LA CALAMITA' DAL CIELO
Il piccolo villaggio di Qask era avvolto da intense fiamme che lo stavano divorando poco a poco.
Quello che prima era un piccolo paesino, tranquillo e abitato da gente spensierata, adesso era solo un mero scenario di morte, reso macabro dal fatto che tutto era dominato dal calore, e dalle fiamme, che, come sinuosi tentacoli avvolgevano intere abitazioni e le carbonizzavano nel giro di pochi minuti.
Il fumo, molto tossico, che veniva prodotto si liberava nel cielo e andava congiugersi con tutte le altre nubi, prodotte da altri incendi in tutti gli altri paesi e città del pacifico pianeta Yel.
Con una piccola esplosione di fiame una delle tante porte andò in pezzi, sbriciolandosi al suolo, e, in quel paesaggio rosso e avvolto dal calore, uscì fuori un vecchietto, probabilmente un contadito.
Era molto anziano, poteva avere all'incirca ottant'anni, sulla fronte si era procurato una profonda ferita dalla quale sgorgava ancora molto sangue, pensava di mettersi in salvo uscendo fuori, all'aperto, ma invece quell'errore gli sarebbe costato caro, per tutta la sua vita, che di li a poco sarebbe finita.
Agitando il capo a destra e a sinistra si coprì la bocca con un pezzo della sua maglietta verde, e prese a correre in direzione di una possibile via di fuga.
Purtroppo il destino fu crudele con lui, un ammasso di travi in legno infuocate caddero da un tetto e sbarrarono la strada, colpito alla sprovvista tentò altre strade, ma sfortunatamente erano tutte bloccate da detriti consumati dalle fiamme rosse.
"Guarda guarda... un sopravvissuto..." Tuonò una fredda voce alle sue spalle, girandosi di scatto vide una figura avvolta nell'ombra, posizionata vicino al cumulo di travi precipitate poco prima.
Il terrore avvolse il povero vecchietto alla vista di quell'essere, tentò la fuga, ma la sua vita finì in meno di un secondo, quando un fascio di energia dorata lo trapassò da parte a parte.
"hahahaha... povero illuso..." Ribadì la stessa voce, per poi spiccare il volo e andarsene via dal villaggio.
Frattanto, sulla cima di una collina boscosa, l'incendo di Qask era perfettamente visibile, uno spettacolo raccapricciante: un intero paesino avvolto da una nube rossastra, e praticamente ogni edificio avvolto dal fuoco, mentre un fumo molto denso si innalzava nel cielo.
Yel e Nas stavano osservando la loro casa, il loro punto di riferimento, mentre lentamente si consumava fino a carbonizzarsi, in meno di qualche minuto Qask sarebbe sparito dalla carta geografica del pianeta, così come tutte le altre città di Yel.
"Dannati bastardi, la pagheranno per questo!" Gridò Nas a squarciagola, mentre serrava i pugni così violentemente che le sue mani presero a perdere sangue, che bagnò di rosso la morbida erba di quella collina.
"Maledetti Saiyan, maledetto Freezer!!!!!!" Urlò di nuovo digrignando i denti come una belva feroce.
Yel, dal canto suo, si trovava a rivivere un'altro momento tragico della sua vita, prima la perdita dei genitori, e adesso il suo amato pianeta che veniva lentamente spazzato via.
Nonostante fosse ancora un bambino capiva molte cose, e in mezzo ai suoi coetanei era molto più maturo, aveva imparato dai propri sbagli, aveva imparato a lottare per proteggere le persone che ama... e quel maledetto giorno lo avrebbe dimostrato, si sarebbe battuto contro i Saiyan per la salvezza del pianeta!
Yel strinse i denti, e una piccola lacrima scese dal suo occhio sinistro, rigandogli le quance, velocemente si asciugò con la manica della maglietta, ma continuava a singhiozzare, in quel momento non doveva mostrarsi debole, doveva fermare le lacrime ed aiutare Nas, suo mentore e grande amico.
Esattamente un secondo dopo i due erano spariti dalla collina, pervasi di rabbia e sofferenza stavano compiendo un'azione avventata, decisi più che mai volevano spazzare via Freezer e tutto il suo intero esercito di uomini... ma c'è l'avrebbero fatta? Purtroppo...no.
Una nave spaziale di forma ovale, sostenuta da delle piccole "zampe" metalliche conficcate sul terreno, sostava su una radura ai confini di un boschetto di abeti.
Anche da lontano si potevano notare una decina di uomini dinnanzi al velivolo.
Ed ecco che quando Nas e Yel raggiunsero quella posizione, videro quell'essere così spregevole che aveva distrutto i loro sogni, videro il conquistatore spaziale Freezer!
Freezer, seduto sul suo trono galleggiante, sfoggiava un sorrisetto beffardo mentre osservava i villaggi andare in cenere, aveva un'espressione così beata che pareva un mostro.
Anzi, lo era.
I due abitanti del pianeta, probabilmente gli ultimi rimasti, si acquattarono dietro un tronco d'albero tagliato a metà, e Nas fece cenno a Yel di stare zitto, il bambino annuì, nonostante faceva fatica a trattenere la rabbia, in quel momento voleva balzare addosso a Freezer e incenerirlo con un Ki-Blast.
Ai lati del Changeling vi erano le sue due guardie del corpo: Zarbon e Dodoria, il primo aveva la pelle piuttosto chiara e indossava la classica armatura dei sottoposti di Freezer, e la sua chioma era verde, mentre Dodoria era piuttosto grasso, la sua carnagione completamente rosa, e la sua pelle attraversata da spuntoni.
Dinnanzi ai tre vi erano ben sette guerrieri Saiyan, che, con gli occhi chiusi e il capo rivolto a terra, stavano inginocchiati di fronte al loro padrone.
"Avete fatto un ottimo lavoro, mi congratulo con voi..." Esordì Freezer ridendo.
"B-Bastardo, l-l'ho ammazzo!" Mormorò Yel, arrivato al limite della sopportazione, ma prima che potesse uscire allo scoperto venne afferrato per il braccio da Nas, che con tono austero gli disse di stare fermo e aspettare il momento propizio.
"Credo che qualche moscerino si sia salvato alla distruzione di questo sputo di terra... Zarbon, Dodoria! Trovateli e annientateli!" Esclamò Freezer, i due guardaspalle annuirono con un inchino del capo, e con fare determinato volarono via attivando le loro aure grige.
"C-come osa c-chiamare la nostra casa... u-uno sputo di terra????" Disse Yel, oramai diventato un vulcano in procinto di esplodere, altre lacrime scesero sulle sue guance.
E il vulcano esplose.
Yel era sempre stato un bambino saggio, ragionevole, felice e spensierato, e di solito non amava combattere, ma a sentire chiamare il suo pianeta "sputo di terra" una piccola fiamma si accese nel suo corpo, la fiamma divenne un incendio, e l'incendio consumò l'animo del bambino, corrodendolo fino al midollo spinale.
Con uno strattone che fece impallidire Nas, Yel si liberò dalla stretta dell'amico, tentò di fermarlo, ma era già troppo tardi: il bambino era già dinnanzi a Zarbon e Dodoria, sospesi in aria.
Con gli occhi inniettati di sangue, Yel fissava negli occhi i due servi di Freezer, e con uno sguardo fulminante fece esplodere tutta la sua aura spirituale, che si espanse brillando di luce viola.
"Toh, ecco il moscerino!" Disse Dodoria in tono canzonatorio.
Non arrivò nessuna risposta, Yel era fermo, avvolto da quella luce viola, e fissava l'alieno dritto negli occhi.
"Non mi batto con te..." Rispose l'abitante del pianeta che portava il suo stesso nome; "Io voglio polverizzare quel pezzente laggiù!" Esclamò a gran voce mentre con il dito indicava Freezer.
Il Changeling rise sguaiatamente.
Come poteva un misero bambino osare sfidarlo?
Non poteva permettere un tale insulto, lo avrebbe eliminato in meno di qualche secondo, decise però di non sporcarsi le mani, avrebbe fatto uccidere Yel da Zarbon e Dodoria.
Alzò il capo al cielo, e fece cenno ai suoi due servi di distruggere quel ragazzino, come presi da una scarica di felicità Zarbon e Dodoria annuirono, e in meno di qualche secondo si ritrovarono a fissare Yel, che, avendo capito l'intenzione dei due, non battè ciglio, piuttosto espanse ancora di più la sua aura porpora, che risplendeva nel cielo come una stella.
"ADDIO, SBARBATELLO!" Gridò Zarbon mentre si lanciò contro il ragazzino, pronto a sferrare un pugno alla mascella dell'avversario.
Incredibilmente però l'alieno non riuscì nel suo intento perché Yel bloccò l'offensiva con l'avambraccio, e senza la minima fatica contrattaccò con un destro formidabile che fratturò la mascella di Zarbon.
La guardia del corpo di Freezer non potè fare a menò di urlare di dolore, ad occhi sbarrati vomitò un ingente quantità di sangue, per poi precipitare al suolo schiantandosi con un boato, che si propagò per tutta la foresta vicina.
Dodoria, dal canto suo, aveva arrestato il suo incedere per via della paura, tremava come una foglia, mai in vita sua era stato sul punto di morire, mai aveva provato quel terrore lancinante che gli scorreva sulla schiena.
Freezer invece rimase leggermente sorpreso, ma non temeva minimamente per la sua vita, aveva ancora moltissimi Saiyan dalla sua parte e liberarsi di Yel sarebbe stato come rubare le caramelle ad un bambino.
Una gomitata, che partì come un razzo, perforò lo stomaco di Dodoria, e per via del violentissimo impatto l'armatura venne crepata nella parte centrale.
Completamente sconfitto il secondo alieno precipitò per terra, alzando un gran polverone.
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