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Dragon Ball Adventure (Seconda serie, quella vera)

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  • Era ormai notte quando Dende si svegliò, aprendo lentamente gli occhi, sgranandoli però in un attimo appena si rese conto della propria condizione. Egli aveva delle catene ai piedi che lo bloccavano ed era ancorato ad una colonna vicina. Di fronte a lui vi erano Dodoria e Zarbon, che attendevano il suo risveglio. Dende iniziò a tremare per la paura, e la sua mente tornò a quando Freezer, accompagnato proprio da quei due infidi sgherri attaccò il proprio villaggio natio molti anni prima, facendo strage di tutti i suoi compaesani, compreso suo fratello minore e suo nonno. Zarbon sembrò trarre sadico piacere da tanto terrore e sornione disse “ Oh, guarda Dodoria! Il nostro amico verde si è svegliato!”, un sinistro sghignazzare fu la risposta del suo roseo e corpulento compare. “ Che cosa volete da me?” chiese Dende nervosamente “E’ molto semplice! Noi vogliamo che tu ricrei le sfere del drago!” fu la risposta di Zarbon “ Le sfere del drago?” ripeté Dende “ E a che cosa vi servono?” chiese il namekiano, sebbene avesse già una vaga idea dei loro fini, ma sperava di sbagliarsi. “ Questo non ti deve riguardare! Fallo e basta! O sarà peggio per te!” fu la secca risposta di Zarbon. “ Ma non posso ricrearle! Le sfere del drago sono svanite proprio perché troppo usate! E se ciò dovesse accadere di nuovo, ciò potrebbe creare degli scompensi!” spiegò Dende, ma Zarbon non parve impressionato “ E perché mai dovremmo credere a questa tua favoletta? Stai solamente perdendo il tuo tempo e facendo perdere a me la pazienza! “ intervenne Dodoria. “Comunque, anche se così non fosse, non mi renderò mai complice dei vostri propositi criminali! Dunque potete anche dimenticarvi che io ricrei le sfere per voi!” disse determinato Dende, prendendo coraggio per rispondere a tono a quei mostri che pure lo terrorizzavano. “ Come osi rivolgerti a noi in questo modo? Non te lo abbiamo chiesto! Te lo abbiamo ordinato! Quindi vedi di fare quanto ti abbiamo detto oppure…” Dodoria si avvicinava sempre più a Dende il quale però stranamente non era spaventato, anzi, sorrise furbescamente, in quanto vi era un fattore che gli consentiva di tenere il coltello dalla parte del manico in quella contesa. “ Altrimenti… cosa? Mi uccidi? Se lo fai puoi dire addio alle sfere del drago! E nel caso tu non lo avessi notato io non sono molto robusto, quindi anche torturandomi rischiereste di stroncare la mia esistenza!” disse Dende. “Maledetto…” inveii Dodoria trattenendosi a stento dal giustiziare all’istante il namekiano “ Stai calmo Dodoria!” lo riprese però Zarbon “ Non sono così sprovveduto! Avevo preso in considerazione l’eventualità che il nostro amichetto potesse utilizzare il fatto di essere indispensabile per noi allo scopo di ricattarci, e mi sono già premunito in tal senso” spiegò l’alieno dai verdi capelli. Così dicendo premette un pulsante sul proprio scouter e impartì l’ordine a dei soldati che stavano fuori dalla stanza “Portate i prigionieri”. Le porte si aprirono ed entrarono diversi soldati dei changeling, assieme a donne e bambini terrestri in catene. Probabilmente erano stati reclusi nei sotterranei in quanto troppo deboli per poter lavorare in maniera efficiente alle opere di costruzioni. Dende aveva gli occhi sgranati e sudava freddo... cosa avevano in mente di fare? Gli umani in questione vennero costretti con le spalle al muro nonostante le loro suppliche e i loro lamenti che straziavano il sensibile cuore di Dende. Con tono di agghiacciante ascetismo Zarbon si limitò a impartire un ordine chiaro, semplice e spietato “ Procedete”. Un comando che diede il via a una carneficina vergognosa, in cui donne e bambini disarmati venivano massacrati a colpi di fucile laser sotto gli occhi di uno sconvolto Dende “ Nooo!!! Vigliacchi!!! Bastaaaa!!!! “ urlò Dende con le lacrime agli occhi per il macabro spettacolo che gli si palesava innanzi agli occhi. Pochi attimi dopo, non erano rimasti che cadaveri sparpagliati per il pavimento della sala… non ne era stato risparmiato neppure uno. Dende era ammutolito e sgomento, non riusciva a capacitarsi di tanta insensata crudeltà. “ Allora? Hai cambiato idea?” chiese Zarbon con tono ironico. Dende non rispose, era così sconvolto che forse non aveva neppure sentito la domanda. A riprova di come la scena precedente non lo avesse minimamente turbato Zarbon non diede tregua al namekiano, premette nuovamente il pulsante “ Portatene degli al…” ma Dende lo interruppe “ No! Basta! Basta! D’accordo! Avete vinto voi! Creerò le sfere del drago, ma vi prego! Basta stragi!”. Dende dunque si era arreso. Il suo animo gentile e sensibile non aveva retto e i sorrisi di Dodoria e Zarbon sancivano quel vergognoso e ignobile trionfo.

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    • Caporale complimenti per la sua nuova creazione...
      Anche se la famiglia cold è da denunciare ad amnesty international

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      • Originariamente Scritto da Kaiohshin87 Visualizza Messaggio
        Caporale complimenti per la sua nuova creazione...
        Anche se la famiglia cold è da denunciare ad amnesty international

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        • UP

          Il prossimo episodio nei prossimi giorni.

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          • Ok.... terrò a freno l'impazienza scalpitante. E soprattutto sono curioso di vedere come si organizzeranno le forze del bene, visto che quelle del male sembrano superiori sotto tutti i punti di vista.

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            • EPISODIO 74: E’ GUERRA!

              Il sole rosso dell’alba illuminava il volto di Pan, la quale sostava sul bordo della reggia pronta a partire assieme ai propri compagni verso la roccaforte di Re Cold, dove avrebbe avuto plausibilmente luogo una battaglia in cui le possibilità di vittoria non parevano essere molte. La nipote di Goku inforcò l’ultimo dei suoi due guanti neri a infradito e strinse il pugno con determinazione: era pronta. Alle sue spalle aveva da poco fatto la sua apparizione Piccolo. Il namekiano pensava di essere il primo a presentarsi al raduno concordato di prima mattina, e il fatto che Pan lo avesse preceduto un po’ lo sorprese. “Sei agitata?” chiese Piccolo rivolto alla ragazza. L’alieno di Namek le era piuttosto affezionato, infatti era pur sempre la figlia del suo migliore amico. E, avendo considerato sempre Gohan alla stregua di un figlio, aveva sempre teso a considerare Pan una specie di nipotina. Pan non rispose subito alla domanda, in quanto essa stessa non era in grado di spiegare esattamente cosa provava, ma alla fine le parole uscirono spontanee “ Si, signor Piccolo! Se devo essere sincera sono agitata! Mio nonno mi ha sempre parlato di Freezer come di un essere abominevole e potentissimo, e di Cooler come di qualcuno ancora peggiore!” la ragazza si interruppe, e il suo viso si illuminò di un leggero sorriso, quindi proseguì “ Però al contempo mi sento eccitata! L’idea di battermi contro nemici tanto pericolosi mi rende pervasa dall’adrenalina! “ confessò lei. Piccolo si limitò ad annuire, le parole della ragazza lo avevano abbastanza colpito. Pan era abbastanza diversa da Gohan e Goten; a loro non piaceva combattere, preferivano rispettivamente studiare e andare dietro alle ragazze, mentre Pan sin da piccola aveva denotato una spiccata attitudine alla lotta e crescendo era migliorata continuamente come tecnica, potenza e intelletto. E quelle parole da lei dette sembravano uscite dalla bocca di Goku! A quanto pare quella ragazza era colei che tra gli eredi di Goku era quella che più aveva preso da lui come spirito.
              “ Goten!” chiamò la donna rivolgendosi al figlio che si stava dirigendo verso l’uscita della stanza “ Si mamma? “ le rispose questi voltandosi verso di lei. Egli vide che la donna teneva tra le braccia una tuta da combattimento di colore arancione. “ Tieni! Era di tuo padre! Ormai sei diventato un uomo, e un vero guerriero! Certo, non sei ancora come tuo padre, ma finalmente hai deciso di applicarti nel seguire la strada che Goku ha percorso per tutta la vita” disse Chichi con una certa malinconia per il fatto che il marito le mancava molto, porgendogli l’indumento. Goten ringraziò la madre abbracciandola, quindi prese la tuta e la indossò. “ Gli assomigli davvero molto!” fu il commento di Chichi. Infatti Goten esteticamente ricordava molto Goku, e ciò che lo differenziava da esso erano solo i capelli e il fisico che, per quanto atletico, era meno muscoloso ed allenato di quello del genitore. “ Sono onorato che tu mi ritenga degno di vestire gli indumenti di papà! “ disse Goten mentre con uno strattone deciso finiva di legare la cintura all’altezza dei fianchi. Il mezzo saiyan aveva come la sensazione che quella tuta irradiasse una sorta di tepore che ne scaldava il corpo come l’abbraccio di suo padre… un abbraccio che aveva imparato a conoscere più tardi di molti altri bambini in quanto per i suoi primi 7 anni di vita li trascorse senza una figura paterna. Certo, rispetto a certi bambini poteva ritenersi fortunato, molti erano gli sfortunati che non avevano potuto contare sulla possibilità di conoscere mai i loro genitori, ma comunque il rapporto che aveva sempre avuto con il padre era stato caratterizzato da una certa malinconia interiore. Goku era stato spesso assente lasciandolo da solo, ma Goten non gliene faceva una colpa, del resto se lui fosse stato come lui lo avrebbe seguito nei suoi allenamenti, ma era stata la sua attitudine a separarli per molto tempo, oltre a quella di Goku, quindi le responsabilità erano di entrambi. Anzi, Goten si sentiva il più colpevole in quanto Goku perseguiva un obbiettivo, e anche suo fratello Gohan poteva giustificare la sua lontananza dal padre con un’ambizione diversa, ovvero quella di diventare un brillante studioso. Lui invece che ambizione aveva? Aveva passato tutta la vita senza uno scopo, pensando solo a divertirsi, terminando a fatica le scuole e senza mai trovare un lavoro stabile. Erano proprio quelli i giorni in cui si era reso conto dell’inutilità della sua esistenza… perché il suo brancolare nel buio della sua vita venne smascherato come tale solo quando aveva conosciuto colei che in tale buio era divenuta la sua luce guida. Da quando si era reso conto di quanto provava per Bra e aveva cominciato a pensare cosa potesse realmente offrirle, aveva iniziato la sua profonda autocritica ed aveva cominciato a prendere coscienza delle responsabilità che un simile legame comportava. Aveva avuto molte ragazze, ma non era mai stato realmente innamorato. Aveva vissuto tutte le sue storie precedenti erano state delle avventure per divertirsi o per perseguire obbiettivi molto “terra-terra”, mosso esclusivamente da pulsioni carnali. Ma quella con Bra non doveva essere una semplice avventura! E se voleva tenerla stretta a se doveva dimostrarle di meritarla, e quindi dare un senso alla sua vita che fino a quel momento di significato ne aveva avuto ben poco. E il dono di sua madre fu in tal senso un consiglio prezioso… lui era il figlio del più grande degli eroi della terra, e lui avrebbe seguito le sue orme per diventare forte e valoroso, per difendere le persone che amava; Bra e sua madre in primis, in quanto coloro che più ne avevano bisogno nonché coloro a cui lui voleva più bene. Goten diede un bacio sulla guancia alla madre e dopo averla salutata uscì nel piazzale esterno. Li Piccolo e Pan erano già stati raggiunti da Mr.Popo, da Videl e dalla sua Bra. Goten salutò tutti e si soffermò innanzi a Bra “ Hai riposato un po’?” chiese, Bra annuì “ Si, non preoccuparti! Abbiamo finito l’allenamento qualche ora fa e io e Pan abbiamo avuto modo di dormire un po’”. “ Lo zio è davvero premuroso con Bra, e pare sincero… che stavolta non stia semplicemente facendo il mandrillo come al solito, e abbia delle intenzioni serie?” si chiese Pan fissandoli con sguardo interrogativo. “ Ma certo! Non sono mica tanto stupido da portare in battaglia Pan e Bra senza almeno un po’ di sonno alle spalle!” tagliò corto Piccolo con tono seccato, un po’ perché riteneva effettivamente quella di Goten una domanda scema e anche per spezzare quello sdolcinato idillio che si stava venendo a creare. “ Oh ehm… hai ragione Piccolo!” disse Goten imbarazzato, mentre Bra ridacchiava tenendosi la mano davanti alla bocca per non darlo troppo a vedere. “ Bene! Io resterò qui insieme agli altri per difendere il palazzo da eventuali minacce! Non scordatevi mai che l’intero inferno si sta riversando sulla terra, e sebbene non percepisca alcuna altra aura pericolosa nei paraggi qualche scocciatore potrebbe sempre farsi vivo!” disse Popo. “ Molto bene! Allora che aspettiamo? Andiamo! La battaglia ci aspetta!” esclamò la sempre esuberante Videl lanciandosi per prima in volo verso Sud. “ Io la seguo… non vorrei mai che si perdesse” aggiunse Pan lanciandosi all’inseguimento della madre. “ Sei pronta ?” chiese Goten sorridente rivolgendosi a Bra la quale sorrise di rimando “ Certo con te andrei anche in capo all’’…. UAAARGH!!!”. I due sentirono una forza alle loro spalle spingerli giù dalla reggia, nella fattispecie due brusche mani di colore verde. “ Muovetevi! E cercate di stare concentrati anziché perdere tempo con le smancerie! Stiamo andando a una guerra! Mica a fare un pic nic!” li riprese Piccolo. I due chinarono il capo e silenziosi lo seguirono.
              Last edited by Final Goku II; 05 October 2006, 17:40.

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              • Intanto, nella fortezza di Cold, Dende aveva terminato di plasmare le sfere del drago con la pietra e ora si apprestava a trasformare le medesime nelle preziose reliquie, il tutto sotto gli occhi di Zarbon e Dodoria. Ad un certo punto quest’ultimo si rivolse al compagno con un sorriso diabolico “Ehi, Zarbon! Che ne diresti se le usassimo noi le sfere del drago per ottenere la vita eterna ?”, Zarbon lo guardò storto “ Ma cosa stai dicendo? Pensaci bene alle cose prima di dirle! Anche se diventassimo immortali non potremmo mai diventare abbastanza forti da battere padron Freezer! Verremmo catturati e torturati, e la nostra vita eterna si trasformerebbe in eterno tormento! Io sinceramente preferisco passare una vita da lord alle dipendenze di un dio come diventerà Freezer piuttosto che un’eternità come martire, magari sepolto vivo in una colata di pece rovente.” Dodoria rabbrividì al pensiero “ Hai ragione…”. Oramai le sfere erano pronte “ Ci siamo! Finalmente le sfere sono nelle nostre mani” commentò Zarbon. Le 7 rotondità brillavano indefinitamente sotto gli occhi dei due alieni. Ma ad un tratto si sollevarono in volo “ Ehi ma cosa diavolo…?” sussultò Zarbon, che non ebbe neppure il tempo di rendersi conto di cosa stesse succedendo che le sfere si sparsero in 7 direzioni diverse scomparendo, i confini materiali delle pareti sembravano non esistere per esse, quindi nulla poté impedire il loro disperdersi. Furibondo Dodoria prese per il bavero Dende. “ Che scherzi sono questi!!!?” urlò l’alieno, mentre Dende lo fissava sornione “ Mi dispiace… ma quando le sfere vengono create, poi si sparpagliano in giro per il pianeta! Ops… non ve l’avevo detto?” lo provocò il namekiano. “ Tu!!! Piccolo sgorbio verde…” imprecò Dodoria per poi apprestarsi a tirare un pugno a Dende. “ Fermati Dodoria! Che ci piaccia o no quel tipo ci serve ancora vivo! Se lui dovesse essere eliminato… addio sfere! Quindi poni freno ai tuoi ardori! Avrai modo di sfogarli quando avremo espresso i desideri!”, lo bloccò Zarbon. Non c’era che dire. Tra i due il più lungimirante era certamente il bel alieno dalla perde azzurro-verde. “ Certo però che adesso sarà un bel problema! Ci vorrà molto tempo per trovare quelle sfere in un pianeta così vasto! Sarà come cercare un ago in un pagliaio!” commentò Zarbon. “ Freezer si adirerà con noi!” esclamò preoccupatissimo Dodoria. Zarbon sapeva che Dodoria aveva ragione. Sebbene i due non avessero responsabilità dirette sull’accaduto, in un momento di collera Freezer li avrebbe anche potuti eliminare senza alcuna esitazione. Del resto, la loro vita era sempre valsa molto poco per Freezer, così come quella di qualsiasi essere vivente. Ad un tratto però Zarbon ebbe un’illuminazione, ricordandosi di quanto era avvenuto molti anni prima. “ Forse però c’è un modo per recuperare più facilmente le sfere! E se lo diciamo a Freezer, potrebbe anche risparmiarci la vita! “ disse Zarbon. Dodoria e Dende lo ascoltavano interessati, anche se per due motivi opposti, Dodoria si augurava che quella di Zarbon fosse una buona idea… Dende tuttaltro. “ Mi ricordo che i terresti riuscivano a recuperare le sfere tramite uno strano meccanismo, e che con loro vi era una donna con i capelli azzurri dotata di una forza assolutamente insignificante… ma se l’avevano portata con loro doveva avere una qualche utilità! Probabilmente era lei che possedeva quello strumento, e che probabilmente lo aveva inventato! Non dobbiamo fare altro che rintracciarla e mettere le mani su ciò che permetteva loro di localizzare le sfere di Namek! Basterà recarsi dove vi è la maggiore concentrazione di forze combattive del pianeta! Essendo un’amica dei guerrieri di questo pianeta penso sia probabile che si trovi insieme a loro!” spiegò Zarbon. Dodoria condivise il ragionamento di Zarbon e sorrise, mentre Dende imprecò interiormente “ Maledizione! Si sono ricordati di Bulma!”. Senza aggiungere altro i due alieni uscirono dalla stanza per andare a fare rapporto da Freezer, lasciando da solo uno sconsolato Dende… lui aveva fatto di tutto per guadagnare tempo, ma ora la salvezza della galassia era ancora una volta esclusivamente nelle mani dei guerrieri e lui, ancora un volta, non poteva fare altro che limitarsi a sperare.
                Last edited by Final Goku II; 05 October 2006, 17:40.

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                • Originariamente Scritto da Final Goku II Visualizza Messaggio
                  “ Sono onorato che tu mi ritenga dietro di vestire gli indumenti di papà! “ disse Goten
                  Degno, forse.... correggere!


                  Originariamente Scritto da Final Goku II Visualizza Messaggio
                  “ Fermati Dodoria! Che ci piaccia o no quel tipo ci serve ancora viva! Se lui dovesse essere eliminato… addio sfere! Quindi poni freno ai tuoi ardori! Avrai modo di sfogarli quando avremo espresso i desideri!”
                  Vabbè che tutti dicono che i namecciani sono asessuati... però sono sempre degli indiscutibili maschietti...

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                  • Ops! Grazie Virus! '^^

                    Ho corretto!

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                    • questi due episodi di introduzione alla guerra sono fatti molto bene perchè fanno crescere la suspense.

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                      • Grandeeee li ho letti in ritardo ma sono super come sempre!!!

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                        • belli i nuovi episodio!
                          spero zarbon non faccia una brutta fine! non farmelo morire ok?
                          Dio non è nient'altro che l'espressione e il prodotto delle debolezze umane (A. Einstein)

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                          • se non fosse che mi stanno simpatici,un pestone a Bra e Goten lo mollerei...
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                            cmq non vedo l'ora ci siano massacri!!Sìììì!!!
                            Nolite te bastardes carborundorum

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                            • io ti consiglio di leggere dragonball adventure è una storia fantastica.è molto lunga ma ne vale la pena.I primi 67 episodi sono nel sito di dragoball arena, dal 68 al 74 sono in questa discussione.
                              ciao e benvenuto

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                              • EPISODIO 75: LA COLLERA DI GOTEN

                                “ Capisco! Quanto odio questi namekiani! Sono degli irriducibili rompi scatole!” fu la risposta di Freezer non appena venne a sapere da Zarbon e Dodoria cosa fosse accaduto alle sfere del drago. Fortunatamente per i due, la pensata di Zarbon aveva salvato i due dalla punizione in cui sarebbero incorsi in circostanze normali, infatti la rabbia di Freezer sembrava rivolta soprattutto a Dende piuttosto che verso i propri due servitori. “ Non se ne rammarichi, grande Freezer! Recupereremo lo strumento con cui i terrestri riescono a rintracciare le sfere del drago, e una volta fatto ciò recuperarle sarà uno scherzo” disse Zarbon. Freezer annuì “ Si… ve ne occuperete voi! Ma non andrete da soli! Verrete accompagnati dal capitano Ginew e dai suoi uomini!” disse il tiranno. Zarbon si accigliò leggermente, non aveva molta simpatia per quei, a sua detta, 5 pagliacci per i quali Freezer sembrava avere una certa predilezione, al punto da ritenerli più importanti ed altolocati nel suo esercito rispetto ai suoi due guardaspalle. Il disappunto di Dodoria fu meno discreto rispetto a quello del compagno, e venne esternato platealmente dal corpulento alieno “ Non è giusto, padron Freezer! Ginew ha già compiuto una missione catturando il dio della terra! Non ci va di passare per degli incapaci rispetto a lui! Non abbiamo bisogno di….” le parole dell’alieno gli morirono però in gola quando sul volto di Freezer comparve un’espressione adirata, gli occhi socchiusi in un taglio aggressivo e i bianchi denti digrignati in un ringhio feroce. A Dodoria e Zarbon gelò il sangue, ammutoliti e paralizzati… Freezer si era arrabbiato, e ciò non era certo un bene. Fortunatamente, comunque, si ricompose, riacquisendo un atteggiamento più quieto, ma le sue parole non lasciavano spazio a interpretazioni: Dodoria e Zarbon dovevano smetterla di scherzare con il fuoco. “ Spero che questa sia l’ultima volta che osate contraddire il mio volere…” disse il Changeling con tono pacato ma inquietante allo stesso tempo. I due annuirono, biascicando un “ Si grande Freezer”, avrebbero fatto quanto era stato loro ordinato senza discutere. I due si congedarono lasciando da solo Freezer nel grande salone. Poco dopo venne raggiunto da Re Cold il quale disse “ Non riesco a trovare tuo fratello! Dove può essersi andare a cacciare? La battaglia incombe e lui sparisce”. “ Avrà avuto paura” sorrise sarcastico Freezer. “ Chi? Cooler? Permettimi di dubitarne! Comunque spesso non riesco proprio a comprendere cosa gli passi per la testa! “ rispose Cold. “ Mio fratello è solo un esaltato! Solo perché sa utilizzare una trasformazione in più rispetto a me crede di potermi trattare come un lattante! Quando in realtà non è che contro Son Goku lui abbia fatto una figura tanto migliore della mia quando questi si è trasformato in Super saiyan” disse Freezer il quale non perdeva l’occasione di screditare il suo fratello maggiore, consapevole di come lui avrebbe fatto la stessa cosa a parti invertite. Non si poteva certo dire che in quella famiglia regnassero l’affetto reciproco e l’armonia.
                                Intanto il quintetto composto da Piccolo, Pan, Videl, Bra e Goten era ormai giunto alle porte della città. “ Meglio proseguire a piedi! “ disse Piccolo atterrando, imitato poi dagli altri quattro. Il gruppetto si addentrò dunque camminando per le vie della città. Vi era un silenzio irreale, rotto solo dal rumore del vento che ululava passando tra i vicoli più stretti. Sembrava una città fantasma. “Ecco che cosa diventerà il nostro pianeta se non fermeremo Freezer prima che sia troppo tardi”disse Piccolo, “ E’ spaventoso” fu il commento di Pan che fissava inorridita quella che un tempo era una delle più grandi metropoli del pianeta ridotta in un ammasso di ruderi. Gli altri non dissero una parola, Videl si avvicinò alla figlia come guidata dall’istinto materno di volerla proteggere, sebbene sapesse benissimo come Pan le fosse superiore. Goten e Bra invece continuavano a camminare fianco a fianco guardando ognuno ad un lato opposto della strada che stavano percorrendo, facendo ognuno da guardiano all’altra. Ad un certo punto il gruppetto giunse nella piazza centrale, e appena una ventata d’aria investì i nuovi venuti, Bra assunse un’espressione schifata dall’odore che, suo malgrado, era stata costretta ad inalare a pieni polmoni. Odore di morte. Piccolo si fermò, impassibile, ad osservare lo spettacolo orribile che gli si presentava innanzi. Una carneficina compiuta dagli uomini di Freezer senza un apparente motivo… forse per semplice valore dimostrativo, come monito a cosa sarebbe successo a chi si fosse ribellato. Migliaia di vite innocenti stroncate, con solo il sangue e i cadaveri rimasti come traccia della loro esistenza che allora non era più. “ Esseri infami! Pagherete tutto!” esclamò Videl stringendo il pugno innanzi a se, Bra invece non trovava le parole per esprimersi, quel misto di dolore e rabbia che provava dentro di se non avrebbe mai potuto trovare adeguato riscontro in alcuna parola. “Quanto sangue ancora deve essere versato per la follia di quel criminale?” pensava tra se e se Piccolo, celando i propri torvi pensieri con un’espressione seria e aliena ad ogni emozione come fosse stata una maschera di giada. Ad un tratto il guardarsi intorno da parte di Goten cessò. Qualcosa in particolare aveva attirato la sua attenzione. Senza dire una parola si mosse a passo lento verso uno dei cadaveri. Era una figura di donna, di giallo vestita, e dai capelli castani. Doveva essere morta sul colpo. Una fucilata laser che le aveva trapassato il cuore da parte a parte. Per quello il suo corpo era riconoscibile, al contrario di molti altri di cui altro non era rimasto che una poltiglia indefinita di carne e sangue. Goten conosceva quella donna, che fino a 6 anni prima era stata una sua ragazza. “ Valese…” era stata Pan a parlare, in quanto Goten, da lei appena raggiunto, non era riuscito a proferire parola. Non era mai stato innamorato di lei. Era troppo superficiale, se non proprio stupida, per suscitare in lui un tale sentimento, tuttavia per Goten era sempre stata un’icona dell’innocenza, della cristallina purezza. Era stato lui a lasciarla, frustrato dalla sua stupidità. Una stupidità tale che quando gli aveva detto che dopo essersi lasciati potevano restare amici, la ragazza non aveva saputo cogliere la differenza con ciò che era prima. Anche Bra conosceva Valese e il rapporto che legava lei e Goten, infatti non era in alcun modo turbata dallo sgomento che la perdita di tale persona aveva suscitato in Goten. Più che il fatto che gli sarebbe potuta mancare come amica, era una domanda che risuonava nella sua mente a rendere quanto accaduto inaccettabile per Goten “ Come si può togliere la vita a qualcuno di tanto innocente?”. Bra gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla. Goten la strinse con la propria, dando segno di apprezzare quel gesto di conforto.

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