EPISODIO 69: IL RAPIMENTO
Lo sgomento attanagliava Videl. Non aveva potuto fare nulla per impedire che, colui che lei credeva Goku, muovesse mortale offensiva nei confronti della povera Chichi, al posto della quale ora non restava che un’inerte coltre polverosa che fluttuava malinconica e funesta nell’aria. “ Chi…Chichi… amica mia…” fu tutto quello che riuscì a dire la donna mentre la disperazione per la perdita della propria compagna di mille spericolate avventure. Quando però la polvere si diradò un enorme senso di sollievo avvolse Videl: Chichi era viva! Tale gioia fu però notevolmente lenita una volta che essa realizzò il prezzo che era stato pagato per la salvezza della moglie di Goku. Se Chichi non era diventata un cumulo di cenere, il merito era stato unicamente della diffidenza di Wenig, il quale, non conoscendo Goku, non era stato ingannato dall’aspetto di Turles, così simile al saiyan amato da Chichi e Videl, ed era rimasto allerta notando l’atteggiamento tutt’altro che bene intenzionato del nuovo venuto. Egli si era frapposto all’ultimo istante in difesa di Chichi, subendo in pieno il colpo di Turles in vece della moglie di Goku. Aveva dovuto agire in fretta per evitare che Chichi venisse uccisa, e non aveva avuto tempo e modo di ergere una protezione per se stesso, subendo in pieno l’attacco energetico di Turles. Le vesti di Wenig erano carbonizzate in più punti, e un fumo nero emanante un odore acre fluttuava dal suo corpo ustionato. Il suo sguardo era perso nel vuoto, e il suo corpo tremava, l’impatto era stato violentissimo e dopo aver lottato per restare coscienze, l’alieno svenne. Chichi lo guardò svenirle innanzi… il suo sguardo era smarrito, sapeva che quanto accaduto era stata colpa della sua stupidità, aveva ceduto al suo desiderio di voler far si che colui che aveva di fronte fosse suo marito Goku, che le mancava da morire, facendo si che l’allettante prospettiva che tale fosse la realtà facesse venir meno la sua lucidità nel valutare come tale, realtà non fosse. “ Mi… mi dispiace “ fu tutto quello che riuscì a dire la costernata donna. Videl ringhiò per poi rivolgersi risolutamente alla donna “ Porta Wenig all’interno! In questo stato e vulnerabile! A questo maledetto saiyan penserò io! “. Chichi annuì, e si mise in spalla l’alieno, correndo verso l’ingresso della reggia, muovendosi il più velocemente possibile, per evitare che Turles potesse intercettarli. La premura di Chichi non fu in tal senso utile, in quanto Turles non si curò di loro… era venuto solo per catturare il dio della terra, e ne lei ne un guerriero ferito come Wenig potevano essere ritenuti degli ostacoli degni di considerazione per il suo proposito. Solo Videl gli si poneva innanzi come avversario. Gli occhi azzurri della donna si incrociavano con quelli neri del saiyan. Il silenzio fu rotto dalla prima “ Chi sei? E’ chiaro come tu non sia Goku!”, Turles lo guardò con falsa e irridente sorpresa “ Oh… ci sei arrivata finalmente! Ma dopotutto non è difficile confondersi! Tra noi saiyan di basso livello genetico le somiglianze sono molto comuni! Comunque io sono molto più forte di quanto sia Kakaroth, o Goku, come preferisci chiamarlo, e questa volta non ci sarà alcuna maledetta Genkidama a mandare a monte i miei piani di conquista!”. Videl ebbe un leggero brivido lungo la schiena… sapeva che le parole di Turles si riferivano probabilmente a tempi passati, e che probabilmente egli non era più superiore a Goku, ma il fatto che per batterlo a suo tempo fosse stata necessaria una tecnica potente come Genkidama era fortemente indicativo in merito alla sua pericolosità. Non era tuttavia nella natura di Videl arrendersi, e la giovane donna si preparò alla contesa mettendosi in posizione di guardia. Turles ridacchiò “ Curioso come fatto… una piccola donna terrestre che osa rivolgere le proprie velleità belligeranti contro un saiyan… devi tenere davvero poco alla vita! “. Ci si sarebbe aspettato che a tale provocazione sarebbe seguito un immediato e rabbioso attacco di Videl, ma così non fu. Era infatti stato Turles ad attaccare per primo, con una rapidità ed una risolutezza tali da lasciare totalmente interdetta Videl, la quale non ebbe modo di evitare un potente calcio che Turles, appena materializzatosi innanzi a lei, le sferrò sotto il mento. Il colpo fu violentissimo e la piccola Videl venne scagliata verso l’alto. Turles effettuò una serie di piroette su se stesso per poi portarsi con la supervelocità poco sotto Videl, una volta che questa fu giunta all’apice della salita sferrandole una ginocchiata sotto la schiena, seguita da un colpo a due mani che schiantò la donna contro il pavimento della reggia, facendola sprofondare in esso sollevando una colossale colonna di polvere. Turles sorrise ed atterrò sul pavimento del piazzale antistante il palazzo per poi dirigersi verso l’entrata. “ Era tutta aria fritta, come tutti gli umani del resto “ commentò tra se e se Turles mentre camminava. Ad un tratto lo colse una strana sensazione, come di uno spostamento d’aria alle sue spalle, ma non ebbe tempo di rendersi conto d’altro, che qualcosa lo colpì al lato della testa facendolo volare al tappeto. Videl non era ancora finita, e la sicurezza di Turles, mista alla sua incapacità di percepire la forza spirituale senza il proprio rilevatore, in quel momento spento, gli aveva giocato un brutto tiro, permettendo alla moglie di Gohan di atterrarlo. Peraltro, nella caduta, il rilevatore di Turles era andato distrutto. “ Con un colpo del genere gli avrò di certo spezzato l’osso del collo “ pensò tra se e se Videl fissando Turles lungo disteso a terra. Le illusioni della terrestre vennero però frustrate dal fatto che Turles si rialzò praticamente subito tenendosi una mano sul collo mentre scuoteva leggermente la testa per riprendersi dallo stordimento. “ Non male per un’umana… ma non avrai modo di riprovarci! “ disse Turles senza neppure voltarsi per poi sparire con la super velocità ed apparire alle spalle di Videl. Ancora una volta la rapidità del saiyan aveva lasciato totalmente interdetta la donna, che sentì la mano di Turles serrarsi sulla coda dei suoi capelli, seguita da un potente calcio alla giuntura posteriore di un ginocchio. Un urlo di dolore fortissimo risuonò nel cielo, il calcio del saiyan aveva di fatto spezzato una gamba a Videl, la quale cadde in ginocchio, mentre Turles continuava a tenerla bloccata per i capelli. “ La tua insolenza ti costerà cara! Mi è venuta un’idea! Non ti ucciderò subito, ma prima farò in modo che tu possa essermi d’aiuto! Senza il mio rilevatore sarebbe un problema rintracciare il dio della terra in questa enorme costruzione, e non posso proprio permettermi di distruggerla, in quanto ho sentito che egli è piuttosto debole, e rischierei di ucciderlo, quindi cercherò di farlo uscire allo scoperto… chissà se egli è disposto a sopportare le tue urla strazianti o deciderà di consegnarsi a me per porre fine alla tua agonia!” così dicendo Turles le posò un piede sopra la schiena per poi mollare i capelli della donna e afferrarla per i polsi tenendoli sollevati, tenendola in questo modo bloccata, totalmente inerme, in tale posizione. Fatto ciò Turles diede seguito alle proprie minacce convogliando la propria energia attraverso le mani generando scariche elettriche con le quali iniziò a torturare la povera Videl la quale tentò di resistere, ma fu vinta dall’agonia e presa ad urlare tutta la sofferenza che il saiyan le stava infliggendo.
Lo sgomento attanagliava Videl. Non aveva potuto fare nulla per impedire che, colui che lei credeva Goku, muovesse mortale offensiva nei confronti della povera Chichi, al posto della quale ora non restava che un’inerte coltre polverosa che fluttuava malinconica e funesta nell’aria. “ Chi…Chichi… amica mia…” fu tutto quello che riuscì a dire la donna mentre la disperazione per la perdita della propria compagna di mille spericolate avventure. Quando però la polvere si diradò un enorme senso di sollievo avvolse Videl: Chichi era viva! Tale gioia fu però notevolmente lenita una volta che essa realizzò il prezzo che era stato pagato per la salvezza della moglie di Goku. Se Chichi non era diventata un cumulo di cenere, il merito era stato unicamente della diffidenza di Wenig, il quale, non conoscendo Goku, non era stato ingannato dall’aspetto di Turles, così simile al saiyan amato da Chichi e Videl, ed era rimasto allerta notando l’atteggiamento tutt’altro che bene intenzionato del nuovo venuto. Egli si era frapposto all’ultimo istante in difesa di Chichi, subendo in pieno il colpo di Turles in vece della moglie di Goku. Aveva dovuto agire in fretta per evitare che Chichi venisse uccisa, e non aveva avuto tempo e modo di ergere una protezione per se stesso, subendo in pieno l’attacco energetico di Turles. Le vesti di Wenig erano carbonizzate in più punti, e un fumo nero emanante un odore acre fluttuava dal suo corpo ustionato. Il suo sguardo era perso nel vuoto, e il suo corpo tremava, l’impatto era stato violentissimo e dopo aver lottato per restare coscienze, l’alieno svenne. Chichi lo guardò svenirle innanzi… il suo sguardo era smarrito, sapeva che quanto accaduto era stata colpa della sua stupidità, aveva ceduto al suo desiderio di voler far si che colui che aveva di fronte fosse suo marito Goku, che le mancava da morire, facendo si che l’allettante prospettiva che tale fosse la realtà facesse venir meno la sua lucidità nel valutare come tale, realtà non fosse. “ Mi… mi dispiace “ fu tutto quello che riuscì a dire la costernata donna. Videl ringhiò per poi rivolgersi risolutamente alla donna “ Porta Wenig all’interno! In questo stato e vulnerabile! A questo maledetto saiyan penserò io! “. Chichi annuì, e si mise in spalla l’alieno, correndo verso l’ingresso della reggia, muovendosi il più velocemente possibile, per evitare che Turles potesse intercettarli. La premura di Chichi non fu in tal senso utile, in quanto Turles non si curò di loro… era venuto solo per catturare il dio della terra, e ne lei ne un guerriero ferito come Wenig potevano essere ritenuti degli ostacoli degni di considerazione per il suo proposito. Solo Videl gli si poneva innanzi come avversario. Gli occhi azzurri della donna si incrociavano con quelli neri del saiyan. Il silenzio fu rotto dalla prima “ Chi sei? E’ chiaro come tu non sia Goku!”, Turles lo guardò con falsa e irridente sorpresa “ Oh… ci sei arrivata finalmente! Ma dopotutto non è difficile confondersi! Tra noi saiyan di basso livello genetico le somiglianze sono molto comuni! Comunque io sono molto più forte di quanto sia Kakaroth, o Goku, come preferisci chiamarlo, e questa volta non ci sarà alcuna maledetta Genkidama a mandare a monte i miei piani di conquista!”. Videl ebbe un leggero brivido lungo la schiena… sapeva che le parole di Turles si riferivano probabilmente a tempi passati, e che probabilmente egli non era più superiore a Goku, ma il fatto che per batterlo a suo tempo fosse stata necessaria una tecnica potente come Genkidama era fortemente indicativo in merito alla sua pericolosità. Non era tuttavia nella natura di Videl arrendersi, e la giovane donna si preparò alla contesa mettendosi in posizione di guardia. Turles ridacchiò “ Curioso come fatto… una piccola donna terrestre che osa rivolgere le proprie velleità belligeranti contro un saiyan… devi tenere davvero poco alla vita! “. Ci si sarebbe aspettato che a tale provocazione sarebbe seguito un immediato e rabbioso attacco di Videl, ma così non fu. Era infatti stato Turles ad attaccare per primo, con una rapidità ed una risolutezza tali da lasciare totalmente interdetta Videl, la quale non ebbe modo di evitare un potente calcio che Turles, appena materializzatosi innanzi a lei, le sferrò sotto il mento. Il colpo fu violentissimo e la piccola Videl venne scagliata verso l’alto. Turles effettuò una serie di piroette su se stesso per poi portarsi con la supervelocità poco sotto Videl, una volta che questa fu giunta all’apice della salita sferrandole una ginocchiata sotto la schiena, seguita da un colpo a due mani che schiantò la donna contro il pavimento della reggia, facendola sprofondare in esso sollevando una colossale colonna di polvere. Turles sorrise ed atterrò sul pavimento del piazzale antistante il palazzo per poi dirigersi verso l’entrata. “ Era tutta aria fritta, come tutti gli umani del resto “ commentò tra se e se Turles mentre camminava. Ad un tratto lo colse una strana sensazione, come di uno spostamento d’aria alle sue spalle, ma non ebbe tempo di rendersi conto d’altro, che qualcosa lo colpì al lato della testa facendolo volare al tappeto. Videl non era ancora finita, e la sicurezza di Turles, mista alla sua incapacità di percepire la forza spirituale senza il proprio rilevatore, in quel momento spento, gli aveva giocato un brutto tiro, permettendo alla moglie di Gohan di atterrarlo. Peraltro, nella caduta, il rilevatore di Turles era andato distrutto. “ Con un colpo del genere gli avrò di certo spezzato l’osso del collo “ pensò tra se e se Videl fissando Turles lungo disteso a terra. Le illusioni della terrestre vennero però frustrate dal fatto che Turles si rialzò praticamente subito tenendosi una mano sul collo mentre scuoteva leggermente la testa per riprendersi dallo stordimento. “ Non male per un’umana… ma non avrai modo di riprovarci! “ disse Turles senza neppure voltarsi per poi sparire con la super velocità ed apparire alle spalle di Videl. Ancora una volta la rapidità del saiyan aveva lasciato totalmente interdetta la donna, che sentì la mano di Turles serrarsi sulla coda dei suoi capelli, seguita da un potente calcio alla giuntura posteriore di un ginocchio. Un urlo di dolore fortissimo risuonò nel cielo, il calcio del saiyan aveva di fatto spezzato una gamba a Videl, la quale cadde in ginocchio, mentre Turles continuava a tenerla bloccata per i capelli. “ La tua insolenza ti costerà cara! Mi è venuta un’idea! Non ti ucciderò subito, ma prima farò in modo che tu possa essermi d’aiuto! Senza il mio rilevatore sarebbe un problema rintracciare il dio della terra in questa enorme costruzione, e non posso proprio permettermi di distruggerla, in quanto ho sentito che egli è piuttosto debole, e rischierei di ucciderlo, quindi cercherò di farlo uscire allo scoperto… chissà se egli è disposto a sopportare le tue urla strazianti o deciderà di consegnarsi a me per porre fine alla tua agonia!” così dicendo Turles le posò un piede sopra la schiena per poi mollare i capelli della donna e afferrarla per i polsi tenendoli sollevati, tenendola in questo modo bloccata, totalmente inerme, in tale posizione. Fatto ciò Turles diede seguito alle proprie minacce convogliando la propria energia attraverso le mani generando scariche elettriche con le quali iniziò a torturare la povera Videl la quale tentò di resistere, ma fu vinta dall’agonia e presa ad urlare tutta la sofferenza che il saiyan le stava infliggendo.
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