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Torneo di One Shot - Nuova Edizione

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  • Nessun problema, intanto siccome l'ho ultimata, la posto ora ^^

    Spoiler:
    Alieni

    Un imprecazione squarcia il silenzio tranquillo. Chi osa urlare parole così volgari in un momento di pace e serenità? La gente non se lo sa spiegare, mentre si affaccia alle finestre per ascoltare, per giudicare. Ad un tratto il grido si ripete, alto, forte, agghiacciante, terrorizzato. La gente esce dalle case, piene di gioie familiari, per capire la situazione, per comprendere cosa abbai interrotto la pace del luogo. La risposta arriva chiara e inesorabile con un terzo grido altisonante.
    La pace è completamente infranta...

    “Gli alieni!!!”
    Sati non può credere ai suoi occhi, quello che vede deve essere frutto della sua fantasia. Affonda le mani nel liquido del fiume e si bagna il viso, più e più volte. Riporta lo sguardo verso l'alto, ma vede la medesima cosa già vista in precedenza. Delle astronavi stanno scendendo al suolo. Resta qualche secondo sconvolta, continuando ad osservare quei mezzi, di una tecnologia molto più avanzata della loro. Poi si risveglia come da un sogno ed inizia a correre verso il centro della città, continuando ad urlare “Sono sbarcati gli alieni!”.
    Infrangendo la pace.
    Qualcuno esce dalla propria casa in fretta, dopo aver udito il grido. Non c'è molto tempo, occorre mobilitare l'esercito. Lui, Comandante Kikal , deve provvedere alla salvaguardia della nazione.
    Rapidamente si dirige verso il Quartier Generale dell'Esercito. La salvezza è nelle sue mani, non può fallire.
    Le astronavi degli alieni, intanto, sono sbarcate ed i portelloni si aprono lentamente, ma la luce accecante impedirebbe a chiunque fosse nei dintorni di vederne l'interno, di vedere negli occhi gli invasori. Ma ad ogni modo nessuno ha avuto il coraggio di avvicinarsi, tutti sono fuggiti in maniera scomposta, disordinata, cercando di salvare i propri cari, le proprie vite.
    Gli alieni escono dall'astronave, muovono qualche passo incerto sul pianeta, guardandosi attorno. Tra le braccia hanno i loro fucili ad alta precisione, pronti a far fuoco. Il loro pianeta è diventato ormai insufficiente, loro sono costretti a trovare nuove risorse, nuovi pianeti da conquistare. E per questo non si faran scrupoli ad uccidere ogni misero abitante di quel pianeta.
    Calpestano il suolo con le loro zampe, ghermiscono i fucili con gli artigli.
    Si muovono con passo rapido, come se sapessero con esattezza cosa fare, dove andare, mentre i loro occhi malvagi saettano da ogni parte alla ricerca di ricchezze da depredare. La luce risplende sulla loro pelle sudata e appiccicosa, il loro fiato smuove l'aria intorno, creando leggere brezze capaci di rabbrividire chiunque vi si avvicini.

    Nel frattempo, al Quartier Generale, il Comandante Kikal e il Generale Kawon stanno cercando di mettere a punto un piano che permetterà la salvezza della nazione e dell'intero pianeta.
    “Che cosa facciamo, Generale?”
    Il Generale Kawon rimane pensieroso, cerca di capire quale sia la strategia migliore.
    “Suggerisco di tentare per la via diplomatica, Comandante. Mandiamo un ambasciatore a parlare con loro”
    Il Comandante Kikal annuisce, non totalmente convinto. Secondo lui mobilitare l'esercito sarebbe stata la soluzione migliore, ma non discute le decisioni del Generale. Spera solo che quei mostri siano pronti a collaborare.
    Non i ha visti in faccia, ma ha visto le loro astronavi. Appare evidente che la loro tecnologia è inarrivabile. Se non accetteranno il patto sarà la fine per il pianeta e per la popolazione.

    Gli alieni raggiungono la prima città ed iniziano a sparare con i loro fucili, ad entrare nelle case per saccheggiare e uccidere. I bambini, spaventati, urlano al solo vedere la loro faccia mostruosa e i loro denti terribili. Un bimbo viene strappato dalla sua mamma da quelle mani rapaci e portato su una delle loro astronavi, forse vogliono studiarlo, forse vogliono farlo diventare uno di loro, o semplicemente ucciderlo. La madre, terrorizzata, teme che vogliano mangiarlo. Da ogni luogo è possibile udire le grida delle donne e dei bambini, le urla disperate dei genitori che vedono i loro figli calpestati o uccisi in altri modi altrettanto sanguinosi, tutto ad opera di squallidi alieni rosa.
    Gli alieni continuano a marciare, compatti, senza dividersi. Distruggono tutto ciò che incontrano, simili alla marcia infuocata dei demoni dell'Apocalisse. Non c'è scappatoia, nessun rifugio. Continuano ad avanzare, distruggendo tutto ciò che incontrano. Con le loro armi. Con la loro malvagità. Con la loro fame. Fame di possedimenti, di territori.
    Fame di sangue.

    Ecco che in lontananza arriva l'Ambasciatore Jonas, mandato dal Comandante e dal Generale. Sguardo attento e fiero, marcia sicura. Inquietudine nel cuore.
    Si avvicina agli alieni, chiedendo di parlare con il loro comandante. Gli alieni ridono, digrignando quei denti che spaventano tanto il povero Jonas. Così bianchi e inquietanti. Uno degli alieni si fa avanti, il più grosso, il più malvagio. Quello con i denti più bianchi.
    “Sono io, il Comandante” dice, con una voce agghiacciante, simile ad un gessetto lasciato scorrere sulla lavagna. Jonas inizia a tramare, al cospetto di quell'essere ripugnante.
    “I-io...vengo in p-pace. N-noi...volevamo proporvi un accordo...p-per farvi abbandonare il p-pianeta”
    Il Comandante annuisce, con grande stupore dei suoi compagni.
    “D'accordo. Riferisci che siamo pronti a trovare un accordo”.
    Jonas sospira di sollievo e si volta, per annunciare la lieta novella. E' felice, sente che se il pianeta è salvo è in parte anche merito suo. E' come se avesse salvato delle vite, e la cosa lo rende fiero di sé.
    PAM.
    Un colpo lo coglie impreparato. Cade a terra, mentre dalla sua testa inizia a sgorgare sangue. Il Comandante degli alieni scoppia a ridere. La sua roca risata si propaga per chilometri e chilometri, facendo tremare di paura tutta la popolazione che sta cercando salvezza. I bambini piangono, perchè hanno paura. Perchè è un'ingiustizia che siano costretti ad abbandonare la vita prima di averla conosciuta.

    Un bambino sta guardando tutta la scena, con i piccoli occhietti pieni di lacrime. Jonas era suo padre e lui l'ha visto cadere, per colpa di sporchi alieni che vogliono solo fare del male. Adesso lui è solo, anche sua madre è stata uccisa dagli alieni. Non ha nessuno al mondo.
    E' nascosto in una botte, vicino al luogo dell'assassinio, il sangue di suo padre è libero di scorrere fino a lui. Ha gli occhi pieni di quel colore sgargiante. Una distesa purpurea che luccica davanti a lui. Allunga le piccole mani marroncine e pelose, come se volesse toccarlo, ma sa che non può allungarsi troppo, o verrebbe scoperto. Le sue orecchie aguzze si tendono, mentre cerca di ascoltare i discorsi degli alieni, e intanto la sua coda squamosa si muove frenetica, a causa della forte rabbia che prova.
    Vede all'improvviso sua nonna scattare in avanti e avventarsi contro il capo degli alieni. E' arrabbiata, vuole vendicare la morte del figlio. Il piccino apre la bocca, vorrebbe urlarle di andarsene, che è pericoloso. Vorrebbe dirle di salvarsi, perchè ormai solo lei può occuparsi di lui. Vorrebbe gridarle che possono ricostruirsi una vita, possono sopravvivere.
    Vorrebbe ululare al vento tutto quello che sente nel suo cuore.
    E invece resta in silenzio, per salvarsi, per portare dentro di sé la memoria della sua famiglia.
    Continua ad osservare la nonna accanirsi contro gli alieni. E' inutile, è tutto inutile.
    Il Comandante degli alieni ride, si fa scherno del dolore dell'anziana. Ancora. Sempre di più. Sempre più forte. Con il calcio del fucile colpisce la vecchietta, distruggendole il cranio. Ancora una volta il piccolo vede il sangue color porpora di un suo caro scorrere sul freddo pavimento.
    Un grido esce dalle labbra del poveretto, che viene così individuato. Il Comandante nemico si avvicina a lui, squadrandolo con due occhi intensi e azzurri, dove si può leggere la pura malvagità. Gli punta la canna del fucile contro la testolina, pronto a premere il grilletto.
    Soltanto una domanda esce dalle dalle labbra del piccolo
    “Chi siete, voi?” chiede con sdegno, sputando della saliva azzurra sul viso dell'alieno che ha osato uccidere suo padre. Può permettersi di fare quel gesto, ormai ha perso la speranza di salvarsi.
    Il Comandante ride, ancora una volta.
    Decide di rispondere a quella domanda, forse per assecondare l'ultima richiesta di un povero bambino destinato ad una morte troppo precoce.
    “Siamo Terrestri” dice semplicemente, con una voce così fredda da far rabbrividire anche il cuore più caparbio.
    Quella risposta è l'unica cosa che il bimbo può sentire, seguita a breve distanza da un suono forte e amaro.
    Poi: il buio.
    E troppe domande senza risposta.
    sigpic
    ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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    • Chiedo scusa anch'io. L'estate ruba molto tempo e immagino non sia solo un problema mio. Questo periodo è proprio pessimo per partecipare a tornei o competizioni varie. Io, dalla mia, posso dire che ho le ore di navigazione disponibili contate, visto che in vacanza posso solo utilizzare chiavette.
      Visto che è stata posticipata la data di consegna, utilizzerò il mio tempo per finire quel che avevo iniziato in un momento d'ispirazione prima che partissi.
      Io continuerò a partecipare. Ho già dimostrato di non essere stato presente a questo torneo e non so quante volte devo ringraziare Majin Broly e Feleset per aver mandato avanti quel che io avrei rovinato in poco.
      Bè, speriamo di avere una buona parola anche con gli altri partecipanti.
      sigpic

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      • Richiesta: Posso postare la mia One Shot domani in mattinata? Tecnicamente l'ho finita, ma avendo avuto un po' di problemi con internet e con il computer, non l'ho assolutamente riletta e al momento non ho molto tempo per riguardarla. Se riesco, entro stasera, ma non ne sono certo.
        sigpic

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        • Tranquillo, tanto dovrò farlo anch'io in mattinata. Dal computer in cui mi trovo ora non posso aprire i file word, quindi dovrò aspettare di essere a casa domani.

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          • IO
            Spoiler:
            Nessuno sa con certezza perché nei pianeti esista la forza di gravità. Si è scoperto che la sua intensità dipenda dalla massa e che essa oltre agli organismi vale anche per pianeti interi o addirittura stelle. La luna terrestre ne è l’esempio più semplice. Questo piccolo satellite continua a girare intorno a quell’ammasso di terra e acqua, senza meta, destinato a girovagarci intorno perennemente senza nessun cambiamento radicale nella sua struttura, così vicino eppure irraggiungibile. Un destino nefasto senza speranza, come il mio continuo girovagare intorno alla vita, stessa vita che per gli organismi rappresenta il contorno della propria esistenza e la loro principale ragione di continuare a tenersela per trovarne uno scopo, ma che per me rimane solo una vetta irraggiungibile e comunque senza scopo.
            Cosa sono? Perché esisto? Chi o cosa mi ha creato? Sono seduto. Sto guardando la terra, un piccolo ammasso di roccia e acqua. Ha un’atmosfera semplice che ne ha permesso la propagazione di microrganismi che si sono saputi adattare ed evolvere. Come sono nato io? Ho aperto gli occhi. Ho visto infinite costellazioni che mi fissavano , come se le fondamenta stesse dell’universo fossero state scosse. Ho visto intere galassie bruciare sotto ripetute supernove, cataclismi talmente spaventosi da far sembrare un terremoto planetario un soffio di vento che ti accarezza dolcemente. Chi sono io? Ho cercato per un periodo incalcolabile chi fosse come me, eppure esisto solo io. IO è la mia rappresentazione, il simbolo della mia unicità e IO mi appartiene, quindi io sono IO.
            Sono seduto. Sto guardando la terra. La luna terrestre è completamente priva di vita, come piace a me. Il rumore non esiste. La fermezza ne fa da padrona, con la sabbia irremovibile, che viene spostata al minimo cenno, segno che tutto ciò che non fa parte di questo satellite, tutto ciò che non si muove insieme alla sua massa è solo un intruso, intruso di una struttura perfetta, che esiste in tutto l’universo e io ora qui sono un intruso. Sto guardando la terra. Che covo di intrusi. Il continuare degli eventi è stato modificato drasticamente e l’equilibrio spezzato, temo che non sia più recuperabile. Eppure non mi interessa. Questo universo non mi è mai interessato e a sua volta io non gli sono mai interessato. Siamo come i 2 poli di un pianeta, ci ignoriamo e non conosciamo la nostra esistenza e non mi interessa conoscerla. Però questi organismi, in confronto a me la sabbia della luna terrestre paragonata a se stessa, hanno dei loro simili e come tali vivono. La mia forma è simile alla loro, già questo mi fa desiderare essere un intruso come loro. Già so però, che sarei un intruso tra gli intrusi. Cosa sarei ai loro occhi? Io stesso non so cosa sono. Da loro potrei essere scambiato come uno dei fantomatici alieni o dei. Esseri superiori che non hanno mai visto o conosciuto. Trovo quelle immagini la rappresentazione della continua ricerca della perfezione di quei microrganismi, una ricerca atta a scoprire cose più grandi di quelle già scoperte per una voglia di conoscenza senza limiti. Sono geloso di tale voglia. Ma io so, so che la mia intrusione sarebbe effettiva in quel pianeta. Posso vederlo, anzi, posso vedere quello che sarebbe successo. Fiamme e simboli dappertutto e io che sovrasto ogni cosa in tutta la mia magnificenza. Non sarò io a creare la distruzione, ma ne sarò la causa, il perché non mi interessa.
            No, non anticiperò la fine di questo mondo, perché non mi interessa. Sono seduto. Sto guardando un mondo sconosciuto. La mia vita non ha senso e io sono IO. Questo mondo non mi appartiene, questa sabbia non fa parte di me. Sto guardando un mondo sconosciuto. Il suo “tempo“ mi disgusta, il simbolo di quanto sia isolato dall’universo e da me. Il mio non essere intruso in realtà mi importa. Sono arrogante nel mio atto di pietà verso questo mondo. Quello che vedo non mi è mai interessato e il mio disinteresse può essere segno che quello che prevedo può essere cambiato. Questo mondo non mi appartiene, però ora porto dentro di me la speranza in un mio cambiamento, che mi porti a trovare la vita, varcare la forza di gravità, superare la doppia dimensione. Che quello che cerco non sia qui poca importanza ha, ho altre vite da esplorare, vite in cui forse potrò vivere e creare vita.
            Sono IO.

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            • dargil sono commosso leggendo il tuo testo capisco di non essere portato per partecipare a questo torneo(per altro non posso inserirmi a buffo dopo tutto questo tempo xD) perché mi manca la fantasia di scrivere al pc una storia auto conclusiva interessante

              sigpic

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              • Ho perso il testo, me ne dispiaccio. Vi ho fatto attendere per nulla, e me ne rammarico. Purtroppo non ho né il tempo materiale nè la forza di riscriverlo. Resta solo una copia di back up di una pagina e mezzo che avevo fatto alcuni giorni fa. Purtrppo ho commesso lo stupido errore di usare la penna usb di un amico nel mio computer senza prima controllarla. Il risultato è stata la perdita della mia cartella scritti dove stavo trasferendo i documenti. Ho perso quella e tutte le shot postate in precedenza. A questo punto andate pure avanti, io sono sommerso dai preparativi per la partenza, e, oltre al non voler rallentare voi che siete stati puntuali, non riesco davvero a pensare di riscriverla. Buon proseguimento.

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                • ~ Revive ~


                  “ Il mondo.. è un pianeta. L’uomo è un essere vivente. Questi nomi sono convezioni per identificarci, per non essere sopraffatti dall’ignoranza. Ciononostante non riusciamo ancora a dimostrare cos’è la vita, cosa ci contraddistingue e se Dio è veramente onnipotente. Le domande prevaricano la vita stessa.
                  L’uomo non può rinunciare all’ebbrezza dell’occulto, del mistero, perché è umano porsi delle domande. “Umano” perché l’uomo ha un’intelligenza propria. Riesce a controllare i suoi istinti e a contraddistinguersi fra i milioni di individui dello stesso sesso presenti in questo mondo. [..] ”


                  Sfregai i miei bulbi oculari con indolente calma. Ero nel mio studio a scrivere una relazione sulla vita. Il lusso di passare la vita a scrivere, condizionato dallo stesso irrefrenabile desiderio di scoprire il perché dell’esistenza, è davvero una pacchia.
                  Bevevo caffè per tenermi sveglio, ma solitamente quando inizio a berne tanto, mi passa la voglia di scrivere. Mi alzai e mi tastai il volto. Avevo acquistato una fitta barba pungente. Niente di grave per l’umanità avere uno scrittore tenebroso..
                  Accesi il lumino adiacente alla cucina e mi preparai una cenetta veloce. Di certo non ero masochista, ma adoravo passare le notti con una leggera nausea per aver mangiato troppo. Mi faceva concentrare su altre cose e, soprattutto, dormivo profondamente. In frigo non avevo molto. Ero strapieno di soldi, ma ero tanto pigro da non spenderli nello stretto necessario.
                  In queste situazioni un uomo non può far altro che ricorrere alla pasta asciutta. Un piatto buono che passeggia in tradizioni differenti. Mi gustai il piatto accompagnandolo con del buon whiskey freddo gelato. Porca miseria, se mi venne una bella congestione notturna! Quel gelo mi bloccò tutto quel che avevo ingerito. La notte passò in fretta, comunque.
                  Mi svegliai come sempre con la vista annebbiata, la testa pesante e lo stomaco che scalpitava. Nulla a cui non ero abituato, nei giorni d’ispirazione masochistica. Mi preparai una tisana calda, riempii la vasca da bagno e mi ci ammollai dentro. Era da un bel po’ che non mi dedicavo tante soddisfazioni fisiche. D’inverno, stagione fredda, è l’ideale. Ordinariamente le persone si godono la vita d’estate e d’inverno rimangono rinserrati nelle loro case, a scaldarsi e a godersi le meritate feste natalizie.
                  Io invece devo appartenere a una dinastia completamente estinta, che crede che l’inverno sia l’ideale per spassarsela, uscire e viversi.

                  Uscii dal bagno e mi stiracchiai. Era un concerto di ossa scricchiolanti. Mi facevo pena. Mi coprii con l’asciugamano, mi asciugai i capelli e mi vestii per uscire. Era piacevole passeggiare per le strade semi vuote a fumarsi una sigaretta. Quelle poche persone che vedevo in giro, era madri che cercavano negozi aperti, di prima mattina, per comprare coperte, maglioni e gilet di lana. Anch’io indossavo un gilet, sotto una camicia e sotto ancora la canotta della salute. Una coppola sul capo e dei normalissimi jeans.
                  Le persone camminavano vorticosamente intorno a me. L’arrivo del freddo significava arrivo di peste nera. Miseriaccia!
                  Continuai la mia passeggiata, finché non vidi una giovane ragazza, con abiti succinti, curvarsi in un vicolo.

                  Tutto avrei immaginato, furchè quel che mi accadde successivamente. [..]

                  ~ La ragazza della porta accanto ~

                  Mi avvicinai a lei con disinvoltura, pensando fosse una prostituta. Era molto giovane e che Cristo mi fulmini, bestemmierei per spaccare la faccia a coloro che abusano di lei.

                  Ehilà, come va? Qualche problema?

                  La domanda non ebbe riposta e immagino. La domanda più idiota che si può porre ad una giovincella che si prostituisce è “ehi, passi bene la vita, eh?”.

                  Dimostro di essere il Re degli imbecilli, talvolta. Mi scuso per la domanda inconveniente. Tuttavia, se le serve aiuto, può chiedere al sottoscritto. Ho una casa vuota e una bella presenza come la sua non farebbe che migliorare l’ambiente.

                  Non risposte neanche stavolta. La guardai impellente negli occhi. Avevano uno stupendo colore ceruleo, i capelli biondi e cotonati. Era davvero affascinante e detto da un uomo di 40 e rotti anni potrebbe sembrare un complimento interessato, ma non provavo alcuna attrazione fisica per lei. Non potevo e non dovevo provare niente. Continuavo a fissarla, notai che la mia presenza non stimolava in lei alcuna sensazione. Da un punto di vista umano, non penso possa turbarle la vicinanza di un uomo, ma da un punto di vista psicologico è strano che la giovine non mi concede neanche uno sguardo, neanche una smorfia, un respiro più profondo o/ed ansimante. Era come se il suo status fosse perennemente lo stesso.

                  Se le dico che è un gran bel pezzo di ragazza, posso toccarle il seno?

                  D’accordo, sono sceso davvero in basso, ma quel che avevo intuito era concreto. Lei non prova assolutamente nulla. Non cambia stato d’animo, non la turbo né la mia presenza le piace. Lei si vive addosso, sembra esistere, senza possedere anima. Il fatto di lasciarla lì da sola, non mi andava affatto giù, quindi tenendole stretta la mano, la accompagnai nel mio studio.

                  Come ogni cosa, ci sono gli eccessi. Una persona può acquistare un particolare carattere che può, a seconda della persona, rendere la sua esistenza piacevole agli altri. Troppo simpatico è un eccesso. Dovrebbe essere dosato con un contagocce immaginario, per raggiungere uno stadio di equilibrio.
                  Esistere ha un significa fittizio. Esistere vuol dire anche alterare e adattare quel che si è. [..]


                  Insistevo col guardarla negli occhi. Non traspirava nessuna emozione. Tenevo stretta la sua mano, la soffocavo, ma lei non sembrava infastidita. Avevo quella sensazione ossessiva di volerla esaminare come se fosse un alieno. Arrivati a casa la adagiai sul letto. Mi sedetti di fianco a lei sorseggiando una birretta.

                  Okay, lei non parla, non ha emozioni, non prova dolore e non comunica. Come diavolo faccio ad instillare un discorso con un fantoccio? Il fantoccio lo posso solo far muovere e.. lo POSSO FAR PARLARE IO! Certo, che idea! La farò parlare io. Le insegnerò a parlare come se fosse un bambino!

                  Le alzai i cuscini sulla spalliera del letto e ci adagiai la schiena. Le curvai il volto verso di me e iniziai a centellinare tutto quel che dicevo.

                  Allora, io sono Greg. Siamo ad Atlanta, negli Stati Uniti d’America.Tu da dove vieni? Luogo?

                  Non funzionava.

                  Io essere uomo. Tu essere donna.
                  Last edited by Gohan96; 10 August 2010, 17:57.
                  sigpic

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                  • Non funzionava, non funzionava un accidente! Mi arresi . Non c’era niente da fare. Lei non mi capiva. Le sorrisi, accarezzandole la fronte, conscio che l’avrei dovuta abbandonare come un animale.
                    Aprii il mio guardaroba, presi una sciarpa, un cappotto leggero e delle scarpe da donna con il tacco. Erano gli unici indumenti che le potevano stare bene.
                    La svestii e le misi quel che le avevo rimediato. La accompagnai alla porta, guardandole un’ultima volta i suoi occhi cerulei. Brillavano come la candida neve che cadeva ondeggiando armoniosamente per poi cadere a terra. Appena superò l’uscio, chiusi la porta e con la schiena rivolta contro, mi lasciai cadere.
                    Stavo per piangere, quando qualcuno bussò alla finestra..
                    Mi affacciai e vidi lei sospesa in aria, accompagnata da una nuvola di neve, regalarmi un sorriso. Mi fulminò il cuore.

                    Grazie di tutto Greg.

                    E se ne andò.

                    [..] L’uomo, per quanto possa essere intelligente, non potrà mai capire che le vere entità occulte che dimorano in questo pianeta, sono quelle che ti riempiono il cuore con poco. Quella ragazza non so se fosse aliena, ovvero una forma di vita diversa dalla nostra, ma per quanto ne so, sono felice di averla conosciuta. E con questo, termino la mia relazione e anche questo frammento della mia vita, di cui vi ho reso partecipe.

                    THE END

                    Mi permetto di aggiornare la classifica. Devo palesare la mancanza dei voti di Grifis.

                    TERZO TURNO

                    1&#176 8,60 - Majin Broly, "Antichi Rancori" ---> 8,8 - 8,5 - 8,5
                    2&#176 7,91- C18-Crilin 4ever, "Machigai" ---> 8,5 – 7,5 - 7,75
                    3&#176 7,26 Gohan96, “Condannato a morire” ---> 7,3 – 7,25 – 7,25
                    4&#176 7 - Dargil, "New Man" ---> 7,2 - 7 - 7
                    5&#176 6 – Vincenzopan, “Giocare con qualcuno? Bè, si potrebbe fare.” ---> 6,5 - 6 - 5,5
                    6&#176 5,10 - Gastrok_s_DEVASTED^!? - Black Ghost – Light96
                    Last edited by Gohan96; 10 August 2010, 18:38.
                    sigpic

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                    • Direi che potrei anche postare i voti, mancherebbe vincenzopan ma non si fa vedere da due settimane oltre il fatto di essere fuori il tempo concesso.
                      Comprensibilmente in piena estate c'è poco tempo sia per i giudici che per i concorrenti, quindi propongo di cercare in qualche modo di chiudere il torneo per poi possibilmente riaprirne un nuovo verso l'autunno.


                      Alieni (C18-Crilin 4ever)

                      Davvero una bella tragedia, mi è piaciuto lo stile, la descrizione degli eventi e anche la mancanza di un lieto fine sostituito ad un inaspettato finale. In effetti mi verrebbe da pensare ad una contraddizione con quanto detto all’inizio di questi alieni però il finale è fatto così vago che si potrebbe annullare questa contraddizione con molte risposte…

                      Voto 8,5

                      __________________________________________________

                      IO (Dargil)

                      Breve monologo abbastanza interessante e intenso, il pensiero è espresso in maniera profonda. Bello lo stile e godibile la storia con un buon misto di filosofia e geografia astronomica.

                      Voto 7,8

                      __________________________________________________

                      ~ Revive ~ (Gohan96)

                      Mi ha colpito l’originalità del racconto, mi chiedevo che c’entrava con gli alieni, ma alla fine si capisce di come il testo in realtà si attiene alla traccia. La scrittura è ottima, forse il racconto si perde un po’ troppo in alcuni particolari, comunque la lettura risulta scorrevole lo stesso.

                      Voto 7,8

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                      • Concordo.
                        Dopo che saranno terminate le ultime votazioni, se hai tempo, dato che hai l'incarico di giudice, ti chiederei un post conclusivo, dato che hai dato prova di essere bravissimo nel farli .

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                        • Ok. Mi pare di ricordare che in questa manche tocchi a me giudicare.

                          Ecco le mie valutazioni.

                          Alieni (C18-Crilin 4ever)

                          Una storia scritta molto bene, anche se effettivamente a metà della storia avevo capito dove volessi andare a parare (cioè che gli alieni non fossero altro che i terrestri). Non ho particolari appunti da muovere.

                          Voto 8

                          Io (Dargil)

                          Un monologo decisamente profondo, una scelta originale in un concorso di One Shot. Mi è piaciuto, anche se il fatto che con questo tu ti sia tolto dall'impaccio di creare una trama a mio avviso lo porta ad essere un pelo sotto ad altri lavori

                          Voto 7,7


                          Revive (Gohan96)

                          Bella narrazione. Un testo scorrevole e piacevole da leggere. Decisamente originale comunque. Mi è piaciuto.

                          Voto 8

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                          • Originariamente Scritto da Majin Broly Visualizza Messaggio
                            Concordo.
                            Dopo che saranno terminate le ultime votazioni, se hai tempo, dato che hai l'incarico di giudice, ti chiederei un post conclusivo, dato che hai dato prova di essere bravissimo nel farli .
                            Ah ok, vedo che posso fare

                            Mancano le votazioni di Grifis nelle ultime due manche e di AlphaOmega nell'ultima. Se hanno tempo ci facciano sapere se possono votare oppure chiudiamo direttamente.

                            Comment


                            • Le ultime due manche hanno solo tre giudici. Grifis, per motivi personali, si è ritirato.

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                              • Mi scuso davvero.

                                Pensare che quando ho inviato il PM a Majin (31/07) prevedevo di stare via solo una settimana, mentre invece sono tornato l'altro ieri notte .

                                Giovedì riparto; la prossima settimana, però, dovrei essere sicuramente a Genova.

                                Se non c'è nessuno che possa/voglia sostituirmi, potrei provare a leggere tutto il materiale e postare i giudizi entro la fine del mese.

                                Non garantisco nulla, tuttavia, vista l'estrema imprevedibilità del mio nuovo lavoro .

                                Resto in attesa delle vostre decisioni.
                                Last edited by Grifis; 16 August 2010, 16:51.
                                sigpic

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