo incubo si era realizzato pensò amaramente. Se ci fosse riuscito avrebbe voluto piangere, ma forse ne aveva perso facoltà. Si mise invece a chiamarla con più insistenza. “Bulma! Bulma rispondi!! Bulma vuoi rispondere?!!! Rispondimi!!!!!”arrivò a urlare. “Mmmm”mugugnò la donna rialzandosi. “Stai bene?”chiese poi rialzandosi, scuotendo i capelli turchini. “Tu hai qualche rotella fuori posto. Io credevo che fossi morta e tu mi chiedi se sto bene?”disse abbracciandola. Bulma fu sorpresa. Non era da lui un simile gesto d’affetto. Evidentemente aveva temuto davvero di perderla. Anche lei lo abbracciò. Senza sapere nemmeno lei il perché scoppio a piangere. O forse lo sapeva il perché. Forse sapeva quello che stava per succedere. “Quando smetterai di dire addio alle persone che ami con un abbraccio?”. “Sono così prevedibile?”pensò amareggiato. “Devo andare”disse semplicemente. Usò un tono neutro, ma nelle sue parole si avvertiva quello che provava. Si alzò da terra e la scena del sogno gli tornò vivida alla mente. Bulma era in terra, cadendo doveva essersi fatta male perché il volto le sanguinava. Negli occhi una totale preoccupazione, scombinata, ricoperta di calcinacci, eppure bellissima. “Perché?”chiese lei. Aveva paura. Aveva paura di non rivederlo più. Aveva paura di perderlo. “Come perché?! Ho quasi fatto saltare per aria la casa!! Stamattina o quasi ammazzato il mio migliore amico e ora tu, mia moglie, la donna che amo, sei viva per miracolo!!! Ti basta?!!!!!”stava urlando. Era facile che lui sembrasse perdere il controllo per rabbia, ma le vere volte in cui lo perdeva si erano contate sulle punte delle dita. 1)Vs Freezer quando aveva capito che sarebbe morto; 2)Alla morte di Mirai Trunks e con quel momento facevano tre. 3, come sempre. 3 volte in cui aveva sbagliato(perfet-cell, majin-vegeta, baby-vegeta). 3 i motivi per cui era cambiato. 1)Bulma 2) i suoi amici 3) la sua famiglia. Li amava ed era per questo che doveva andarsene. Non poteva metterla in pericolo ulteriormente. Si voltò pronto a volare via dalla finestra infranta. “Ti prego non te ne andare. Ho bisogno di te!!!”urlò la donna ormai in lacrime. Non si voltò. Continuò a darle le spalle. Sapeva che se l’avesse guardata, se avesse visto i suoi meravigliosi occhi colmi di lacrime avrebbe perso ogni coraggio. Perciò continuò ad avanzare. Cominciò a levitare e volando a tutta velocità fuori dalla finestra, sparì alla vista in poco tempo. Bulma rimase seduta a terra piangendo tutte le sue lacrime, continuando vanamente a sussurare il “suo” nome.
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                • Uao che bellissimo capitolo ...mi credi mi hai fatto emozionare ......povera Bulma però sigh sigh .....

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                  • Bel capitolo, davvero non vedo l'ora di leggere il prossimo, per vedere che ne sarà dell'orgoglioso Principe dei Saiyan. Vagherà senza meta o troverà nuovi stimoli e nuove femmine?
                    sigpic

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                    • Sheila, davvero, mi hai detto una cosa bellissima ^\\\^. Eh sì, la situazione non è tra le più allegre e felici al momento.

                      ^^Davvero? Grazie Nappa, spero di continuare su questa linea allora.
                      Vedremo, ma sulla Terra c'è poco da trovare XP
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                      • Cap.4 Lost (1°parte)

                        In fondo essere la donna più ricca del pianeta aveva dei vantaggi. In poche ore era riuscita a far ricostruire il soggiorno e i suoi robot l’avevano rimesso in ordine. Appoggio una mano sul vetro. Fuori pioveva in quella notte buia. Il riflesso della finestra le tornava la sua immagine. Per la prima volta si sentì vecchia. Aveva un aria stanza, ma più che triste sembrava in attesa. Sul volto spiccava quello strano grande cerotto che aveva messo sulla ferita. Si chiese se “lui” stava bene. Quando notò a terra un frammento di vetro insanguinato. Bulma sapeva per certo che lei non si era tagliata con del vetro. Quel frammento doveva essere stato proiettato da quell’assurdo incremento d’aura. Perciò quel sangue doveva essere del saiyan. Non seppe cosa la spinse a farlo. Forse il suo animo di scienziata o forse il sesto senso di una donna innamorata. Fatto sta che con un fazzoletto prese il pezzo di vetro e si diresse verso il laboratorio.


                        Tre giorni. Tre giorni di ricerche senza successo. Cerco che suo padre si era nascosto proprio bene. Il vasto mondo per un saiyan era incredibilmente piccolo, soprattutto per uno come lui che aveva addirittura girato l’universo, eppure non lo trovava. Si passo una mano tra i capelli color glicine. Si che era sembrato un momento di pace, tranquillo e felice. In fondo però nella sua vita era sempre così. Ogni volta che si illudeva che tutto andava bene, ecco che succedeva qualcosa. In fondo lo avrebbe dovuto capire dai suoi sogni. Aveva preso la caratteristica dal genitore. Prima di una catastrofe aveva un susseguirsi di incubi ogni notte. In quel periodo faceva sempre lo stesso sogno. Sognava suo padre, guarda caso, illuminarsi. Gli occhi diventavano verdi, ma freddi e distanti. L’aura mille volte più potente di quella di un supersaiyan. Quasi impossibile continuare a guardarlo, come fermarsi a guardare il sole senza protezioni. Vedeva il principe dei saiyan alzarsi da terra. Intorno a lui si diffondeva una musica cantata da una voce bellissima, ma triste, un po’ simile alla propria. La scena gli riportava alla mente il ricordo di Tapion, l’eroe di Conut, ma per lui semplicemente il fratello maggiore che non aveva mai avuto. Ricordava quando si solleva da terra, con intorno uno strano alone azzurro, mentre si diffondeva la melodia della sua Ocarina. In fondo lui aveva visto in Tapion un eroe, sopportando il suo carattere scontroso e poco socievole, perché assomigliava a Vegeta. Entrambi eroi solitari, pronti a sacrificarsi per ciò a cui tengono, scorza duro, ma animo tenero. Quante volte Trunks aveva lasciato pranzo o cena davanti alla Gravity Room per trovarli intatti i giorni successivi. In fondo era per una gran parte merito suo il cambiamento di Vegeta. Come era suo il cambiamento avvenuto in Tapion. Solo che il cambiamento del secondo se li godeva il vero fratello piccolo di Tapion e il cambiamento di Vegeta se l’era goduto Bra. Lui ne era comunque felice. Ripensava felice agli innumerevoli allenamenti passati insieme, in cui Vegeta dimostrava quanto fosse orgoglioso di lui, anche solo con un sorriso. Si alzò. Telefono a sua moglie Pan, che aveva riportato a causa un esausto Vetrunks che aveva cercato fino a crollare il nonnino, e riprese a cercare. “Ti ritroverò papà, cerca di non fare sciocchezze nel frattempo”pensò Trunks ricominciando a sorvolare la zona.

                        Pan chiuse il cellulare. Dove poteva essere finito suo suocero? Si rese conto che in fondo gli voleva bene. Mille immagini, che fino a quel momento aveva considerato senza importanza, gli riapparvero in mente. Da un lato quando era scontroso, offensivo, di poche parole o decisamente propenso a litigare. Dall’altro quando l’aveva lasciata vincere al torneo da piccola; quando vedendo lui che non si rassegnava alla sparizione per sempre di Goku, non le aveva fatto perdere la speranza di rivedere il suo adorato nonnino. Si sedette sul divano accanto al piccolo Vetrunks. Si sorprese a scoprire suo figlio ancora sveglio. “Ti sei svegliato?”le chiese dolce. Non poteva sapere come in quei momenti fosse identica a sua madre Videl. “Secondo te nonno Vegeta sta bene?”. “Che domanda. Lui è il principe dei saiyan. Se la saprà cavare”disse lei cercando di convincere anche se stessa. “Secondo te se ne andato perché non ci vuole più bene”disse il bambino sull’orlo delle lacrime. La donna lo abbracciò. “Certo che no. Io so che ti vuole molto bene e al momento gli manchi quanto lui manca a te”disse sicura. Stettero abbracciati per un po’, mentre Pan cullava il suo bambino come quando era piccolo piccolo. Sapendo esattamente come tirarlo su di morale, si staccò dicendo:”Ti va un po’ di pizza?”.”Yuppy!”fu la risposta nuovamente felice.

                        Gohan era tornato fradicio a casa. “Etciù!!”starnutì fortissimo. “Bene. Mi sono preso un raffreddore”pensò Gohan avvilito. Ore di ricerche completamente inutili. Pensò felice che era stato un bene che al suo primo arrivo sulla terra Vegeta e Nappa avessero messo i manifesti, altrimenti non lo avrebbero trovato né ora né mai. “Niente?”chiese Videl scorgendo la faccia scura del marito. Il suo cenno negativo del capo fu la risposta. “Sono tornato per cenare e dormire un paio di ore. Poi ricomincio le ricerche”disse serio. “Si può sapere che ti stai strapazzando così? Non sei l’unico a cercare”gli fece notare da moglie preoccupata la terrestre dai lunghi capelli neri a treccia. Gohan si era posto la stessa domanda. Perché cercava Vegeta con tanta convinzione? In fondo al loro primo incontro lo aveva odiato, da scimmione lo aveva calpestato portandolo in fin di vita, su Namecc lo aveva prima temuto e poi imbrogliato utilizzando di nascosto le sfere. Eppure, così come Vegeta era cambiato, allo stesso modo era cambiato il suo modo di vederlo. Contro Cell aveva dimostrato di meritare il suo rispetto. Aveva combattuto per il figlio mostrando un cuore e aveva ammesso i suoi sbagli scusandosi con Gohan. Certo, forse erano solo le delicate condizioni del momento a farlo parlare, ma quel momento agli occhi del mezzo sangue era stato incredibile e sconvolgente.
                        Insieme a Junior, era stato vicino a Gohan dopo il sacrificio di Goku. Bè, a modo suo. Insomma, se la Terra andava protetta, compito troppo gravoso solo sulle spalle di un bambino di undici anni, era stato lì, come contro Bojack. Nè lui, nè il namecciano lo avevano mai confortato e al contrario del suo maestro era stato lontano. Ugualmente, era stato essenziale la loro vicinanza in quei momenti 'difficili'.
                        Aveva sopportato le stravaganza di Greatsaiyamen, aveva ascoltato le sue lagne da studente modello.
                        Il primogenito di Son Goku chiuse gli occhi nuovamente deciso. Avrebbe ricominciato a cercarlo, anche a costo di pattugliare sotto ogni sasso.
                        Last edited by veggy fan; 19 April 2010, 19:39.
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                        • bene bene la prima parte di questo capitolo è molto interessante ....aspetterò il seguito ....^^

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                          • ^\\\^ Sheila spero che anche il seguito ti sembrerà interessante..
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                            • Cap.5 Lost (2°parte)

                              Che schifo di vacanze natalizie, le peggiori della sua vita, e si che erano iniziate tanto bene. Unico lato positivo: per proteggersi dal freddo era abbracciata al suo Goten. Bra si era vestita molto più pesante e il suo amato vestito rosso era in un armadio. Preoccupata da morire. Stravedeva per suo padre e sentiva che la situazione era più grave del previsto. Doveva ritrovarlo a ogni costo. Non si era fermata nemmeno per dormire; ogni tanto per andare in bagno; poco per mangiare e un po’ di più per bere. Così però aveva visto che tesoro di fidanzato era il suo. Non l’aveva mai lasciata sola, si era trascurato più di lei e anche lui non aveva mai smesso le ricerche, preoccupandosi molto per lei e per niente di se. L'azzurra starnutì. Aveva scoperto di essere una saiyan resistente, particolarmente dotata in combattimento con molte caratteristiche del padre. Ogni tanto però tornava ad essere prevalente il suo lato terrestre. Come in quel momento che avrebbe tanto voluto avere un letto caldo, o un centro commerciale da ripulire o una cena sostanziosa. Era sempre stata coccolata e vezzeggiata, era cresciuta anche un po’ snob e viziata. C’era voluto Baby e tutto ciò che aveva comportato per cambiarla. Stessa cosa valeva per Goten. Stanchi di essere come dei comuni terrestri, di vivere nell’ombra di genitori e fratelli tra i migliori guerrieri dell’universo. Bra aveva iniziato a camminare da sola, a distinguerla una grinta e una forza di volontà ereditata dal padre. Quel padre che l’aveva coccolata, amata, protetta, sempre pronto a sorreggerla. Piccoli frammenti di un grande puzzle di vita gli si affacciarono alla mente. Le innumerevoli volti in cui il padre l’accompagnava a fare shopping, una vera tortura per lui; la paura di Vegeta e non di Bra quando era andata la primo giorno di asilo; la sua iperprotettività con i ragazzi, si ricordava ancora quando in macchina con lui due ragazzi si erano avvicinati per farle delle avance e si erano ritrovati prima senza volante e poi nel fiume di fronte; non potè trattenere un sorriso nel pensare a quando l’aveva convinto a tagliarsi i baffi, il momento in cui il saiyan l’aveva presa in braccio pronto a proteggerla da Baby, e lei che non aveva capito nemmeno cosa stava succedendo. Ora sarebbe stata lei ad aiutarlo. Dimenticò tutte le sue lamentale e si mise a cercare con maggior fervore.

                              “Stringò a me la mia amata Bra. Mi inebriano i suoi lunghi capelli azzurri che sanno di primavera, mi colpisce la sua decisione e mi fa innamorare di lei il suo essere dolce e forte nello stesso momento. Sono accanto a lei perché la amo, ma forse perché anche io voglio aiutare Vegeta. In fondo è già un miracolo che io mi possa vedere con Bra ed essere ancora vivo per raccontarlo. Quello che non sa, per me è stato come un padre. Si Gohan c’è la messa tutta, ma Vegeta lo devo ringraziare parecchio. Sono nato e cresciuto fino a sei anni, praticamente la mia infanzia, senza il mio vero padre. Eppure, essendo il migliore amico di Trunks, ho usufruito di Vegeta. Vivevo più tempo alla Capsule e co. che a casa, perciò ogni volta che Vegeta accompagnava Trunks allo zoo, al parco giochi, al cinema, al circo, io ero lì e mi divertivo insieme a loro. Lo ammetto, Vegeta sa essere un vecchio orso scontroso, ma in fondo mi piace. Tra lui così scontroso, Gohan troppo studioso e mio padre troppo bambino, credo di essere cresciuto equilibrato. Le tre tendenze si annullavo a vicenda,dando quello che mi serviva. Quando papà è andato via con Ub, indovinate chi mi è stato accanto, provando la mia stessa mancanza in un certo senso? Quando mio padre se ne andato nuovamente, questa volta con il drago, è stato sempre Vegeta a starmi accanto. Senza mio padre mi ero dato a una vita sregolata. Passavo da una ragazza all’altra, lasciando da parte lo studio, ero diventato un teppista. Mia madre aveva il crepacuore, mio fratello Gohan non sapeva come convincermi a ritornare sulla retta via. Indovinate chi mi ha riportato sulla buona strada? Mi ha dato una regolata a modo suo e posso assicurarvi che se vi dice qualcosa non potete replicare, anche se poi dovete andare da un dentista a rifarvi tutti i denti. Rischio addirittura di sposare sua figlia. Devo riuscire a trovarlo.”

                              “E’ in gamba quel ragazzo, Ub. Sono davvero contento se si sposa mia figlia Marron. Ho passato questi tre giorni con lui, entrambi con lo stesso obbiettivo. Così mi sono reso conto che è un osso duro e se ha un obbiettivo ed è determinato a raggiungerlo non si arrende. Quello che mi stupisce e che si sia messo a cercare Vegeta. Non mi sembra che abbia mai dimostrato di apprezzare il saiyan, al contrario di me. E’ solo colpa della mia ammirazione per il principe dei saiyan se ho ripreso a combattere. Devo dire che non me ne pento. A parte che adesso sono ringiovanito e non mi sento più come un vecchio di 100 anni. Non ho avuto una crisi di mezza età, come temeva mia moglie quando mi sono tagliato i baffi e ho tinto i capelli di nero. Mi sono reso conto che così ho superato il mio più grande problema. Ho sempre voluto bene a Goku, è il mio migliore amico da quando eravamo bambini, ma da un bel po’ in lui vedevo l’eroe che non ero mai stato e “rosicando” in silenzio ho cominciato a provare risentimento per lui. Si che lui avrebbe voluto essere tutto tranne che l’ eroe, questo suo ruolo che lo portava via dalla sua famiglia e dal suo amato pianeta. Perché alla fine io e lui abbiamo avuto sempre lo stesso obbiettivo, proteggere la nostra amata Terra e le persone che amiamo. Da piccolo sono stato con lui anche abbastanza antipatico le prime volte, sentendomi più forte, ma le cose sono cambiate. Ora non mi interessa più essere o non essere il più forte, quello che so e che finalmente ho la forza di difendere mia moglie e mia figlia e questo basta. Non devo ringraziare solo Goku, anche se mi è sempre stato accanto, anche quando prima di andarcene con il drago ha fatto finta di perdere contro di me. In fondo, forse è stata lamia gelosia dell'amicizia che legava quei due saiyan a darmi una svegliata, Goku è il mio migliore amico e per quanto il nostro rapporto sia cresciuto come noi ne sono alquanto geloso. Per me Vegeta è stato tante cose. Un nemico quando è arrivato sulla terra, un nemico a terra risparmiato solo perché Goku me lo aveva chiesto; un alleato di cui diffidare su Nameck; qualcuno che non potevo aiutare contro Freezer; uno degli eroi contro Cell; un uomo da rispettare perché era riuscito a cambiare vita; il mio idolo per la sua forza, il suo carattere deciso e il suo “buon” cuore nascosto contro Majinbu. Ho capito che era anche un amico quando invece di testa pelata, ha cominciato a chiamarmi Crilin. Perciò non ho nessuna intenzione di ritornare a casa a mani vuote. Continuerò a cercarlo fino in capo al mondo. Preparati principe dei saiyan, riuscirò a scovarti.”

                              “Non mi aspettavo che Crilin fosse così. Sotto quell’aria perennemente allegra, e quel modo di fare alle volte ridicolo, c’è un osso duro. Mi chiedo che cosa gli abbia fatto mai Vegeta per avere da parte sua tanta stima e devozione. Vegeta…perché mai è tre giorni che lo cerco? E’ un vero mistero. E’ un antipatico, tratta male il mio maestro Goku anche se quest’ultimo lo tratta come un fratello, è scontroso, solitario ed è sempre pronto a menar le mani. Dopo che Goku se n’è andato, dopo i draghi malvagi ha cominciato a sembrarmi perfino fuori forma e senza allenamento. Come padre mi sembrava l’uomo ombra e io, che allora ero innamorato di Bra, non riuscivo a capire perché lei lo considerasse il suo idolo. Non lo so cosa mi ha convinto. Forse la sua potenza che è rinata dalle sue ceneri, che mi ha realmente dato prova che i saiyan sono nati per combattere. Sembra scorrergli fin dentro le vene, accendendo i loro occhi di nuova luce. Ho visto superare il quarto livello, che credevo il massimo. Forse è semplicemente paura di qualcosa di irreparabile che possa accadere. Perchè se una creatura tanto potente, che il mio alter-ego malvagio KidBu ha capito essere un avversario incredibile, è nei guai, forse lo siamo tutti”.
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                              • C18 guardò sua figlia. I capelli lunghi sparsi, mentre li pettinava. In questo aveva preso da lei. Quando era nervosa si pettinava i capelli per ore. In fondo non c’era niente di cui preoccuparsi, nessun avversario con cui combattere o niente che potesse toccare la loro famiglia. Eppure Marron era nervosa e anche c18. Nervose perché il loro uomini erano in mezzo al gelo in quel momento, lontani, e in quelle vacanze di Natale per la prima volta non erano tutti insieme. Sotto sotto però c18 era preoccupata per Vegeta. Teoricamente doveva odiarlo perché aveva permesso a Cell di assorbirla, ma non era più così da tanto tempo. Doveva ringraziarlo. Da un lato perché in quel modo aveva potuto capire quello che provava per il suo Crilin, ma dall’altra anche per un episodio che sapevano solo lei, il saiyan, e Crilin. La donna si era trovata ad un bivio, diventare quasi completamente umana affrontando così i suoi ricordi o restare un cyborg restando però giovane anche nel momento in cui Crilin sarebbe morto. Vegeta, con la scusa di combattere e sistemare il vecchio torto in cui 18 l’aveva sconfitto e gli aveva anche rotto prima un braccio e poi l’altro, era riuscito a farle fare la scelta migliore. C18 sorrise pensando che Bulma l’aveva resa più umana, ma comunque molto resistente allo scorrere degli anni, cosa bilanciata dal fatto che stranamente Crilin sembrava vivere di più. In fondo Vegeta non era tanto diverso da lei. Cresciuti con il solo destino di uccidere, avevano invece scoperto che esisteva dell’altro e pur rimanendo dei tipi solitari erano pronti a rischiare la vita per le persone che amavano. Si convinse che però sarebbe andato tutto bene. Perché dove c’è un amore puro e vero, come quello che Vegeta provava per Bulma, come quello che lei provava per il suo Crilin, tutto sarebbe andato per il meglio. Certo, attraverso quegli occhi di gelo di un azzurro intenso e quel volto privo di espressione, era impossibile cogliere uno solo di quei pensieri. In quel momento Marron ricevette un messaggino dal suo Ub al cellulare e il suo viso si illuminò felice. C18 ne era sicura, tutto sarebbe finito per il meglio, se lo sentiva.

                                “Uffa io che c’entro. Non ho alcuna motivazione per cercare quel sayan. Mary Jane a casa sarà inferocita. Cerco di convincere Junior, ma lui con uno sguardo omicida mi zittisce. Devono essere amici veramente, ma in fondo hanno un carattere pressoché uguale. “Anche Elly sarà arrabbiata. Perciò di 17 continua a cercare o tutte quelle che ti ho dato prima che Cell ti assorbisse saranno una carezza. Inoltre, dopo la faccenda di Super17 gli devi un favore”mi dice seccato. Uffa. Junior ha fregato me, Thenshing, quel nanetto che mi sembra che si chiami Rif, con le minacce e anche qualche batosta, se non ero un cyborg mi faceva un occhio nero che durava almeno un mese. In fondo però non mi costa niente. Ci ha chiesto di dargli una mano solo per un ora, in queste montagne dove una volta sorgeva il laboratorio del Dr Gero. Ha bisogno di più aiuto perché qui ci sono tantissimi anfratti e io gli servo come guida. In fondo solo un ora non è poi tanto terribile e poi in fondo mi dispiace per Vegeta. Non lo conosco tanto bene, ma per avere tanti persone a cercarlo deve essere una brava persona, anche se sinceramente non me ne frega poi molto.”

                                “Dove cavolo ti sei cacciato stupidissimo saiyan? Guarda cosa mi tocca fare. Per colpa tua sto girando in mezzo al gelo. Dire che mi stavi pure sui nervi, un tempo. Ora so che siamo simili. Entrambi siamo cambiati grazie all’aiuto di Goku, entrambi abbiamo sentito la sua mancanza quando se ne andato, entrambi ci siamo sacrificati per le persone che amiamo, entrambi siamo scontrosi e di poche parole, entrambi amiamo combattere, entrambi ci siamo fatti fregare da una “lei” e tu la conosci Elly quanto è fuori di testa e come mi sono fatto fregare non lo sa nessuno. Ci spingono gli stessi motivi, siamo diversi, ma uguali. Perciò ora sono qui, a minacciare anche altre persone per ritrovarti. Mi sa che sei mio “amico”, saiyan insopportabile.”
                                Lontano dalle montagne in cui il namecciano stava facendo da seviziatore al'improbabile gruppo di ricerche, la figura dell'eroe della Terra era finalmente ritornata alla propria dimora.
                                “Finalmente sei tornato. Hai un aria distrutta, ma in fondo tra tutti sei quello che ha cercato di più. Nemmeno adesso riesci a darti pace, ma in fondo per te è un fratello maggiore non è vero? Oh Goku, amore mio, non riesco a vederti così demoralizzato. La casa è vuota, May dorme tranquilla nel suo lettino, Goten è ancora fuori, siamo solo noi due. Mi abbracci e mi baci. Sono rari i momenti di dolcezza tra noi due, i soli momenti in cui tu diventi quello che realmente sei nel profondo. Non sei l’eroe invincibile che per tutti non può crollare o non può mostrare le sue vere emozioni, si sei un eterno bambino, ma nelle cose che contano più maturo di mille altri. Non scorderò mai quando ci venni a dare la notizia della morte di Gohan e Vegeta dopo Majinbu, fu allora che capii la differenza tra come ti mostravi con me e come con il resto del mondo. Se fossimo stati da soli, come ora, saresti scoppiato in lacrime, urlando, non accettando ciò che era successo, invece in quel momento tu non hai fatto niente, quasi fosse un altro a vivere al tuo posto in quel momento. Perciò ora abbracciami e dimmi ciò che veramente provi. Tu lo fai, ti sfoghi, senza bisogno che io ti dica niente. “E’…è stata colpa mia…se lo avessi seguito…sapevo che era nei guai, ma…io non…non credevo…è stata colpa mia”. Come al solito ti dai la colpa di tutto. Qualunque cosa succeda è colpa tua. Ti prendi sempre il destino del mondo sulle spalle. Parli a bassa voce anche se vorresti urlare, ma non vuoi svegliare May. La nostra bambina di solo un anno, lei avrà la fortuna che Gohan e Goten non hanno potuto avere, crescerà con un padre speciale come te, hai promesso che non mi avresti e non l’avresti abbandonata mai più. Pian piano tra mozziconi di parole e qualche lacrima ti calmi. In fondo non sei così disperato solo per quello. E’ successo nel momento sbagliato. Il Natale, unico momento in cui credo che tutto debba andare per forza bene, il Natale in momento più difficile da superare quando tu eri nell’aldilà e io ero nell’aldiquà a piangere. Il Natale da passare in famiglia, l’unico momento che vorresti solo per te, senza nemici, mostri o problemi. Alla fine ti calmi e torni a sorridere, quel sorriso che amo tanto. “Scusa amore. E’ stata la stanchezza”dici asciugando gli occhi con la manica della tuta, come un bambino. “E’ ovvio. E’ tre giorni che non dormi. Non ti preoccupare”dico io con gentilezza. Una gentilezza che uso solo con te, per gli altri sarò sempre l’isterica che urla dalla mattina alla sera, la roccia indistruttibile, per te solo una donna fragile e innamorata. Passi la tua mano calda in mezzo ai miei capelli neri e mi attiri a te. Mi appoggio ai tuoi forti muscolosi addominali e ci scambiamo un bacio. “Hai ragione. Stanotte resto a casa a dormire. Ho anche una gran fame”a convalidare le tue parole il tuo stomaco comincia a gorgogliare. “Vieni. Ti ho messo qualcosa da mangiare da parte”. Tu torni completamente quello di sempre e comincia ad adularmi.”


                                "Come farei senza di te Chichi? Ora sono qui e mi sto sbafando i tuoi deliziosi manicaretti, anche se ormai è notte fonda. Ti sei seduta accanto a me. May si è svegliata e ora mi guarda con due occhioni svegli completamente spalancati. E’ una bambina bellissima, tutta la sua mamma. Sospiro. Ho ancora gli occhi arrossati. Chi me lo sarebbe venuto a dire che sarei scoppiato a piangere per Vegeta. Il principe dei Saiyan. Qualcosa nel mio cervello deve essersi scassato recentemente, forse sono caduto dal drago nel viaggio di ritorno, così siamo a due botte in testa e alla morte del mio ultimo neurone. Ma per me, quel cocciutissimo saiyan, è solo un amico. Un amico con cui allenarmi, un amico che è sempre al mio fianco, che combatte con me, che non si tira indietro, anche se magari dentro di se ha paura. Un amico che è l’unico che mi capisce quando voglio combattere, quando sfido un avversario più forte di me e mi diverto a farlo. Condividiamo emozioni che possono solo essere saiyan, unici di un popolo perduto. Anche lui come me, cerca sempre le sfide, ne ha bisogno quasi fosse una droga, come se il respiro stesso mancasse senza quella scarica giornaliera di adrenalina. Un amico saiyan, orgoglioso, che se lo aiuti o gli salvi la vita al posto di un grazie ti risponde seccato, che ti rinfaccia ogni minima cosa. Un amico esasperato dai tuoi pasticci, sembra quasi memorizzarli per poi rinfacciarteli, un amico che dice di odiarti, ma che è e sarà sempre al tuo fianco. Un amico che non ha ancora capito che è l’unico da cui mi faccio chiamare Kakaroth, che nella bocca degli altri mi pare quasi un offesa. Un fratello maggiore, qualcuno su cui contare. Ora sei tu a contare su di me. Non ti deluderò. Ti mostri sempre come un duro, ma alla fine sei fragile. Rivedo in continuazione quella strana cosa che ti è successa e mi rendo conto che stavolta hai proprio bisogno di me. Resisti hai capito? Resisti. Non ho nessuna voglia di fare il bis del mio arrivo contro Freezer”.
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