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Che dire, a me come film è piaciuto molto: risulta forse poco realistico (troppa gente disposta ad aiutare, nella realtà non è proprio così ma tutto sommato carino e piacevole da vedere. Il finale, però, spiazza e non poco.
sigpic
~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~
Perfetto. Un affresco allegorico che intesse nella sua trama personaggi straordinari, grandi interrogativi (GLI interrogativi dell'uomo) ed una cura straordinaria per le immagini che credo proprio grazie al bianco e nero acquistano quella solenne potenza che le contraddistingue anche dopo più di cinquant'anni.
Mi sento di citare la scritta che c'era nel cartoncino del DVD (ho comprato l'edizione merdosa da edicola, quella della collezione Bergman):
"Una profonda meditazione sulla vita, sulla morte e sul rapporto tra uomo e Dio"
Ora capisco perchè viene considerato uno dei più grandi classici del cinema moderno
Benvenuti alla fiera dell'assurdo.
Questo è il migliore modo di approcciarsi a 2012 perchè se vi siete abituati alla "semplice" distruzione di città da parte degli alieni di Indipendence Day o alla devastazione gelida di The day after tomorrow qui dovrete prendere tutto questo e moltiplicarlo per 10, mai probabilmente in un film è apparsa tanta devastazione come in questo, Roland Emmerich non si pone limiti e tutto quello che può cadere\sbriciolarsi\andare in fiamme lo fa, ma il film per il resto com'è?
Meno di quanto ci si possa aspettare, i protagonisti principali sono due, il professor Helmsley e lo scrittore Curtis, il primo tutto sommato è credibile e all'altezza della situazione, il secondo è fuori posto come pochi, una macchietta odiosa che desidererete invano di veder morire per tutto il film, i protagonisti infatti vengono fuori dalle situazioni più assurde senza un graffio sfidando leggi fisiche e probabilistiche, e le scene in cui si salvano all'ultimo secondo non si contano e sono tutte identiche.
Tutto sommato è passabile per una serata tra distruzioni varie e niente più, ma non ci si può fare a meno di chiedersi fino a quando Emmerich riciclerà le stesse idee visto che per molti versi The day after tomorrow era migliore.
Stasera ho finalmente rimediato a non aver mai visto questo film.
Che dire? Ho trovato veramente splendido l'impatto visivo, il contrasto del b/w con i pochi colori, le ambientazioni, tutto. Mi sono piaciuti molto anche trama e dialoghi e caratterizzazioni dei personaggi. Personalmente non posso non dare 9 a questo capolavoro di Frank Miller.
Sinceramente il film mi ha lasciato qualcosa di agrodolce.
Alcuni personaggi spiccano davvero per carisma, come il colonnello Hans Landa, altri sembrano copie opache di film pregiati della Tarantino Production. In generale la trama ha alti e bassi, comincia molto bene, con i primi due chapter che sono anche i migliori, e prosegue con continuo calare. L'elemento comico, fuso con quello irrazionale, è molto inferiore in questo film, e in generale si avverte la sensazione di "molto fumo ma niente arrosto".
Apprezzabile la prova di Pitt, attore che stimo sempre più.
Voto 6.
Benvenuti alla fiera dell'assurdo.
Questo è il migliore modo di approcciarsi a 2012 perchè se vi siete abituati alla "semplice" distruzione di città da parte degli alieni di Indipendence Day o alla devastazione gelida di The day after tomorrow qui dovrete prendere tutto questo e moltiplicarlo per 10, mai probabilmente in un film è apparsa tanta devastazione come in questo, Roland Emmerich non si pone limiti e tutto quello che può cadere\sbriciolarsi\andare in fiamme lo fa, ma il film per il resto com'è?
Meno di quanto ci si possa aspettare, i protagonisti principali sono due, il professor Helmsley e lo scrittore Curtis, il primo tutto sommato è credibile e all'altezza della situazione, il secondo è fuori posto come pochi, una macchietta odiosa che desidererete invano di veder morire per tutto il film, i protagonisti infatti vengono fuori dalle situazioni più assurde senza un graffio sfidando leggi fisiche e probabilistiche, e le scene in cui si salvano all'ultimo secondo non si contano e sono tutte identiche.
Tutto sommato è passabile, ma non ci si può fare a meno di chiedersi fino a quando Emmerich riciclerà le stesse idee visto che per molti versi The day after tomorrow era migliore.
Voto: 6
Sono sicuro che non guarderò/leggerò mai nulla su sta diceria del 2012, messa in circolo da quel seminatore di balle quale Voyager. Tuttavi mi è stato raccontato un pezzo del film inquietante, cioè, quando i politici di punta di tutto il mondo vengono portati con una navetta "in salvo", c'è il nostro presidente del Consiglio che, come dice il film, rimane in patria a preoteggere il suo popolo, confermi? *omg
Uno dei capolavori assoluti del neorealismo. In quasi 3 ore di film, ho apprezzato in particolar modo l'episodio con Anita Ekberg: memorabile la scena di lei nella Fontana di Trevi che grida "Marcello, come here!"; gli altri episodi non li ho graditi particolarmente, anzi, li ho trovati piuttosto pesanti (non per niente mi stavo anche addormentando, nel senso vero del termine). Insomma, avrei preferito -ed ero anche convinta- che la Ekberg fosse parte costante del film, e invece è presente poco più di mezz'ora. Dò la sufficienza solo per la sua presenza (gradevole anche il cameo di Adriano Celentano), ma sono consapevole che questo sia un film da rivedere.
Voto: 6.
Last edited by Devil Lady; 30 November 2009, 04:50.
Sono sicuro che non guarderò/leggerò mai nulla su sta diceria del 2012, messa in circolo da quel seminatore di balle quale Voyager.
Bisogna dire però che con le profezie maya questo film non ha niente a che vedere, c'entra solo la data, quella del 2012, per il resto è un "normale" film apocalittico.
Tuttavia mi è stato raccontato un pezzo del film inquietante, cioè, quando i politici di punta di tutto il mondo vengono portati con una navetta "in salvo", c'è il nostro presidente del Consiglio che, come dice il film, rimane in patria a preoteggere il suo popolo, confermi? *omg
Sì, e a quella scena tutto il cinema si è fatto una risata
"Non sarai mai un vero uomo fino a che non conoscerai la via del guerriero..."
Il film racconta di Checco Zalone, un giovane pugliese che sogna di diventare un cantante di successo. Per inseguire il suo sogno si reca a Milano dal cugino dove, tra l'altro, incontra una ragazza della quale si innamora subito.
Il film è molto divertente e, a dispetto delle apparenze, anche molto profondo.
E poi Checco Zalone è Checco Zalone.
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