Yamcha si allontanò, mentre il Genio, esaltato da quella speranza, tornò davanti alla sua tv: trasmettevano proprio ora un programma di fitness con delle bellissime donne che…
La notte ormai era scesa, ma nonostante ciò, il ragazzo decise di allontanarsi dalla Kame e di ritornare a quella penisola, vicino al piccolo boschetto, dove C-18 lo aveva condotto. Forse lì avrebbe capito cosa doveva farne della sua vita…
E lì, dopo essersi assicurato della sua sola presenza, si arrese alle lacrime che, copiose, scesero sulle sue guance…
Troppo preso nel suo dolore, non si accorse di quella presenza…
<<Crilin… non dovresti piangere…>>
<<Eh? COSA?>>
Crilin si girò nella direzione della sua voce, e la vide. Anche lei tristissima, anche lei con gli occhi rossi. Non l’aveva mai vista in quello stato e fu colpito nel profondo. La detestava ormai, ma aveva così voglia di abbracciarla, di stringerla a se… di farle capire quanto amore provasse per lei…
<<C-18…tu? Ti chiedo scusa, perdon…>>
<<Shhh… questa volta tocca a me parlare, rivelarti tutto…>>
La ragazza gli si avvicinò, e si sedette accanto a lui che aspettava, insicuro, quei chiarimenti, di cui però aveva una grande paura.
<< Crilin, sono io che ti devo chiedere scusa. La mia reazione… è stata davvero spropositata!!! Ma io… tu mi hai reso davvero confusa…>>
<<Lo so… sono stato uno stupido ad importi una decisione del genere… e ti voglio dire che non sei più costretta alla risposta, anche se comunque tu me l’hai già data: se non mi ami ti capisco e non ti obbligherò a niente. E non sentirti in debito per il desiderio che ho espresso: l’ho fatto perché mi stava a cuore farlo, punto. Se non vuoi, ti dimenticherò… ce la farò prima o poi…>>
Ma C-18 non ne era contenta.
<<Davvero?>>
<<Si…>>
<<Allora va bene… Addio Crilin, grazie per tutto.>>
La ragazza gli schioccò un altro bacio e alzatasi in volo, si allontanò.
<<Addio 18… addio amore mio…>>
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Di nuovo, stava fuggendo da lui.
Che cosa divertente! Si era quasi decisa a farsi avanti, a rivelargli l’amore che anche lei provava nei suoi confronti, quando l’aveva bloccata.
<<Ti dimenticherò>>
Era quello che avrebbe fatto dunque…
Così sia.
<<Crilin… spero che un giorno tu possa capirmi… intanto ti auguro di trovare la donna giusta per te… Io non lo sono.>>
…
Volò ancora per un tratto, quando all’improvviso si bloccò.
Ma che stava facendo?
Perché mentiva a sé stessa?
Perché scappava ancora?
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Crilin si asciugò il viso e si alzò da terra anche lui. Guardò il cielo: meraviglioso, come sempre. Agosto era davvero un mese speciale, ma quella notte, certamente, era la migliore: il 15, la notte di San Lorenzo… la notte delle stelle cadenti. Ne scorse una, luminosissima, che con la sua scia aveva schiarito l’intero cielo.
<<Che bella… stella… ti prego… fa che lei… ma no… che dico…>>
Sconsolato abbassò il viso. Cosa stava chiedendo? Non aveva forse detto che non l’avrebbe costretta? Esprimere un desiderio, per farla tornare da lui, non sarebbe stato leale e di certo non sarebbe valso come il suo ritorno volontario.
<<Stella… aiutami… a superare la crisi… si, questo si…>>
<<Mi spiace piccoletto, ma questa crisi non la supererai mai!!!>>
<<…?>>
Di nuovo, eccola davanti a lui…
La notte ormai era scesa, ma nonostante ciò, il ragazzo decise di allontanarsi dalla Kame e di ritornare a quella penisola, vicino al piccolo boschetto, dove C-18 lo aveva condotto. Forse lì avrebbe capito cosa doveva farne della sua vita…
E lì, dopo essersi assicurato della sua sola presenza, si arrese alle lacrime che, copiose, scesero sulle sue guance…
Troppo preso nel suo dolore, non si accorse di quella presenza…
<<Crilin… non dovresti piangere…>>
<<Eh? COSA?>>
Crilin si girò nella direzione della sua voce, e la vide. Anche lei tristissima, anche lei con gli occhi rossi. Non l’aveva mai vista in quello stato e fu colpito nel profondo. La detestava ormai, ma aveva così voglia di abbracciarla, di stringerla a se… di farle capire quanto amore provasse per lei…
<<C-18…tu? Ti chiedo scusa, perdon…>>
<<Shhh… questa volta tocca a me parlare, rivelarti tutto…>>
La ragazza gli si avvicinò, e si sedette accanto a lui che aspettava, insicuro, quei chiarimenti, di cui però aveva una grande paura.
<< Crilin, sono io che ti devo chiedere scusa. La mia reazione… è stata davvero spropositata!!! Ma io… tu mi hai reso davvero confusa…>>
<<Lo so… sono stato uno stupido ad importi una decisione del genere… e ti voglio dire che non sei più costretta alla risposta, anche se comunque tu me l’hai già data: se non mi ami ti capisco e non ti obbligherò a niente. E non sentirti in debito per il desiderio che ho espresso: l’ho fatto perché mi stava a cuore farlo, punto. Se non vuoi, ti dimenticherò… ce la farò prima o poi…>>
Ma C-18 non ne era contenta.
<<Davvero?>>
<<Si…>>
<<Allora va bene… Addio Crilin, grazie per tutto.>>
La ragazza gli schioccò un altro bacio e alzatasi in volo, si allontanò.
<<Addio 18… addio amore mio…>>
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Di nuovo, stava fuggendo da lui.
Che cosa divertente! Si era quasi decisa a farsi avanti, a rivelargli l’amore che anche lei provava nei suoi confronti, quando l’aveva bloccata.
<<Ti dimenticherò>>
Era quello che avrebbe fatto dunque…
Così sia.
<<Crilin… spero che un giorno tu possa capirmi… intanto ti auguro di trovare la donna giusta per te… Io non lo sono.>>
…
Volò ancora per un tratto, quando all’improvviso si bloccò.
Ma che stava facendo?
Perché mentiva a sé stessa?
Perché scappava ancora?
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Crilin si asciugò il viso e si alzò da terra anche lui. Guardò il cielo: meraviglioso, come sempre. Agosto era davvero un mese speciale, ma quella notte, certamente, era la migliore: il 15, la notte di San Lorenzo… la notte delle stelle cadenti. Ne scorse una, luminosissima, che con la sua scia aveva schiarito l’intero cielo.
<<Che bella… stella… ti prego… fa che lei… ma no… che dico…>>
Sconsolato abbassò il viso. Cosa stava chiedendo? Non aveva forse detto che non l’avrebbe costretta? Esprimere un desiderio, per farla tornare da lui, non sarebbe stato leale e di certo non sarebbe valso come il suo ritorno volontario.
<<Stella… aiutami… a superare la crisi… si, questo si…>>
<<Mi spiace piccoletto, ma questa crisi non la supererai mai!!!>>
<<…?>>
Di nuovo, eccola davanti a lui…
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