Momories
Era vicino alla finestra, i suo occhiali appannati guardavano le onde che inesorabilmente si gettavano sull'isoletta.
Quel rumore, malinconico prodotto dal mare, lo fece sedere, sconsolato su una sedia.
Si tolse gli occhiali e li pulì con la maglia mentre udiva il sibilo delle onde.
Lentamente portò la mano davanti agli occhi, come se volesse abbandonare ogni pensiero e tornare piccolo.
Poggiò la testa sul davanzale...poco dopo la rialzò ed iniziò a guardare la luna.
Iniziò a pensare a alla sua vita, alle scelte fatte, a quelle non fatte, ai momenti belli a quelli brutti...
Poi lentamente si alzò e si avvicinò all'armadio.
Lo aprì e tirò fuori da esso una tuta di colore nero.
L'appoggiò sul letto e si sedette di fianco.
Era tutta impolverata, lacerata e molto vecchia.
Gli passò una mano sopra come per ricordare i vecchi tempi passati.
Poi si alzò ed uscì dalla stanza.
Aveva quasi imboccato le scale quando una voce lo fermò.
“Maestro, cosa ci fa ancora sveglio a quest'ora?” chiese Crili.
Muten accennò un sorriso, “Non riuscivo a dormire...ci vediamo domani, Crili!”.
Allora, dopo essersi salutati, Muten scese le scale.
Si voltò indietro, riguardò quelle rampe, fatte un milione, ma quella notte avevano un sapore diverso.
Le fissò come per farle rimanere nella sua mente e ricordarsele per sempre.
Si voltò, come per abbandonare una parte del suo passato...si ritrovò davanti alla porta.
La guardò in ogni minimo dettaglio, poi, con fermezza mise la mano sulla maniglia e fece quel gesto.
La aprì, davanti a se, il mare rumoreggiava, come se avesse capito che Muten in quella casa non ci sarebbe mai entrato.
Chiuse delicatamente la porta alle sue spalle, senza mai voltarsi indietro... ormai il passato, era passato.
Iniziò a camminare, aveva le mani in tasca e gli occhiali rossi leggermente piegati verso il basso.
Voleva vedere con i suo occhi, ancora una volta, la natura, il mare, la sabbia... e non attraverso delle lenti, bensì con i suo immensi occhi, che in quegli ultimi anni, avevano visto sangue, dolore, ma anche allegria, armonia e felicità.
Si sedette sulla spiaggietta, osservando la luna...
Prese in mano quelle pochi pietre presenti sull'isola ed iniziò a guardarle, poi ad un tratto la tirò in acqua, la guardò rotolare, mentre la nostalgia gli stava riempiendo il cuore.
Dopo essersi liberato di tutti i sassi, si coricò per terra, osservando le stelle.
“Dicono che un luogo non è capace di trasmettere delle emozioni...però, mi sa che questo è un caso a parte...”.
Muten dopo quella intensa, e commovente notte, chiuse gli occhi...non riaprendoli mai più.
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